Con la premessa che condivido il tuo grassetto (e vedo che questa paura del "nulla" la fa da padrona in molte persone che rimangono infelicemente sposate), vorrei però aggiungere la mia perplessità per le espressioni "assolutiste" che sto leggendo da diversi qui dentro. Vorrei dire che non esistono scelte comode - scomode, facili - difficili, dolorose - leggere e piacevoli. C'è il positivo e il negativo in ognuna delle 2 possibili scelte, non esiste una scelta "ideale", se esistesse.... nessuno starebbe qui dentro a scrivere: gli sposati non starebbero a tormentarsi nelle difficoltà, i separati non starebbero a soffrire di solitudine e quant'altro.No. Affatto. Puntare di nuovo sulla stessa scommessa è puntare sul cavallo che conosci, molto semplicemente. Anzi, meglio ancora, è puntare sul cavallo che magari prima pensavi di conoscere, ed adesso CONOSCI DAVVERO. E' una puntata che in qualsiasi scommettificio (o come chiamano quei così dove si scommette) pagherebbero una MISERIA, e chissà perchè. Invece l'insondabile, lo sconosciuto, la possibilità di non trovare NIENTE ALTRO è molto più difficlie da valutare, ponderare e, in genere, spaventa. Non è realmente difficile capirlo, ma comprendo che per chi ha fatto tutt'altra scelta sentirsi dire che ha fatto la cosa più semplice, ed anche meno coraggiosa, possa suonare come un insulto. Ma io non ti sto insultando, non parlo di te, quindi stai buona perchè so bene di che ragiono.
Credo che le situazioni più tristi siano quelle "ferme" da troppo tempo. Una crisi dovrebbe evolvere e portare, nel giro di un tempo ragionevole, ad un cambiamento, mentre vedo che spesso questo non accade, non necessariamente per colpa, a volte per impossibilità o incapacità.
Penso che l'infelicità più grande stia in queste interminabili paludi dalle quali non si riesce a uscire.