Basta essere d'accordo tutti e due, tutto si fa senza drammi, non ci piove.
Ma quando va manifestata questa comunità di intenti, fin dall'inizio del rapporto ?
La notazione mi sembra pertinente, direi verosimile che all'inizio ci si scelga sull'onda di attrazione reciproca forte, che comporta l'esclusività, nella stragrande maggioranza dei casi.
Quindi, il rapporto di coppia dovrebbe evolvere verso una forma "aperta" in una fase successiva, come una alternativa allo svolgimento ordinario, tradizionale, della relazione.
Già, perché andrebbe fatta salva la relazione tradizionale, se ci fosse qualcuno che non intende accettare la versione moderna che ipotizziamo, come sostiene
@Brunetta e convengo anche io.
Mi viene in mente quello che, parecchi anni fa, mi raccontava un diplomatico, della possibilità storica - in alcuni stati o territori particolari di stati (es. colonie) - di contrarre matrimoni a tempo.
Allora, freschi di innamoramento, ci si sposa o si stipula un patto di convivenza per, dico a caso, un periodo di 10 anni, con possibilità di disdetta (magari solo qualche mese prima della scadenza). Se uno dei due partner invia la disdetta accade che si rinegozia una nuova forma di relazione di coppia o ci si lascia, senza bisogno di andare dal giudice.
Semplice, pulito, senza recriminazioni (
"eh, tu mi avevi promesso fedeltà eterna, disonesto/a che sei"; "e no, caro/a, ho mandato la disdetta, non te ne sei ricordato/a (come sempre hai fatto degli anniversari) che stiamo insieme a tempo") nessun onere economico perché non c'è necessità di fare una causa.
Tutto si sa in anticipo ma si evita di partire già come coppia aperta, che pare decisamente poco elegante.