babsi
Utente di lunga data
[h=2]Se questo è un uomo[/h][h=2][/h][h=2]Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.[/h][h=2][/h][h=2]Primo Levi[/h]
Il 27 gennaio del 1945 vennero aperti i cancelli di Hauschwitz.
Io ci sono stata, a Mathausen, un'altro dei più grandi campi di concentramento in Austria.
Ricordo che eravamo con una famiglia di nostri amici, il padre di uno di loro era stato all'epoca catturato e deportato perchè partigiano, ma fortunatamente si era salvato.
Lui si commosse vedendo quel luogo, forse lo rivisse cogli occhi del padre, non so.
Ricordo che nonostante fosse estate era freddo, ma forse era un freddo che ci veniva da dentro.
Guardai i forni crematori.
Guardai le docce.
Poi le foto delle vittime.
Mi feci piccola piccola continuando ad esplorare i luoghi del misfatto, continuavo con occhio indagatore ma mi sentivo sempre più vuota dentro...una sensazione indescrivibile perchè non l'avevo mai provata prima.
Alla fine avevo un misto di nausea, come dopo una sbornia, solo che all'epoca non lo potevo sapere perchè ero ancora piccina.
Però sono fiera di esser stata in quei luoghi.
Di averli respirati.
E' stata un'esperienza che mi ha fatto prendere ancora più coscienza di certe cose, perchè finchè le leggi sui libri è un conto, finchè le vedi sui documentari anche, ma se provi ad immergerti nelle stesse atmosfere dove si è attuato il più grande genocidio della storia umana...beh è un altro.
Non oso immaginare cosa possa essere per dlgli ex-detenuti che si sono salvati ritornare in quei luoghi.
Comunque volevo solo lasciarvi la poesia, il grande Primo ci ha dato anche il libro che è bello anch'esso (oddio...forse come aggettivo stride dato che i contenuti sono la sua esperienza nei campi, cmq a me è piaciuto), ma a me è sempre rimasta nel cuore la poesia.
La prima volta che l'ho letta mi si è gelato il sangue.
Ho deglutito e mi sono sentita accusata, additata, colpevole anche se non c'entravo nulla.
Lui lo fa apposta, si rivolge a tutti noi così, in modo che nessuno possa dimenticare, in modo che tutti possano prendere coscienza, che nessuno dimentichi, che la cosa sia ricordata fino alla fine dei tempi.
E' straziante e bellissima, a mio parere.
Vado.
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.[/h][h=2][/h][h=2]Primo Levi[/h]
Il 27 gennaio del 1945 vennero aperti i cancelli di Hauschwitz.
Io ci sono stata, a Mathausen, un'altro dei più grandi campi di concentramento in Austria.
Ricordo che eravamo con una famiglia di nostri amici, il padre di uno di loro era stato all'epoca catturato e deportato perchè partigiano, ma fortunatamente si era salvato.
Lui si commosse vedendo quel luogo, forse lo rivisse cogli occhi del padre, non so.
Ricordo che nonostante fosse estate era freddo, ma forse era un freddo che ci veniva da dentro.
Guardai i forni crematori.
Guardai le docce.
Poi le foto delle vittime.
Mi feci piccola piccola continuando ad esplorare i luoghi del misfatto, continuavo con occhio indagatore ma mi sentivo sempre più vuota dentro...una sensazione indescrivibile perchè non l'avevo mai provata prima.
Alla fine avevo un misto di nausea, come dopo una sbornia, solo che all'epoca non lo potevo sapere perchè ero ancora piccina.
Però sono fiera di esser stata in quei luoghi.
Di averli respirati.
E' stata un'esperienza che mi ha fatto prendere ancora più coscienza di certe cose, perchè finchè le leggi sui libri è un conto, finchè le vedi sui documentari anche, ma se provi ad immergerti nelle stesse atmosfere dove si è attuato il più grande genocidio della storia umana...beh è un altro.
Non oso immaginare cosa possa essere per dlgli ex-detenuti che si sono salvati ritornare in quei luoghi.
Comunque volevo solo lasciarvi la poesia, il grande Primo ci ha dato anche il libro che è bello anch'esso (oddio...forse come aggettivo stride dato che i contenuti sono la sua esperienza nei campi, cmq a me è piaciuto), ma a me è sempre rimasta nel cuore la poesia.
La prima volta che l'ho letta mi si è gelato il sangue.
Ho deglutito e mi sono sentita accusata, additata, colpevole anche se non c'entravo nulla.
Lui lo fa apposta, si rivolge a tutti noi così, in modo che nessuno possa dimenticare, in modo che tutti possano prendere coscienza, che nessuno dimentichi, che la cosa sia ricordata fino alla fine dei tempi.
E' straziante e bellissima, a mio parere.
Vado.
