Sono nebbia...

danny

Utente di lunga data
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Mi capita di recente di vedere cose come questa, non che non le vedessi prima, semplicemente adesso le noto.
Sono sempre incerto tra il pensare che sia una cosa "vera" o che sia solo la forza dell'abitudine tra due persone che magari si sono combinate di tutto.
Ma anche fosse faccenda momentanea, un gesto di gratitudine verso chi ti ha dormito accanto per anni, con cui hai condiviso gioie, dolori, incertezze e fatiche, con cui magari hai fatto dei figli, ecco, lo trovo comunque una cosa bella.
Penso che a volte non ci sia niente di più triste della solitudine.

Poi uno dei due scomparirà per primo, chiaro, e non so se il vuoto che lascerà sia più una nostalgia o un ripensamento di gratitudine per il percorso di vita che comunque si è fatto insieme.
Io comincio a vedere chi resta.
Quando sei stato una vita insieme, è dura pensarsi da soli.
Mia moglie dice spesso che vuole morire prima per non dover affrontare anche quel dolore.
Se hai voluto bene, soffrire, anche tanto, per la mancanza di una persona è quanto di più umano si possa pensare.
 

danny

Utente di lunga data
Leggendovi capisco che quasi tutte le relazioni, si basano sul compensare un qualcosa. Che sia fisico o affettivo, le relazioni vanno avanti sul quieto vivere e sull'illusione( cit. Hammer ) che il tempo non sia passato.
Le relazioni tossiche.
Nella realtà le relazioni positive sono quelle in cui PUOI essere te stesso totalmente, ovviamente con la condizione che anche l'altra persona faccia altrettanto, e sono in movimento, ovvero garantiscono la crescita personale. Non devono compensare alcunché né avere aspirazioni di benessere continuato e incessante.
 

Maui82

Utente di lunga data
Le relazioni tossiche.
Nella realtà le relazioni positive sono quelle in cui PUOI essere te stesso totalmente, ovviamente con la condizione che anche l'altra persona faccia altrettanto, e sono in movimento, ovvero garantiscono la crescita personale. Non devono compensare alcunché né avere aspirazioni di benessere continuato e incessante.
Ciao,
ma nell'essere totalmente te spesso tu e gli altri che mi sembra la pensiono come te, intendete che nel percorso insieme ci possano essere e si tollerino anche tradimenti, scappatelle, momenti di sospensione ovviamente da ambo le parti? O che per crescere almeno uno dei due non sappia mai che l'altro ha qualcosa all'esterno della coppia?
 

danny

Utente di lunga data
Ciao,
ma nell'essere totalmente te spesso tu e gli altri che mi sembra la pensiono come te, intendete che nel percorso insieme ci possano essere e si tollerino anche tradimenti, scappatelle, momenti di sospensione ovviamente da ambo le parti? O che per crescere almeno uno dei due non sappia mai che l'altro ha qualcosa all'esterno della coppia?
Per essere sé stessi non bisogna essere distanti.
La risposta sta in questa necessità.
 

Nicky

Utente di lunga data
Leggendovi capisco che quasi tutte le relazioni, si basano sul compensare un qualcosa. Che sia fisico o affettivo, le relazioni vanno avanti sul quieto vivere e sull'illusione( cit. Hammer ) che il tempo non sia passato.
Non so, io invece noti che, quando si parla di relazioni di coppia, si oscilla tra un idealismo per me un po' assurdo, perchè in contrasto con qualunque altra esperienza della realtà umana e non, e il cinismo.
Due che si tengono per mano dopo cinquant'anni non mi fanno nessun effetto, penso semplicemente che hanno voglia o l'abitudine di farlo e, quindi, è una cosa piacevole, perché, in generale, essere in coppia lo è e facilita molte cose, anche se, in casi meno fortunati, può essere fonte di sofferenza o comportare delle limitazioni.
 

