MillePensieri
Utente di lunga data
Sto un po' meglio, grazie. Ho solo bisogno di altro tempo per far lavorare il cervello in solitudine.mi sembra che oggi si sia dormicchiato un pò tutti.....tu come stai Mille?![]()
Sto un po' meglio, grazie. Ho solo bisogno di altro tempo per far lavorare il cervello in solitudine.mi sembra che oggi si sia dormicchiato un pò tutti.....tu come stai Mille?![]()
honeyè una domanda a cui non c'è risposta fin quando non si manifesti![]()
Se la luce è buona, potresti metterci delle piante. E occuparti di loro. E vedere come loro ti ricompensano.La stanza del bambino mancato è tornata a chiamarmi insistentemente, un'attrazione che pensavo di aver scacciato definitivamente tre mesi fa, quando l'ho chiusa a chiave dopo averci trascorso intere notti in preda alla disperazione.
Di giorno non andava molto meglio, ho fissato spesso la porta di quella cameretta rivivendo i miei incubi horror come se fossero ricordi, non deliri notturni. Questo è stato uno dei tanti motivi per cui a luglio sono partita, stavo impazzendo.
Al mio ritorno l'ossessione ha lasciato il posto ad un'indifferenza forzata che è stata alimentata anche dallo stato larvale del mio lui.
Ieri ho deciso di rimetterci piede dopo quattro giorni di disagio crescente, temevo di crollare ancora, ma non sono più stata travolta dalla soffocante sensazione di dolore che ricordo ancora così bene. Mi hanno accolta solo il buio e la polvere dell'unico posto in cui il mio forse-compagno non è potuto entrare per pulire.
Tutte le cose che avevo lanciato contro i muri o scaraventato a terra erano ancora là dove le avevo lasciate, dopo qualche ora di lavoro ho finito di sistemare i colori, i pennelli e il resto del materiale ancora integro dentro a degli scatoloni, mentre ho fatto a pezzi le bozze per non avere la tentazione di riguardarle in futuro. In pratica ho eliminato le ultime testimonianze del mio pazzo progetto di fare un dipinto su parete, un piccolo gesto d'amore che mi aveva riempita di gioia.
Che strano scriverne.
È stata dura, ho pianto come se mi stessi strappando qualcosa da dentro, una sensazione orribile che mi ha lasciata stranamente più leggera, ma non vuota. Ora sto meglio anche se non saprei spiegarmi esattamente il perché.
Comunque, quella camera non può restare così, sarebbe come mantenere aperto uno spiraglio su una cosa che mi fa troppo male ricordare. Prima di sistemare la mansarda la usavo come studio per lavorare a casa, adesso sarebbe troppo deprimente passarci le giornate.
Potrebbe diventare una libreria per radunare tutti i libri sparsi in giro o bho...non lo so, ci devo pensare.
Sfoglierò cataloghi e girerò per negozi, tanto per fare qualcosa di costruttivo.
Bella idea.Se la luce è buona, potresti metterci delle piante. E occuparti di loro. E vedere come loro ti ricompensano.
Bella idea.
Riempirla di vita è sicuramente meglio che buttarci dentro chili di carta.
Bella idea.
Riempirla di vita è sicuramente meglio che buttarci dentro chili di carta.
si si, amo leggere....se è scritta la carta è sacra....e tutte e due?libri e piante?
Sei proprio un bel personaggio tu...
facci qualcosa di gioioso.si si, amo leggere.
è l'idea di avere una stanza piena di soli libri a non entusiasmarmi, troppo seria, mi piace averli intorno per tutta la casa.
ecco, l'idea di avere un angolo di lettura verde non mi dispiace per niente.
questo è un bel compromesso, sempre che stare lì non sia troppo pesante.
bho non so, è un'idea che mi è venuta ieri dopo aver pulito tutto.
voglio usare tutto quello spazio, non ha senso lasciarlo vuoto.
Come ho scritto male la risposta che hai quotato, ecco cosa succede quando faccio venti cose insieme e non rileggo. :unhappy:facci qualcosa di gioioso.
hai qualche hobby?
hai colmato il vuoto che la crescita e nascita di un bambino, anche se mancato, lascia nella tua anima. ti sei ripreso questa energia e le ferite sono guarite. rimangono le cicatrici e ricordi, ma tornano la serenità e felicità. hai riconquistato la tua integrità, che ora ti serve per ... lo shoppingLa stanza del bambino mancato è tornata a chiamarmi insistentemente, un'attrazione che pensavo di aver scacciato definitivamente tre mesi fa, quando l'ho chiusa a chiave dopo averci trascorso intere notti in preda alla disperazione.
Di giorno non andava molto meglio, ho fissato spesso la porta di quella cameretta rivivendo i miei incubi horror come se fossero ricordi, non deliri notturni. Questo è stato uno dei tanti motivi per cui a luglio sono partita, stavo impazzendo.
Al mio ritorno l'ossessione ha lasciato il posto ad un'indifferenza forzata che è stata alimentata anche dallo stato larvale del mio lui.
Ieri ho deciso di rimetterci piede dopo quattro giorni di disagio crescente, temevo di crollare ancora, ma non sono più stata travolta dalla soffocante sensazione di dolore che ricordo ancora così bene. Mi hanno accolta solo il buio e la polvere dell'unico posto in cui il mio forse-compagno non è potuto entrare per pulire.
