Sesso per disabili

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Nobody

Utente di lunga data
Si ma dei basta desso...
Non è cortese sai che se uno insomma fa il passo indietro
l'altro ne prende il pretesto per infierire...

Non si capisce perchè ne fai una questione da FEMDOM...;)
Nessun problema conte. Preferisco chiudere qui per chi ha letto e si è sentita toccata.
 
A mente fredda, se qualcuna si è sentita intimamente colpita da ciò che ho scritto... posso dire sinceramente che mi dispiace. Non era mia intenzione mancare di rispetto a chi ha fatto determinate scelte :smile: Quando si chiarisce una posizione è facile essere fraintesi, soprattutto qui sopra.
ti fa onore
 

Caciottina

Escluso
A mente fredda, se qualcuna si è sentita intimamente colpita da ciò che ho scritto... posso dire sinceramente che mi dispiace. Non era mia intenzione mancare di rispetto a chi ha fatto determinate scelte :smile: Quando si chiarisce una posizione è facile essere fraintesi, soprattutto qui sopra.

Io mi so o sentita toccata ma non devi dispiacerti, parlo per me.
L aborto o meglio l interruzione volontaria di gravidanza è una cosa. ....dio solo lo sa....
Te la porti avanti tutta la vita qualsiasi sia la motivazione per cui viene fatta e va a prescindere da chi la fa.
Stento a credere che ci siano donne che lo fanno con leggerezza perche non è una passeggiata...esisteranno, lo so. Esistono tante cose brutte...
È difficile da speigare....e' soprattutto difficile spiegarlo ad un uomo. ..
Faccio un paragone stupidissimo, passatemelo...
Se ti danno un calcio bello forte sulle palle tu uomo vedi i sorci verdi. Io donna non potro mai capire e dopo un po di lamentele potrei anche dirti: e falla finita tutte ste storie per un calcio alle palle....
Potrai spiegarmelo quanto vuoi ma io non potensolo prpvare non potro mai capirti...
Allo stesso modo come si fa a spiegare ad un uomo l aborto?
Cmq apprezzo quello che hai scritto e come dice minerva ti fa onore. Ma per quel poco che ti ho letto sei un utente modello..per cui scusami anche tu se l altra volte ho alzato un po i toni :)
 

Nobody

Utente di lunga data
Io mi so o sentita toccata ma non devi dispiacerti, parlo per me.
L aborto o meglio l interruzione volontaria di gravidanza è una cosa. ....dio solo lo sa....
Te la porti avanti tutta la vita qualsiasi sia la motivazione per cui viene fatta e va a prescindere da chi la fa.
Stento a credere che ci siano donne che lo fanno con leggerezza perche non è una passeggiata...esisteranno, lo so. Esistono tante cose brutte...
È difficile da speigare....e' soprattutto difficile spiegarlo ad un uomo. ..
Faccio un paragone stupidissimo, passatemelo...
Se ti danno un calcio bello forte sulle palle tu uomo vedi i sorci verdi. Io donna non potro mai capire e dopo un po di lamentele potrei anche dirti: e falla finita tutte ste storie per un calcio alle palle....
Potrai spiegarmelo quanto vuoi ma io non potensolo prpvare non potro mai capirti...
Allo stesso modo come si fa a spiegare ad un uomo l aborto?
Cmq apprezzo quello che hai scritto e come dice minerva ti fa onore. Ma per quel poco che ti ho letto sei un utente modello..per cui scusami anche tu se l altra volte ho alzato un po i toni :)
:)
 

AnnaBlume

capziosina random
potevi evitare l'ulteriore replica, ma ti lascio l'ultima parola.
ma no, dai: ho risposto prima di leggere il tuo messaggio a me. Non lo avrei fatto, altrimenti :) Mi si scusi
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
http://centrostudi.gruppoabele.org/?q=node/1890

