abebe
Utente di lunga data
Avendo raccontato come è finita la mia storia, mi sono reso conto che non è l'unico tradimento che ho ricevuto in vita mia né quello che mi è bruciato di più: lo realizzo solo ora.
Racconto questa storia, allora, alterandone un po' i dettagli per non renderla riconoscibile: la protagonista potrebbe capitare (o essere già capitata!
) su questo forum.
È successo tutto 3-4 anni fa. Eravamo un gruppetto di conoscenti riuniti da un motivo comune. C'era cordialità tra noi, ma nessuna confidenza.
Tranne con una ragazza: con lei piano piano si sviluppo confidenza, tanto che lei mi raccontò dettagli intimi della sua vita e viceversa io a lei della mia.
NB: c'era confidenza, non intimità.
Quello che io raccontavo a lei non era niente di che: solo miei pensieri intimi nonché un (bel) po' della vita con la mia ragazza di allora, che però era fuori da quel gruppo. Niente di trascendentale, però cose che comunque non avevo detto ad altri e che non volevo venissero dette ad altri.
Viceversa, la sua storia era ben diversa. Lei, incinta del compagno, lo stava tradendo con delle modalità che... vabbè... lasciamo perdere. Acconsentii a farle da sfogatoio, con un po' di fatica, anche perché conoscevo di vista lui e non meritava quel che stava subendo. Le condizioni, ovviamente, erano che tutto restasse estremamente confidenziale tra noi due. E anche era messo in chiaro fin dal primo giorno che io non approvavo il suo comportamento e questo era proprio quello che lei voleva: una voce critica, per vedere se riusciva a mettere un po' di ordine. Così me la vendette.
Bene.
Quello che successe è che dopo un anno di chiacchiere inconcludenti lei decise che quello che dicevo io non le stava bene e iniziò a parlare di me, di quello di me che io dicevo a lei, con qualcun altro del gruppo. Qualcuno me lo riferì. Mi sentii d'un tratto tanto violato quanto ricatapultato in un gioco di comunicazione che non avevo più visto dalle medie!
Una cosa sgradevolissima: mi sono sentito veramente umiliato e violato.
Non mi restò altro da fare che tagliare i contatti con lei e allontanarmi anche dal gruppo.
Racconto questo perché non ne avevo mai parlato con nessuno e mi rendo conto che avevo necessità di sputare fuori questo rospo in un modo o nell'altro, per poterlo digerire.
Racconto questa storia, allora, alterandone un po' i dettagli per non renderla riconoscibile: la protagonista potrebbe capitare (o essere già capitata!
È successo tutto 3-4 anni fa. Eravamo un gruppetto di conoscenti riuniti da un motivo comune. C'era cordialità tra noi, ma nessuna confidenza.
Tranne con una ragazza: con lei piano piano si sviluppo confidenza, tanto che lei mi raccontò dettagli intimi della sua vita e viceversa io a lei della mia.
NB: c'era confidenza, non intimità.
Quello che io raccontavo a lei non era niente di che: solo miei pensieri intimi nonché un (bel) po' della vita con la mia ragazza di allora, che però era fuori da quel gruppo. Niente di trascendentale, però cose che comunque non avevo detto ad altri e che non volevo venissero dette ad altri.
Viceversa, la sua storia era ben diversa. Lei, incinta del compagno, lo stava tradendo con delle modalità che... vabbè... lasciamo perdere. Acconsentii a farle da sfogatoio, con un po' di fatica, anche perché conoscevo di vista lui e non meritava quel che stava subendo. Le condizioni, ovviamente, erano che tutto restasse estremamente confidenziale tra noi due. E anche era messo in chiaro fin dal primo giorno che io non approvavo il suo comportamento e questo era proprio quello che lei voleva: una voce critica, per vedere se riusciva a mettere un po' di ordine. Così me la vendette.
Bene.
Quello che successe è che dopo un anno di chiacchiere inconcludenti lei decise che quello che dicevo io non le stava bene e iniziò a parlare di me, di quello di me che io dicevo a lei, con qualcun altro del gruppo. Qualcuno me lo riferì. Mi sentii d'un tratto tanto violato quanto ricatapultato in un gioco di comunicazione che non avevo più visto dalle medie!
Una cosa sgradevolissima: mi sono sentito veramente umiliato e violato.
Non mi restò altro da fare che tagliare i contatti con lei e allontanarmi anche dal gruppo.
Racconto questo perché non ne avevo mai parlato con nessuno e mi rendo conto che avevo necessità di sputare fuori questo rospo in un modo o nell'altro, per poterlo digerire.