Sono nebbia...

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Di solito ci si gira certo anche se quella volta ho dovuto affiancarla, evidentemente in mezzo ad altra gente non se n'era accorta.
Diciamo che se ti parte il cazzotto se uno ti salta addosso alla spalle è comprensibile, se era questo volevi intendere.
Ottimo. (il grassetto).

Non ti avvicinare mai da dietro senza avvisare preventivamente, neanche per scherzo, potresti incontrare qualcuno anche peggio di me che non avverte neppure del rischio 😇
 

bull63

Utente di lunga data
Ritengo che il sospetto sia ben diverso dalla realtà. Quando hai dei sospetti, puoi immaginare le cose ma lo fai in modo come dire superficiale. Quando invece ti scontri con la realtà, quelle immagini spesso sfuocate diventano improvvisamente nitide. Quando sospetti, i pensieri vagano dal si è fatto un'amante oppure esagero io?. Il dubbio oscilla ma senza certezza non si riesce ad inquadrare realmente la situazione. Quando invece ti scontri con la realtà, passata la rabbia sai cosa resta? In cosa ho sbagliato? E poco importa pensare che magari è soltanto colpa sua, questo non serve a farci sentire meglio. Io sento, a prescindere da tutto, di aver fallito come uomo, di non essere stato in grado di soddisfare le sue esigenze, emotive e fisiche. E ripeto, il fatto che potrebbe essere soltanto colpa sua non mi fa sentire meglio.
Perchè pensi di aver sbagliato? La monogomia è per pochissime persone, la stragrande maggioranza vorrebbe godere delle gioie del sesso con partner diversi. Alcuni resistono alla tentazione per paura, altri no. Non fartene una colpa. Hai due alternative, accetti la tua compagna con le sue voglie o la lasci. Una cosa è certa lascia la nebbia, le ansie, le paure, il dolore. Vivi la tua vita, è sempre troppo breve per sprecarla .
 

poppy

Miele e formaggio
Ti che faresti se capitasse a tuo figlio.
Apprezzo che tu l’abbia perdonata, ma non puoi aver dimenticato. Ti giuro, non ti sto criticando.
Non si puoʻ perdonare una madre cosi.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Resta che magari un tempo era più difficile e che l’utente pare aver perdonato sua madre.
Non odia le donne e si sospetta da loro ciò che ogni uomo in una relazione in genere si aspetta.
prima della riforma del 1996 la violenza sessuale non era reato contro la persona. e la percezione sociale dello stupro al tempo della pubblicazione del codice era molto ma molto diversa, tanto che si parlava pure di differenza tra violenza ad una vergine rispetto ad una non vergine.

della madre del nostro nuovo amico pare di capire che il tentativo di difendere il figlio comportasse solo una scarica di botte ed il trovarsi anche lei vittima dell'omertà dell'ambiente attorno.

la definizione della sua resèonsabilità penale avrebbe senso solo se Nebbia avesse detto che la madre era rimasta impassibile di fronte a quanto accadeva.

@Essere Nebbia ma solo per curiosità mia, tuo padre è vivo o morto?
 

Etta

Utente di lunga data
Perchè pensi di aver sbagliato? La monogomia è per pochissime persone, la stragrande maggioranza vorrebbe godere delle gioie del sesso con partner diversi. Alcuni resistono alla tentazione per paura, altri no. Non fartene una colpa. Hai due alternative, accetti la tua compagna con le sue voglie o la lasci. Una cosa è certa lascia la nebbia, le ansie, le paure, il dolore. Vivi la tua vita, è sempre troppo breve per sprecarla .
Ma perché devi indurlo al tradimento?
 

Gaia

Utente di lunga data
Il problema di quando si scrive è questo...quello che scrivi è scritto in virtù del tuo modo di vedere le cose, chi legge, le legge secondo la sua abitudine a vedere le cose. In realtà non ho mai detto che è diventato irrilevante, anzi ho scritto esattamente il contrario...ho sviluppato una sottomissione, definita cosi perchè non so come definirla altrimenti. Il resto è diventato la mia normalità non irrilevanza. Non penso al perchè mi piace una certa cosa, lo faccio perchè ho piacere a farla. Mio fratello vittima? Lui non veniva violentato....
Costringerlo a violentarti era essa stessa una violenza.
 