spleen

utente ?
Una volta @Divì aveva però introdotto il concetto di epica di coppia.
Dipende da come guardiamo le relazioni in sostanza.
Possiamo vederle col distacco (cinico?) di chi è consapevole della imperfezione che ogni relazione porta con se e dove la visione soggettiva prevale su tutto.
Possiamo vederle mettendo al centro il perdurare dell'attaccamento nonostante tutto, ricordando quello che di buono, di comun,e si è vissuto insieme, c'è un film che parla di questo: - Storia di noi due-. Perchè la storia della coppia non è una faccenda soggettiva è proprio la storia di due persone che stanno insieme.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Leggendovi capisco che quasi tutte le relazioni, si basano sul compensare un qualcosa. Che sia fisico o affettivo, le relazioni vanno avanti sul quieto vivere e sull'illusione( cit. Hammer ) che il tempo non sia passato.
Certo che tante relazioni partono da un bisogno: bisogno di non sentirsi soli, di sentirsi desiderati, di avere qualcuno che ci tenga in piedi quando vacilliamo, ma non è una colpa, è semplicemente umano e la vera differenza la fa quello che succede dopo. Se ci si ferma lì, a incastrare i propri vuoti con quelli dell’altro come due pezzi rotti di puzzle allora sì, si entra nella zona “quieto vivere + illusioni vintage” e si procede a passo lento verso l’insofferenza educata, ma a volte succede una cosa rara: quel bisogno iniziale si trasforma, da stampella a sostegno reciproco, da paura di restare soli a desiderio di camminare insieme, anche se si è imparato a farlo da soli. È lì che nasce la fase bella, quella in cui si smette di compensare e si comincia a condividere, in cui l’abitudine diventa familiarità, e il tempo che passa non è più un nemico, ma un testimone. Credo succeda molto raramente, ma se succede, forse non è un’illusione: è un’evoluzione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Una volta @Divì aveva però introdotto il concetto di epica di coppia.
Dipende da come guardiamo le relazioni in sostanza.
Possiamo vederle col distacco (cinico?) di chi è consapevole della imperfezione che ogni relazione porta con se e dove la visione soggettiva prevale su tutto.
Possiamo vederle mettendo al centro il perdurare dell'attaccamento nonostante tutto, ricordando quello che di buono, di comun,e si è vissuto insieme, c'è un film che parla di questo: - Storia di noi due-. Perchè la storia della coppia non è una faccenda soggettiva è proprio la storia di due persone che stanno insieme.
L’epica di coppia, che condivido con Divi’, siamo amiche oltre il forum, è una narrazione che, come ogni narrazione, si basa anche sul mito fondatore. Esattamente come la narrazione delle popolazioni (per usare un termine più neutro politicamente) che può basarsi sulla religione, sulla cultura comune, sul sangue ecc e su un racconto di fondazione, Adamo ed Eva o Romolo e Remo (🤭🫣 ricordate Berlusconi Romolo e Remolo? Non era ignoranza, rilevava come un modo di dire giovanile para-trasgressivo era diventato così predominante da uscire fuori contesto. Come il compagno di classe di mia figlia a cui in sede di colloquio di maturità era uscito “sarò breve e circonciso”.)
Ogni coppia si racconta il primo incontro, il primo bacio e poi la prima volta a letto fino a amalgamare i ricordi e creare il comune mito di fondazione del proprio amore.
Poi gradualmente si interrompe questa costruzione della narrazione comune. Il perché può essere positivo o negativo, in base al bisogno di miti di entrambi. Anche i traditori costruiscono la loro narrazione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che tante relazioni partono da un bisogno: bisogno di non sentirsi soli, di sentirsi desiderati, di avere qualcuno che ci tenga in piedi quando vacilliamo, ma non è una colpa, è semplicemente umano e la vera differenza la fa quello che succede dopo. Se ci si ferma lì, a incastrare i propri vuoti con quelli dell’altro come due pezzi rotti di puzzle allora sì, si entra nella zona “quieto vivere + illusioni vintage” e si procede a passo lento verso l’insofferenza educata, ma a volte succede una cosa rara: quel bisogno iniziale si trasforma, da stampella a sostegno reciproco, da paura di restare soli a desiderio di camminare insieme, anche se si è imparato a farlo da soli. È lì che nasce la fase bella, quella in cui si smette di compensare e si comincia a condividere, in cui l’abitudine diventa familiarità, e il tempo che passa non è più un nemico, ma un testimone. Credo succeda molto raramente, ma se succede, forse non è un’illusione: è un’evoluzione.
Hai risposto alla mia domanda.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La conclusione del mio post in cui dico che non so se interrompere la narrazione comune sia positivo o negativo.
Era una domanda indiretta senza punto di domanda.
L’epica di coppia, che condivido con Divi’, siamo amiche oltre il forum, è una narrazione che, come ogni narrazione, si basa anche sul mito fondatore. Esattamente come la narrazione delle popolazioni (per usare un termine più neutro politicamente) che può basarsi sulla religione, sulla cultura comune, sul sangue ecc e su un racconto di fondazione, Adamo ed Eva o Romolo e Remo (🤭🫣 ricordate Berlusconi Romolo e Remolo? Non era ignoranza, rilevava come un modo di dire giovanile para-trasgressivo era diventato così predominante da uscire fuori contesto. Come il compagno di classe di mia figlia a cui in sede di colloquio di maturità era uscito “sarò breve e circonciso”.)
Ogni coppia si racconta il primo incontro, il primo bacio e poi la prima volta a letto fino a amalgamare i ricordi e creare il comune mito di fondazione del proprio amore.
Poi gradualmente si interrompe questa costruzione della narrazione comune. Il perché può essere positivo o negativo, in base al bisogno di miti di entrambi. Anche i traditori costruiscono la loro narrazione.
 

