Destra e sinistra secondo Bobbio
Norberto Bobbio - Destra e Sinistra / Ragioni e significati di una distinzione politica -
Donzelli Editore, Roma 2004 (quarta edizione accresciuta) - prima edizione 1994
di Guido Marenco
Il libro di Bobbio ebbe il merito di dare delucidazioni essenziali.
Parole chiave erano:
uguaglianza contro
disuguaglianza.
La sinistra era sempre stata per
l'uguaglianza di tutti gli uomini, non solo di fronte alla legge, ma anche di fronte al tema fondamentale della
distribuzione della ricchezza prodotta dal lavoro umano.
In certi casi, la sinistra più estrema aveva anche contestato la disuguaglianza naturale e biologica, asserendo che essa poteva essere superata, non trattandosi di vere differenze naturali, ma solo di differenze culturali.
In generale, la sinistra aveva spesso posto l'accento sull'obiettivo finale di
dare a ciascuno secondo i suoi bisogni (Marx), e non,
solo,
secondo i suoi meriti (indubbiamente diversi sia si riconosca il principio della diversità biologica, sia si tenda a ridimensionarlo).
Questo il tema centrale del VI capitolo, che era un po' il cuore del libro. «Il concetto di uguaglianza è relativo - scriveva Bobbio - non assoluto. E' relativo almeno a tre variabili di cui bisogna sempre tenere conto ogni qualvolta s'introduce il discorso sulla maggiore o minore desiderabilità, e/o sulla maggiore o minore attuabilità dell'idea di uguaglianza: a) i soggetti tra i quali si tratta di ripartire i beni o gli oneri; b) i beni o gli oneri da ripartire; c) il criterio in base al quale ripartirli.
In altre parole, nessun progetto di ripartizione può evitare di rispondere a queste tre domande: "Eguaglianza, sì, ma tra chi, in che cosa, in base a quale criterio?"
Combinando queste tre variabili, si possono ottenere, com'è facile immaginare, un numero enorme di tipi di ripartizione che possono tutte chiamarsi egualitarie, pur essendo diversissime tra loro. I soggetti possono essere tutti, molti o pochi, anche uno solo; i beni da distribuire possono essere diritti, vantaggi o facilitazioni economiche, posizioni di potere; i criteri possono essere il bisogno, il merito, la capacità, il rango, lo sforzo, e altri ancora, e al limite la mancanza di qualsiasi criterio, che caratterizza il principio massimamente egualitario, che propongo di chiamare "egualitarista": "A tutti la stessa cosa".»
http://digilander.libero.it/moses/dsbobbio.html