Gaia

Utente di lunga data
Sono perfettamente d'accordo, non si tratta del semplice tradimento fisico, ma il comportamento, come hai detto tu crudele, ovvero quello di colpevolizzare la vittima facendola sentire sbaglia. Totale assenza di empatia. Una persona "normale" avrebbe compreso il dolore del tradito e quanto meno avrebbe meditato sulla vicenda, quando invece si verificano queste cose è chiaro che non c'è spazio per nessun pensiero... mollare e basta"


Non siamo noi che ci siamo focalizzati sul tuo passato, è lei che lo ha fatto. Noi stiamo semplicemente rimarcando il fatto di come lei ci abbia marciato su sta cosa, facendoti sentire male (almeno a quanto dici)


Se ogni volta che stai male inizi a focalizzarti su chi è la causa del tuo male, tra un pò inizierai a pensarla diversamente.
Hai mai pensato che scegli donne crudeli perché riconosci in loro una certa comfort zone?
Le tue due donne che donne sono state? Almeno fin quando non vi è stata rottura.
Inizio a pensare che tu instauri una sorta di dipendenza con soggetti di un certo tipo.
Se vuoi raccontaci.
 

Essere Nebbia

Utente di lunga data
prima della riforma del 1996 la violenza sessuale non era reato contro la persona. e la percezione sociale dello stupro al tempo della pubblicazione del codice era molto ma molto diversa, tanto che si parlava pure di differenza tra violenza ad una vergine rispetto ad una non vergine.

della madre del nostro nuovo amico pare di capire che il tentativo di difendere il figlio comportasse solo una scarica di botte ed il trovarsi anche lei vittima dell'omertà dell'ambiente attorno.

la definizione della sua resèonsabilità penale avrebbe senso solo se Nebbia avesse detto che la madre era rimasta impassibile di fronte a quanto accadeva.

@Essere Nebbia ma solo per curiosità mia, tuo padre è vivo o morto?
Mio padre è morto 3 anni fa.
 

danny

Utente di lunga data
Il trauma da tradimento lo hai descritto bene. Non lo correlerei però col tuo passato, se non per il fatto che quanto ti è accaduto ti ha reso più fragile e allo stesso tempo bisognoso.
La correlazione non fa altro che accrescere questo stato di bisogno e farti ulteriormente stare male.
Il tradimento di tua moglie è totalmente indipendente da quanto avvenuto nella tua infanzia.
Ha le ragioni specifiche che ogni tradimento ha e che sono totalmente individuali, mai legate a chi si tradisce.
Concentrati SOLO sul tradimento.
 
Ultima modifica:

Essere Nebbia

Utente di lunga data
Ho letto i discorsi su mia madre, sono tutti giusti e tutti sbagliati. Perchè se vivessimo in mondo perfetto allora tutto sarebbe ok, gli orchi in carcere, famiglie felici e via dicendo. Però il mondo non è perfetto, e ogni sfumatura, porta ad altre sfumature e poi ad altre ancora. Ragionando a freddo mia madre avrebbe avuto la possibilità di salvarmi, avrebbe potuto fare molte cose. Quando affronto le questioni cerco di ragionare come un diagramma...sopra il problema e sotto via via le strade. Del trauma presente sono all'inizio del diagramma, ma per quello di mia madre invece è bello che chiaro. Perchè non mi sento di incolpare mia madre? Perchè ogni strada intrapresa avrebbe portato a soluzioni diverse. Il punto che non saprò mai se è stato meglio tacere e far passare la tempesta oppure era meglio agire. E se avesse agito cosa mi sarebbe successo? Come sarebbe stata la mia vita? Sarebbe cambiata? In meglio? in peggio? E poi bisogna tener conto di una cosa...in una fase di agitazione, che dipende molto da come siamo abituati a trattare il dolore, chi può affermare di rimanere lucido al 100%? Cercare di dare una spiegazione al perchè mia madre abbia o non abbia agito non ha molto senso. Semplicemente non ha senso perchè ci sono mille variabili da tenere in considerazione, emozioni, angoscia, paura, TERRORE. Il terrore, a differenza della paura è qualcosa che ti immobilizza, che ti sconvolge, ti fà perdere completamente il controllo della tua mente. E ritengo che lei abbia agito cosi perchè, terrificata, in quel frangente, ha pensato che fosse il male minore. Forse aveva paura che facendo qualcosa le cose sarebbero potute peggiorare. Non è da giustificare non è da condannare...qualcuno mi ha chiesto come ritenessi mia madre in questa situazione, come detto anche lei è stata una vittima, con modalità diverse certe, con contorni diversi, ma pur sempre una vittima.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho letto i discorsi su mia madre, sono tutti giusti e tutti sbagliati. Perchè se vivessimo in mondo perfetto allora tutto sarebbe ok, gli orchi in carcere, famiglie felici e via dicendo. Però il mondo non è perfetto, e ogni sfumatura, porta ad altre sfumature e poi ad altre ancora. Ragionando a freddo mia madre avrebbe avuto la possibilità di salvarmi, avrebbe potuto fare molte cose. Quando affronto le questioni cerco di ragionare come un diagramma...sopra il problema e sotto via via le strade. Del trauma presente sono all'inizio del diagramma, ma per quello di mia madre invece è bello che chiaro. Perchè non mi sento di incolpare mia madre? Perchè ogni strada intrapresa avrebbe portato a soluzioni diverse. Il punto che non saprò mai se è stato meglio tacere e far passare la tempesta oppure era meglio agire. E se avesse agito cosa mi sarebbe successo? Come sarebbe stata la mia vita? Sarebbe cambiata? In meglio? in peggio? E poi bisogna tener conto di una cosa...in una fase di agitazione, che dipende molto da come siamo abituati a trattare il dolore, chi può affermare di rimanere lucido al 100%? Cercare di dare una spiegazione al perchè mia madre abbia o non abbia agito non ha molto senso. Semplicemente non ha senso perchè ci sono mille variabili da tenere in considerazione, emozioni, angoscia, paura, TERRORE. Il terrore, a differenza della paura è qualcosa che ti immobilizza, che ti sconvolge, ti fà perdere completamente il controllo della tua mente. E ritengo che lei abbia agito cosi perchè, terrificata, in quel frangente, ha pensato che fosse il male minore. Forse aveva paura che facendo qualcosa le cose sarebbero potute peggiorare. Non è da giustificare non è da condannare...qualcuno mi ha chiesto come ritenessi mia madre in questa situazione, come detto anche lei è stata una vittima, con modalità diverse certe, con contorni diversi, ma pur sempre una vittima.
Ma poi ne hai parlato con lei?
Quando?
Eri già fuori casa?
Hai potuto studiare, sembra.
Conoscevi la vicenda Menendez, che ho postato?
 

