Vs. esperienza- a chi-purtoppo-ha subito

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Fabry

Utente di lunga data
no non parlavo in tribunale..
questa persona lavora in un posto definito no?
magari ci tiene alla sua carriera..all'opinione delle persone con cui lavora...
ecco io agirei li'///
prima di tutto mi fornirei di uno di quei registratorini tascabili...la mia borsa e' sempre capiente...
e visto che mi piace reiterare i discorsi...lo farei una volta di piu' e registrerei le sue rispostine da figl'endrocchia...
e poi vediamo con chi si permette di fare il bastardo....
Dimentichi la legge sulla privacy, quelle registrazioni non hanno nessun valore, anzi se le facesse ascoltare anche ad un amico e la cosa venisse a galla potrebbe venir denunciata.

Billy ne deve venire fuori in modo legale e al più presto possibile.
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Dimentichi la legge sulla privacy, quelle registrazioni non hanno nessun valore, anzi se le facesse ascoltare anche ad un amico e la cosa venisse a galla potrebbe venir denunciata.

Billy ne deve venire fuori in modo legale e al più presto possibile.
Fabrizio sono esempi di come una persona puo' reagire alla violenza psicologica e fisica..se vuole.
i metodi sono infiniti .
io la registrazione la farei e gliela farei ascoltare ( una copia). giusto per far capire che se tu sei senza scrupoli lo sono anche io...

ma io me ne sarei andata da anni
 

Fabry

Utente di lunga data
Fabrizio sono esempi di come una persona puo' reagire alla violenza psicologica e fisica..se vuole.
i metodi sono infiniti .
io la registrazione la farei e gliela farei ascoltare ( una copia). giusto per far capire che se tu sei senza scrupoli lo sono anche io...

ma io me ne sarei andata da anni
Quella è l'unica soluzione in certi casi.:up:
 

Nausicaa

sfdcef
Fabrizio sono esempi di come una persona puo' reagire alla violenza psicologica e fisica..se vuole.
i metodi sono infiniti .
io la registrazione la farei e gliela farei ascoltare ( una copia). giusto per far capire che se tu sei senza scrupoli lo sono anche io...

ma io me ne sarei andata da anni

Quante storie ho ascoltato in cui mi dicevo "ah io non tollererei... io farei... io direi..."
Quando ci sei dentro, è un'altra cosa.

Che poi, non è che certe storie iniziano che al primo appuntamento, ti arriva un ceffone e l'ingiunzione di tacere.
E' un lento crescendo in cui ti trovi a sopportare sempre un poco di più, perdendo alla fine la sensazione di cose è troppo, e di cosa è normale...
 
H

Hallogoodbye

Guest
Quante storie ho ascoltato in cui mi dicevo "ah io non tollererei... io farei... io direi..."
Quando ci sei dentro, è un'altra cosa.

Che poi, non è che certe storie iniziano che al primo appuntamento, ti arriva un ceffone e l'ingiunzione di tacere.
E' un lento crescendo in cui ti trovi a sopportare sempre un poco di più, perdendo alla fine la sensazione di cose è troppo, e di cosa è normale...
Questo è molto vero.
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Quante storie ho ascoltato in cui mi dicevo "ah io non tollererei... io farei... io direi..."
Quando ci sei dentro, è un'altra cosa.

Che poi, non è che certe storie iniziano che al primo appuntamento, ti arriva un ceffone e l'ingiunzione di tacere.
E' un lento crescendo in cui ti trovi a sopportare sempre un poco di più, perdendo alla fine la sensazione di cose è troppo, e di cosa è normale...
no perdonami
ma queste situazioni si creano quando la donna e' succube per motivi ben precisi.
alla prima che capita una deve mandare l'uomo in questione a quel paese.PUNTO.
 

Fabry

Utente di lunga data
Quante storie ho ascoltato in cui mi dicevo "ah io non tollererei... io farei... io direi..."
Quando ci sei dentro, è un'altra cosa.

