Ma è appunto questo il problema: vivere "rassicurati" da qualcosa che è frutto unicamente di fantasia e della volontà di considerarla vera!
In un altro 3d si parla dello strapotere delle case farmaceutiche: è la stessa identica storia. Si crea una paura, si propone una presunta difesa, si domina così l'inerme. Storia di secoli. Millenni.
Tutto ciò è basato sulla grande, a volte insostenibile difficoltà di vivere la propria responsabilità, le proprie scelte, le proprie debolezze. Meglio, sempre, demandare ad altri.
Ma chi ha in sè il tarlo del dubbio, solo lui, con i suoi tormenti, con il suo desiderio di vedere "oltre" può offrire a sè ed a chi gli sta accanto la speranza di un passo avanti, seppur piccolo, spesso infinitesimo. Il resto, la fede, le paure, la sottomissione, la cecità intellettuale, sono solo stagnazione.
La "vita tranquilla" è un mito animale, non umano.
Riguardo la morte, tappa irrinunciabile, la vedo come un punto di domanda, e col carattere che mi ritrovo, come qualcosa che mi infonde tutto, soprattutto curiosità, meno che paura. L'unica paura è quella di arrivarci prima di avere maturato in me la sensazione di aver dato un mio contributo piccolo o grande al presente, o di arrivarci con un fardello fisico (sofferenza) che annulli la serenità che si augura a tutti per compiere il passo.
Il mito della morte è stato costruito nei secoli proprio su una sua presunta "fisicità", su un "dopo" troppo simile al presente, troppo legato all'idea degli stessi piaceri e delle stesse sofferenze. La morte, però, esattamente come l'idea di un antico creatore o di un futuro giudice, è qualcosa che va al di là della fisicità, tanto che è proprio di essa che in primo luogo ci libera, quindi non ci è dato conoscerla se non quando ne saremo partecipi in prima persona. Che ci resta quindi? Il tragitto, quel sentiero di cui riceviamo traccia alla nostra nascita e che in vita possiamo unicamente decidere se seguire, ignorare, o percorrere in senso inverso. Scelte che saranno la moneta con la quale noi stessi ci pagheremo il pedaggio per il "dopo".