Sono un vigliacco.

twinpeaks

Utente di lunga data
Ho condensato un insegnamento del falegname d Nazareth, quando parlava dei peccati contro lo spirito santo, dicendo che l' unico peccato imperdonabile era quello del sentirsi abbandonati da Dio.

Se il fan club del falegname non avesse trasformato quello che ha detto in una gigantesca macchina di potere, magari non ci dimenticheremmo che nelle sue parole si nascondono molte verità ancora attuali.
Scusa se ti correggo. L'unico peccato imperdonabile è "il peccato contro lo Spirito", che non è facilissimo da definire, anche se probabilmente vi rientra la disperazione della salvezza (v. Giuda, che ha tradito Gesù come Pietro, ma a differenza di lui ha disperato del perdono).

"Sentirsi abbandonati da Dio" non è un peccato, è un'esperienza che tocca a tutti gli uomini, Gesù compreso: il Quale in croce grida, "Signore, Signore, perchè mi hai abbandonato?"
 

spleen

utente ?
Scusa se ti correggo. L'unico peccato imperdonabile è "il peccato contro lo Spirito", che non è facilissimo da definire, anche se probabilmente vi rientra la disperazione della salvezza (v. Giuda, che ha tradito Gesù come Pietro, ma a differenza di lui ha disperato del perdono). "Sentirsi abbandonati da Dio" non è un peccato, è un'esperienza che tocca a tutti gli uomini, Gesù compreso: il Quale in croce grida, "Signore, Signore, perchè mi hai abbandonato?"
Ciao, vedo che sei andato anche tu a catechismo da giovane (presumo). Ricordi lontani anche per me. Lo spirito santo dovrebbe essere in effetti la grazia di Dio, infatti l' espressione "uscire dalla grazia di Dio" si riferisce al fatto di commettere qualcosa di inconsueto e abominevole. Ricordo che il catechista ci spiegò che peccarecontro lo spirito, era peccare contro l' amore di Dio. etc - etc. Quello che ho scritto io è tratto liberamente ovviamente, poi i concetti sono quelli. Se è stato perdonato del resto Paolo di Tarso, che aveva passato la sua vita a perseguitare i cristiani non vedo perchè non lo dovrebbe essere il protagonista del 3d che ha commesso molti errori magari gravissimi ma non ha ucciso ancora nessuno. Vedo comunque come non ci sia nulla di nuovo sotto il sole, come perle di saggezza che vengono dal passato siano ancora attuali ai giorni nostri, se prese ed inserite nel contesto in cui viviamo, ovviamente.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Scusa se ti correggo. L'unico peccato imperdonabile è "il peccato contro lo Spirito", che non è facilissimo da definire, anche se probabilmente vi rientra la disperazione della salvezza (v. Giuda, che ha tradito Gesù come Pietro, ma a differenza di lui ha disperato del perdono).

"Sentirsi abbandonati da Dio" non è un peccato, è un'esperienza che tocca a tutti gli uomini, Gesù compreso: il Quale in croce grida, "Signore, Signore, perchè mi hai abbandonato?"
La disperazione della salvezza è una autocondanna ad allontanarsi dall'abbraccio accogliente?
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Ciao, vedo che sei andato anche tu a catechismo da giovane (presumo). Ricordi lontani anche per me. Lo spirito santo dovrebbe essere in effetti la grazia di Dio, infatti l' espressione "uscire dalla grazia di Dio" si riferisce al fatto di commettere qualcosa di inconsueto e abominevole. Ricordo che il catechista ci spiegò che peccarecontro lo spirito, era peccare contro l' amore di Dio. etc - etc. Quello che ho scritto io è tratto liberamente ovviamente, poi i concetti sono quelli. Se è stato perdonato del resto Paolo di Tarso, che aveva passato la sua vita a perseguitare i cristiani non vedo perchè non lo dovrebbe essere il protagonista del 3d che ha commesso molti errori magari gravissimi ma non ha ucciso ancora nessuno. Vedo comunque come non ci sia nulla di nuovo sotto il sole, come perle di saggezza che vengono dal passato siano ancora attuali ai giorni nostri, se prese ed inserite nel contesto in cui viviamo, ovviamente.
Sono andato a catechismo da ragazzo, e poi ho continuato a studiare la religione cristiane e le altre religioni sia per interesse personale, sia per interesse professionale, perchè la religione/le religioni presentano nel modo più perspicuo e più bello le forme e i contenuti più profondi della psiche; come l'arte e le sapienze.

