Non capisco nemmeno il suoLo spiega la Soncini.
Ma sai come vivo io il cinema
Non capisco nemmeno il suoLo spiega la Soncini.
Continuiamo così… facciamoci del male!Non capisco nemmeno il suo
Ma sai come vivo io il cinema
Si una cultura comune analfabeta.Veramente io e la Soncini dicevamo il contrario. La televisione è stata l’elemento decisivo per costruire una cultura comune, insieme e più della scuola.
Oh bravo!Si una cultura comune analfabeta.
La RAI non è mai stata la BBC e gli Angela, padre e figlio, sono eccezioni luminose.
Comunque ho capito cosa tu e la Soncini intendete.
In realtà siamo sorpresi di scoprire che moltissima gente, dalle nebbiose campagne della Padania rurale alla Sicilia centrale, passando dai ghetti urbani, non ha minimamente il nostro stesso "vissuto" ne di vita ne culturale.
Parliamo di milioni di persone che hanno vissuto vite diverse in diverse dimensioni spazio temporali, magari alle prese con problemi che noi possiamo soltanto immaginare.
Io ho visto Via col Vento, e anche rivisto a pezzi per caso (nel senso che mi è capitato di trovarlo in onda quando era già iniziato senza sapere fosse in programma) però come argomento di conversazione...Io aggiungerei mille altre cose che ho ben chiaro che erano argomenti di conversazione a scuola e con gli amici.
Eppure constato da anni, con lo stesso stupore, che con tante persone non condivido queste conoscenze.
Quindi?Oh bravo!
La Soncini parla di coetanei e di pari appartenenza sociale.
Parla lei, e pure io, di persone cresciute con la televisione in casa, una televisione generalista che “non dava scampo.”
L’ignoranza diffusa è arrivata dopo, con la proliferazione delle televisioni e oggi con mille piattaforme.
Ho scritto nel primo post che capisco bene che ci siano strati di popolazione che non vivevano in quel contesto piccolo borghese.
Ma non è che si debba conversare su nulla. Si conversa prevalentemente sulla attualità o su cose di interesse pratico, comune o no.Io ho visto Via col Vento, e anche rivisto a pezzi per caso (nel senso che mi è capitato di trovarlo in onda quando era già iniziato senza sapere fosse in programma) però come argomento di conversazione...
Probabilmente a scuola è diverso, ma credo siano pochi gli ambienti di lavoro dove si parla di cultura. Mi ritengo fortunata perchè in uno ho lavorato, dico fortunata perchè ho visto che possono esistere realtà di questo tipo, ma le ritengo rarissime.
In un ambiente di lavoro si entra in un micro-contesto. Adesso con le nuove tecnologie è sempre più ampio un contesto di "cottimo", anche in ambienti di ufficio, voglio dire che non rimane spazio per chiacchere (ne culturali ne di pettegolezzi). E poi ci sono smartphone, che chiunque prende in mano per viaggiare altrove e lontano con la mente, per contatti con parenti o amici o altro. Specialmente le donne che hanno figli basta un secondo e schizzano altrove (comprensibile sia ben chiaro), sia mentalmente che a volte fisicamente (se possono corrono per passare un poco di tempo con i figli, magari anche in contesti gestiti dalla scuola).
Mi sembra manchino queste considerazioni, dando per scontato del tempo per far chiacchiera.
Segui il post successivo.Quindi?![]()
Non ho visto la miniserie sugli 883.Ma non è che si debba conversare su nulla. Si conversa prevalentemente sulla attualità o su cose di interesse pratico, comune o no.
La mancanza di un terreno comune limita le relazioni, anche di amicizia, ma so benissimo che le giovani generazioni hanno divers riferimenti.
Ma riferimenti li abbiamo tutti.
Sui social, ma pure qui vi sono stati più thread, spopolano le collezioni di esperienze anni ottanta, con un misto di critiche e nostalgia.
Recentemente ha avuto un grande successo su Sky la miniserie sugli 883. Questo perché non era solo sugli 883, ma su quegli anni in cui tanti si riconoscono.
Non si sente il bisogno di condividere una storia comune?
Questa canzone non si riferisce a una cultura condivisa?
