esperienze sempre diverse.
Per me è il contrario.
Più sei cattolico meno sei empatico ed affettivo, o meglio.
meno sei in grado di capire come gira la vita.
Però tieni presente che ho conociuto famiglie davvero cattoliche, dove non si scopava in giro se non dopo il matrimonio, niente profilattico, niente pillola, niente di niente.
Questa è castrazione, non empatia.
Poi nel mio volontariato ero a contatto con loro (tralascio teologia per forza di cose. Li ero circondata) e davvero di empatia poca.
Per come la intendo io.
i genitori dell'amico del cuore di mia figlia: famiglia davvero cattolica nel senso descritto da te
fidanzati a 15 anni, solo e sempre loro ora come allora: non posso mettere la mano sul fuoco per i metodi anticoncezionali usati, ma arrivati vergini al matrimonio per loro ammissione, sempre presenti nei gruppi parrocchiali, associazioni come i beati operatori di pace, gruppi missionari e di preghiera, spiritualissimi ma nel contempo mondani
li conosco da quando ero bambina (hanno qualche anno più di me)
essendo entrambi dei bei cristiani (fra l'altro) lei imprenditrice e lui ingegnere, non disdegnano le cose che fanno bella la vita come il vestire bene, le vacanze le auto ( lui alfista come me, possiede un duetto spider come quello del laureato) e la musica ( lui un baritono sopraffino e grande esperto di chitarra, ha sempre cantato in chiesa e fuori, affiancando anche artisti famosi)
quando entro in casa loro respiro empatia e affetto
possono essere la famosa eccezione?
io non credo: sono persone che vivono realmente lo spirito cristiano, che è un messaggio di libertà
quelli che hai conosciuto tu, secondo me, erano dei repressi castrati indipendentemente dal cattolicesimo, da cui hanno estrapolato la parte più estrema e talebana perché confaceva al loro scarso spirito