La figura del clienteMorniroli, L. Oliviero, I clienti del sesso. I maschi e la prostituzione, Intra Moenia, 2013Questa pubblicazione prova a raccontare chi sono i tanti maschi che ogni sera girano per le strade e le piazze della città di Napoli in cerca di persone da cui comprare sesso, ascolto, relazioni. Indagine non facile perché quando si parla di prostituzione difficilmente si affronta il tema dei "clienti", cioè delle migliaia di uomini che alimentano con le loro molteplici richieste questo tipo di mercato. Sono appunto i maschi ad apparire ancora incapaci di svelarsi, di fare i conti con nodi scomodi inerenti a temi come la sessualità, gli affetti, le relazioni intime. Attraverso le testimonianze raccolte in questo libro, pur nelle differenti opinioni, emerge con chiarezza che l'essere "clienti" non è cosa che riguarda solo chi ne è direttamente coinvolto, ma l'insieme della nostra società ancora incapace di gestire in modo laico le relazioni tra generi.Collocazione Biblioteca: non ancora assegnata, libro in arrivo
Giorgia Serughetti, Uomini che pagano le donne. Dalla strada al web, i clienti nel mercato del sesso contemporaneo, Ediesse, 2013 La ricerca qui presentata ricostruisce e analizza lo spostamento di attenzione in atto nel discorso pubblico: dal focus sulla prostituta al focus sul cliente. Attraverso l’analisi operata dalla politica, dalle scienze, dai movimenti sociali, dai media, l’autrice si interroga su aspetti quali: i modelli di mascolinità, nuovi e tradizionali, le forme di desiderio, le nuove configurazioni della sessualità e del mercato. L’approccio interdisciplinare ha portato a impiegare sia testi culturali (cinematografici, letterari, pubblicitari), sia dati empirici raccolti con interviste semi-strutturate a testimoni qualificati (clienti, animatori dei gruppi maschili che promuovono la trasformazione dei modelli di mascolinità, operatori nei servizi per prostitute e clienti, esperti del tema). Sono stati inoltre consultati forum e siti web utilizzati da clienti del sesso a pagamento. Nei primi capitoli il percorso porta quindi dalle conoscenze esistenti sui clienti, sui loro comportamenti e atteggiamenti, alle diverse interpretazioni e proposte. Nella seconda parte ci si addentra nella dimensione spaziale in cui si svolge la relazione di prostituzione: la città, con le sue superfici visibili e i suoi interni invisibili.Collocazione Biblioteca 16221
Romana Vigliani, La questione prostituzionale. Smettiamo di chiamarlo cliente, Seneca, 2011
L'autrice, avvocato penalista, affronta il discorso prostituzione dando meno spazio alla persona raffigurata di solito come protagonista dell'atto in sè, la prostituta, per concentrare l'attenzione sull'altro attore, il cliente, di solito lasciato in secondo piano. Nei sei capitoli che compongono il libro l'autrice analizza la questione della prostituzione da varie prospettive, innanzi tutto quella storica e a seguire quelle socioculturali, economiche, politiche e linguistiche. L'intento dell'autrice è dichiaratamente provocatorio. L'Appendice riporta infine il contenuto di alcuni interventi del Convegno svoltosi presso il Palazzo di Giustizia di Torino il 22 giugno 2001, dal titolo: "La prostituzione: allarmi costituzionali, giuridici e sociali".
Collocazione Biblioteca 15284Mirta Da Pra Pocchiesa, Il cliente di chi si prostituisce, in Educazione interculturale, n. 3, 2010
La monografia di questo numero intende diffondere la conoscenza di un fenomeno, la tratta, di proporzioni e caratteristiche impressionanti. I dati presentati nei diversi contributi proposti da esperti impegnati nello studio, nella ricerca e nell'intervento in questa durissima e controversa realtà costituiscono informazioni importanti e pungoli alla riflessione. I dati quantitativi presentati a volte risultano diversi: questo dipende dalle fonti a cui si è fatto ricorso e dagli strumenti impiegati per le rilevazioni, ma soprattutto dalla difficoltà di definizione e censimento di un fenomeno che per sua stessa natura è sommerso, oltre che polimorfo. Segnaliamo, nella sezione Approfondimenti, l'articolo di Mirta Da Pra (Gruppo Abele): "Il cliente di chi si prostituisce".

