Suicidi di ragazzi

Piperita

Sognatrice
Su fb c'era questo articolo e l'ho letto. Questa cosa mi spaventa molto.
Due anni fa il vescovo fece un discorso a genitori e ragazzi e parlò di una cosa che mi colpì molto. Diceva che i ragazzi vivendo immersi nel mondo multimediale non hanno una percezione esatta della realtà e dell'irreversibilità della morte.
Questo discorso venne fatto in concomitanza di alcuni suicidi di ragazzi che si verificarono nel paese.
Ho provato più volte a spiegare ai miei figli che dalla morte non c'è ritorno e che i problemi, anche i più gravi si affrontano e si superano insieme. Leggere queste cose mi attanaglia il cuore

http://www.avvocatirandogurrieri.it...atra-Basta-con-genitori-amici-dei-figli-1.htm
 

Lostris

Utente Ludica
Su fb c'era questo articolo e l'ho letto. Questa cosa mi spaventa molto.
Due anni fa il vescovo fece un discorso a genitori e ragazzi e parlò di una cosa che mi colpì molto. Diceva che i ragazzi vivendo immersi nel mondo multimediale non hanno una percezione esatta della realtà e dell'irreversibilità della morte.
Questo discorso venne fatto in concomitanza di alcuni suicidi di ragazzi che si verificarono nel paese.
Ho provato più volte a spiegare ai miei figli che dalla morte non c'è ritorno e che i problemi, anche i più gravi si affrontano e si superano insieme. Leggere queste cose mi attanaglia il cuore

http://www.avvocatirandogurrieri.it...atra-Basta-con-genitori-amici-dei-figli-1.htm
Oltre al discorso reale/virtuale - dove la percezione distorta della realtà non riguarda solo la morte, ma anche le banali conseguenze di violenze/bullismo - c'è anche un problema di educazione di queste generazioni, che non sanno cosa significhi perdere e che pensano che gli sia dovuto tutto.

con questi presupposti i primi scontri con la realtà possono essere particolarmente duri.
 

Piperita

Sognatrice
Oltre al discorso reale/virtuale - dove la percezione distorta della realtà non riguarda solo la morte, ma anche le banali conseguenze di violenze/bullismo - c'è anche un problema di educazione di queste generazioni, che non sanno cosa significhi perdere e che pensano che gli sia dovuto tutto.

con questi presupposti i primi scontri con la realtà possono essere particolarmente duri.
Ma queste generazioni le stiamo educando noi. Vero che fare il genitore è difficile e che nessuno ti insegna come si fa, ma secondo me, se non si educano i genitori c'è poco da fare.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma queste generazioni le stiamo educando noi. Vero che fare il genitore è difficile e che nessuno ti insegna come si fa, ma secondo me, se non si educano i genitori c'è poco da fare.
I miei genitori e i loro coetanei dicevano spesso "ti ci vorrebbe un po' di guerra" per dare la giusta dimensione alle cose.
In tutte le culture ci sono sempre state cerimonie di iniziazione che fanno paura, fanno correre rischi, ma fanno uscire consapevoli di potercela fare in tutte le situazioni difficili.
Negli ultimi anni sono stati tolti tutti gli ostacoli graduali che dovevano superare le generazioni precedenti. Nessun trauma deve colpire le tenere creatura, con il risultato che quando i traumi arrivano non li sanno sopportare. Inoltre in adolescenza è necessario mettersi alla prova. Se la società degli adulti non prevede nessuna prova, nessun ostacolo gli adolescenti se li inventano e, per la loro incapacità di valutazione, esibizionistici e pericolosi. Avete visto quelli che si fanno selfie appesi ai cornicioni? Non sarebbe stato meglio che avessero dovuto studiare latino e trovarsi in difficoltà perché impreparati?
 

ologramma

Utente di lunga data
I miei genitori e i loro coetanei dicevano spesso "ti ci vorrebbe un po' di guerra" per dare la giusta dimensione alle cose.
In tutte le culture ci sono sempre state cerimonie di iniziazione che fanno paura, fanno correre rischi, ma fanno uscire consapevoli di potercela fare in tutte le situazioni difficili.
Negli ultimi anni sono stati tolti tutti gli ostacoli graduali che dovevano superare le generazioni precedenti. Nessun trauma deve colpire le tenere creatura, con il risultato che quando i traumi arrivano non li sanno sopportare. Inoltre in adolescenza è necessario mettersi alla prova. Se la società degli adulti non prevede nessuna prova, nessun ostacolo gli adolescenti se li inventano e, per la loro incapacità di valutazione, esibizionistici e pericolosi. Avete visto quelli che si fanno selfie appesi ai cornicioni? Non sarebbe stato meglio che avessero dovuto studiare latino e trovarsi in difficoltà perché impreparati?
:up:
 

