Appunto, scema più o meno come quella Anna li. Perché motivi veri per stare male non ne ho, ma sto ugualmente malissimo. Limitandoci ai fatti: Sono sposata e ho due bambine. Bambine che ovviamente adoro. Considero una gioia e un privilegio potermi occupare di loro a tempo pieno (grazie a rendite mie, lo specifico perché poi lo so, lo so, che racconto facendo a qualcuno salterà in testa di darmi della mantenuta e di dire che sto con mio marito per soldi, e invece no, la mia situazione economica anche senza mio marito sarebbe serena). Mio marito e' un ottimo padre e un'ottima persona. Gli voglio molto bene. Il problema sta tutto li: ottima persona, gli voglio bene. Non è questo che dovrebbe essere un matrimonio. Insomma, a me non basta. E cerco di mettermi tranquilla e ragionare e mettere la testa a posto che sarebbe veramente ora, ma non ci riesco. Soffoco. Mi sento prigioniera e sepolta. E parlandoci molto chiaro mi ci sento perché vorrei farmi i cavolacci miei con un'altra persona, mica niente di originale. Cavolacci che negli ultimi dieci anni mi sono sporadicamente fatta, sempre con la stessa persona, con la quale sono dieci anni che provo a chiudere senza riuscirci (o riuscendoci e poi ricascandoci, come vi pare). Ora. Ho ben chiaro che sono pensieri da madre degenere. Anche da moglie degenere, ma quello mi tange molto meno. Ma non voglio far soffrire le mie bambine. Non voglio che debbano rinunciare ad avere me e il papà nella stessa casa perché per loro e' vitale. E so perfettamente che se da grandi avessero ragione di vedermi come "quella che tradiva papà" mi odierebbero a morte. A sto punto, io dovrei naturalmente smettere di farmi girare grilli e cazzi (più cazzi che grilli evidentemente) per la testa e stare buona. Farmi bastare quello che ho, e migliorarlo al limite, ma insomma stare buona. Solo che non mi riesce. In certe fasi non mi riesce. Di solito aspetto che passi, ma non mi passa. Insonnia, sfoghi cutanei, attacchi di ansia, insomma il repertorio nevrotico completo. Sto molto bene con le bambine ma come loro dormono mi assale una disperazione abnorme. E "lui", il lui decennale che non riesco a dimenticare mai, mi manca. E insomma appunto, un'altra Anna scema che va incontro ai treni.