Purtroppo in questi giorni sono sempre di frettissima e non posso argomentare come vorrei. Lo farò non appena possibile.
La madre ignora totalmente, a suo dire e per quanto visto personalmente, il ruolo del marito nell'esercizio della funzione educativa delle figlie e si riferisce, anche per ogni piccola cosa, al padre che partecipa per quello che può nonostante la mancanza di convivenza. Spesso i due uomini, che hanno un buon dialogo, sono d'accordo su alcune strategie e sui metodi, ma lei, nel rapporto simbiotico che ha stabilito con le figlie, fa scelte autonome che quasi sempre vanno nella direzione di accontentare le ragazze in tutto e per tutto, senza nessun limite, senza nessun freno, senza nessun ragionamento, senza punizioni, in un tira a campare in cui loro sono le padrone che pretendono ogni soddisfazione e lei la serva che esegue. Non conosco bene i termini del rapporto col marito della madre ma deduco che sia una figura assolutamente ininfluente.
Io comprendo eccome il disagio e mai mi sono posta in posizione di contrapposizione o peggio ancora sullo stesso piano dialogico anche se qualche volta sono stata tentata, tipo quando dopo avermi ignorata bellamente e non avermi considerata di pezza, mi chiede di comprarle cose. Non mi piace essere usata, non voglio. E' un mio diritto non permetterlo, così come è un mio dovere fare tutto quanto è in mio potere per armonizzare una situazione complicata.