Gli Anni
Stessa storia, stesso posto, stesso bar
Stessa gente che vien dentro consuma, poi va
Non lo so che faccio qui
Esco un po' e vedo i fari dell'auto che mi
Guardano e sembrano chiedermi chi cerchiamo noi
Gli anni d'oro del grande Real
Gli anni di Happy Days e di Ralph Malph
Gli anni delle immense compagnie
Gli anni in motorino, sempre in due
Gli anni di "Che belli erano i film"
Gli anni dei Roy Rogers come jeans
Gli anni di "Qualsiasi cosa fai"
Gli anni del "Tranquillo, siam qui noi, siamo qui noi"
Stessa storia, stesso posto, stesso bar
Una coppia che conosco, c'avrà la mia età
Come va? Salutano
Così io vedo le fedi alle dita di due
Che porco giuda potrei essere io qualche anno fa
Gli anni d'oro del grande Real
Gli anni di Happy Days e di Ralph Malph
Gli anni delle immense compagnie
Gli anni in motorino, sempre in due
Gli anni di "Che belli erano i film"
Gli anni dei Roy Rogers come jeans
Gli anni di "Qualsiasi cosa fai"
Gli anni del "Tranquillo, siam qui noi, siamo qui noi"
Stessa storia, stesso posto, stesso bar
Stan quasi chiudendo, poi me ne andrò a casa mia
Solo lei davanti a me
Cosa vuoi? Il tempo passa per tutti lo sai
Nessuno indietro lo riporterà, neppure noi
Gli anni d'oro del grande Real
Gli anni di Happy Days e di Ralph Malph
Gli anni delle immense compagnie
Gli anni in motorino, sempre in due
Gli anni di "Che belli erano i film"
Gli anni dei Roy Rogers come jeans
Gli anni di "Qualsiasi cosa fai"
Gli anni del "Tranquillo, siam qui noi, siamo qui noi"
Però se tu dici che vai al concerto di Biagio o del Liga e ti dicono che non sanno chi siano, non resti basita?Io non capisco lo stupore
L'ho visto e non l'ho più rivisto se non alcuni spezzoni
Ognuno ha i propri gusti, mi stupisco di più quando un film non mi è piaciuto e sento di gente entusiasta
Ma il romanzo Il Gattopardo si studia a scuola e uno di 55 che fa l’attore non ha mai guardato il film di Visconti? Sì è un problema.Non ho visto la miniserie sugli 883.
Non capisco cosa vuoi dire con cultura condivisa. Quel gran gnocco di Kim Rossi Stuart (gnocco dei suoi anni giovani) faceva nuoto, lavorava... non mi ricordo più i dettagli ma, appunto perchè i miei ormoni quando lo vedevano dicevano evviva! evviva!, le sue interviste da ragazza le leggevo, e dubito il suo percorso di vita sia stato pari a quello della Soncini. Non capisco il senso di chiedersi come sia possibile non abbia letto il Gattopardo.
Lei a 20 anni sapeva chi era Sid Vicious? Non che sia importante sai (era solo un tossico del cazzo alla fine), non il valore culturale sia pare ad libro come il Gattopardo, ma comunque pure i Sex Pistols nel passare del tempo, hanno il loro pezzettino nella storia.
Ecco ti sei risposta da sola.Ma il romanzo Il Gattopardo si studia a scuola e uno di 55 che fa l’attore non ha mai guardato il film di Visconti? Sì è un problema.
Tra l’altro credo che non sia vero, ma una dichiarazione per non essere costretto a fare il confronto, tra l’altro improponibile per gli scopi diversi, con un modello che ha proprio costruito un immaginario.
Così come dubito fortemente che prima di girare Gli anni più belli, Muccino non abbia parlato agli attori di C’eravamo tanto amati di Scola.
Certo che sa cos’era il movimento punk, anche musicalmente, come lo so io, pure se mi fa schifo.
Adesso pongo un’altra domanda.
Le mie nonneQuali sono le cose e i personaggi, di qualsiasi ambito, che ritenete che siano parte essenziale della cultura italiana?
Pertini?
L’urlo di Tardelli?
La Carrà?
Le tue nonne non sono patrimonio comune.Ecco ti sei risposta da sola.
Kim Rossi Stuart per quel che ricordo io, non era il bello "vuoto".
Le mie nonne![]()
Non ho capito.Ecco ti sei risposta da sola.
Kim Rossi Stuart per quel che ricordo io, non era il bello "vuoto".
Le mie nonne![]()
eh ma sai... ci ho pensato l’altro giorno quando mi hanno dato della pacifista del cazzo.Le tue nonne non sono patrimonio comune.
Tu non stai parlando di cultura popolare, anche se le canzoni della nonna lo erano.eh ma sai... ci ho pensato l’altro giorno quando mi hanno dato della pacifista del cazzo.
Una delle mie due nonne, quella che ha meno parlato dei racconti di guerra, cantava... cantava canzoni di guerra. Sapeva tutte le canzoni.
Non cantava per farmi giocare, ne per altro. Ma a volte cantava. E quando cantava guardava un punto nella stanza, dove non c’era niente. Non sorrideva e non aveva neppure uno sguardo triste. Il suo sguardo era austero, tipo quello che si immagina di un soldato. Io da piccola era parecchio dispettosa con le nonne, volevo giocare e basta. Ma quando lei cantava mi fermavo e ascoltavo e la guardavo.
Ero troppo piccola per fare domande, per saper cogliere cosa significasse guardare punti vuoti. Ma qualcosa è passato comunque. Quel qualcosa non ha parole per essere descritto. Non so se si capisce. E’ oltre qualsiasi parola.
it.wikipedia.org
Questo è una conseguenza negativa.ciao a tutti,
un po' datato come documentario e forse non troppo in tema, ma sicuramente parla del rapporto degli italiani con la TV
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Videocracy - Basta apparire - Wikipedia
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Lo disse anche Umberto Eco se non ricordo male nella fenomenologia su Mike Bongiorno.Veramente io e la Soncini dicevamo il contrario. La televisione è stata l’elemento decisivo per costruire una cultura comune, insieme e più della scuola.