Parlo e vaneggio sulla base di 6-7 bicchieri pieni fino all'orlo di spumante.
Da quando ero piccolo ho vissuto in una società ipocrita fino allo schifo.
Una volta, alle scuole medie, non ricordo cosa successe ma eravamo tutti in subbuglio e contenti. Io corsi verso il mio banchetto, e all'apice della felicità feci il gesto del masturbamento.
La maestra si incazzò. E mi fece una ramanzina. Su cosa stessi imparando io nella mia vita. Su quanto poteva valere uno come me.
E sono cresciuto in mezzo alla cacca delle persone. In mezzo a gente mi filosofeggiava.
All'università ricordo di avere avuto un professore tacciuto per grandissimo. Che ci faceva qualche corso sulla sicurezza.
Che devi pure stare attento a quando scorreggi, altrimenti la fiamma scoppia.
Lo volevo vedere sul campo, quando qualcuno di potere gli metteva la scopa su per il culo.
Ma come si dice: chi sa lavora, chi non sa insegna...
E cresci con le paure, con le colpe, con il pensiero che se fai tu l'errore è il male.
Eppure la merda è fuori di te. Lì davanti il naso.
E nbon la capisci, non puoi capirla, perchè tu sei una merda e non capisci un cazzo. La storia insegna che le merde muoiono.
In realtà insegna a come mettere la cacca sotto le coperte. A come imparare l'arte del furto, dell'assassionio, senza farti scoprire.
E ho capito tanto.
Il mio professore di riferimento. L'ho conosciuto pensando chissà a quali ideali.
Orsù, che uomo, che principi. E gli studenti che lo idolatravano. Addirittura in pena per lui, solo ,senza una compagna di vita.
Poverino, come soffre.
Ma io ho visto, vedeno, sapevo: l'ho sistematoi io a lui...
Non ci credevo, vado a vedere il suo concorso da ricercatore: 1 posto disponibile, 1 candidato, 1 vincitore lui.
E lo sentivi parlare, in aula, davanti gli studenti: io ho lottato, quello che ho l'ho subito con il sangue.
Sono figlio di nessuno e sono arrivato grazie a me. Merde di uomini.
Sono ubriaco
