Un buon segno

Stato
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Mari'

Utente di lunga data
CONTI PUBBLICI

Napolitano rinuncia a aumento di stipendio
Quirinale restituisce al Tesoro oltre 15 milioni


Il capo dello Stato ha comunicato al ministrero dell'Economia e delle finanze di rinunciare, da quest'anno e fino alla scadenza del suo mandato, all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo. I risparmi del triennio 2011-2013 si aggiungono a quelli del periodo 2006-2011, pari a più di 56 milioni

ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rinuncia all'aumento dello stipendio. Il capo dello Stato ha comunicato al ministro dell'Economia e delle finanze di rinunciare, dal corrente anno e fino alla scadenza del suo mandato, all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo. La rivalutazione dell'assegno personale del capo dello Stato è prevista per legge, la numero 372 del 23 luglio 1985 secondo la quale "l'assegno personale del Presidente della Repubblica previsto dall'articolo 84, ultimo comma, della Costituzione" sia stabilito in 200 milioni di lire all'anno "da corrispondersi in dodici mensilità" e che venga "adeguato ogni anno in misura pari alla variazione accertata dall'Istat dell'indice dei prezzi al consumo registrata nell'anno precedente". Lo rende noto il sito internet 1 del Quirinale.

Alla vigilia dell'approvazione dei bilanci interni di Camera e Senato, che prevedono nuovi tagli alle spese dei Palazzi per i prossimi tre anni, anche il Quirinale stringe la cinghia. Oltre che dal blocco dello stipendio di Napolitano, risparmi per lo Stato arriveranno anche dalla riduzione delle pensioni del Quirinale: il capo dello Stato infatti ha firmato anche i decreti per l'applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni e per la riforma delle pensioni di anzianità. Si è così completata l'attuazione dei tagli del 5 e del 10% delle retribuzioni e delle pensioni,
del blocco delle progressioni automatiche e della riduzione delle spese per beni e servizi, previsti dalle manovre economiche di quest'anno e dell'anno scorso. Nei prossimi tre anni, quindi, il Colle restituirà al ministero dell'Economia 15.048.000 euro, nonchè 562.737 euro nell'anno 2014. Nessun taglio invece alla dotazione del capo dello Stato che, sempre la legge del 1985, stabilisce in 2.500 milioni di lire - anche questi adeguati di volta in volta all'inflazione - stanziati nello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro e corrisposti in dodici mensilità.

"Le suindicate restituzioni - si legge nella nota - si aggiungono ai risparmi realizzati nel periodo 2006-2011 - che ammontano complessivamente a 56.316.000 euro - per effetto dei provvedimenti di contenimento della spesa già adottati autonomamente nel medesimo periodo (blocco del turnover, soppressione del meccanismo di allineamento automatico delle retribuzioni a quelle del personale del senato, congelamento fino al 2013 degli importi tabellari degli stipendi e delle pensioni, riduzione dei compensi per il personale comandato e distaccato e di numerose indennità, contenimento degli straordinari, riduzione delle ferie, aumento dell'orario di lavoro e riorganizzazione amministrativa interna). Tali economie e aumenti di produttività, unitamente al contenimento dei pensionamenti anticipati per effetto della incisiva riforma delle pensioni di anzianità, hanno consentito - si legge ancora nel documento -, grazie ai risparmi realizzati, di bloccare fino al 2013 la dotazione a carico del bilancio dello stato al valore nominale del 2008 a fronte di una inflazione che da allora ha già raggiunto il 6,6% sulla base dell'indice dei prezzi al consumo".