Che poi, non è che certe storie iniziano che al primo appuntamento, ti arriva un ceffone e l'ingiunzione di tacere.
E' un lento crescendo in cui ti trovi a sopportare sempre un poco di più, perdendo alla fine la sensazione di cose è troppo, e di cosa è normale...
Concordo, altrimenti non si spiegherebbe che moltissime donne finiscono al ps più volte, con lesioni sempre più gravi e non hanno il coraggio di denunciare.
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Concordo, altrimenti non si spiegherebbe che moltissime donne finiscono al ps più volte, con lesioni sempre più gravi e non hanno il coraggio di denunciare.
si spiega col fatto che sono donne che non pongono un limite.
il limite lo poni se ce l'hai dentro.
e' una danza che si balla in due quella della vittima e del carnefice.
 

Nausicaa

sfdcef
si spiega col fatto che sono donne che non pongono un limite.
il limite lo poni se ce l'hai dentro.
e' una danza che si balla in due quella della vittima e del carnefice.

Scusa Dere, eri tu che raccontavi che eri stata per molto tempo in una storia che alla fine ti faceva male, e che uscirne è stato per te difficilissimo?
E' la stessa cosa... il limite ce l'hai, ma lo sposti, perchè pensi che ne valga la pena... fino a che perdi ogni punto di riferimento.
Aggiungi poi la vergogna, la paura...
Certe situazioni ti tolgono la forza di volontà, il rispetto di te stessa, la stessa speranza in un qualcosa di diverso.

Sì in un certo senso è una danza che si balla in due, ma non alla pari...
 

Fabry

Utente di lunga data
si spiega col fatto che sono donne che non pongono un limite.
il limite lo poni se ce l'hai dentro.
e' una danza che si balla in due quella della vittima e del carnefice.

Una sorta di sindrome di Stoccolma, cavolo però per molte di esse significa la distruzione totale, possibile che non lo capiscano?

Ci rinuncio ammetto la mia inadeguatezza.:(
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Scusa Dere, eri tu che raccontavi che eri stata per molto tempo in una storia che alla fine ti faceva male, e che uscirne è stato per te difficilissimo?
E' la stessa cosa... il limite ce l'hai, ma lo sposti, perchè pensi che ne valga la pena... fino a che perdi ogni punto di riferimento.
Aggiungi poi la vergogna, la paura...
Certe situazioni ti tolgono la forza di volontà, il rispetto di te stessa, la stessa speranza in un qualcosa di diverso.

Sì in un certo senso è una danza che si balla in due, ma non alla pari...
il paragone e' lo stesso.
siamo d'accordo. sto dicendo proprio quello.dipende da noi.
in questo caso c'e' di mezzo violenza fisica.
e' una cosa enormemente differente. a volte questi uomini arrivano ad uccidere agli estremi...
quindi in questo caso ancor di piu' una donna deve rendersi conto che tutto dipendende da lei.
e farsi aiutare laddove necessario.
io non arriverei a farmi picchiare ripetutamente. e' una cosa che sento e sai perche'? perche' ho uno spirito di sopravvivenza altissimo. sono estremamente vendicativa se necessario. e tiro calci nelle palle se necessario. a sorpresa. unito al fatto che io posso fare del male a me stessa. ma non permetto facilmente ad un altro di farmene :) se sto male e' perche' lo voglio io...quindi mi pongo sempre UN LIMITE
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Una sorta di sindrome di Stoccolma, cavolo però per molte di esse significa la distruzione totale, possibile che non lo capiscano?

Ci rinuncio ammetto la mia inadeguatezza.:(
non lo capiscono consciamente...e' lo stesso teatrino di cui parlavo tempo fa...solo che qui c'e' di mezzo la salute..
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Una sorta di sindrome di Stoccolma, cavolo però per molte di esse significa la distruzione totale, possibile che non lo capiscano?

