Però vedi... non so come spiegarlo: mia madre era tanto, tanto innamorata di mio padre, che invece era una persona problematica che si voleva sempre fare i cazzi suoi. Fondamentalmente è finita perché è morto (e sul letto di morte ha chiesto scusa e si è reso conto di tante cose, e io posso capire che più che con la vita non puoi pagare gli sbagli che fai, però intanto se ci ripenso mi sale il graziarcazzo), ed è il motivo che penso mi abbia reso il superamento del lutto ancora più difficile, perché ho sempre l'impressione che i miei abbiano, piuttosto, divorziato: adesso lei ha un compagno che è paziente, dolcissimo, premuroso (che l'ha tradita una volta, ma le ha chiesto scusa col cuore e si è veramente impegnato per dimostrarle che era davvero pentito)... però mia madre non nutre tanto trasporto nei suoi confronti. Mi ha esplicitamente detto che senza il suo sostegno non saprebbe come fare, ma che fisicamente non le piace, che non sa di che parlargli, ogni tanto quando è di cattivo umore lo tratta male senza ragione, e secondo me questo è un po' un accontentarsi, non so bene come spiegarlo. Poi magari non sono nella testa di mia madre, e direi che una donna rimasta vedova poco dopo i trent'anni, con un marito che non era uno stinco di santo e una figlia disabile si merita tutta la stabilità del mondo, però mi chiedo se questa tranquillità, questo sostegno di cui mi parla, non siamo piuttosto un accontentarsi. Non mi addentro nel discorso sesso in questo stesso post perché l'esempio riportato è mia madre e Freud è qui che fa quattro salti nella tomba, ma col piacere di toccare l'altro come fai, se non nutri un sentimento profondo? Sarò io che non riesco a disgiungere le cose, però se non c'è un di "più" dietro io non riesco: piuttosto mi masturbo, è più efficace. La compagnia te la fa un gatto, un cane, un amico. Che poi con gli anni la passione scemi è un altro discorso.