(30 luglio 2011)
http://www.repubblica.it/politica/2...lla_fine_del_suo_mandato-19802627/?ref=HREA-1


Non vi pare? :)
 
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Napolitano rinuncia a aumento di stipendio
Quirinale restituisce al Tesoro oltre 15 milioni


Il capo dello Stato ha comunicato al ministrero dell'Economia e delle finanze di rinunciare, da quest'anno e fino alla scadenza del suo mandato, all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo. I risparmi del triennio 2011-2013 si aggiungono a quelli del periodo 2006-2011, pari a più di 56 milioni

ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rinuncia all'aumento dello stipendio. Il capo dello Stato ha comunicato al ministro dell'Economia e delle finanze di rinunciare, dal corrente anno e fino alla scadenza del suo mandato, all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo. La rivalutazione dell'assegno personale del capo dello Stato è prevista per legge, la numero 372 del 23 luglio 1985 secondo la quale "l'assegno personale del Presidente della Repubblica previsto dall'articolo 84, ultimo comma, della Costituzione" sia stabilito in 200 milioni di lire all'anno "da corrispondersi in dodici mensilità" e che venga "adeguato ogni anno in misura pari alla variazione accertata dall'Istat dell'indice dei prezzi al consumo registrata nell'anno precedente". Lo rende noto il sito internet 1 del Quirinale.

Alla vigilia dell'approvazione dei bilanci interni di Camera e Senato, che prevedono nuovi tagli alle spese dei Palazzi per i prossimi tre anni, anche il Quirinale stringe la cinghia. Oltre che dal blocco dello stipendio di Napolitano, risparmi per lo Stato arriveranno anche dalla riduzione delle pensioni del Quirinale: il capo dello Stato infatti ha firmato anche i decreti per l'applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni e per la riforma delle pensioni di anzianità. Si è così completata l'attuazione dei tagli del 5 e del 10% delle retribuzioni e delle pensioni,
del blocco delle progressioni automatiche e della riduzione delle spese per beni e servizi, previsti dalle manovre economiche di quest'anno e dell'anno scorso. Nei prossimi tre anni, quindi, il Colle restituirà al ministero dell'Economia 15.048.000 euro, nonchè 562.737 euro nell'anno 2014. Nessun taglio invece alla dotazione del capo dello Stato che, sempre la legge del 1985, stabilisce in 2.500 milioni di lire - anche questi adeguati di volta in volta all'inflazione - stanziati nello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro e corrisposti in dodici mensilità.

"Le suindicate restituzioni - si legge nella nota - si aggiungono ai risparmi realizzati nel periodo 2006-2011 - che ammontano complessivamente a 56.316.000 euro - per effetto dei provvedimenti di contenimento della spesa già adottati autonomamente nel medesimo periodo (blocco del turnover, soppressione del meccanismo di allineamento automatico delle retribuzioni a quelle del personale del senato, congelamento fino al 2013 degli importi tabellari degli stipendi e delle pensioni, riduzione dei compensi per il personale comandato e distaccato e di numerose indennità, contenimento degli straordinari, riduzione delle ferie, aumento dell'orario di lavoro e riorganizzazione amministrativa interna). Tali economie e aumenti di produttività, unitamente al contenimento dei pensionamenti anticipati per effetto della incisiva riforma delle pensioni di anzianità, hanno consentito - si legge ancora nel documento -, grazie ai risparmi realizzati, di bloccare fino al 2013 la dotazione a carico del bilancio dello stato al valore nominale del 2008 a fronte di una inflazione che da allora ha già raggiunto il 6,6% sulla base dell'indice dei prezzi al consumo".



(30 luglio 2011)
http://www.repubblica.it/politica/2...lla_fine_del_suo_mandato-19802627/?ref=HREA-1


Non vi pare? :)
per fortuna c'è ancora qualcuno per bene

anche il nostro Pisapia ha dato il buon esempio (e poi gira per Milano con i mezzi pubblici!)

http://milano.repubblica.it/cronaca...i_in_comune_partita_la_cura_pisapia-17562333/


Tagli ai bonus, dirigenti dimezzati
in Comune è partita la cura Pisapia
Nomine e linee programmatiche saranno rese note alla prima seduta della nuova giunta
Tabacci contro i conti in attivo presentati dalla Moratti: "Nessuna traccia nei documenti"
di ALESSIA GALLIONE

A Palazzo Marino parte l’era della «sobrietà». E i primi a lanciare un segnale in questa direzione saranno i componenti del nuovo staff di Giuliano Pisapia, che dovrebbero entrare in Comune proponendo di ridursi lo stipendio. Un’idea che il sindaco e i collaboratori studieranno (a cominciare da cifre e modalità) già a partire da domani, in vista della prima giunta di mercoledì: una riunione tecnica per far partire la macchina. Tra i punti all’ordine del giorno, infatti, ci sarà la discussione nei dettagli delle deleghe dei vari assessori (che verranno nominati formalmente in questi giorni) e l’approvazione delle linee programmatiche che Pisapia porterà poi in consiglio comunale per la seduta inaugurale.

