abbiamo appena finito di parlare. Io mi sono preso due giorni di malattia, forse mi sto autosuggestionando, o forse no, ma comunque ho una forte diarrea e 38 e mezzo di febbre. Lei si è presa due giorni di ferie per stare con me. Tutto normale: quando mi capita di star male lei entra automaticamente in modalità crocerossina. Coccole, tisane, termometro e tutto quanto può servire per farmi star meglio. Tutto normale, ripeto. Di diverso ci sono le lacrime, i fiumi di lacrime. Il racconto di un momento difficile, di un momento in cui tutto l'ufficio le remava contro e l'autoconvincimento, (il falso, il voluto, il comodo autoconvincimento), che un ulteriore passo falso poteva farle perdere la possibilità di tornare. Pare che questo tipo godesse di enorme considerazione tra i colleghi ed i superiori ed un suo esplicito appoggio potesse essere fondamentale. Non era vero, ovviamente. ma in quel momento fu una delle giustificazioni che si diede per agire in quel modo. Tutto sommato, almeno apparentemente, esce fuori una persona diversa da quella che mi aveva parlato in modo durissimo. Mi ha detto: "Adesso stai malissimo per colpa mia. Ti ho dato un colpo terribile. Perchè non ti fermi un po? Perchè non ti prendi 6 mesi di aspettativa senza stipendio e ti rimetti a fare modellismo o a leggere libri? Hai sempre detto che sono cose che ti sono rimaste nel cuore. Hai dovuto smettere per studiare e poi aiutare me e poi i figli, la casa...Adesso avrò dei premi produzione puoi permetterti di fermarti e riprenderti. Possiamo permettercelo. Ti prego, se ti accadesse qualcosa io non saprei che fare". Le ho risposto che una ciotola di riso sono certo che riuscirà comunque a rimediarla. Sto malissimo e non per la diarrea.