danny

Utente di lunga data
C'era un film di Bresson, "Mouchette", anni fa.
In esso la giovane protagonista si suicidava, e lo spettatore ne intravedeva le ragioni nella mancata capacità della società di accogliere la ragazza, nei modelli parentali negativi, nell'ostilità degli adulti.
L'adolescenza è una fase difficile nella crescita di una persona e i modelli appresi nell'infanzia hanno il suo peso, così come i rapporti con i coetanei, la determinatezza dei valori di riferimento e tanti altri fattori che trovano spiegazione nel singolo caso, nell'individuo..
La mia generazione ha visto il suicidio di massa di un'ampia fetta di persona, attraverso la droga.
Io ricordo il suicidio di un mio amico, a 18 anni.
Ragazzo intelligente, stimato, gran lavoratore...
Dopo il liceo aveva interrotto gli studi per andare a lavorare, in una famiglia di docenti universitari.
Genitori anaffettivi, il peso di un modello che non riusciva a perseguire.
E chissà che altro. Fu per tutti noi una sorpresa, una brutta sorpresa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
C'era un film di Bresson, "Mouchette", anni fa.
In esso la giovane protagonista si suicidava, e lo spettatore ne intravedeva le ragioni nella mancata capacità della società di accogliere la ragazza, nei modelli parentali negativi, nell'ostilità degli adulti.
L'adolescenza è una fase difficile nella crescita di una persona e i modelli appresi nell'infanzia hanno il suo peso, così come i rapporti con i coetanei, la determinatezza dei valori di riferimento e tanti altri fattori che trovano spiegazione nel singolo caso, nell'individuo..
La mia generazione ha visto il suicidio di massa di un'ampia fetta di persona, attraverso la droga.
Io ricordo il suicidio di un mio amico, a 18 anni.
Ragazzo intelligente, stimato, gran lavoratore...
Dopo il liceo aveva interrotto gli studi per andare a lavorare, in una famiglia di docenti universitari.
Genitori anaffettivi, il peso di un modello che non riusciva a perseguire.
E chissà che altro. Fu per tutti noi una sorpresa, una brutta sorpresa.
Il suicidio è stato sempre presente nella storia. Vedi Werther o Jacopo Ortis.
La situazione attuale di generazioni cresciute senza limiti è particolare.
 

danny

Utente di lunga data
Il suicidio è stato sempre presente nella storia. Vedi Werther o Jacopo Ortis.
La situazione attuale di generazioni cresciute senza limiti è particolare.
In cosa non vedi dei limiti?
Io ne vedo parecchi.
La generazione dei miei genitori poteva andare a lavorare a 14 anni e avere un reddito in giovane età.
Questa deve studiare fino a tarda età e probabilmente faticherà a trovare un lavoro che fornisca reddito e in tanti casi dovrà studiare più lingue per proporsi sui mercati del lavoro all'estero.
La generazione degli anni 70 poteva reinventarsi il mondo, definendo nuovi parametri etici, partire con la tenda e fare campeggio libero o andare in giro in autostop, inventarsi un nuovo genere musicale e avere successo. O al limite aprire un negozio di jeans se proprio non voleva essere operaio o impiegato.
Adesso no: tutto è imbrigliato, definito, incasellato.
La mia generazione poteva andare in centro a Milano e parcheggiare dietro al Duomo per andare al cinema,
Ora entri gratis in centro solo se hai una elettrica che è comunque costosa più della media e paghi per parcheggiare in centro dove non ci sono più praticamente cinema o locali.
Però puoi diventare ecologista e andare in bicicletta.
Come il mio bisnonno. Mio nonno no, lui aveva già la 600.
I genitori permissivi, allora?
Forse non li vedo: io vedo genitori che ti dicono "non andare in cortile", "non fare questo", "non fare quell'altro"... i genitori sono sempre gli stessi, ancor più ansiosi nel momento in cui invece che 7 figli ne hanno uno solo e non hanno il tempo materiale, lavorando entrambi, di stargli dietro.
I figli sono soli, spesso, e quando va bene hanno i nonni.
La loro libertà è la mancanza degli adulti.
Ma questo c'è già da 30 anni.
 