spleen

utente ?
L’epica di coppia, che condivido con Divi’, siamo amiche oltre il forum, è una narrazione che, come ogni narrazione, si basa anche sul mito fondatore. Esattamente come la narrazione delle popolazioni (per usare un termine più neutro politicamente) che può basarsi sulla religione, sulla cultura comune, sul sangue ecc e su un racconto di fondazione, Adamo ed Eva o Romolo e Remo (🤭🫣 ricordate Berlusconi Romolo e Remolo? Non era ignoranza, rilevava come un modo di dire giovanile para-trasgressivo era diventato così predominante da uscire fuori contesto. Come il compagno di classe di mia figlia a cui in sede di colloquio di maturità era uscito “sarò breve e circonciso”.)
Ogni coppia si racconta il primo incontro, il primo bacio e poi la prima volta a letto fino a amalgamare i ricordi e creare il comune mito di fondazione del proprio amore.
Poi gradualmente si interrompe questa costruzione della narrazione comune. Il perché può essere positivo o negativo, in base al bisogno di miti di entrambi. Anche i traditori costruiscono la loro narrazione.
Nessuno può fare a meno delle proprie narrazioni, nemmeno il cinismo imperante del dongiovanni che narra a se stesso la sua irresistibilità (tanto poi si sa che funziona solo con un certo tipo di persone).
Questo perchè non possiamo fare a meno del desiderio di inserire la nostra vita in un contesto significante, che il significato sia trascendente o immanenete fondato sul desiderio e sul piacere.
E' così che in fondo non si possono abolire i riri, non si possono abolire i valori, semplicemente cambiano pelle.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nessuno può fare a meno delle proprie narrazioni, nemmeno il cinismo imperante del dongiovanni che narra a se stesso la sua irresistibilità (tanto poi si sa che funziona solo con un certo tipo di persone).
Questo perchè non possiamo fare a meno del desiderio di inserire la nostra vita in un contesto significante, che il significato sia trascendente o immanenete fondato sul desiderio e sul piacere.
E' così che in fondo non si possono abolire i riti, non si possono abolire i valori, semplicemente cambiano pelle.
Io osservo che più si svuotano le chiese, più si riempiono stadi e palazzetti per sport o concerti. E gli sportivi e i cantanti sono i nuovi santi.
Cantare insieme le stesse canzoni ha sostituito la recita del Rosario o delle preghiere della sera.
Solo che possiamo fare queste attribuzioni, ma senza un riferimento valoriale e metafisico, diventano uguali Battiato, Baglioni, De André e… Tony Effe.
 

Essere Nebbia

Utente di lunga data
Ciao,
ma nell'essere totalmente te spesso tu e gli altri che mi sembra la pensiono come te, intendete che nel percorso insieme ci possano essere e si tollerino anche tradimenti, scappatelle, momenti di sospensione ovviamente da ambo le parti? O che per crescere almeno uno dei due non sappia mai che l'altro ha qualcosa all'esterno della coppia?
Assolutamente d'accordo con questa lettura. E' sempre più palese che il concetto di amore reciproco, che sta alla base di ogni relazione, sia mutato. Amare un tempo voleva dire rinunciare a qualcosa, necessità o bisogno, per l'amore nei confronti dell'altra persona. Anche io avrei potuto "sbandare" nel tempo, ma non l'ho fatto. Forse semplicemente viviamo in un momento in cui l'egoismo verso noi stessi, bisogni e necessità, valgono di più di ogni altra cosa. E chissenefrega se tradiamo, l'importante è che non si sappia.
 

