Quindi lenire il proprio dolore, (ed apro una parentesi per rimarcare il fatto che la percezione del dolore è sempre personale e non è possibile generalizzare), cercando di risolvere la cosa senza danneggiare terze persone è un errore. Ma in teoria poteva essere accettabile un comportamento che coinvolgesse una "povera" donna, meglio se anche lei tradita e poi abbandonata recentemente? Perderci una settimana, farla rimettere in tiro, (parrucchiere, manicure, pedicure, un paio di sedute di massaggi tonificanti e tre lampade), un paio di cene nei posti giusti, poi invitarla per un week-end a Venezia, oppure a Firenze, baciarla appassionatamente, scoparla con tutta la rabbia che ho adesso in corpo. Poi riaccompagnarla a casa, darle un bacetto ed una pacca sulla spalla e non rispondere più alle sue chiamate sul cellulare, o rispondere "adesso non posso, ti richiamo più tardi AMMORE"?? Questo è quello che avrebbe fatto Un VERO UOMO? Oppure coltivare una nuova relazione con una donna piacente, ma ovviamente esigente, con tutto il (giusto!!), rituale di corteggiamento ed il tempo necessario ad attuarlo? Il tutto in un momento in cui facevo fatica anche a concentrarmi per leggere l'ora sull'orologio? Con l'elevata probabilità di prendermi un "duedipicche" che in questo momento mi avrebbe definitivamente affondato ed avrebbe fatto finire la mia autostima, già di per se ampiamente al di sotto del minimo sopportabile, in prossimità dello zero assoluto?
Ho letto di pseudo-giustificazioni sulla motivazione che potrebbe essere all'origine dei tradimenti. Sul fatto che il tradimento venga vissuto come un'avventura in una dimensione parallela, in un non-luogo lontano e distante dalla realtà. E quindi, conseguentemente, non può nuocere a chi, come il tradito, vive nella realtà. E questo, è stato ulteriormente specificato, non è un sofismo. Il tradimento vissuto come sogno. A Napoli credo che si chiami "cazzimma".
Io sto cercando di salvare il mio matrimonio. Prima non era possibile. Non ero disposto ad investire gli ultimi 20-30 anni della mia vita imbottito di psicofarmaci, paranoico, rancoroso, incattivito. Io non ero e non sono così. Io sono e sto tornando ad esserlo un uomo buono. Una persona che si è costruito da solo aprezzo di grandi rinunce e sacrifici. Un uomo abituato anche in ufficio a valutare le pratiche per quello che sono e le persone per come mi si presentano. E non basandomi su chi me le presenta. Non ho debiti e non voglio neanche crediti. Avevo un credito con mia moglie e l'ho riscosso quasi immediatamente, come è mio costume.
Lei è una donna forte ed era in torto marcio, anche se qualcuno ha sprecato fiumi di inchiostro per cercare di convincermi del contrario, perchè così gli faceva comodo pensare. Adesso abbiamo tutti gli elementi per continuare, sostenendoci vicendevolmente. Se lei lo vorrà.