Una famiglia felice

hammer

Utente di lunga data
Ma una può anche restare incinta... Per 1000 motivi.
Una signora sui 35 è andata con un compagno di classe di mia figlia ed è rimasta incinta.
Ovviamente si gestirà il bimbo da sola, ma forse era anche quello il suo obiettivo.
Qui però si sta discutendo di infanticidio.
Cose che succedono... un ragazzo stuprato suppongo.
 

Rebecca89

Sentire libera
Non faccio l’informatore medico-scientifico.
Ho visto per caso questo.
Un tempo si usava anche una dose massiccia di pillola anticoncezionale.
Anche se il fatto che le gravidanze sono state due, suggerisce che non si sia trattato di rapporti a rischio, ma una certa consuetudine.
E io non ti attaccavo mica, tante persone non lo sanno e ho solo aggiunto un altro tipo di contraccettivo di emergenza ad ampio raggio di protezione dove occorresse🙃
 

Rebecca89

Sentire libera
Qui scommetterei che lei si sia "accorta" della gravidanza ben oltre i 5 giorni dopo
Non te ne accorgi così facilmente, soprattutto se giochi al salto della quaglia. Basta una goccia. O banalmente un profilattico con un micro buco che pare abbia trattenuto tutto quello che doveva, ma poi sempre la goccia ti ha fregato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non te ne accorgi così facilmente, soprattutto se giochi al salto della quaglia. Basta una goccia. O banalmente un profilattico con un micro buco che pare abbia trattenuto tutto quello che doveva, ma poi sempre la goccia ti ha fregato.
La prima volta.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non te ne accorgi così facilmente, soprattutto se giochi al salto della quaglia. Basta una goccia. O banalmente un profilattico con un micro buco che pare abbia trattenuto tutto quello che doveva, ma poi sempre la goccia ti ha fregato.
Appunto che la pillola del giorno dopo qui serve a poco
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ah sì, nel caso specifico si parla tra l' altro di due gravidanze a distanza di due mesi.
Fonte amico urologo e 2 pediatri di fiducia, pare che un sacco di giovini uomini (ma non solo..) siano convinti di fare il salto della quaglia togliendolo una volta venuti o a metà orgasmo...
 

Rebecca89

Sentire libera
Ho seguito la cosa su quarto grado venerdì.
Una volta ha partorito in casa mentre i genitori dormivano.
L altra ha rotto le acque in presenza dei genitori ed ha attribuito la perdita cospicua di sangue ad un ciclo esagerato. Ed è andata a partorire in bagno. Le cose inquietanti della vicenda sono tante. Innanzitutto come abbia fatto a non fare un fiato durante il parto. Come abbia retto i dolori del fisico riuscendo ad affrontare un viaggio Intercontinentale, a dormire con il ragazzo la sera stessa (o quella dopo, non ricordo, ma comunque).
Credo se ne fottesse altamente di pensare al fatto che vista sarebbe potuto accadere di nuovo. Come se non le importasse di prestarci più attenzione le volte dopo.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Ho seguito la cosa su quarto grado venerdì.
Una volta ha partorito in casa mentre i genitori dormivano.
L altra ha rotto le acque in presenza dei genitori ed ha attribuito la perdita cospicua di sangue ad un ciclo esagerato. Ed è andata a partorire in bagno. Le cose inquietanti della vicenda sono tante. Innanzitutto come abbia fatto a non fare un fiato durante il parto. Come abbia retto i dolori del fisico riuscendo ad affrontare un viaggio Intercontinentale, a dormire con il ragazzo la sera stessa (o quella dopo, non ricordo, ma comunque).
Credo se ne fottesse altamente di pensare (banalmente ) al fatto che vista una volta poteva prestarci più attenzione le volte dopo.
La reazione giudicante è impulsiva.
Ma credo che qui si stia riflettendo.
Il problema, come negli altri casi di “famiglie normali“, definite perfette o felici dall’esterno, è che vi è una negazione della possibilità di un disturbo psichiatrico.
Questa ragazza, nelle specifico, ha eliminato ciò che interferiva con la vita normale, perfetta, felice.
Una ragazza benestante, con una coppia di genitori inserita nel contesto sociale, famiglia che le consente viaggi intercontinentali, lei fidanzata universitaria, solare, frequentante l’oratorio, babysitter dolce per guadagnare per le piccole spese, amiche con cui fare innocenti balletti da postare sui social, fidanzato compagno dalle elementari.
La descrizione di questa ragazza dà un senso di soffocamento a me.
Perché una vita così delineata viene considerata normale?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Hai notato la mamma del tizio? a me pare una disagiata e mi ha fatto pensare male sulla localizzazione del disagio
Quella poveretta ha un bar.
Vuole anticipare i pettegolezzi su eventi su cui non aveva controllo.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La reazione giudicante è impulsiva.
Ma credo che qui si stia riflettendo.
Il problema, come negli altri casi di “famiglie normali“, definite perfette o felici dall’esterno, è che vi è una negazione della possibilità di un disturbo psichiatrico.
Questa ragazza, nelle specifico, ha eliminato ciò che interferiva con la vita normale, perfetta, felice.
Una ragazza benestante, con una coppia di genitori inserita nel contesto sociale, famiglia che le consente viaggi intercontinentali, lei fidanzata universitaria, solare, frequentante l’oratorio, babysitter dolce per guadagnare per le piccole spese, amiche con cui fare innocenti balletti da postare sui social, fidanzato compagno dalle elementari.
La descrizione di questa ragazza dà un senso di soffocamento a me.
Perché una vita così delineata viene considerata normale?
Può essere, ma per arrivare a fare 2 (DICONSI DUE) robe del genere ti deve mancare un pezzo bello grosso di umanità, cazzo un rimorso di coscienza, non che vai dall'estetista il giorno dopo e a bere al bar come se niente fosse, eccheccazzo. Qui siamo ben oltre al narcisismo e alla mancanza di empatia, e siamo dalle parti di un Turetta o dell'altro idiota per cui hai aperto questa discussione
 

