Ciao a tutti, sono qui per parlarvi della mia storia. Ringrazio in anticipo chi leggera e commenterà perché in questo momento sento di aver bisogno di parlare. Io ho 29 anni, lei 27, ci siamo conosciuti circa 7 anni fa, un colpo di fulmine. Per lei sono stato il suo primo ragazzo così come lei per me. Io impiegato, lei infermiera, due mondi molto diversi ma avevamo molte cose in comune. La cosa più importante, già dall'inizio, è stata una grande comunicazione, parlavamo molto e soprattutto ridevamo molto, non c'era quasi mai un momento in cui l'uno per l'altra non sapevamo cosa dirci. Mi sono innamorato fin da subito, un colpo di fulmine. Le esperienze insieme sono state tantissime, non si possono certamente contare. Siamo cresciuti insieme per un bel pezzo e tutto faceva presupporre ad una vita insieme. Io con un carattere molto solare ed estroverso, amante della socializzazione, dello stare in mezzo alle persone, ironico e divertente, sempre disponibile a dare una mano (a volte anche troppo), buono e sincero, riflessivo, un po' permaloso, non troppo geloso. Lei un po' più introversa, riservata ma simpatica e divertente e soprattutto intelligente ma spesso molto ansiosa. Meno propensa ai rapporti con amici perché preferiva stare più spesso a casa sola con me o comunque a fare attività senza coinvolgere altre persone amiche. Passa il tempo e ogni anno mi sembra di vivere una favola e così per lei. Per carità, ci sono stati alti e bassi in alcuni momenti come in tutte le coppie sopratutto i primi in cui entrambi dovevamo laurearci, trovare lavoro e stabilizzarci a livello economico ma tutto nella norma, o almeno credevo. Lei aveva un bellissimo rapporto con i miei genitori, sopratutto mia madre che la trattava come una figlia. Io al contrario con i loro genitori non avevo quasi rapporto, persone molto all'antica che non sopportavano il fatto di arrivare a casa tardi la sera, dormire fuori o comunque essere spesso in giro alla sera. Non mi hanno mai accettato come persona per via del fatto che non ero vicino a casa loro (abito a circa 20 km, non credo così grave), che avessi un tatuaggio e che non fossi molto cattolico (per loro bisognava andare a messa due volte la settimane ecc ecc). Lei con i suoi genitori aveva un rapporto disastroso, spesso non si parlavano in casa per settimane, non sopportava più di restare lì. Decidiamo l'anno scorso di andare a convivere e in poco tempo troviamo una bella casa vicino ai suoi in affitto. Firmiamo per bloccarla, siamo felici, non c'è nulla che mi fa pensare a quello che sto per scrivere ora. Fatto sta che due giorni dopo accade ciò che non avrei mai immaginato. Lei, senza motivo apparente, mi molla per messaggio una sera, di punto in bianco. Non me lo spiego, mi si gela il sangue nelle vene. Passa una settimana e non c'è modo di parlarle. Io sono distrutto, non riesco a capire perché si comporta così. Passa un'altra settimana e finalmente mi risponde ma solo per telefono...dice di essersi infatuata di un'altra persona e che non più prova per me l'amore. Le chiedo da quanto va avanti e mi dice che è una cosa successa pochi giorni prima.. Chiedi e richiedi ammette di avermi tradito .. Con un medico di 70 anni quasi.. Non riesco a credere a quello che sento.. Mi crolla il mondo addosso. Non voglio crederci ma ormai era successo. Chiudo i discorsi con lei ma poche settimane dopo mi ricontatta, mi implora e chiede un incontro, ovviamente non lucido e ancora attaccato a quello che eravamo insieme, pensando che si può sistemare in qualche modo, vado. Mi dice tutto, ogni parola mi fa male quanto una pugnalata. Non avevi mai pianto in vita mia ma li non reggo. Le chiedo tempo, devo pensare.. ma alla fine dopo qualche settimana torniamo a rivederci. Lo so che penserete che sono pazzo, ma le do una possibilità, voglio provare a perdonarla. Parliamo tanto.. Ore e ore di tutto quello che è successo. Dice che si sentiva trascurata da me, che pensava io potessi avere un altra persona quando non le ho dato mai motivo di ciò. Lavoravo solo molto e negli ultimi mesi facevo più straordinari anche per mettere da parte più soldi per la convivenza. Sono una persona molto razionale e riflessiva, mi prendo le mie colpe e intraprendo la strada del perdono. Voglio capirla, ha avuto un momento di completo blackout, voglio pensare sia così ma ormai il danno era fatto. Non avevo più fiducia in lei, mi aveva dimostrato immaturità. Fare quello che aveva fatto senza neanche nei mesi precedenti parlarmi dei problema che aveva, di cosa non le andava bene tra noi. Meritavo almeno il dialogo. Fatto sta che riprendiamo ad uscire, anche se forse troppo presto. Io continuo ad amarla sebbene mi aveva fatto molto male. Nel frattempo mi ero trasferito nella nuova casa insieme a lei con l'idea di conviverci (si, forse ero pazzo?). Cominciamo quindi a vivere insieme e tutto sembra andare bene. L'impatto della convivenza mette a dura prova ma da questo punto di vista devo dire avevamo raggiunto una bella armonia. Entrambi facevamo tutto come cucinare, lavare, stirare, a seconda di chi era a casa prima. Quando ero con lei ero felice, stavo bene, non pensavo a quello che era successo.. Il problema era quando ero solo, con i pensieri che andavano inevitabilmente li, a quell'episodio. Non eravamo più spensierati come prima, non c'era più la fiducia di un tempo sebbene io le stessi dando comunque fiducia avendo intrapreso il percorso del perdono. Non le ho mai fatto pesare nulla, anche quando litigavamo. Avevo deciso di accettare ed andare avanti. Le avevo parlato molto del fatto che era importante anche che lei stessa si perdonasse per quello che aveva fatto e che ci sarebbe voluto tempo. Parlavamo e piangevamo insieme, il nostro rapporto sembrava essersi evoluto. Ci amavamo più di prima, anche a livello sessuale c'era più passione come non mai. Fatto sta che poche settimane fa, una sera, dopo che avevo sistemato casa e cucinato mi scrive che avrebbe tardato dal lavoro perché doveva fermarsi con un collega medico per parlare della ex di questo (lavorava li da poco tempo e già tutta questa confidenza??). Inutile dire che mi salgono i dubbi, mi da fastidio e al suo ritorno gliene parlo. Sfocia tutto in discussione e alla fine le dico che forse sarebbe meglio lasciarsi (anche per vedere una sua reazione). Mi spiazza ancora una volta, dicendomi che ultimamente si era fatta varie domande e non sapeva più se mi amava e che c'era bisogno che ci separassimo un po'. Le dico che dopo una tale risposta non c'era motivo di andare avanti, mi aveva fatto male ancora una volta. Mi ha preso in giro ancora, sebbene due giorni prima mi avesse detto che mi amava alla follia e che avrebbe voluto tanto che ci sposassimo (pensate che follia). E d'un tratto non sa se mi ama? Ancora non me ne capacito. Ora ci sto molto male, sicuramente mi servirà molto tempo per riprendermi da questa cosa. Ma per voi, tutto questo è stato mai amore? Possibile che mi abbia preso in giro in questo modo ancora? Io mi sono fidato di nuovo e ora sono a pezzi. Scusate del lungo testo ma ho cercato di riassumere il più possibile.