Tebe
Egocentrica non in incognito
E' affettuoso. E' carezzevole. E' dolce.
Nonna Vittoria mi diceva sempre -Su tesoro, non fare la sciocca.- quando erano questioni di studio, o lavoro o...genitoriali.
Sciocchina quando le parlavo dei miei...amici.
Non era moltissimo che lavoravo con Manager, ci stavamo ancora prendendo lavorativamente le misure, testandoci a vicenda.
Lui tentava di capire fin dove poteva spingersi con me con le sue incazzature, i modi barbari e tutto il resto prima di far uscire Uragano Tebe, io tentavo di capire fin dove il mio modo easy con punte di sarcasmo ironico potesse arrivare senza scatenare il mostro.
Era una riunione abbastanza informale.
Le nove di sera.
Avevamo mangiato pizza e non vedevamo l'ora di andarcene tutti a casa, mentre Manager fresco come una rosa continuava a parlare. E parlare. E parlare.
-Cosa ne dici Tebe?-
Il gelo.
Non stavo attenta. Anzi. Stavo giocando piuttosto accanitamente a shoot bubble con lo smartphone appoggiato sulle cosce in silenzioso, con la scrivania a farmi da protezione.
-Allora Tebe...cosa ne dici?- tono neutro.
Alzai gli occhi. Flap flap.
Niente. Nessun cenno di cedimento. Anzi. Inarcò pure un sopracciglio chiaro.
-Dico che...hemm.- mi guardai intorno tornando indietro di anni.
Ai tempi del liceo. Quando la prof di greco (che odio) mi pigliava sempre in castagna a farmi bellamente i cazzi miei e io cercavo aiuto nel mio compagno di banco che regolarmente me lo dava (io gli falsificavo gratis la firma dei genitori però...)
Ma li non era il liceo.
E no.
Tutti a guardarmi come se fossi ormai un cadavere ambulante.
Luca con gli occhi a civetta.
Gelmy con l'espressione a dirmi Brutta cretina. Ora si incazza e andiamo a casa domani mattina
Il vice del suo team con l'aria leggermente goduriosa. Da masturbazione davanti ad un porno per intenderci. Fetish sicuramente.
Ero fottuta.
E quando sono fottuta....cretineggio con stile.
-Vuoi davvero una risposta?- chiesi facendo un pò bioccuccia a cuore.
-Si Tebe. Gradirei sapere il tuo pensiero in merito...-
Non ero tranquilla, ammetto. Ma tanto ormai.
Non avevo la minima idea di che cosa stesse parlando...sarebbe stata una disfatta a prescindere.
-Non ho un pensiero in merito perchè non ti stavo ascoltando, da circa...- guardai l'ora -mezz'ora. E non per mancanza di rispetto ma perchè sono le nove di sera e siamo chiusi qui dentro come topi da laboratorio dalle tre di oggi...davvero...vorrei solo essere a casa. Luca immagino con la fidanzata. Arturo con sua moglie, o i figli o anche l'amante. Manager ti prego. Sono certa di parlare a nome di tutti tranne forse della signora Gelmy...Lasciaci andare.-
Luca si fece il segno della croce.
Annalisa si fece piccola sulla sedia.
Pupillo aveva la mascella in terra e Manager...lui rimase un attimo a fissarmi.
Poi cominciò, silenziosamente, a raccattare dal tavolo la sua agenda in pelle umana. La sua stilografica d'argento del tesoro dei pirati. Guardò distrattamente l'ora dal suo orologio da un miliardo di dollari e..
-Potete andare. Domani alle nove di nuovo qui. Tu no Tebe.-
-Scusa? Io no cosa vuol dire? -
-Quello che ho detto. Tu. No.-
Uscirono tutti e io pensai.
Sono una donna finita. Ora comincia ad urlare. Mi mostrizzerà. Io mi incazzerò. Lui urlerà più forte e a me partirà l'embolo e ci dovranno dividere perchè anche se è una montagna gli salto addosso come una scimmia e comincio a mordere e..
-Vuoi uccidermi? tenermi come ostaggio? farmi leggere tutta la relazione che non ho ascoltato stasera?-
-L'ultima che hai detto. Tieni.- serissimo.
Presi la sua chiavetta super tecnologica, minuscola e triste in mano- Spero non adesso...-
-La riunione è domani alle 9. Hai tutta la notte. Sono solo 250 pagine.-
-E' uno scherzo...-
-No. Così impari a fare la sciocca.-
Nonna Vittoria mi diceva sempre -Su tesoro, non fare la sciocca.- quando erano questioni di studio, o lavoro o...genitoriali.