Brunetta

Utente di lunga data
Può essere, ma per arrivare a fare 2 (DICONSI DUE) robe del genere ti deve mancare un pezzo bello grosso di umanità, cazzo un rimorso di coscienza, non che vai dall'estetista il giorno dopo e a bere al bar come se niente fosse, eccheccazzo. Qui siamo ben oltre al narcisismo e alla mancanza di empatia, e siamo dalle parti di un Turetta o dell'altro idiota per cui hai aperto questa discussione
Infatti.
Siamo dalle parti della psicopatologia.
 

Rebecca89

Sentire libera
Si parla di dissociazione emotiva.


21 settembre 2024
"La ventiduenne di Traversetolo (Parma) accusata di duplice omicidio e occultamento di cadavere, ha vissuto una vita normale, dietro cui, però, se ne nascondeva un’altra parallela e oscura. Le ricerche su Internet su “come schiacciare la pancia per stimolare il parto” e persino “dopo quanto puzza un cadavere” mostrano una freddezza lucida.

...è uno di quei casi che solleva domande profondamente inquietanti sulla mente umana, sulla dissociazione emotiva e sulla capacità di pianificare un crimine con una razionalità apparentemente fredda e distaccata. Chiara, studentessa universitaria e baby-sitter amata, è oggi accusata di aver ucciso due neonati – i suoi figli – subito dopo il parto. E di averne poi occultato i corpi nel giardino di casa. Ciò che rende il caso ancora più sconvolgente è l’apparente serenità con cui la giovane ha gestito la sua vita quotidiana durante il periodo delle gravidanze e subito dopo gli omicidi. Che cosa aveva in mente Chiara Petrolini? Dal mio punto di vista, la sua storia rientra nei casi di dissociazione emotiva. È come se la ventiduenne avesse creato, nella sua mente, due realtà parallele: una in cui viveva la vita quotidiana, fatta di relazioni familiari e sociali, e un’altra, oscura e nascosta, in cui preparava il destino dei suoi figli senza che nessuno sospettasse di nulla. Almeno apparentemente. Una simile scissione mentale le ha permesso di agire con una calma agghiacciante: il giorno successivo al parto, è uscita con amici e familiari come se nulla fosse successo. Poi, a meno di ventiquattro ore dalla soppressione del secondo neonato, si è recata dall’estetista, ha fatto il giro dei locali con gli amici e ha mangiato la pizza con la nonna. Tutto questo mentre nel giardino di casa giacevano i corpi dei suoi due figli, sepolti sotto il prato. L'assenza di segni evidenti di disagio emotivo in pubblico è indicativa di una mente capace di "spegnere" le emozioni più disturbanti, consentendo alla ragazza di comportarsi come se fosse una qualsiasi altra ventenne impegnata nella propria vita sociale.