Essere Nebbia

Utente di lunga data
Il trauma da tradimento lo hai descritto bene. Non lo correlerei però col tuo passato, se non per il fatto che quanto ti è accaduto ti ha reso più fragile e allo stesso tempo bisognoso.
La correlazione non fa altro che accrescere questo stato di bisogno e farti ulteriormente stare male.
Il tradimento di tua moglie è totalmente indipendente da quanto avvenuto nella tua infanzia.
Ha le ragioni specifiche che ogni tradimento ha e che sono totalmente individuali, mai legate a chi si tradisce.
Il mio problema con il tradimento è una cosa che può succedere a chiunque, questo lo so. Come detto non sarei entrato qui solo per dire ehi mi hanno cornificato! Ho cercato di spiegare, e molti sono andati oltre la questione, che il problema attuale, quello mio ovviamente, risiede nella reazione avuta alla scoperta. Provo a fare un esempio...se sei abituato a fare attività fisica o mentale e poi dopo un pò ti rilassi perchè entri in una sorta di comfort zone, allora il tuo corpo o la mente, si adagiano e perdono di tonicità o di prontezza. I miei traumi passati erano la sorta di attività fisica e mentale che mi tenevano attivo. Quando sono entrato nella comfort zone(lei) allora mi sono come dire addormentato. In alcuni momenti mi dico che non dovrei fare altro che voltare pagina, ma allo stesso tempo continuo a sentire i pugni nello stomaco, la confusione, la devastazione che mi impediscono di trovare una via d'uscita. Dire che io stesso affermo di capire cosa fare non vuol dire che riesca a mettere in pratica ciò che dico. La difficoltà sta tutta qui.
 