danny

Utente di lunga data
Io osservo che più si svuotano le chiese, più si riempiono stadi e palazzetti per sport o concerti. E gli sportivi e i cantanti sono i nuovi santi.
Cantare insieme le stesse canzoni ha sostituito la recita del Rosario o delle preghiere della sera.
Solo che possiamo fare queste attribuzioni, ma senza un riferimento valoriale e metafisico, diventano uguali Battiato, Baglioni, De André e… Tony Effe.
In realtà si stanno svuotando anche gli stadi.
Il processo in atto attualmente è quello di atomizzazione dell'individuo, con sempre meno interazioni sociali.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Nessuno può fare a meno delle proprie narrazioni, nemmeno il cinismo imperante del dongiovanni che narra a se stesso la sua irresistibilità (tanto poi si sa che funziona solo con un certo tipo di persone).
Questo perchè non possiamo fare a meno del desiderio di inserire la nostra vita in un contesto significante, che il significato sia trascendente o immanenete fondato sul desiderio e sul piacere.
E' così che in fondo non si possono abolire i riri, non si possono abolire i valori, semplicemente cambiano pelle.
Io osservo che più si svuotano le chiese, più si riempiono stadi e palazzetti per sport o concerti. E gli sportivi e i cantanti sono i nuovi santi.
Cantare insieme le stesse canzoni ha sostituito la recita del Rosario o delle preghiere della sera.
Solo che possiamo fare queste attribuzioni, ma senza un riferimento valoriale e metafisico, diventano uguali Battiato, Baglioni, De André e… Tony Effe.
Secondo me il punto è che non si è smesso di credere, si è solo cambiata parrocchia. Una volta si pregava la Madonna, adesso si canta Nome_a_caso a squarciagola sotto la pioggia o la doccia. Il bisogno è lo stesso: appartenere, sciogliersi nel coro, dare un senso a una vita di fatto con pochi acuti.
Le narrazioni non sono morte, sono diventate serial: una stagione per ogni relazione, un reboot per ogni nuova convivenza, e se va male, ci si rifà su Instagram col filtro nostalgia. Perché il mito fondatore della coppia resta anche quando non c’è più la coppia. Anche quando lui russa nel letto della nuova e lei posta frasi BacioPerugina mentre si convince che il prossimo sarà "diverso". E Tony Effe come De André? Senza un sistema valoriale condiviso, tutto è uguale perciò niente vale, come nel karaoke: tutti possono cantare, pochi sanno cosa stanno dicendo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
In realtà si stanno svuotando anche gli stadi.
Il processo in atto attualmente è quello di atomizzazione dell'individuo, con sempre meno interazioni sociali.
Questo è il passaggio successivo per chi passa dal rito collettivo alla “preghiera” individuale.
Poi arriva la midefullness 🤦🏻‍♀️
 

Brunetta

Utente di lunga data
Secondo me il punto è che non si è smesso di credere, si è solo cambiata parrocchia. Una volta si pregava la Madonna, adesso si canta Nome_a_caso a squarciagola sotto la pioggia o la doccia. Il bisogno è lo stesso: appartenere, sciogliersi nel coro, dare un senso a una vita di fatto con pochi acuti.
Le narrazioni non sono morte, sono diventate serial: una stagione per ogni relazione, un reboot per ogni nuova convivenza, e se va male, ci si rifà su Instagram col filtro nostalgia. Perché il mito fondatore della coppia resta anche quando non c’è più la coppia. Anche quando lui russa nel letto della nuova e lei posta frasi BacioPerugina mentre si convince che il prossimo sarà "diverso". E Tony Effe come De André? Senza un sistema valoriale condiviso, tutto è uguale perciò niente vale, come nel karaoke: tutti possono cantare, pochi sanno cosa stanno dicendo.
È quello che ho scritto.
Personalmente credo che il bisogno di appartenenza sia molto importante e mi commuove.
Certamente ognuno ha consonanza con una mitologia diversa, che smuove emozioni.
 

danny

Utente di lunga data
Questo è il passaggio successivo per chi passa dal rito collettivo alla “preghiera” individuale.
Poi arriva la midefullness 🤦🏻‍♀️
Già oggi le relazioni non nascono quasi più da interazioni reali, ma da conoscenze tramite App.
Si sta perdendo molto l'utilità e la necessità del ritrovarsi tra persone.
 
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