A cura di Aida Moro e Carlo Berardo, Clienti, prostitute, comunità: vissuti, testimonianze e buone prassi. Analisi delle esperienze di tre Diocesi, Caritas Diocesana, 2010
Il presente lavoro, iniziato nei primi mesi del 2006, intende portare all'attenzione il fenomeno della tratta a fini sessuali, focalizzando l'approfondimento su due particolari attori che con ruoli ben diversi hanno a che fare con il fenomeno citato: il cliente e le religiose che gestiscono delle comunità di accoglienza (una per ciascuna delle Diocesi coinvolte dal progetto) le quali, intervistate, hanno raccontato gli aspetti salienti della loro attività riguardanti sia le donne vittime di tratta, sia la rete laica e cattolica all'interno della quale si sviluppa il progetto di vita delle donne. Il volume è articolato in due parti: 1) Il cliente: contributo all'analisi dell'altra faccia del fenomeno della prostituzione; 2) Le comunità di accoglienza: contributo ad una lettura sulle buone prassi nelle comunità di accoglienza per le vittime di tratta.
Collocazione Biblioteca 16606

Pierpaolo Romani
Lui chi è? Uno studio europeo sul ruolo del cliente
In Narcomafie : legalità - diritti – cittadinanza, n. 1 (gen. 2008), pp. 50-53Una ricerca comparata tra Italia, Olanda, Svezia e Romania, condotta da Fondazione Ismu e Transcrime, analizza caratteristiche e comportamenti degli uomini che richiedono prestazioni sessuali a pagamento, evidenziando elementi comuni, stereotipi e aspetti del tutto inediti.Claudine Legardinier, Prostitueurs: état des lieux. Une synthèse des études sur les "clients" des personnes prostituèes
in Prostitution et Société, n. 163 (2008), pp. 20-31
Considerato nei secoli "senza volto e senza nome", il cliente delle prostitute é oggi considerato un attore chiave del sistema della prostituzione, senza il quale la prostituzione stessa non esisterebbe. L'analisi delle pratiche, dei comportamenti e delle motivazioni dei clienti accompagna i cambiamenti legislativi che in alcuni paesi hanno portato a sanzioni penali per queste persone. Il dossier sintetizza i dati essenziali di alcune inchieste condotte negli ultimi vent'anni sul sistema della prostituzione le cui conclusioni, generalmente concordi, possono rivelarsi utili per definire una politica di prevenzione della prostituzione.
 

Brunetta

Utente di lunga data

sienne

lucida-confusa
Ciao Bruni,

qui, un articolo con citazioni di da Pra, del Gruppo Abele ...

Chi sono gli italiani che vanno a prostitute ...