Sciocchina quando le parlavo dei miei...amici.
Non era moltissimo che lavoravo con Manager, ci stavamo ancora prendendo lavorativamente le misure, testandoci a vicenda.
Lui tentava di capire fin dove poteva spingersi con me con le sue incazzature, i modi barbari e tutto il resto prima di far uscire Uragano Tebe, io tentavo di capire fin dove il mio modo easy con punte di sarcasmo ironico potesse arrivare senza scatenare il mostro.
Era una riunione abbastanza informale.
Le nove di sera.
Avevamo mangiato pizza e non vedevamo l'ora di andarcene tutti a casa, mentre Manager fresco come una rosa continuava a parlare. E parlare. E parlare.
-Cosa ne dici Tebe?-
Il gelo.
Non stavo attenta. Anzi. Stavo giocando piuttosto accanitamente a shoot bubble con lo smartphone appoggiato sulle cosce in silenzioso, con la scrivania a farmi da protezione.
-Allora Tebe...cosa ne dici?- tono neutro.
Alzai gli occhi. Flap flap.
Niente. Nessun cenno di cedimento. Anzi. Inarcò pure un sopracciglio chiaro.
-Dico che...hemm.- mi guardai intorno tornando indietro di anni.
Ai tempi del liceo. Quando la prof di greco (che odio) mi pigliava sempre in castagna a farmi bellamente i cazzi miei e io cercavo aiuto nel mio compagno di banco che regolarmente me lo dava (io gli falsificavo gratis la firma dei genitori però...)
Ma li non era il liceo.
E no.
Tutti a guardarmi come se fossi ormai un cadavere ambulante.
Luca con gli occhi a civetta.
Gelmy con l'espressione a dirmi Brutta cretina. Ora si incazza e andiamo a casa domani mattina
Il vice del suo team con l'aria leggermente goduriosa. Da masturbazione davanti ad un porno per intenderci. Fetish sicuramente.
Ero fottuta.
E quando sono fottuta....cretineggio con stile.
-Vuoi davvero una risposta?- chiesi facendo un pò bioccuccia a cuore.
-Si Tebe. Gradirei sapere il tuo pensiero in merito...-
Non ero tranquilla, ammetto. Ma tanto ormai.
Non avevo la minima idea di che cosa stesse parlando...sarebbe stata una disfatta a prescindere.
-Non ho un pensiero in merito perchè non ti stavo ascoltando, da circa...- guardai l'ora -mezz'ora. E non per mancanza di rispetto ma perchè sono le nove di sera e siamo chiusi qui dentro come topi da laboratorio dalle tre di oggi...davvero...vorrei solo essere a casa. Luca immagino con la fidanzata. Arturo con sua moglie, o i figli o anche l'amante. Manager ti prego. Sono certa di parlare a nome di tutti tranne forse della signora Gelmy...Lasciaci andare.-
Luca si fece il segno della croce.
Annalisa si fece piccola sulla sedia.
Pupillo aveva la mascella in terra e Manager...lui rimase un attimo a fissarmi.
Poi cominciò, silenziosamente, a raccattare dal tavolo la sua agenda in pelle umana. La sua stilografica d'argento del tesoro dei pirati. Guardò distrattamente l'ora dal suo orologio da un miliardo di dollari e..
-Potete andare. Domani alle nove di nuovo qui. Tu no Tebe.-
-Scusa? Io no cosa vuol dire? -
-Quello che ho detto. Tu. No.-
Uscirono tutti e io pensai.
Sono una donna finita. Ora comincia ad urlare. Mi mostrizzerà. Io mi incazzerò. Lui urlerà più forte e a me partirà l'embolo e ci dovranno dividere perchè anche se è una montagna gli salto addosso come una scimmia e comincio a mordere e..
-Vuoi uccidermi? tenermi come ostaggio? farmi leggere tutta la relazione che non ho ascoltato stasera?-
-L'ultima che hai detto. Tieni.- serissimo.
Presi la sua chiavetta super tecnologica, minuscola e triste in mano- Spero non adesso...-
-La riunione è domani alle 9. Hai tutta la notte. Sono solo 250 pagine.-
-E' uno scherzo...-
-No. Così impari a fare la sciocca.-