Tutte le cose che avevo lanciato contro i muri o scaraventato a terra erano ancora là dove le avevo lasciate, dopo qualche ora di lavoro ho finito di sistemare i colori, i pennelli e il resto del materiale ancora integro dentro a degli scatoloni, mentre ho fatto a pezzi le bozze per non avere la tentazione di riguardarle in futuro. In pratica ho eliminato le ultime testimonianze del mio pazzo progetto di fare un dipinto su parete, un piccolo gesto d'amore che mi aveva riempita di gioia.
Che strano scriverne.
È stata dura, ho pianto come se mi stessi strappando qualcosa da dentro, una sensazione orribile che mi ha lasciata stranamente più leggera, ma non vuota. Ora sto meglio anche se non saprei spiegarmi esattamente il perché.
Comunque, quella camera non può restare così, sarebbe come mantenere aperto uno spiraglio su una cosa che mi fa troppo male ricordare. Prima di sistemare la mansarda la usavo come studio per lavorare a casa, adesso sarebbe troppo deprimente passarci le giornate.
Potrebbe diventare una libreria per radunare tutti i libri sparsi in giro o bho...non lo so, ci devo pensare.
Sfoglierò cataloghi e girerò per negozi, tanto per fare qualcosa di costruttivo.
Non credo di essere già guarita del tutto, per ora alterno momenti di incerta serenità ad altri di nostalgia e vago senso di colpa. Di sicuro non sono più dilaniata dalla rabbia, avrei dovuto compiere prima quel gesto simbolico, forse mi sarei resa conto del mio nuovo stato d'animo. Oppure non era ancora il momento, non lo so.hai colmato il vuoto che la crescita e nascita di un bambino, anche se mancato, lascia nella tua anima. ti sei ripreso questa energia e le ferite sono guarite. rimangono le cicatrici e ricordi, ma tornano la serenità e felicità. hai riconquistato la tua integrità, che ora ti serve per ... lo shopping![]()
...se è scritta la carta è sacra....e tutte e due?libri e piante?
attenta a certe piante però eh?Non credo di essere già guarita del tutto, per ora alterno momenti di incerta serenità ad altri di nostalgia e vago senso di colpa. Di sicuro non sono più dilaniata dalla rabbia, avrei dovuto compiere prima quel gesto simbolico, forse mi sarei resa conto del mio nuovo stato d'animo. Oppure non era ancora il momento, non lo so.
Lo shopping aiuta, vero.
Mi ci dedico subito insieme ad un'amica.
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No, vabeh... lo sai che ti voglio bene e non rido della tua situazione... MA MI HAI FATTO CREPARE DAL RIDERE!!!Tagliarmi la mano e dargliela come antistress?
Io non capiro' mai come ci si possa caricare cosi' d'aspettative ed imbarcarsi in robe anche impegnative per un marmocchio ancora invisibile e sconosciuto pure ad un microscopio elettronico...La stanza del bambino mancato è tornata a chiamarmi insistentemente, un'attrazione che pensavo di aver scacciato definitivamente tre mesi fa, quando l'ho chiusa a chiave dopo averci trascorso intere notti in preda alla disperazione.
Di giorno non andava molto meglio, ho fissato spesso la porta di quella cameretta rivivendo i miei incubi horror come se fossero ricordi, non deliri notturni. Questo è stato uno dei tanti motivi per cui a luglio sono partita, stavo impazzendo.
Al mio ritorno l'ossessione ha lasciato il posto ad un'indifferenza forzata che è stata alimentata anche dallo stato larvale del mio lui.
Ieri ho deciso di rimetterci piede dopo quattro giorni di disagio crescente, temevo di crollare ancora, ma non sono più stata travolta dalla soffocante sensazione di dolore che ricordo ancora così bene. Mi hanno accolta solo il buio e la polvere dell'unico posto in cui il mio forse-compagno non è potuto entrare per pulire.
Tutte le cose che avevo lanciato contro i muri o scaraventato a terra erano ancora là dove le avevo lasciate, dopo qualche ora di lavoro ho finito di sistemare i colori, i pennelli e il resto del materiale ancora integro dentro a degli scatoloni, mentre ho fatto a pezzi le bozze per non avere la tentazione di riguardarle in futuro. In pratica ho eliminato le ultime testimonianze del mio pazzo progetto di fare un dipinto su parete, un piccolo gesto d'amore che mi aveva riempita di gioia.
Che strano scriverne.
È stata dura, ho pianto come se mi stessi strappando qualcosa da dentro, una sensazione orribile che mi ha lasciata stranamente più leggera, ma non vuota. Ora sto meglio anche se non saprei spiegarmi esattamente il perché.
Comunque, quella camera non può restare così, sarebbe come mantenere aperto uno spiraglio su una cosa che mi fa troppo male ricordare. Prima di sistemare la mansarda la usavo come studio per lavorare a casa, adesso sarebbe troppo deprimente passarci le giornate.
Potrebbe diventare una libreria per radunare tutti i libri sparsi in giro o bho...non lo so, ci devo pensare.
Sfoglierò cataloghi e girerò per negozi, tanto per fare qualcosa di costruttivo.