Sei donne nella nuova giunta di Pisapia I volti e le schede dei nuovi assessori Gli instant-book con i tormentoni su Pisapia

Sul tavolo potrebbero già arrivare anche le nomine che comporranno il mosaico della squadra e che, in ogni caso, dovranno essere decise a brevissimo: da quella dello spin doctor della campagna elettorale Davide Corritore come direttore generale al ruolo di capo di gabinetto per Maurizio Baruffi, fino a Gianni Confalonieri destinato a prendere in mano la segreteria tecnica del sindaco. È un messaggio di attenzione ai costi, quello che inaugura la nuova era Pisapia. E che parte proprio dallo staff, che sta valutando l’ipotesi di limare i propri emolumenti rispetto a quelli passati. Non una presa di posizione «populista» — annotano in Comune — anche perché le figure in questione sono fondamentali per il funzionamento della macchina. Ma un nuovo approccio.

Un’idea che corre parallela a un’altra volontà: anche il numero (32) dei dirigenti esterni che Letizia Moratti assunse al suo arrivo non supereranno la metà. Più che dimezzati. Un “tetto” massimo imposto anche dall’interpretazione scrupolosa della Corte dei conti e dalla volontà di seguire un’altra promessa che il sindaco ha fatto in campagna elettorale: valorizzare al massimo le competenze interne al Comune. Un ragionamento analogo sarà fatto per i componenti dell’ufficio stampa, che verranno ridotti. Per il capitolo consulenze, invece, a Palazzo Marino aspettano ancora un “segnale” da Red Ronnie: il suo contratto scade il 31 luglio, ma dopo la sconfitta di Letizia Moratti nessuno l’ha più visto.

L’austerità è iniziata. La situazione dei bilanci ereditati dalla precedente amministrazione non è felice. Anzi. Con le entrate (a partire dagli oneri di urbanizzazione) in calo e l’incognita della vendita del 18 per cento della Serravalle che, se non andasse in porto, quest’anno potrebbe aprire una voragine da 140 milioni di euro. Il neoassessore al Bilancio, Bruno Tabacci, ha iniziato a studiare le carte, a cominciare dalle relazioni dei revisori dei conti. E quei 48 milioni di euro di saldo positivo in conto capitale di cui ha parlato Letizia Moratti, dice, «è un numero che non si trova in nessun documento». È proprio in una situazione di difficoltà economica che per Tabacci sarebbe utile la sua presenza in parlamento e, in particolare, in commissione Bilancio della Camera, là dove vengono prese decisioni fondamentali anche per le casse dei municipi. «Perché i bilanci dei Comuni — spiega — dipendono dai patti di stabilità».

A rinfocolare la polemica sul suo doppio incarico, però, è stato Stefano Zamponi (Idv): «Milano ha bisogno di un assessore a tempo pieno». Ma Tabacci, che spiega di voler lasciare il ruolo di capogruppo dell’Api, replica: «Non sono mai stato attaccato alle sedie, valuterò con il sindaco. Questo però è un problema di strumenti e converrebbe che mi chiedessero non solo di restare, ma di andare. Potrebbe essere una mossa abile rimanere in commissione Bilancio: è utile al Comune». In sua difesa si schiera l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, che considera «fuori luogo» le polemiche.


(12 giugno 2011) © RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Mari'

Utente di lunga data

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
La rinuncia è un'arma micidiale ... ora sono costretti tutti a seguirlo :rotfl:

E' un po' come la firma "Giovanni Paolo II, Vescovo". Qualcuno si è trovato in reale difficoltà di aggiungere la sua :mexican:
 
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