Secondo l'insegnamento di Gesù nei Vangeli, e secondo la teologia cristiana (di tutte le confessioni maggiori), qualunque colpa può essere perdonata da Dio, e con qualunque si intende qualunque, omicidio e molto peggio compreso. Le condizioni sono "il sincero pentimento e il fermo proposito di non peccare più". A quanto mi risulta, Dio non perdona sempre e comunque, probabilmente nel senso che NON PUO' perdonare sempre, visto che ci ha fatto liberi, e non può dunque concederci il perdono se non lo vogliamo con un atto libero, che si manifesta appunto con il pentimento, il proposito di non peccare più, e, naturalmente, l'apertura fiduciosa al perdono divino.
Il rifiuto/disperazione del perdono/amore di Dio pare essere "imperdonabile", e quindi garantire la dannazione, probabilmente perchè la dannazione, che per analogia intendiamo come punizione comminata da un giudice, è piuttosto frutto di un atteggiamento fondamentale della persona/anima al cospetto della maestà trascendente di Dio; che - esprimendoci con una metafora - per l'anima salvata si presenta sotto forma di Luce, per l'anima dannata sotto forma di Fuoco. In sintesi, è probabilmente l'anima che giudica se stessa di fronte alla pietra di paragone divina, accettandola o rifiutandola.
Su questo tema scrive pagine teologiche molto belle Hans Urs von Balthasar, e anche, in forma letteraria, C.S. Lewis.
 

spleen

utente ?
La disperazione della salvezza è una autocondanna ad allontanarsi dall'abbraccio accogliente?
Per me si.
Una delle cose più grandi che possa fare una persona, sempre secondo la mia opinione, è riscattarsi dai suoi errori, rientrare in quell' abbraccio non solo accogliente, ma anche pacificatore.

L'errore dei nostri giorni è pretenderlo per indulgenza e non per riscatto quell' abbraccio. Non a caso i giorni scorsi parlavo di espiazione. (Concetti vecchi come l 'uomo).
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Per me si.
Una delle cose più grandi che possa fare una persona, sempre secondo la mia opinione, è riscattarsi dai suoi errori, rientrare in quell' abbraccio non solo accogliente, ma anche pacificatore.

L'errore dei nostri giorni è pretenderlo per indulgenza e non per riscatto quell' abbraccio. Non a caso i giorni scorsi parlavo di espiazione. (Concetti vecchi come l 'uomo).
Già...l' abbraccio...

È un qualcosa di assolutamente potente, l'abbraccio dentro

Sono gli estremi...estrema indulgenza e estrema punizione...scorrere in mezzo credo sia vitale....e non banale :)
 

spleen

utente ?
Sono andato a catechismo da ragazzo, e poi ho continuato a studiare la religione cristiane e le altre religioni sia per interesse personale, sia per interesse professionale, perchè la religione/le religioni presentano nel modo più perspicuo e più bello le forme e i contenuti più profondi della psiche; come l'arte e le sapienze.

Secondo l'insegnamento di Gesù nei Vangeli, e secondo la teologia cristiana (di tutte le confessioni maggiori), qualunque colpa può essere perdonata da Dio, e con qualunque si intende qualunque, omicidio e molto peggio compreso. Le condizioni sono "il sincero pentimento e il fermo proposito di non peccare più". A quanto mi risulta, Dio non perdona sempre e comunque, probabilmente nel senso che NON PUO' perdonare sempre, visto che ci ha fatto liberi, e non può dunque concederci il perdono se non lo vogliamo con un atto libero, che si manifesta appunto con il pentimento, il proposito di non peccare più, e, naturalmente, l'apertura fiduciosa al perdono divino.
Il rifiuto/disperazione del perdono/amore di Dio pare essere "imperdonabile", e quindi garantire la dannazione, probabilmente perchè la dannazione, che per analogia intendiamo come punizione comminata da un giudice, è piuttosto frutto di un atteggiamento fondamentale della persona/anima al cospetto della maestà trascendente di Dio; che - esprimendoci con una metafora - per l'anima salvata si presenta sotto forma di Luce, per l'anima dannata sotto forma di Fuoco. In sintesi, è probabilmente l'anima che giudica se stessa di fronte alla pietra di paragone divina, accettandola o rifiutandola.
Su questo tema scrive pagine teologiche molto belle Hans Urs von Balthasar, e anche, in forma letteraria, C.S. Lewis.
Ma anche leggendo Delitto e Castigo ad esempio.
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Grazie! :)

Interessante...andrò a cercarmi da leggere

Il tribunale interiore...l'anima che giudica se stessa...

