Ragioniamo per spettri, dai, che abbiamo scoperto che è un bel gioco
'Il 10% che è solo mio' è una frase fatta, e dopo un po' che la senti fa lo stesso effetto che ci si procurava da bambini quando si sceglieva una parola a caso e la si ripeteva ossessivamente fino a che non aveva smesso di avere il senso che siamo soliti riconoscerle.
(se volete provare: alberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalberoalbero)
Relativamente a queste cose che non vuoi che l'altro conosca, il 'non volerle' dove si colloca in uno spettro che va da: NON CI TENGO A CONDIVIDERLE a VOGLIO FERMAMENTE CHE LUI NON NE CONOSCA NEMMENO L'ESISTENZA?
Perchè non per tutte queste cose* ci sarà la stessa posizione, io immagino. Che so, le mie amiche sono solo mie, non me ne frega un accidente che le conosca anche lui, oppure ha il divieto categorico di vederle in faccia anche solo una volta.
Poi, un'altra angolazione ancora è chiedere se il rifiuto alla condivisione è a priori o tiene conto della potenziale reazione dell'altro in caso di - anche involontaria - conoscenza.
Anche qui si va da: 'non ne parlo volentieri con nessuno' a 'non ho nessuna voglia di sentirmi fare delle scenate o sorbirmi malumori o tensioni o di dare spiegazioni'.
Forse, come giustamente sottolinea Free, ci sarebbe da capire perchè, alla fine della fiera, quello che soprattutto non si vuole condividere finisca col coincidere con avventure extra, per cui delle mail dell'amante si cancella ogni traccia mentre per quelle delle amiche sconosciute al partner non si usa la stessa cautela.
Sembra che il sesso, o una relazione che lo contempli, in tutto ciò, c'entri.
Non so se mi sono spiegata.
Che fatica, ma chi me lo fa fare