danny

Utente di lunga data
Il mio problema con il tradimento è una cosa che può succedere a chiunque, questo lo so. Come detto non sarei entrato qui solo per dire ehi mi hanno cornificato! Ho cercato di spiegare, e molti sono andati oltre la questione, che il problema attuale, quello mio ovviamente, risiede nella reazione avuta alla scoperta. Provo a fare un esempio...se sei abituato a fare attività fisica o mentale e poi dopo un pò ti rilassi perchè entri in una sorta di comfort zone, allora il tuo corpo o la mente, si adagiano e perdono di tonicità o di prontezza. I miei traumi passati erano la sorta di attività fisica e mentale che mi tenevano attivo. Quando sono entrato nella comfort zone(lei) allora mi sono come dire addormentato. In alcuni momenti mi dico che non dovrei fare altro che voltare pagina, ma allo stesso tempo continuo a sentire i pugni nello stomaco, la confusione, la devastazione che mi impediscono di trovare una via d'uscita. Dire che io stesso affermo di capire cosa fare non vuol dire che riesca a mettere in pratica ciò che dico. La difficoltà sta tutta qui.
Certo, il matrimonio è anche questo, e ci mancherebbe.
Non è mica un crimine pensare che possa essere una confort zone, tutti noi abbiamo bisogno di stabilità, di poter contare su qualcuno, di un punto fermo affettivo importante.
Il problema è che questo probabilmente ci sarebbe ancora se tu non avessi scoperto il tradimento.
E' questo che ha portato a galla l'inganno, e di conseguenza ti ha destabilizzato.
E ti costringe a una reazione per la quale non sei né pronto né disponi di risorse sufficienti.
LA condizione attuale porta a galla tutto il passato, mai risolto, perché espone tutte le tue fragilità, ti rende nudo di fronte ad esse, disarmato.
Tua moglie era la risorsa per combattere ciò che dentro te era solo sopito, ora sei solo, o così ti senti, a combattere con i tuoi fantasmi del passato.

Tutto questo però accade dentro te, ed è dentro te che occorre trovare il modo per reagire e pian piano stare meno male.
CI vuole tempo e non solo: ci vuole un cambiamento.
 

Essere Nebbia

Utente di lunga data
Ma poi ne hai parlato con lei?
Quando?
Eri già fuori casa?
Hai potuto studiare, sembra.
Conoscevi la vicenda Menendez, che ho postato?
Decidendo di dare anche a mia madre il ruolo della vittima non è ho parlato con lei, perchè non avrebbe senso parlare di qualcosa che provoca solo dolore. Io potrei farlo perchè quel dolore l'ho somatizzato, invece non so per mia madre cosa vorrebbe dire ripercorrere quelle tappe. E' anziana e non voglio rovinargli la vecchiaia. Non conoscevo la vicenda Menendez, ma non ho trovato similitudini alla mia situazione se non nel padre " crudele pedofilo maniaco del controllo". Le differenze solo molte...intanto mia madre non è mai stata tossica o alcolizzata, nemmeno mentalmente instabile, e non ha mai incoraggiato mio padre a compiere certe azioni. Mentre per quanto riguarda mio fratello, lui non subiva le violenze perchè in pratica era il cocco di "papà ". Lui è cresciuto a sua immagine e somiglianza, con lo stesso atteggiamento.
 

danny

Utente di lunga data
Il cambiamento presuppone un punto d'arrivo e un percorso.
Nel punto d'arrivo ci sei tu, che stai bene, indipendentemente dagli altri.
Tu che vedi dal di fuori la tua famiglia, tua moglie, li percepisci come comprimari, non come protagonisti della tua vita.
La tua vita in cui sei l'unico a compiere scelte, favorevoli per te, in cui non hai la percezione che siano altri a farlo al tuo posto, a renderti vittima, ad ingannarti con la promessa di amore e attenzione, una promessa che si incastra col tuo naturale bisogno mai corrisposto.
Il percorso è difficile e faticoso, perché deve passare attraverso la definizione dei comportamenti altrui come tali, ovvero frutto di scelte indipendenti da te e legate a problemi o esigente che non ti appartengono.
TI dico che non è facile perché dovrà ribaltare tutta la tua visione della vita.
Il mio consiglio è di affidarti a uno psicoterapeuta che abbia una particolare predisposizione per la gestione dei traumi, ma prima ancora di rivolgerti a uno psichiatra che sappia consigliarti lo specialista migliore per te.
Io sono convinto che se ne possa uscire lavorando bene, ma anche che ci voglia tempo e volontà.

Qui se vuoi possiamo parlare del tradimento.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Decidendo di dare anche a mia madre il ruolo della vittima non è ho parlato con lei, perchè non avrebbe senso parlare di qualcosa che provoca solo dolore. Io potrei farlo perchè quel dolore l'ho somatizzato, invece non so per mia madre cosa vorrebbe dire ripercorrere quelle tappe. E' anziana e non voglio rovinargli la vecchiaia. Non conoscevo la vicenda Menendez, ma non ho trovato similitudini alla mia situazione se non nel padre " crudele pedofilo maniaco del controllo". Le differenze solo molte...intanto mia madre non è mai stata tossica o alcolizzata, nemmeno mentalmente instabile, e non ha mai incoraggiato mio padre a compiere certe azioni. Mentre per quanto riguarda mio fratello, lui non subiva le violenze perchè in pratica era il cocco di "papà ". Lui è cresciuto a sua immagine e somiglianza, con lo stesso atteggiamento.
Ripeto la mia esortazione a rivolgerti a una persona preparata.
Tu hai cristallizzato la tua vita, con le esperienze devastanti, assegnando a ogni persona un ruolo fisso e immutabile.
Lo fanno tanti.
Ma conservare l’idea che “la maestra ce l’aveva con me e mi ha chiesto apposta la cosa che non sapevo, per umiliarmi” è comune, ma meno grave.
 