Prego. Di Lewis è molto bella la trilogia fantasy/teologica "Lontano dal pianeta silenzioso", "Perelandra", "Quell'orribile forza", di recente ripubblicata da Adelphi. Nella saggistica cristiana, Le due vie del pellegrino, Jaca Book, Milano, 1981, e Riflessioni cristiane, Gribaudi, Rimini 1997.

L'opera di von Balthasar è sterminata. Direttamente sul tema c'è Breve discorso sull'Inferno, Queriniana, Brescia 1993. A me piace molto Il tutto nel frammento, edito da Jaca Book.

Il tema dell'anima che si giudica da sè non è presente solo nel cristianesimo, ma in moltissime religioni. In una civiltà come la greco-romana, che dà molto rilievo al giure, la metafora più spesso impiegata è quella del tribunale. Ma l'aspetto importante da cogliere è l'oggettività del giudizio. Il giudizio divino è perfettamente oggettivo e perfettamente giusto perchè Dio è perfettamente reale. Se ci rifletti un attimo, è molto semplice e logico: se accetti la premessa che la trascendenza esiste, e che ha un rapporto reale e necessario con l'immanenza (nel cristianesimo, attraverso sia la creazione, sia l'Incarnazione) allora l'immanenza, il mondo che percepiamo ed esperiamo in questa vita, è meno reale del mondo che esperiremo dopo la morte, quando incontreremo faccia a faccia Chi ci trascende incommensurabilmente, Dio (S. Tommaso dice che Dio è "Ens realissimus").
E' di fronte a questa Realtà che ci giudicheremo. E siccome il peccato, che si manifesta negli atti ma non è un atto bensì un orientamento di fondo, è "privatio boni", privazione del bene, cioè sostanzialmente irreale, perchè realtà e bene nella visione platonico-cristiana coincidono, può accadere che l'anima peccatrice, fatta irreale dal suo peccato, non riesca a tollerare il confronto con la Realtà, e la rifugga/rifiuti. Ecco: nella visione di questi due pensatori, e non solo nella loro, l'inferno è questo: rifuggire/rifiutare la Realtà divina.
 

infinity

Utente di lunga data
Dice di essere una persona molto conosciuta,se il paese non è una città,aspettano solo questo per chiacchierarci sopra,purtroppo è una delle peculiarita negative dei paesini.
E se lui dice di essere una persona molto conosciuta, e non è un paese, ma una città
Cosa cambia?
Comunque le chiacchiere ci saranno .
Io credo che prima o poi anche questo dovrà affrontare, per la sua famiglia.
E va fan culo le chiacchiere .
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Prego. Di Lewis è molto bella la trilogia fantasy/teologica "Lontano dal pianeta silenzioso", "Perelandra", "Quell'orribile forza", di recente ripubblicata da Adelphi. Nella saggistica cristiana, Le due vie del pellegrino, Jaca Book, Milano, 1981, e Riflessioni cristiane, Gribaudi, Rimini 1997.

L'opera di von Balthasar è sterminata. Direttamente sul tema c'è Breve discorso sull'Inferno, Queriniana, Brescia 1993. A me piace molto Il tutto nel frammento, edito da Jaca Book.

