precisazioni
dunque.. premetto che un post è per forza di cose sintetico e quindi, molto probabilmente, non sempre riesce ad esprimere la tensione morale causata/causante un dato comportamento.
matteo, dei miei post hai colto solo parte. nonostante ciò, ci tengo a chiarire i punti che hai sottolineato.
1- Ciao nemesi, due anni fa in questo stesso periodo, mi sono trovata nella stessa situazione. Ma dall’altra parte.
Vivevo con il mio compagno da quasi cinque anni....
Un bel giorno, ho cominciato a fantasticare sul come sarebbe stato con degli altri, il giorno dopo l’ho messo in pratica.
ciò che ho scritto, dovrebbe descrivere la fase di declino di un amore e di un rapporto di coppia. questa fase di declino (per definizione), ha generato in me atteggiamenti contrastanti con quanto avveniva nella fase d'innammoramento.
mi spiego meglio: per me è sintomatico vivere i sentimenti in modo totalitario, non pensare ad altri. se un bel giorno conosco una persona per la quale provo interesse, curiosità.. significa che, da parte mia, qualcosa è cambiato. nel rapporto, intendo. ed il provare queste emozioni, è un atto del tutto INCONTROLLATO: non decidi se ti piace o meno un altro, te ne rendi solo conto e ne prendi atto. da qui, poi, una serie di riflessioni...
2- E dato che non avevo il coraggio per affrontare il mio ex schiettamente, di persona, mi sono (più o meno consapevolmente) comportata in modo tale che fosse lui a lasciare me.
ho tralasciato in questo primo post (ma l'ho chiarito nei successivi) che, nonostante gli abbia parlato (anche piuttosto spesso, ti dirò!) TEMEVO DI FARLO SOFFRIRE, TEMEVO DI NON FARE LA COSA GIUSTA. PER LUI ED ANCHE PER ME (ti ricordo che siamo tutti esseri umani, con delle prerogative nei nostri stessi confronti). nel momento in cui parlare non risolveva niente (lo guardavo negli occhi ed era peggio), ho cercato di farglielo capire, in maniera più o meno esplicita (dipende dai punti di vista). esempio: se oggi smetto di fare dei progetti a lunga scadenza con questa persona e glie ne parlo, è sintomatico; se smetto di scoXXre con questa persona, è sintomatico; se da un momento all'altro preferisco la compagnia degli amici a quella di questa persona, è sintomatico!
matteo, a me pare che tralasci un dato fondamentale: col mio ex, ci sono stata circa 5 anni. in 5 anni assieme, una persona la conosci almeno discretamente, per forza di cose! in 5 anni, vengono fuori molteplici sfaccettature di una persona: impari a conoscerla, a capirla, ad interpretarla. per questo motivo, secondo me, i segnali che ho lanciato erano piuttosto espliciti.
3- in quel periodo, ero circondata da persone che tradivano costantemente e convintamente. da un lato, hai l'uomo della tua vita. dall'altro, le tue storie..i tuoi sfizi. bhè.. (dura ammetterlo!)per un pò è stato così anche per me.
come ti ho scritto al punto 1, il fatto di provare interesse sessuale per altri, è per me sintomatico. ma all'epoca, non lo sapevo: la storia col mio ex è cominciata nei primissimi anni di università, ed io non provenivo da storie lunghe e/o significative che avrebbero potuto permettermi di capire QUESTO ASPETTO DI ME STESSA. insomma, non conoscevo la peculiarità (per me) di quest'aspetto.
ribadisco che non considero gli altri dei mezzi per autosperimentarmi.
d'altra parte è innegabile che più esperienze fai (in qualsiasi ambito), più ti conosci.
il mio termine di paragone erano le persone che mi circondavano.
in questo momento, considero quello che ho fatto PURA IPOCRISIA (perché stare con te, se i miei "sifzi" me li levo con un altro??? non ha senso!!!).
in quel momento, non mi conoscevo abbastanza per arrivare a questo tipo di riflessione.
4- per fargli capire che le cose non andavano, ho cercato di parlargli. in primis.
una volta, gli ho detto di non essere più innammorata di lui. ma guardarlo negli occhi tristi, poi, mi spezzava il cuore. e così, è passato altro tempo...
anche qui, ti riporto a quello che ho scritto al punto 1: io ti parlo (più volte), ti dico di non essere innammorata di te. questo, nel bene e/o nel male, scatena in te una reazione. ebbene, nel mio ex, non è scattato l'orgoglio, né la smania d'impegnarCI per tentare di risolvere quanto stava accadendo, né altro...
era triste e mi guardava con i suoi occhi tristi.