Ultima modifica:

iosolo

Utente di lunga data
I miei genitori e i loro coetanei dicevano spesso "ti ci vorrebbe un po' di guerra" per dare la giusta dimensione alle cose.
In tutte le culture ci sono sempre state cerimonie di iniziazione che fanno paura, fanno correre rischi, ma fanno uscire consapevoli di potercela fare in tutte le situazioni difficili.
Negli ultimi anni sono stati tolti tutti gli ostacoli graduali che dovevano superare le generazioni precedenti. Nessun trauma deve colpire le tenere creatura, con il risultato che quando i traumi arrivano non li sanno sopportare. Inoltre in adolescenza è necessario mettersi alla prova. Se la società degli adulti non prevede nessuna prova, nessun ostacolo gli adolescenti se li inventano e, per la loro incapacità di valutazione, esibizionistici e pericolosi. Avete visto quelli che si fanno selfie appesi ai cornicioni? Non sarebbe stato meglio che avessero dovuto studiare latino e trovarsi in difficoltà perché impreparati?
Il più alto tasso di suicidi è in Giappone e in Corea paesi altamente competitivi. In quei paesi è proprio la competitizione e la grande aspettativa dei genitori a creare il vuoto nei figli.
Non credo sia quella la strada.
 

Brunetta

Utente di lunga data
In cosa non vedi dei limiti?
Io ne vedo parecchi.
La generazione dei miei genitori poteva andare a lavorare a 14 anni e avere un reddito in giovane età.
Questa deve studiare fino a tarda età e probabilmente faticherà a trovare un lavoro che fornisca reddito e in tanti casi dovrà studiare più lingue per proporsi sui mercati del lavoro all'estero.
La generazione degli anni 70 poteva reinventarsi il mondo, definendo nuovi parametri etici, partire con la tenda e fare campeggio libero o andare in giro in autostop, inventarsi un nuovo genere musicale e avere successo. O al limite aprire un negozio di jeans se proprio non voleva essere operaio o impiegato.
Adesso no: tutto è imbrigliato, definito, incasellato.
La mia generazione poteva andare in centro a Milano e parcheggiare dietro al Duomo per andare al cinema,
Ora entri gratis in centro solo se hai una elettrica che è comunque costosa più della media e paghi per parcheggiare in centro dove non ci sono più praticamente cinema o locali.
Però puoi diventare ecologista e andare in bicicletta.
Come il mio bisnonno. Mio nonno no, lui aveva già la 600.
I genitori permissivi, allora?
Forse non li vedo: io vedo genitori che ti dicono "non andare in cortile", "non fare questo", "non fare quell'altro"... i genitori sono sempre gli stessi, ancor più ansiosi nel momento in cui invece che 7 figli ne hanno uno solo e non hanno il tempo materiale, lavorando entrambi, di stargli dietro.
I figli sono soli, spesso, e quando va bene hanno i nonni.
La loro libertà è la mancanza degli adulti.
Ma questo c'è già da 30 anni.
Le proibizioni ansiose non sono limiti.
Come non è un limite stare in prigione, ma appunto prigionia.
I limiti sono confini certi entro i quali sperimentare e sperimentarsi. In questo ambiente definito dagli adulti come pericoloso bambini e adolescenti si muovono senza mai sapere fin dove possono spingersi perché le proibizioni dipendono dall'umore degli adulti e variano in base a alle onde delle bufale o dell'interesse dei genitori di farsi i fatti e loro e di non essere infastiditi. Per cui è vero che non li fanno andare in cortile, perché comporterebbe un impegno a definire i limiti e verificare che non vengano superati, però poi possono scorrazzare al ristorante, per lasciare liberi i genitori di chiacchierare o impegnarsi nel karaoke, senza che nessuno spieghi loro che la loro voglia di giocare d ve essere limitata dalla necessità di rispettare gli altri avventori.
 

Piperita

Sognatrice
Le proibizioni ansiose non sono limiti.
Come non è un limite stare in prigione, ma appunto prigionia.
I limiti sono confini certi entro i quali sperimentare e sperimentarsi. In questo ambiente definito dagli adulti come pericoloso bambini e adolescenti si muovono senza mai sapere fin dove possono spingersi perché le proibizioni dipendono dall'umore degli adulti e variano in base a alle onde delle bufale o dell'interesse dei genitori di farsi i fatti e loro e di non essere infastiditi. Per cui è vero che non li fanno andare in cortile, perché comporterebbe un impegno a definire i limiti e verificare che non vengano superati, però poi possono scorrazzare al ristorante, per lasciare liberi i genitori di chiacchierare o impegnarsi nel karaoke, senza che nessuno spieghi loro che la loro voglia di giocare d ve essere limitata dalla necessità di rispettare gli altri avventori.
Sono d'accordo. Stiamo sempre a correre e cerchiamo di semplificarci la vita il più possibile. Controllare i figli che giocano fuori, comporta fatica e perdita di tempo, meglio metterli seduti davanti alla play station.
Poi però ci chiediamo perché diventano ingestibili e deleghiamo...
 