Ci rinuncio ammetto la mia inadeguatezza.:(
Fabry leggi qui

[h=2]Legame affettivo sano in contrapposizione alla dipendenza affettiva morbosa[/h]
e su internet
"
Dipendenza affettiva
La dipendenza è un fenomeno tipico della specie umana e non è di per sé un comportamento patologico, osservando un neonato riscontriamo la sua dipendenza dalle figure adulte , per lui di riferimento nella sua quotidianità. Secondo Bowlby le interazioni tra madre e bambino ( che iniziano già durante la gravidanza, e che vanno dall’abbraccio allo scambio di sguardi, alla nutrizione, alla consolazione ecc ) strutturano ciò che viene definito sistema di attaccamento, il sistema che guida ( anche nella vita adulta) le interazioni e gli scambi relazionali affettivi.
Anche secondo Winnicot , in una situazione ottimale, l’obbiettivo di una buona crescita psicologica si prepara, “ già nel secondo anno di vita, quando il bambino impara a giocare da solo, alla presenza della mamma o del papà impegnati in altro. Da questo atto di autonomia, confortato dalla presenza delle persone per lui più rassicuranti, il bambino comincia ad acquistare col tempo la fiducia in se stesso che gli sarà sempre più necessaria man mano che crescerà”.
In amore , nei legami amicali e sociali esiste sempre un grado di dipendenza che è indissolubile dal sentimento stesso che proviamo per un’altra persona , in questo caso si parla di attaccamento affettivo e non di dipendenza affettiva.
E’ importante precisare: “Che in una relazione , è normale, in particolare, durante la fase dell’innamoramento,un certo grado di dipendenza, rappresentato dal desiderio di fondersi con l’altro, ma questo desiderio funzionale, con lo stabilizzarsi della relazione, tende a sparire. Nella dipendenza affettiva, invece, il desiderio funzionale perdura inalterato nel tempo.
Il dipendente affettivo dedica completamente tutto se stesso all’altro al fine di perseguire esclusivamente il suo benessere, escludendo il proprio, come avviene in una relazione sana. I dipendenti affettivi, solitamente donne, nell’amore vedono la risoluzione dei propri problemi, che spesso hanno origini profonde: vuoti affettivi dell’infanzia, generalmente, in queste situazioni ,il partner assume il ruolo di salvatore egli diventa lo scopo della loro esistenza, la sua assenza anche temporanea da la sensazione al soggetto di non esistere.
Chi è affetto da dipendenza affettiva non riesce a cogliere e a beneficiare dell’amore nella sua profondità ed intimità, il più delle volte, a causa della paura della separazione , della solitudine si tende a negare i propri bisogni, ci si “ maschera” replicando antichi copioni passati, gli stessi che hanno ostacolato la propria crescita personale.
Quali sono le principali cause all’origine della dipendenza affettiva?
Le cause, sono da ricercare ,in particolari dinamiche familiari, che hanno portato la persona dipendente a costruirsi un’immagine di SE’ come di persona inadeguata, indegna di essere amata, dove il termometro dell’autostima è nella capacità di sacrificarsi per la persona amata. Una caratteristica fondamentale è il concetto di chi siano le figure di attaccamento, di dove le si possa trovare, e di come ci si può aspettare che reagiscono. Analogamente , nel modello operativo del SE’ che ciascuno si costruisce fondamentale è il concetto di quanto si sia accettabili o inaccettabili agli occhi delle figure di attaccamento. Quando il bambino non ha la certezza che la madre ( figura di attaccamento) sia disponibile a rispondere ad una richiesta di aiuto, quando risponde solo ad alcune richieste emozionali,ad altre, invece, lo scoraggia, allora il bambino fonderà la sua identità in virtù delle risposte favorevoli disconoscendo gli altri aspetti di sé, con la conseguente causa di una formazione di un Sé non integrato ed instabile. L’esplorazione del mondo che lo circonda diventa incerta, esitante, caratterizzata da ansia, egli sarà incline ad angoscia di separazione. Questo stile di attaccamento è innescato, come si è detto prima, da una figura che è disponibile solo in alcune occasioni ma non in altre, e da soventi separazioni, se non addirittura da minacce di abbandono, usate come mezzo coercitivo.
Bowlby fa l’esempio di alcune madri che da bambine avevano subito maltrattamenti, queste tenderanno ad instaurare meno interazione con i loro bambini. Soprattutto, essendo vissute nella minaccia e nella conseguente paura di essere abbandonate dai genitori, avranno sviluppato l’angoscia di essere poi abbandonate dal futuro compagno e considereranno, poi, la violenza fisica come modello naturale che trasferiranno in eredità alla propria discendenza.
Sulla struttura di questi modelli complementari l’individuo basa le sue previsioni di quanto le sue figure di attaccamento potranno essere accessibili e responsabili se egli si rivolgerà a loro per aiuto.
Sono persone che riescono a tollerare tradimenti o anche violenze da parte del partner perché senza di lui o lei si sentirebbero completamente persi.
Svariati studi hanno evidenziato chi da adulto è dipendente d’affetto, da bambino ha ricevuto continui messaggi da parte dei propri genitori, di non essere degno di amore e di attenzioni, molto spesso questi bambini sono cresciuti troppo in fretta prendendosi cura dei propri genitori imparando così che l’unico modo per ottenere amore è quello di sacrificarsi per l’altro, questi studi hanno sottolineato che l’infanzia di chi soffre di dipendenza affettiva è stata avvolta da carenza affettiva che da adulti si cerca di colmare e compensare con atteggiamenti iperprotettivi e controllanti nei confronti del partner.
Le donne dipendenti attuano comportamenti protettivi nei confronti del partner, rivestendo ruoli di confidente, mamma o infermiera, in base alle necessità. La donna tende a mettere da parte i propri bisogni nel rapporto di coppia e nella situazione conflittuale soffoca la rabbia, la rimuove o la dirige contro se stessa, manifestandolo spesso senso di colpa. Dietro tutto questo c’è sempre la paura che il partner possa abbandonarla.
L’uomo dipendente, invece, è più facile che mascheri il proprio bisogno d’affetto proiettandolo fuori di sé,investendo gran parte delle energie nel lavoro, impegnandosi in hobby e sport, o comportandosi in maniera protettiva.
Coloro che sono affetti da dipendenza affettiva hanno vissuto nell’infanzia la totale assenza di sperimentare una sensazione di sicurezza generando il bisogno nell’età adulta di controllare l’altro, nascondendo tale bisogno dietro un’apparente tendenza all’aiuto.
 