Nonècomecredi

Utente di lunga data
Il mio problema con il tradimento è una cosa che può succedere a chiunque, questo lo so. Come detto non sarei entrato qui solo per dire ehi mi hanno cornificato! Ho cercato di spiegare, e molti sono andati oltre la questione, che il problema attuale, quello mio ovviamente, risiede nella reazione avuta alla scoperta. Provo a fare un esempio...se sei abituato a fare attività fisica o mentale e poi dopo un pò ti rilassi perchè entri in una sorta di comfort zone, allora il tuo corpo o la mente, si adagiano e perdono di tonicità o di prontezza. I miei traumi passati erano la sorta di attività fisica e mentale che mi tenevano attivo. Quando sono entrato nella comfort zone(lei) allora mi sono come dire addormentato. In alcuni momenti mi dico che non dovrei fare altro che voltare pagina, ma allo stesso tempo continuo a sentire i pugni nello stomaco, la confusione, la devastazione che mi impediscono di trovare una via d'uscita. Dire che io stesso affermo di capire cosa fare non vuol dire che riesca a mettere in pratica ciò che dico. La difficoltà sta tutta qui.
Il punto è che qui si fa una chiacchera e si danno opinioni, non pensare di trovare la soluzione ad un problema complesso su un forum. Penso che la scelta più giusta sia quella di rivolgersi ad un professionista e magari, anzi sicuramente, potrai fare progressi. Qui, come è ovvio che sia, troverai solo un posto per scambiare opinioni, del resto è un forum, magari può essere un punto di ascolto prima di rivolgersi ad un professionista.
 

poppy

Miele e formaggio
Ho letto i discorsi su mia madre, sono tutti giusti e tutti sbagliati. Perchè se vivessimo in mondo perfetto allora tutto sarebbe ok, gli orchi in carcere, famiglie felici e via dicendo. Però il mondo non è perfetto, e ogni sfumatura, porta ad altre sfumature e poi ad altre ancora. Ragionando a freddo mia madre avrebbe avuto la possibilità di salvarmi, avrebbe potuto fare molte cose. Quando affronto le questioni cerco di ragionare come un diagramma...sopra il problema e sotto via via le strade. Del trauma presente sono all'inizio del diagramma, ma per quello di mia madre invece è bello che chiaro. Perchè non mi sento di incolpare mia madre? Perchè ogni strada intrapresa avrebbe portato a soluzioni diverse. Il punto che non saprò mai se è stato meglio tacere e far passare la tempesta oppure era meglio agire. E se avesse agito cosa mi sarebbe successo? Come sarebbe stata la mia vita? Sarebbe cambiata? In meglio? in peggio? E poi bisogna tener conto di una cosa...in una fase di agitazione, che dipende molto da come siamo abituati a trattare il dolore, chi può affermare di rimanere lucido al 100%? Cercare di dare una spiegazione al perchè mia madre abbia o non abbia agito non ha molto senso. Semplicemente non ha senso perchè ci sono mille variabili da tenere in considerazione, emozioni, angoscia, paura, TERRORE. Il terrore, a differenza della paura è qualcosa che ti immobilizza, che ti sconvolge, ti fà perdere completamente il controllo della tua mente. E ritengo che lei abbia agito cosi perchè, terrificata, in quel frangente, ha pensato che fosse il male minore. Forse aveva paura che facendo qualcosa le cose sarebbero potute peggiorare. Non è da giustificare non è da condannare...qualcuno mi ha chiesto come ritenessi mia madre in questa situazione, come detto anche lei è stata una vittima, con modalità diverse certe, con contorni diversi, ma pur sempre una vittima.
L unico terrore che una madre dovrebbe avere è quello di perdere un figlio, di vederlo soffrire e non le pene d amore, ma di una violenza cosi brutta, di vederlo avvolto lui nel terrore. Su questo mi dispiace ma sono irremovibile. Io mi farei ammazzare per proteggere I miei figli.
 
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