Tebe
Egocentrica non in incognito
La stazione di Monza è un brutto posto. Come tutte le stazioni, direte voi. Si. Cioè. No.
Quella è proprio brutta. Ma tutta quella linea ferroviaria fa cagare. Tanto da mettere la sicurezza sui treni dopo un certo orario. Tipo coprifuoco.
IIn questa stazione ci vive stabilmente un gruppo di persone che non so se sia legato da parentele di sangue, certo è che si comportano come una famiglia.
Mi sembrano di etnia rom, ma non ci giurerei.
C è la "madre", un donnine enorme dai capelli grigi raccolti a coda e la pelle scura e abbronzata, che alla vista sembra incredibilmente liscia. Ha sempre qualcosa da fare. Rammenda seduta sulla panchina. Fa l inventario nellansala d attesa delle sue borse...
Vicino a lei c è sempre un uomo, che fuma come una ciminiera. È magro, con i capelli bianchi pure lui, e sulla sedia a rotelle.
Spesso ci soni anche due ragazzi giovani. O altre persone che dopo qualche giorno spariscono.
In giornate come queste, lei porta lui e la sedia, fuori dalla stazione, dove c è un parchetto pieno di alberi e deliziato da una costante brezzolina.
In inverno invece sono in stazione, denteo. E lui quasi scompare sotto la montagna di coperte che lei gli mette addosso.
Ogni tanto litigano, soprattutto quando ai loro piedi ci sono alcuni cartoni di vino vuoti, e si sentono le loro urla fino al binario più lontano.
Ma.
Giorno dopo giorno sono sempre li.
A dispetto di tutto.
Quella è proprio brutta. Ma tutta quella linea ferroviaria fa cagare. Tanto da mettere la sicurezza sui treni dopo un certo orario. Tipo coprifuoco.
IIn questa stazione ci vive stabilmente un gruppo di persone che non so se sia legato da parentele di sangue, certo è che si comportano come una famiglia.
Mi sembrano di etnia rom, ma non ci giurerei.
C è la "madre", un donnine enorme dai capelli grigi raccolti a coda e la pelle scura e abbronzata, che alla vista sembra incredibilmente liscia. Ha sempre qualcosa da fare. Rammenda seduta sulla panchina. Fa l inventario nellansala d attesa delle sue borse...
Vicino a lei c è sempre un uomo, che fuma come una ciminiera. È magro, con i capelli bianchi pure lui, e sulla sedia a rotelle.
Spesso ci soni anche due ragazzi giovani. O altre persone che dopo qualche giorno spariscono.
In giornate come queste, lei porta lui e la sedia, fuori dalla stazione, dove c è un parchetto pieno di alberi e deliziato da una costante brezzolina.
In inverno invece sono in stazione, denteo. E lui quasi scompare sotto la montagna di coperte che lei gli mette addosso.
Ogni tanto litigano, soprattutto quando ai loro piedi ci sono alcuni cartoni di vino vuoti, e si sentono le loro urla fino al binario più lontano.
Ma.
Giorno dopo giorno sono sempre li.
A dispetto di tutto.