Piperita

Sognatrice
C'era un film di Bresson, "Mouchette", anni fa.
In esso la giovane protagonista si suicidava, e lo spettatore ne intravedeva le ragioni nella mancata capacità della società di accogliere la ragazza, nei modelli parentali negativi, nell'ostilità degli adulti.
L'adolescenza è una fase difficile nella crescita di una persona e i modelli appresi nell'infanzia hanno il suo peso, così come i rapporti con i coetanei, la determinatezza dei valori di riferimento e tanti altri fattori che trovano spiegazione nel singolo caso, nell'individuo..
La mia generazione ha visto il suicidio di massa di un'ampia fetta di persona, attraverso la droga.
Io ricordo il suicidio di un mio amico, a 18 anni.
Ragazzo intelligente, stimato, gran lavoratore...
Dopo il liceo aveva interrotto gli studi per andare a lavorare, in una famiglia di docenti universitari.
Genitori anaffettivi, il peso di un modello che non riusciva a perseguire.
E chissà che altro. Fu per tutti noi una sorpresa, una brutta sorpresa.
Prima però non succedeva, non c'era tempo per pensare al suicidio, si doveva lavorare come muli per portare la pagnotta a casa. Da quando l'uomo ha iniziato ad avere più tempo per pensare, ha iniziato a crearsi falsi problemi.
 

danny

Utente di lunga data
Prima però non succedeva, non c'era tempo per pensare al suicidio, si doveva lavorare come muli per portare la pagnotta a casa. Da quando l'uomo ha iniziato ad avere più tempo per pensare, ha iniziato a crearsi falsi problemi.
Non proprio.
Il suicidio è sempre esistito nella storia dell'umanità.
Mouchette è un film tratto da un racconto di Bernanos degli anni 30.
Umberto D. narra un tentativo di suicidio di un anziano solo nell'immediato dopoguerra, periodo in cui proprio gli anziani cominciarono ad affollare le statistiche per tale ragione. Persona che mal riuscivano a superare la perdita di ruolo e la solitudine conseguente in una società in cambiamento.
I suicidi sono cresciuti con la crisi. Le statistiche parlano di un numero fino a 5 volte superiore alla media degli uomini sposati tra i maschi divorziati o vedovi che hanno superato la cinquantina, il doppio per le donne divorziate rispetto alla maritate nella fascia di età che va tra i 25 e i 44.
In aumento anche tra i teen ager.
Il benessere solitamente in Italia attenua i numeri dei suicidi, e tra i fattori che influenzano il benessere vi è anche, come ho detto, il matrimonio.
 
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Piperita

Sognatrice
Non proprio.
Il suicidio è sempre esistito nella storia dell'umanità.
Mouchette è un film tratto da un racconto di Bernanos degli anni 30.
Umberto D. narra un tentativo di suicidio di un anziano solo nell'immediato dopoguerra, periodo in cui proprio gli anziani cominciarono ad affollare le statistiche per tale ragione. Persona che mal riuscivano a superare la perdita di ruolo e la solitudine conseguente in una società in cambiamento.
I suicidi sono cresciuti con la crisi. Le statistiche parlano di un numero fino a 5 volte superiore alla media degli uomini sposati tra i maschi divorziati o vedovi che hanno superato la cinquantina, il doppio per le donne divorziate rispetto alla maritate nella fascia di età che va tra i 25 e i 44.
In aumento anche tra i teen ager.
Il benessere solitamente in Italia attenua i numeri dei suicidi, e tra i fattori che influenzano il benessere vi è anche, come ho detto, il matrimonio.
Perché consideri il matrimonio come stato di benessere per la persona?
Il benessere si può avere anche senza sposarsi e il suicidio di vedovi e divorziati lo vedo come un problema molto più profondo che riguarda l'animo umano e non la separazione in sè
 

danny

Utente di lunga data
Perché consideri il matrimonio come stato di benessere per la persona?
Il benessere si può avere anche senza sposarsi e il suicidio di vedovi e divorziati lo vedo come un problema molto più profondo che riguarda l'animo umano e non la separazione in sè
L'animo umano risente delle condizioni ambientali: una persona suscettibile di avere stati depressivi può essere profondamente influenzata da un fallimento aziendale, un divorzio o dalla perdita di un congiunto, in pratica da tutto quello che concorre a determinare il suo equilibrio.
L'utilizzo del termine "benessere" è una semplificazione lessicale, nel momento in cui lo uso secondo il significato del termine che indica "lo stato felice di salute, forze fisiche e morali".
Il matrimonio secondo le percentuali della statistica determina condizioni più favorevoli per una diminuzione delle tendenze suicide negli individui. Ciò è vero per i grandi numeri, ma può non esserlo nel singolo caso.
 