Il tema dell'anima che si giudica da sè non è presente solo nel cristianesimo, ma in moltissime religioni. In una civiltà come la greco-romana, che dà molto rilievo al giure, la metafora più spesso impiegata è quella del tribunale. Ma l'aspetto importante da cogliere è l'oggettività del giudizio. Il giudizio divino è perfettamente oggettivo e perfettamente giusto perchè Dio è perfettamente reale. Se ci rifletti un attimo, è molto semplice e logico: se accetti la premessa che la trascendenza esiste, e che ha un rapporto reale e necessario con l'immanenza (nel cristianesimo, attraverso sia la creazione, sia l'Incarnazione) allora l'immanenza, il mondo che percepiamo ed esperiamo in questa vita, è meno reale del mondo che esperiremo dopo la morte, quando incontreremo faccia a faccia Chi ci trascende incommensurabilmente, Dio (S. Tommaso dice che Dio è "Ens realissimus").
E' di fronte a questa Realtà che ci giudicheremo. E siccome il peccato, che si manifesta negli atti ma non è un atto bensì un orientamento di fondo, è "privatio boni", privazione del bene, cioè sostanzialmente irreale, perchè realtà e bene nella visione platonico-cristiana coincidono, può accadere che l'anima peccatrice, fatta irreale dal suo peccato, non riesca a tollerare il confronto con la Realtà, e la rifugga/rifiuti. Ecco: nella visione di questi due pensatori, e non solo nella loro, l'inferno è questo: rifuggire/rifiutare la Realtà divina.
Grazie ancora! :)

Me li vado a procurare.

La questione del "tribunale" interiore è legata alle aspettative interiorizzate, sia di ordine familiare sia di ordine sociale sia di ordine storico culturale, vero?

Divina o non divina, nella mia esperienza, quando si rifugge/rifiuta la propria realtà interiore si finisce in una sorta di inferno...e anche nel terreno, riconoscere il "reale" dall' "irreale", dove per reale intendo il posto in cui la propria interiorità è al "suo" posto, è fondamentale

Tenendo conto del fatto che spesso la mente, mente.

In tutto questo non ho ancora capito che posizione ha esattamente quello che io ho sempre chiamato l'abbraccio primario, mescolando un po' di teorie per la verità, ma riferendomi a quell'abbraccio in cui si è a Casa, quella dentro...e nel riconoscerlo, la mente, a volte, fa dei gran pasticci.

E torno alla Madre, quando mi sperdo in queste riflessioni :singleeye::D
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Eddai,che quello che può far allungare qualsiasi parte del corpo.....
:rotfl::rotfl:
Ehm.. no. Non l'hai capita.:rolleyes:

Mr. Fantastic.. proprio di metallo non era..
mi sa che non ho proprio capito niente :eek::eek::rotfl::rotfl:

stavamo parlando di magneto...mr fantastic non me lo ricordo in XMen, non c'era mi sa in XMen...

ufff :carneval:
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Grazie ancora! :)

Me li vado a procurare.

La questione del "tribunale" interiore è legata alle aspettative interiorizzate, sia di ordine familiare sia di ordine sociale sia di ordine storico culturale, vero?

Divina o non divina, nella mia esperienza, quando si rifugge/rifiuta la propria realtà interiore si finisce in una sorta di inferno...e anche nel terreno, riconoscere il "reale" dall' "irreale", dove per reale intendo il posto in cui la propria interiorità è al "suo" posto, è fondamentale

Tenendo conto del fatto che spesso la mente, mente.

In tutto questo non ho ancora capito che posizione ha esattamente quello che io ho sempre chiamato l'abbraccio primario, mescolando un po' di teorie per la verità, ma riferendomi a quell'abbraccio in cui si è a Casa, quella dentro...e nel riconoscerlo, la mente, a volte, fa dei gran pasticci.

E torno alla Madre, quando mi sperdo in queste riflessioni :singleeye::D
Diceva il povero papa Luciani (che durò in carica un mesetto, qualcuno dice per cause non naturali) che "Dio è anche mamma".
Ma per noi latini, direi che Maria basta e avanza, come immagine "dell'abbraccio primario". Se un romano di epoca repubblicana o imperiale precristiana tornasse a Roma e si facesse una passeggiata per le vie e le chiese, resterebbe stupefatto per quanto siamo devoti a Venere Celeste...
 

Lostris

Utente Ludica
mi sa che non ho proprio capito niente :eek::eek::rotfl::rotfl:

stavamo parlando di magneto...mr fantastic non me lo ricordo in XMen, non c'era mi sa in XMen...

ufff :carneval:
Sempre Marvel.. ma i fantastici 4

;)
 
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