La produzione è uno solo dei costi.
Ricerca, sviluppo, investimento sui macchinari, costi terreno, tassazione, qualità manodopera, marketing, distribuzione etc.
Pensa per esempio ai costi di un fabbricato industriale a norma in Italia, del terreno su sui sorge.
Ci sono stati, anche europei, in cui questi costi sono irrisori e hanno magari anche operato per anni con incentivie per attrarre le industrie.
Penso per esempio ai paesi dell'Est: facevano e fanno ancora ponti d'oro per attrarre la produzione.
Ovviamente l'imprenditore se si trova la possibilità di abbattere alcuni costi per poter aver capitale da destinare ad altri e risultare più competitivo lo fa. Oramai la stragrande maggioranza degli acquisti sono rivolti ad aziende che operano su diversi mercati, non può esistere un'imprenditoria che guarda al singolo stato. Se compri da Zara, compri per esempio da un marchio diffuso in tutto il mondo e pertanto disposto a cercare le migliori condizioni sul mercato globale per il proprio prodotto.
Poi il prezzo finale dipende anche dal posizionamento del marchio.
Io però avevo detto un'altra cosa. Parlavo della salvaguardia dell'occupazione in questo paese. Dallo smantellamento delle partecipazioni statali in poi è iniziato il declino.
Abbiamo perso l'identità nazionale se siamo diventati Terra di conquista da parte di francesi americani ecc .non ultima la vicenda della seconda azienda produttrice dell'acciaio in Europa,acquistata dagli indiani per appropriarsi del portafoglio clienti e poi chiudere a Taranto.
Che lo stesso Marchionne dicesse che non era più interessato a produrre in Italia è cosa nota; su €100 diceva che uno proveniva dall'Italia. È chiaro che è giunto a quel punto del saccheggio non vi sia più interesse per la produzione nazionale,e non si può nemmeno giustificare col fatto di conquistare i mercati internazionali, che si può fare ugualmente mantenendo però lo zoccolo duro della produzione in questo paese come avviene per francesi tedeschi e tutti quelli che hanno dei governi con le palle. Tanto per dire i benefici vanno tutti all'azienda, mentre sacrifici a chi ha subito il ridimensionamento, Come ripeto è avvenuto in Italia. Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro.
Poi è un fatto che l'imprenditore cerca di fare esclusivamente i fatti propri.
Se la politica non governa o quantomeno condiziona l'economia, questi sono i risultati.
In Italia mancano gli Enrico Mattei,Olivetti Adriano, e altri imprenditori illuminati che avevano comunque a cuore anche l'identificazione del proprio operato col proprio paese.
Purtroppo oggi imperversa la figura dell'imprenditore finanziere alla Ernesto preatoni....