Piperita

Sognatrice
L'animo umano risente delle condizioni ambientali: una persona suscettibile di avere stati depressivi può essere profondamente influenzata da un fallimento aziendale, un divorzio o dalla perdita di un congiunto, in pratica da tutto quello che concorre a determinare il suo equilibrio.
L'utilizzo del termine "benessere" è una semplificazione lessicale, nel momento in cui lo uso secondo il significato del termine che indica "lo stato felice di salute, forze fisiche e morali".
Il matrimonio secondo le percentuali della statistica determina condizioni più favorevoli per una diminuzione delle tendenze suicide negli individui. Ciò è vero per i grandi numeri, ma può non esserlo nel singolo caso.
Più parlo con la gente e più mi rendo conto che in tantissimi hanno avuto o hanno stati depressivi. Tali stati sono aumentati proporzionalmente al benessere. Non ho mai sentito dire a mio nonno o a mia nonna che si sentivano depressi eppure ne avevano tutti i motivi avendo vissuto sia la prima che la seconda guerra mondiale.
 

Piperita

Sognatrice
Ho trovato questo video molto interessante..ma non riesco a postarlo:eek:


eccooo è quello sui Millennials...spiega il motivo per cui le nuove generazioni sono più fragili e hanno l'autostima più bassa

[video]https://www.facebook.com/insegnameglio/?hc_ref=NEWSFEED[/video]
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Più parlo con la gente e più mi rendo conto che in tantissimi hanno avuto o hanno stati depressivi. Tali stati sono aumentati proporzionalmente al benessere. Non ho mai sentito dire a mio nonno o a mia nonna che si sentivano depressi eppure ne avevano tutti i motivi avendo vissuto sia la prima che la seconda guerra mondiale.
Non esisteva la definizione di depressione come malattia psichiatrica, si parlava di stati di tristezza o di caratteri malinconici. Al limite si parlava di esaurimento nervoso.
Lo raccontava Sandra Mondaini che aveva una tendenza genetica alla depressione e figlia di un pittore che soffriva di depressione, morto suicida.
 

danny

Utente di lunga data
Più parlo con la gente e più mi rendo conto che in tantissimi hanno avuto o hanno stati depressivi. Tali stati sono aumentati proporzionalmente al benessere. Non ho mai sentito dire a mio nonno o a mia nonna che si sentivano depressi eppure ne avevano tutti i motivi avendo vissuto sia la prima che la seconda guerra mondiale.
Mio nonno si è suicidato a seguito di uno stato depressivo.
Idem sua sorella maggiore.
Le crisi depressive sono mediamente successive a periodi di stress vissuti da persone predisposte.
E ti assicuro che mio nonno non era benestante. Viveva in una casa popolare.
È probabile che siano aumentate le situazioni di stress in una società molto più incerta nei valori e irrisolta nei legami.
Si dice di Milano (Montale) che sia un conglomerato di solitudini, e questo potrebbe essersi accresciuto con il boom e la crescita della città.
In questo senso il benessere economico potrebbe avere influito.
Minori certezze, sempre meno punti fermi, stimolazioni continue a una maggiore competitività. Questi sono fattori di stress.
 
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Skorpio

Utente di lunga data
...

Prima però non succedeva, non c'era tempo per pensare al suicidio, si doveva lavorare come muli per portare la pagnotta a casa. Da quando l'uomo ha iniziato ad avere più tempo per pensare, ha iniziato a crearsi falsi problemi.
Io sono d'accordo con te

La mia mamma mi ha insegnato a suo tempo (a suo modo) che deprimersi richiede tempo e spazio, in poche parole è un lusso che c'è chi può permettersi e chi no.

E ad esempio io non me lo potevo permettere, punto.

Se hai un progetto da conseguire, tuo o imposto dalle situazioni, per veder più luce, non hai spazio x la depressione

Quella spesso arriva dopo, quando quel progetto lo hai conseguito , e scopri che tutto sommato è un'inculata, a livello di soddisfazione e appagamento

Chi vive senza progetto è quindi, secondo me, molto ma molto più esposto alla depressione
 
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