Sono uomini di ogni ceto, provenienza geografica e fascia d’età. Spesso sono istruiti, tanto che al crescere del grado d’istruzione aumenta anche la domanda. Molti di loro continuano a cercare rapporti in strada, mentre una parte altrettanto consistente ormai lo fa nell’anonimato offerto dal web. Fino a qualche anno fa erano stimati in 9 milioni di individui, quasi un sesto della popolazione nazionale. “Ma è di certo più verosimile la stima dell’Università di Bologna, che ha ridimensionato la cifra a due milioni e mezzo”, spiega Mirta Da Pra, responsabile del progettoVittime del Gruppo Abele.
Quello dei clienti della prostituzione ad oggi resta un mondo dai contorni vaghi, indefiniti. A cercare di scandagliarlo è proprio il Gruppo Abele, in un convegno che andrà avanti fino a domani, nella sede torinese dell’associazione. Tra i relatori, giornalisti, operatori sociali e di strada, esponenti di associazioni e delle forze dell’ordine. Che cercheranno di restituire un volto, o meglio una serie di volti, ai clienti della prostituzione, dal momento che, a livello quantitativo, non esiste una cifra universalmente accettata che ne indichi la diffusione sul suolo nazionale.
“I dati raccolti finora – continua Da Pra, prima relatrice della giornata – sono frammentari, basati su stime più che su rilevazioni oggettive. Quel che è certo, è che portare la cifra a nove milioni equivale a stabilire una pericolosa corrispondenza tra ‘maschio’ e ‘cliente’. Il che non è assolutamente realistico, dato che non tutti gli uomini frequentano o hanno frequentato prostitute. A livello quantitativo, secondo molti ricercatori, la stima più attendibile si ottiene moltiplicando per dieci prestazioni giornaliere il numero delle persone che si prostituiscono; moltiplicandolo poi di nuovo per il numero delle giornate di lavoro annuali“.
Qualcosa di più emerge sul piano qualitativo, anche se la situazione non è molto più definita. “Dal momento che i clienti tendono a non uscire allo scoperto – prosegue Da Pra – ciò che sappiamo arriva, oltre che dalle interviste con questi ultimi, anche da quelle con le prostitute stesse e con gli operatori sociali; o da registrazioni effettuate a insaputa del cliente, come fatto per il libro-inchiesta ‘Quanto vuoi’”
Quel che è certo, secondo la Da Pra, è che “non esiste un ‘cliente-tipo’. Le tipologie “sono varie quanto lo è l’intero universo mondo maschile” continua. “Tra i clienti delle prostitute troviamo italiani come migranti, operai come forze dell’ordine e sacerdoti. A livello anagrafico, la fetta più consistente riguarda gli adulti, la metà dei quali sarebbe composta da uomini sposati. Subito dopo vengono i giovani, mentre l’arrivo di farmaci come il Viagra, ha fatto lievitare anche la domanda da parte degli anziani“.
E al mutare degli identikit, cambiano anche motivazioni e modalità di approccio. Ci sono uomini che prediligono le italiane, che spesso sono meno soggette ai meccanismi della tratta. Secondo Da Pra, però, la maggior parte dei clienti preferisce consapevolmente rapportarsi alle straniere o alle vittime di tratta, le quali hanno “un potere contrattuale molto minore, e sono più vulnerabili rispetto a determinate richieste, come il sesso non protetto”. Di fatto, “il vero boom della prostituzione di strada coincide con l’emergere della tratta e l’arrivo in massa delle straniere”,
Ed è interessante, poi, come molti di questi uomini elaborino le più varie autogiustificazioni per porre simili rapporti in una luce positiva: “Alcuni - precisa Da Pra- si giustificano dicendosi che queste donne ‘guadagnano molto’ e che comunque ‘sapevano cosa sarebbero venute a fare in Italia’. C’è poi chi, addirittura, è convinto di aiutarle, dicendosi che ‘se non portassero soldi verrebbero picchiate dai protettori’”.
Ci sono poi i clienti particolari: masochisti, sadici, feticisti, così come quelli che preferiscono espressamente le transgender, paradossalmente considerate “più femminili, e in grado di offrire un’accoglienza e una comprensione molto maggiori rispetto a una donna. Un certo numero di clienti, in effetti, alle prostitute chiede semplicemente d’essere ascoltato: non è poi così raro che un uomo paghi solo per parlare.” Ma ci sono, purtroppo, anche clienti che vanno a ‘caccia’ di minori; che rappresentano comunque una fetta marginale della domanda complessiva.
Per quanto varie possano essere le motivazioni, però, i clienti continuano a dividersi in due grandi sottotipi. “Per alcuni - continua Da Pra - il rapporto con una prostituta è complementare a una relazione stabile. Mentre esiste poi un altra tipologia di uomini, che nei rapporti mercenari vede l’unica opportunità di relazione sul piano affettivo e sessuale. Sappiamo, molto spesso dal confronto con le prostitute stesse, che giovani e anziani vogliono essere rassicurati riguardo alla loro virilità: oggi i ragazzi che vanno con una prostituta, lo fanno perché hanno paura di non sentirsi all’altezza in un rapporto con la loro fidanzata. E chiedono conferme sulle dimensioni, sulla durata e sulla qualità del rapporto. Per molti uomini, il rapporto con una prostituta nasce da una sorta di scissione interna; che da una parte tende a mettere la donna, intesa come moglie e madre e quasi desessualizzata; mentre dall’altra pone la donna intesa come oggetto sessuale”.
Una sorta di schizofrenia affettiva, dunque, che rende difficile accettare che ogni donna, moglie o madre che sia, è anche un essere fatto di carne e desiderio. Il che, secondo Da Pra, è comprensibile “se si pensa che, nella cultura italiana, il sesso non è mai stato pienamente metabolizzato: da una parte continua a rappresentare un tabù, ma al tempo stesso, negli ultimi anni, è stato sovraesposto e identificato con una serie di stereotipi di potere, successo e consumo”.
Una schizofrenia che, in qualche modo, si è però cristallizzata nella coscienza degli italiani; e viene dunque spontaneo chiedersi se esista una via d’uscita. “Di certo – conclude – bisognerebbe cominciare a discutere laddove non si è mai intervenuti, soprattutto nelle scuole. Noi diciamo sempre che, più che di tratta, è necessario parlare di educazione ai rapporti. E bisogna farlo anche superando le resistenze degli stessi genitori. Se poi parliamo di prostituzione, allora intervengono altri temi, come ad esempio i rapporti tra nord e sud del mondo. Bisogna però comprendere che è arrivato il momento di intervenire, smettendola di flagellarsi per non averlo fatto in precedenza. Perché la cosa più importante è agire sui modelli; ed è sui giovani che bisogna lavorare in questo senso” (fonte: Redattore Sociale).



