In memoria di Maria.

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Old chensamurai

Guest
la chiave: illusione.
andiamo ancora oltre... esiste un "là fuori"?
... sì. Esiste un solo grande evento che però è indifferenziato (uni-verso) di cui anche tu fai parte... che ti perturba ma non ti informa (non ha significati da offrirti...)... ciò che ne risulta è determinato da ciò che ti perturba e dalla tua fisiologia... per questo la "realtà" di un'ape non è la tua, che sei fisiologica-mente assoluta-mente diversa... tu rilevi ciò che, attraverso costrutti che operano distinzioni, assumi come invariante e lo chiami evento... quell'evento è il TUO evento... frutto della TUA organizzazione... che incontra qualcosa che la perturba... la TUA reazione la chiami "evento"... ecco come TU costruisci quella che chiami "realtà" ma che è solamente UNA delle possibili "realtà"... là fuori, c'è qualcosa, ma è senza significato... indifferenzi-azione totale...
 
A

Amina

Guest
Non credevo di aver posto una domanda che infastidisse qualcuno.
Strana reazione.
 
A

Amina

Guest
Semplice curiosità nata dalla lettura del racconto. Nulla di più. Grazie
 
A

Amina

Guest
... perché la trovi una considerazione "banale"?... secondo me, non lo è... spiegati meglio...

Temo di aver offeso qualcuno...non dico che è banale, è un concetto diciamo piuttosto conosciuto.
Non c'è alcun dubbio che i personaggi escono dalla penna dell'autore per poi vivere di vita propria.
Una volta costruito nella mente di uno scrittore il personaggio può divenire attore addirittura nela mente di un altro...molto frequente. E' il potere della letteratura questo.
 
O

Old chensamurai

Guest
Temo di aver offeso qualcuno...non dico che è banale, è un concetto diciamo piuttosto conosciuto.
Non c'è alcun dubbio che i personaggi escono dalla penna dell'autore per poi vivere di vita propria.
Una volta costruito nella mente di uno scrittore il personaggio può divenire attore addirittura nela mente di un altro...molto frequente. E' il potere della letteratura questo.
... guarda che "banale" non è un'offesa... comunque, penso che Multimodi intendesse una cosa sottil-mente diversa... ovvero che i personaggi, sì, escono dalla penna dell'autore e poi hanno vita propria ma, in verità, a volte, si impossessano di quella penna... la fanno propria... anche dopo due righe... capisci?... cosa non così banale... non così scontata... allora, chi è, a quel punto, l'autore?... e chi è il personaggio?...
 

Nobody

Utente di lunga data
... guarda che "banale" non è un'offesa... comunque, penso che Multimodi intendesse una cosa sottil-mente diversa... ovvero che i personaggi, sì, escono dalla penna dell'autore e poi hanno vita propria ma, in verità, a volte, si impossessano di quella penna... la fanno propria... anche dopo due righe... capisci?... cosa non così banale... non così scontata... allora, chi è, a quel punto, l'autore?... e chi è il personaggio?...
Infatti, Chen...intendevo questo. La solita assurda dicotomia "soggetto-oggetto", che la creatività artistica ha il merito di mostrare palesemente falsa.
 
A

Amina

Guest
Mi permetto di dissentire. L'autore mantiene il controllo. L'autore è sempre razionale. Gestisce emozioni, ma con razionalità...il personaggio è una sua creatura. Può sembrare che abbia vita indipendente. In effetti ha vita, ma non indipendentemente dall'autore. Il personaggio prende l'autore e si impossessa della sua penna, solo finchè lo scrittore glielo consente.
Tu scrivi spesso...e questo lo sai bene.
 
A

Amina

Guest
Nel momento in cui crea , l'autore è pura ragione. Controlla le emozioni già provate. Attinge al suo bagaglio di sensazioni.
Così è per lo scrittore, per il musicista, per il pittore. L'arte è anche tecnica.
Il vero artista possiede la tecnica...e non se ne dimentica.
Ecco perchè dico che una cosa è scrivere per terapia, per sfogarsi, e può farlo chiunque, ben altro è "creare".
 
B

bea

Guest
... sì. Esiste un solo grande evento che però è indifferenziato (uni-verso) di cui anche tu fai parte... che ti perturba ma non ti informa (non ha significati da offrirti...)... ciò che ne risulta è determinato da ciò che ti perturba e dalla tua fisiologia... per questo la "realtà" di un'ape non è la tua, che sei fisiologica-mente assoluta-mente diversa... tu rilevi ciò che, attraverso costrutti che operano distinzioni, assumi come invariante e lo chiami evento... quell'evento è il TUO evento... frutto della TUA organizzazione... che incontra qualcosa che la perturba... la TUA reazione la chiami "evento"... ecco come TU costruisci quella che chiami "realtà" ma che è solamente UNA delle possibili "realtà"... là fuori, c'è qualcosa, ma è senza significato... indifferenzi-azione totale...
la tua coscienza è ancora salda in una distinzione: il "dentro" che osserva e subisce il "fuori".
portala oltre...
se anche quello che chiami "l'unico grande evento", se anche l'universo, fosse nient'altro che il TUO universo?
dove finisce la tua "costruzione"?
come verifichi i limiti?
 