Nausicaa

sfdcef
Grazie per il bellissimo articolo.
 

dererumnatura

Utente di lunga data
Grazie per il bellissimo articolo.
bello eh?
per quanto mi riguarda il punto su cui lavorare e' questo:
molto spesso questi bambini sono cresciuti troppo in fretta prendendosi cura dei propri genitori imparando così che l’unico modo per ottenere amore è quello di sacrificarsi per l’altro, questi studi hanno sottolineato che l’infanzia di chi soffre di dipendenza affettiva è stata avvolta da carenza affettiva che da adulti si cerca di colmare e compensare con atteggiamenti iperprotettivi e controllanti nei confronti del partner.
 

Fabry

Utente di lunga data
Ho letto, grazie Dere.:up:
 

Sole

Escluso
In amore , nei legami amicali e sociali esiste sempre un grado di dipendenza che è indissolubile dal sentimento stesso che proviamo per un’altra persona , in questo caso si parla di attaccamento affettivo e non di dipendenza affettiva.
E’ importante precisare: “Che in una relazione , è normale, in particolare, durante la fase dell’innamoramento,un certo grado di dipendenza, rappresentato dal desiderio di fondersi con l’altro, ma questo desiderio funzionale, con lo stabilizzarsi della relazione, tende a sparire. Nella dipendenza affettiva, invece, il desiderio funzionale perdura inalterato nel tempo.
Chi ha bisogno di fondersi con l'altro tende a ricercare legami morbosi. La violenza e la rabbia sono legami forti, dai quali è difficile liberarsi.
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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