sienne
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Interessante il contributo ma da una parte è molto inchiesta sociologica (semplificata. come è naturale dovendo sintetizzare molto lavoro in poche righe) "esistono molte tipologie"; dall'altra arriva a una conclusione interessante "Per molti uomini, il rapporto con una prostituta nasce da una sorta di scissione interna; che da una parte tende a mettere la donna, intesa come moglie e madre e quasi desessualizzata; mentre dall’altra pone la donna intesa come oggetto sessuale”.

Io trovo interessante l'aspetto della scissione interna che a me fa sorgere domande non sull'idea che l'uomo ha della donna ma sull'idea che l'uomo vuole avere di sé nel rapporto sessuale e con la donna.
Ho letto, anche qui, e sentito molte volte un desiderio di semplificazione dei significati della sessualità quasi che fosse una funzione fisiologica senza implicazioni psicologiche, emotive e identitarie (magari accompagnandole con altre affermazioni contraddittorie "siamo fatti così noi uomini" o "siamo animali") accompagnate nello stesso discorso o in altri, della stessa persona, con riferimenti storici "la prostituzione c'è sempre stata", "ci sono infiniti esempi di simbologia fallica in tutte le società" cose in contraddizione perché se fosse solo funzione fisiologica non le sarebbe stato attribuito un valore simbolico. Non ci sono statue dedicate alla pisciata o al catarro se non alla pisciata maschile (nelle fontane) ma è talmente ovvio il significato simbolico di potenza sessuale che non è neanche da spiegare.
Certamente la prostituzione c'è sempre stata e questo è accaduto perché l'uomo ha sempre sentito un bisogno di esprimere se stesso in quel modo.
E' questo che è, oggi, difficile da capire per la disponibilità di sesso evidente.
La disponibilità di sesso gratuito è enorme e chiunque bello o brutto ne può trovare e se è comprensibile (insomma) che chi non possiede sufficiente appeal per averne da donne belle potrebbe averne desiderio, se così fosse però dovrebbero avere "mercato" solo escort bellissime, invece vengono ricercate "vittime di tratta" non belle e trans impressionanti (abbiamo visto tutti chi erano quelle che sono entrate in fatti di cronaca).

Io ipotizzo che la scissione consista, in chi ricorre alla prostituzione, in un desiderio che si scatena in relazione al senso di potere e a fantasie di dominazione e umiliazione. Cioè l'idea stessa di pagare è eccitante perché lo è ridurre un'altra persona a merce con la quale contrattare e stabilire obbligazioni chiare e non altro.

Invece la parte successiva che cerca una spiegazione "storica" la trovo del tutto arbitraria "Una sorta di schizofrenia affettiva, dunque, che rende difficile accettare che ogni donna, moglie o madre che sia, è anche un essere fatto di carne e desiderio. Il che, secondo Da Pra, è comprensibile “se si pensa che, nella cultura italiana, il sesso non è mai stato pienamente metabolizzata".
Perché se così fosse la prostituzione esisterebbe solo da noi.
 

MK

Utente di lunga data
più che di tratta, è necessario parlare di educazione ai rapporti. E bisogna farlo anche superando le resistenze degli stessi genitori.
sienne
E' quello che continuo e continuerò a ripetere fino alla sfinimento. E credo sia molto importante la discussione sulla 'schizofrenia' soprattutto da parte degli uomini.
 

Brunetta

Utente di lunga data

sienne

lucida-confusa
...
Io ipotizzo che la scissione consista, in chi ricorre alla prostituzione, in un desiderio che si scatena in relazione al senso di potere e a fantasie di dominazione e umiliazione. Cioè l'idea stessa di pagare è eccitante perché lo è ridurre un'altra persona a merce con la quale contrattare e stabilire obbligazioni chiare e non altro.