O

Old chensamurai

Guest
Mi permetto di dissentire. L'autore mantiene il controllo. L'autore è sempre razionale. Gestisce emozioni, ma con razionalità...il personaggio è una sua creatura. Può sembrare che abbia vita indipendente. In effetti ha vita, ma non indipendentemente dall'autore. Il personaggio prende l'autore e si impossessa della sua penna, solo finchè lo scrittore glielo consente.
Tu scrivi spesso...e questo lo sai bene.
... falso... assoluta-mente falso... l'autore non gestisce emozioni... si fa attraversare, secondo vie misteriose, dalle emozioni... che tenta di raccogliere agitando sulla carta delle semplici macchie d'inchiostro... l'imperfetto significante... che non basta mai nemmeno a sé stesso... che non basta MAI a raccogliere e rappresentare TUTTO il significato...

... se l'autore fosse razionale come affermi, dovrebbe essere razionale anche quel che scrive e lo strumento che usa dovrebbe poter riflettere in sé stesso, quella razionalità... invece, credere che il lògos possa in qualche modo essere isomorfo al significato, definirlo intera-mente, è metafisica... logocentrismo... rassicurante illusione... ecco perché dalla penna esce l'ignoto... l'in-aspettato... che può afferrare la tua penna... la tua mano... che può, infine, anche afferrar-ti completa-mente... che ti può condurre là dove non t'aspettavi di poter giungere... la scrittura E' ESPLORAZIONE... la scrittura AFFERMA sempre molto di più di quello che l'autore ha scritto... la scrittura non è un viaggio pianificato... su un vagone della metropolitana... la scrittura è un salto nel "chissà dove"... e in questo, la scrittura somiglia alla "fede"...
 

Rebecca

Utente di lunga data
Maria non poteva, davvero, fare a meno dei suoi libri; li cullava, li accarezzava, li coccolava, li amava e loro, amavano lei, rivelandogli,
Ma non era una "lei"? Scusami Chen... ma .... hihihi... non ho resistito.
Per il racconto: bello.
P.S. Ma te l'ho già detto! Non mettere la virgola tra il soggetto e il verbo
 
O

Old chensamurai

Guest
Nel momento in cui crea , l'autore è pura ragione. Controlla le emozioni già provate. Attinge al suo bagaglio di sensazioni.
Così è per lo scrittore, per il musicista, per il pittore. L'arte è anche tecnica.
Il vero artista possiede la tecnica...e non se ne dimentica.
Ecco perchè dico che una cosa è scrivere per terapia, per sfogarsi, e può farlo chiunque, ben altro è "creare".
... certo che c'é ANCHE la tecnica... ma non vorrai sostenere che la scrittura E' solo tecnica... che lì nasce e lì finisce...
 
O

Old chensamurai

Guest
la tua coscienza è ancora salda in una distinzione: il "dentro" che osserva e subisce il "fuori".
portala oltre...
se anche quello che chiami "l'unico grande evento", se anche l'universo, fosse nient'altro che il TUO universo?
dove finisce la tua "costruzione"?
come verifichi i limiti?
... no, non ho detto che un dentro osserva un fuori... ho detto che quell'osserv-azione è un dentro-fuori... è un incontro, che non negando nessuno dei partecipanti, li riassume tutti... quel riassunto, è il TUO universo...
... appunto, il limite alla mia costruzione, è nell'elemento onto-logico che mi perturba e nella mia organizzazione... significa che non tutte le costruzioni funzionano... e per questo, qualcuno si ammala... qualcuno si ferma... qualcuno perde sé stesso... ciò non toglie che ci siano infinite vie per uscire da un porto, anche quando, da qualche parte, ci sono degli scogli...
 
A

Amina

Guest
... falso... assoluta-mente falso... l'autore non gestisce emozioni... si fa attraversare, secondo vie misteriose, dalle emozioni... che tenta di raccogliere agitando sulla carta delle semplici macchie d'inchiostro... l'imperfetto significante... che non basta mai nemmeno a sé stesso... che non basta MAI a raccogliere e rappresentare TUTTO il significato...

... se l'autore fosse razionale come affermi, dovrebbe essere razionale anche quel che scrive e lo strumento che usa dovrebbe poter riflettere in sé stesso, quella razionalità... invece, credere che il lògos possa in qualche modo essere isomorfo al significato, definirlo intera-mente, è metafisica... logocentrismo... rassicurante illusione... ecco perché dalla penna esce l'ignoto... l'in-aspettato... che può afferrare la tua penna... la tua mano... che può, infine, anche afferrar-ti completa-mente... che ti può condurre là dove non t'aspettavi di poter giungere... la scrittura E' ESPLORAZIONE... la scrittura AFFERMA sempre molto di più di quello che l'autore ha scritto... la scrittura non è un viaggio pianificato... su un vagone della metropolitana... la scrittura è un salto nel "chissà dove"... e in questo, la scrittura somiglia alla "fede"...
L'autore nel momento in cui crea deve poter controllare ciò che fa. Certamente l'artista attinge all'ignoto...ma nel momento in cui adopera l'ignoto per costruire se ne impossessa, non ne è posseduto. Posso lasciarmi trascinare da ciò che scrivo,ma non possedere. E' sottilmente diverso.
L'autore è razionale nel descrivere anche l'irrazionale. L'autore è separato dal contenuto delle sue opere. Creatore e creatura NON sono la stessa cosa. Anche se può sembrare così. Ma sembra, non é.
 

Miciolidia

Utente di lunga data
MM

L'azione creativa è soggettiva (come tutto del resto...). Disquisire su cosa realmente vuole Maria, da parte nostra non ha senso. Solo il suo creatore può eventualmente supporre qualcosa sui suoi reconditi pensieri e i suoi reali fini.

p.s.: il bello della scrittura è liberarsi.
straquoto secula seculorom...


ammenne.
 
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