Obiettivamente tale separazione tra emozione e azione rende il caso Petrolini particolarmente complesso e non comprensibile ai più. Non siamo infatti di fronte ad un improvviso corto circuito della ragione. Chiara ha agito con estrema lucidità, premeditando ogni dettaglio del destino dei suoi figli. Ha scavato le fosse prima ancora di partorire, e ha condotto ricerche meticolose su internet su come nascondere la gravidanza e come occultare un cadavere. Le sue ricerche online includono domande inquietanti come “come nascondere la pancia in gravidanza”, “come indurre il travaglio”, “schiacciare la pancia per stimolare il parto”, fino a ricerche decisamente più macabre come “dopo quanto puzza un cadavere”. La sua pianificazione era metodica, sistemica e priva di emozioni evidenti. Nel recente interrogatorio, ha anche negato di fare o aver fatto uso di marijuana e alcol, ma le le ultime analisi e la visita ginecologica, hanno smentito anche questo.

Questa capacità di razionalizzare il crimine senza lasciarsi coinvolgere emotivamente è ciò che rende il caso Petrolini così complesso da comprendere. Siamo di fronte a una mente che, pur essendo dissociata emotivamente, rimane razionale e lucida. Non c’è stata improvvisazione: ogni gesto era calcolato nei minimi dettagli. Dopo aver partorito, Chiara ha tagliato il cordone ombelicale con delle forbici da cucina, causando il dissanguamento di uno dei due neonati. Ha seppellito i corpi dei suoi figli nel giardino di casa, avvolgendoli in un lenzuolo, e poi ha continuato a vivere la sua vita come se nulla fosse. È significativo che la famiglia di Chiara, il fidanzato e persino i suoi amici, fossero all’oscuro delle sue gravidanze. Non solo ha mantenuto segreta la sua condizione, ma ha anche continuato a vivere come se la maternità non la riguardasse. Ciò che emerge è una totale disconnessione con il sentimento materno. L'assenza di cure prenatali e la decisione di sopprimere i neonati fin dall'inizio suggeriscono che Chiara non li abbia mai visti come esseri umani da proteggere o amare. Non c’è stato, a quanto emerge, alcun legame affettivo, alcun desiderio di prendersi cura di loro. E qui entra in gioco una riflessione più ampia sulla maternità stessa.

Recenti studi americani, infatti, suggeriscono che l'istinto materno, inteso come una spinta innata e biologica verso la protezione e la cura del neonato, potrebbe non esistere nel senso tradizionale in cui lo intendiamo. Piuttosto, si parla di un sentimento materno, una costruzione emotiva che si sviluppa col tempo, attraverso l'interazione tra madre e bambino. Nel caso di Chiara Petrolini, sembra che questa costruzione non sia mai avvenuta. Non ci sono tracce di ricerche o azioni che suggeriscano un tentativo di salvare o proteggere i neonati. Al contrario, le sue azioni erano mirate unicamente alla loro soppressione, già pianificata durante il corso della gravidanza. Ogni ricerca, ogni gesto sembra funzionale a portare a termine un progetto che non prevedeva in alcun modo la vita dei suoi figli.

Chiara ha agito con estrema indifferenza, cercando di occultare i cadaveri e continuando a vivere una vita normale subito dopo.

Cosa ha spinto una giovane donna, apparentemente normale, a compiere atti così efferati? La risposta non è semplice e, certamente, non può essere ridotta a una questione di pura malvagità. Ci sono probabilmente una serie di fattori psicologici e sociali che hanno contribuito alla formazione della frattura tra l’emotività di Chiara e le sue azioni. Da un lato, la dissociazione emotiva può essere il risultato di traumi pregressi o di un contesto familiare e sociale che non ha saputo cogliere i segnali di disagio. Dall’altro, la capacità di agire con un distacco disarmante, pianificando con precisione ogni dettaglio, suggerisce una personalità complessa, in cui il totale disinteresse ha preso il sopravvento sulle emozioni. Cosa succede quando una mente giovane si frattura tra emozione e azione? Quali sono i segnali che una persona stia vivendo una dissociazione così profonda da permetterle di compiere atti così atroci? E soprattutto, come possiamo intervenire prima che tragedie come questa si verifichino?"

Domande non semplici.
 