Invece la parte successiva che cerca una spiegazione "storica" la trovo del tutto arbitraria "Una sorta di schizofrenia affettiva, dunque, che rende difficile accettare che ogni donna, moglie o madre che sia, è anche un essere fatto di carne e desiderio. Il che, secondo Da Pra, è comprensibile “se si pensa che, nella cultura italiana, il sesso non è mai stato pienamente metabolizzata".
Perché se così fosse la prostituzione esisterebbe solo da noi.

Ciao

certo, possiamo solo ipotizzare.
Personalmente credo, che sia solo una piccola parte.
E visto che uomini con istruzione sono una bella fetta, credo invece che sia proprio il contrario. Mi spiego.
Stanchi di dover essere perfetti, dare il meglio, di essere mariti premurosi ecc. cercano nella donna di
strada, come il lato fallibile, la semplicità ... come per dire, a me andrebbe bene anche questo.
Una cosa che ho notato a volte nelle cene, serate ecc. ... in disparte alcuni lo dicevano con affanno.
L'aspetto del denaro, non lo vedo così prorompente. Perché oggi compri tutto ... anche il riposo.
Tutto è commercializzato. Anche l'anima, per dire. Poi, segue anche nell'articolo, che sempre più
giovani ricercano delle conferme. Questo è da prendere molto seriamente in considerazione,
proprio sull'aspetto dei rapporti, generi e modelli ... la donna ha il suo ruolo in tutto ciò.


sienne
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ciao

certo, possiamo solo ipotizzare.
Personalmente credo, che sia solo una piccola parte.
E visto che uomini con istruzione sono una bella fetta, credo invece che sia proprio il contrario. Mi spiego.
Stanchi di dover essere perfetti, dare il meglio, di essere mariti premurosi ecc. cercano nella donna di
strada, come il lato fallibile, la semplicità ... come per dire, a me andrebbe bene anche questo.
Una cosa che ho notato a volte nelle cene, serate ecc. ... in disparte alcuni lo dicevano con affanno.
L'aspetto del denaro, non lo vedo così prorompente. Perché oggi compri tutto ... anche il riposo.
Tutto è commercializzato. Anche l'anima, per dire. Poi, segue anche nell'articolo, che sempre più
giovani ricercano delle conferme. Questo è da prendere molto seriamente in considerazione,
proprio sull'aspetto dei rapporti, generi e modelli ... la donna ha il suo ruolo in tutto ciò.


sienne
Anni fa si prevedeva che, con la rivoluzione sessuale, e la disponibilità delle donne la prostituzione sarebbe scomparsa.
Se questo non è avvenuto significa che non si tratta di un problema contingente legato allo stress lavorativo ecc ma di qualcosa connaturato alla sessualità maschile.
Come ogni aspetto umano anche questo è culturale e dipendente dal contesto sociale e storico nelle sue motivazioni esplicite e nelle modalità di attuazione ma se ci si ferma alle modalità storiche non se ne esce e soprattutto, per me, si elude il problema.
Certamente è culturalmente modificabile. Se, come dice H7, pochi ammettono di averne usufruito è perché i più se ne vergognano socialmente, si potrebbe arrivare a vergognarsene per sé.
 

Nobody

Utente di lunga data
Anni fa si prevedeva che, con la rivoluzione sessuale, e la disponibilità delle donne la prostituzione sarebbe scomparsa.
Se questo non è avvenuto significa che non si tratta di un problema contingente legato allo stress lavorativo ecc ma di qualcosa connaturato alla sessualità maschile.
Come ogni aspetto umano anche questo è culturale e dipendente dal contesto sociale e storico nelle sue motivazioni esplicite e nelle modalità di attuazione ma se ci si ferma alle modalità storiche non se ne esce e soprattutto, per me, si elude il problema.
Certamente è culturalmente modificabile. Se, come dice H7, pochi ammettono di averne usufruito è perché i più se ne vergognano socialmente, si potrebbe arrivare a vergognarsene per sé.
interessante... probabilmente ci si arriverà, e diventerà un tabù come tante altre cose socialmente accettabili del passato.
 
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