Prego.
Sono contento ti sia piaciuto.
Il fatto è che di musica per tutti i gusti ce ne sarebbe anche, teoricamente.
Il problema, piuttosto, è come poter fare della musica una professione, oggi.
Fino a qualche anno fa era consuetudine che cantanti e complessi presentassero album di inediti.
Il fatturato lo si faceva dalla vendita di dischi e dalle serate, la promozione le radio, i negozi, il prestito dei dischi etc.
Oggi dischi non se ne vendono e le serate... O sei la Pausini, oppure chi lavora, oggi, propone solo cover.
Se tu investi in un progetto - sala prove, registrazioni, strumenti, tempo - ti aspetti un ritorno, prima o poi.
Ma nessuno oggi, se sei un perfetto sconosciuto, ti fa fare serate di inediti. O perlomeno, non ti pagano per proporre inediti nei locali. Non ci viene nessuno, i locali non rischiano.
Una cazzo di cover band dei Queen ti riempie il locale. Un cantautore sconosciuto no.
Quindi il primo scoglio da superare resta questo.
Mi si parla dello strumento del crowdfunding, per dire, come ausilio. Perché in realtà se vuoi proporre qualcosa devi investirci tu, oggi. No, non lo fa il produttore, agli inizi. Non riesci a fare una gavetta con le serate, quindi, non trovi una motivazione a continuare dal riscontro col pubblico, non riesci a farti vedere, non trovi strumentisti adeguati, perché se lavorano professionalmente oggi preferiscono le cover band dove sanno di guadagnare e non te.
No, non funziona come con i Maneskin. Quelli sono un caso, unico quasi al giorno d'oggi, una band che fa roba vecchia e che viene promossa in maniera giusta. Ma anche loro hanno molte cover nel repertorio, eh. Quello facevano nei talent.
Quindi resta la musica più giovane, fatta con i loop e le basi (ancora più economica), che comunque attira i ragazzi che vogliono la LORO musica. La musica di oggi quindi è molto influenzata dai gusti degli adulti di oggi e dagli strumenti a disposizione.
Su Spotify sei tra milionate di proposte, ovvero sei nel fondo di un magazzino, altro che in vetrina. Quindi non guadagni nulla.