MA IL GIORNO DOPO, ERA TUTTO COME SEMPRE, NON C'ERA STATA UNA PRESA DI POSIZIONE RISPETTO A QUESTA COSA.
ADESSO, GIUDICAMI PURE UNA DEBOLE, UN'INDECISA...
MA CALATI NEL MOMENTO: GUARDARE NEGLI OCCHI UNA PERSONA, DIRGLI CHE NON L'AMI è DIFFICILE DI PER Sé, VORRESTI FARLO NELLA MANIERA PIù INDOLORE POSSIBILE.
IL GIORNO DOPO, è COME SE NON AVESSI PARLATO AFFATTO, MA CI RIPROVI, LO FAI PER UN Pò.
E L'ANTIFONA è SEMPRE LA STESSA. CHE FAI??
CAMBI METODO, SPERANDO CHE SIA PIù EFFICACE DEL PRECEDENTE, PUR RIMENENDO POCO DOLOROSO PER ENTRAMBI.
e qui, entra in gioco l'argomento della sintomaticità.
se parlarsi è una forma di comunicazione INEFFICACE, diventa necessario comunicare in altro modo. e qui, entra in gioco la CONOSCENZA (indubbia) che si ha l'uno dell'altro. ed in 5 anni, è innegabile che la si debba (almeno un pò) comprendere.
5- io non ho pensato una sola volta di sposare il mio ex (anche questo è sintomatico?), siamo stati sempre e solo (solo??!) fidanzati (è un parolone anche questo!!!)..
un rapporto ha una propria importanza, una propria TENSIONE MORALE al di là di un impegno sociale, quale può essere il matrimonio o un figlio.
ho sempre considerato il rapporto col mio ex, valevole almeno quanto un matrimonio.
vero, non c'erano 6.000 euro di divorzio (con la consensuale) da affrontare, nè un eventuale discorso sui figli. MA QUESTE, SONO QUESTIONI PRATICHE, CHE NIENTE HANNO A CHE VEDERE CON L'AFFETTO CHE SI PUò PROVARE NEI CONFRONTI DI UN ALTRO.
l'ho già scritto..: gli volevo bene. e, come dice trottolino, SI PUò VOLER BENE PUR NON ESSENDO PIù INNAMMORATI!!!
se fosse stato il mio ex marito, avrei provato per lui le stesse cose...
6- non credo a chi dice frasi del tipo: "ho difficoltà a separarmi per i bambini", "sono sposato ed affronto la crisi diversamente"..: sono frasi comodiste esattamente come (penso sia stato) il mio comportamento.
mi ripeto: penso che i DOVERI SOCIALI siano delle mere QUESTIONI PRATICHE.
le reali difficoltà che s'incontrano, sono dovute al FAR SOFFRIRE UNA PERSONA ALLA QUALE VUOI BENE, MA DI CUI NON SEI PIù INNAMMORATO.
quando ho dovuto affrontare questo, ho provato a mettermi più volte dall'altra parte ed a pensare cos'avrei reputato giusto a mia volta...
matteo, la soluzione non c'è. se un amore non è più ricambiato, soffri e basta.
certo, il modus operandi conta, ed anche tanto.
ma non sempre, nella vita, si è così lucidi da RIUSCIRE A RAZIONALIZZARE tutto quello che ci passa per la testa, che vediamo, facciamo ogni giorno.
a volte, sono le azioni più banali quelle a cui non facciamo caso.
quali sono state le mie pecche???
aspettare due anni prima di chiudere il rapporto, sarebbe stato più giusto per entrambi; tradirlo mentre ero ancora con lui, piuttosto sarebbe stato meglio mettere fine al rapporto; stancarmi di parlare con lui, di comunicare in QUEL MODO, nonostante le SUE evidenze; non prendere tutte le precauzioni necessarie affinché mi vedesse con l'altro...
eppure, mi piacerebbe riflettere su un punto...
dopo che il mio ex mi ha vista con l'altro (la scena è durata un pò, non ci siamo accorti di essere guardati), ha spostato il proprio rancore su lui, e non su me. mi ha imposto di non vedere l'altro, in alcun termine. che si aspettava che l'altro (si conoscono) sarebbe stato scorretto nei suoi confronti.
matteo, quello che il mio ex ha visto, è stato un bacio. sentito. non ha visto del sesso-senza-nient'altro.
eppure, continuava a pensare che la causa della nostra rottura fosse l'altro, non noi.
prova a riflettere anche su questo, ricordando che le ragioni (o i torti) non sono mai così netti...