Rebecca89

Sentire libera
A me quello che dà anche da pensare, è come abbia dato per certo che tutto andasse bene in primis a lei stessa. I tempi, le complicazioni. Per quanto tu possa cercare online come fare da te alcune cose da sola non puoi darle per scontate.
Cioè io ho fatto 18 ore di travaglio per finire con un cesareo. Mah.

Se ne è fregata anche di sé stessa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si parla di dissociazione emotiva.


21 settembre 2024
"La ventiduenne di Traversetolo (Parma) accusata di duplice omicidio e occultamento di cadavere, ha vissuto una vita normale, dietro cui, però, se ne nascondeva un’altra parallela e oscura. Le ricerche su Internet su “come schiacciare la pancia per stimolare il parto” e persino “dopo quanto puzza un cadavere” mostrano una freddezza lucida.

...è uno di quei casi che solleva domande profondamente inquietanti sulla mente umana, sulla dissociazione emotiva e sulla capacità di pianificare un crimine con una razionalità apparentemente fredda e distaccata. Chiara, studentessa universitaria e baby-sitter amata, è oggi accusata di aver ucciso due neonati – i suoi figli – subito dopo il parto. E di averne poi occultato i corpi nel giardino di casa. Ciò che rende il caso ancora più sconvolgente è l’apparente serenità con cui la giovane ha gestito la sua vita quotidiana durante il periodo delle gravidanze e subito dopo gli omicidi. Che cosa aveva in mente Chiara Petrolini? Dal mio punto di vista, la sua storia rientra nei casi di dissociazione emotiva. È come se la ventiduenne avesse creato, nella sua mente, due realtà parallele: una in cui viveva la vita quotidiana, fatta di relazioni familiari e sociali, e un’altra, oscura e nascosta, in cui preparava il destino dei suoi figli senza che nessuno sospettasse di nulla. Almeno apparentemente. Una simile scissione mentale le ha permesso di agire con una calma agghiacciante: il giorno successivo al parto, è uscita con amici e familiari come se nulla fosse successo. Poi, a meno di ventiquattro ore dalla soppressione del secondo neonato, si è recata dall’estetista, ha fatto il giro dei locali con gli amici e ha mangiato la pizza con la nonna. Tutto questo mentre nel giardino di casa giacevano i corpi dei suoi due figli, sepolti sotto il prato. L'assenza di segni evidenti di disagio emotivo in pubblico è indicativa di una mente capace di "spegnere" le emozioni più disturbanti, consentendo alla ragazza di comportarsi come se fosse una qualsiasi altra ventenne impegnata nella propria vita sociale.

Obiettivamente tale separazione tra emozione e azione rende il caso Petrolini particolarmente complesso e non comprensibile ai più. Non siamo infatti di fronte ad un improvviso corto circuito della ragione. Chiara ha agito con estrema lucidità, premeditando ogni dettaglio del destino dei suoi figli. Ha scavato le fosse prima ancora di partorire, e ha condotto ricerche meticolose su internet su come nascondere la gravidanza e come occultare un cadavere. Le sue ricerche online includono domande inquietanti come “come nascondere la pancia in gravidanza”, “come indurre il travaglio”, “schiacciare la pancia per stimolare il parto”, fino a ricerche decisamente più macabre come “dopo quanto puzza un cadavere”. La sua pianificazione era metodica, sistemica e priva di emozioni evidenti. Nel recente interrogatorio, ha anche negato di fare o aver fatto uso di marijuana e alcol, ma le le ultime analisi e la visita ginecologica, hanno smentito anche questo.

Questa capacità di razionalizzare il crimine senza lasciarsi coinvolgere emotivamente è ciò che rende il caso Petrolini così complesso da comprendere. Siamo di fronte a una mente che, pur essendo dissociata emotivamente, rimane razionale e lucida. Non c’è stata improvvisazione: ogni gesto era calcolato nei minimi dettagli. Dopo aver partorito, Chiara ha tagliato il cordone ombelicale con delle forbici da cucina, causando il dissanguamento di uno dei due neonati. Ha seppellito i corpi dei suoi figli nel giardino di casa, avvolgendoli in un lenzuolo, e poi ha continuato a vivere la sua vita come se nulla fosse. È significativo che la famiglia di Chiara, il fidanzato e persino i suoi amici, fossero all’oscuro delle sue gravidanze. Non solo ha mantenuto segreta la sua condizione, ma ha anche continuato a vivere come se la maternità non la riguardasse. Ciò che emerge è una totale disconnessione con il sentimento materno. L'assenza di cure prenatali e la decisione di sopprimere i neonati fin dall'inizio suggeriscono che Chiara non li abbia mai visti come esseri umani da proteggere o amare. Non c’è stato, a quanto emerge, alcun legame affettivo, alcun desiderio di prendersi cura di loro. E qui entra in gioco una riflessione più ampia sulla maternità stessa.

Recenti studi americani, infatti, suggeriscono che l'istinto materno, inteso come una spinta innata e biologica verso la protezione e la cura del neonato, potrebbe non esistere nel senso tradizionale in cui lo intendiamo. Piuttosto, si parla di un sentimento materno, una costruzione emotiva che si sviluppa col tempo, attraverso l'interazione tra madre e bambino. Nel caso di Chiara Petrolini, sembra che questa costruzione non sia mai avvenuta. Non ci sono tracce di ricerche o azioni che suggeriscano un tentativo di salvare o proteggere i neonati. Al contrario, le sue azioni erano mirate unicamente alla loro soppressione, già pianificata durante il corso della gravidanza. Ogni ricerca, ogni gesto sembra funzionale a portare a termine un progetto che non prevedeva in alcun modo la vita dei suoi figli.

Chiara ha agito con estrema indifferenza, cercando di occultare i cadaveri e continuando a vivere una vita normale subito dopo.

Cosa ha spinto una giovane donna, apparentemente normale, a compiere atti così efferati? La risposta non è semplice e, certamente, non può essere ridotta a una questione di pura malvagità. Ci sono probabilmente una serie di fattori psicologici e sociali che hanno contribuito alla formazione della frattura tra l’emotività di Chiara e le sue azioni. Da un lato, la dissociazione emotiva può essere il risultato di traumi pregressi o di un contesto familiare e sociale che non ha saputo cogliere i segnali di disagio. Dall’altro, la capacità di agire con un distacco disarmante, pianificando con precisione ogni dettaglio, suggerisce una personalità complessa, in cui il totale disinteresse ha preso il sopravvento sulle emozioni. Cosa succede quando una mente giovane si frattura tra emozione e azione? Quali sono i segnali che una persona stia vivendo una dissociazione così profonda da permetterle di compiere atti così atroci? E soprattutto, come possiamo intervenire prima che tragedie come questa si verifichino?"

Domande non semplici.
Non so chi abbia fatto questa accurata disamina psicologica che individua un problema psichiatrico che avevamo intuito tutti,
Ma non credo che sia una donna che ha avuto figli.
Molte donne sono estremamente riservate sul parto o sul dopo parto. Forse per non spaventare le non ancora mamme o perché dopo tutto viene rimosso.
Ma dopo il parto si hanno perdite che non sono come le mestruali, ma abbondantissime e che richiedono pannoloni che non stanno in mutande normali, infatti si usano particolari a rete per trattenerli. Come può una in queste condizioni andare a fare la ceretta? Come si può stare otto ore in aereo?
Solo per dirne due.
 

Brunetta

Utente di lunga data
A me quello che dà anche da pensare, è come abbia dato per certo che tutto andasse bene in primis a lei stessa. I tempi, le complicazioni. Per quanto tu possa cercare online come fare da te alcune cose da sola non puoi darle per scontate.
Cioè io ho fatto 18 ore di travaglio per finire con un cesareo. Mah.

Se ne è fregata anche di sé stessa.
È una forma di rimozione che viene chiamata scotomizzazione. In questo caso compatibile con una dissociazione di personalità.
Come se ci fosse stata la Chiara che era incinta e progettava di eliminare il problema con un senso di onnipotenza e di controllo che non prevedeva intoppi e la Chiara ragazza perfetta che va in vacanza con i genitori. Due persone diverse.
 

ologramma

Utente di lunga data
Non te ne accorgi così facilmente, soprattutto se giochi al salto della quaglia. Basta una goccia. O banalmente un profilattico con un micro buco che pare abbia trattenuto tutto quello che doveva, ma poi sempre la goccia ti ha fregato.
Se vede che io dopo il secondo figlio avevo 37 anni l'ho sempre attuata fino alla sua menopausa ,non ho avuto mai sta goccia biricchina ,quindi so stato bravo🤔 se sì che ho vinto?
 
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