e una cosa che mi preoccupa è il fatto che la piega che ha preso 'sta storia mi ha colto totalmente alla sprovvista, non si è accesa nessuna spia di emergenza, pur non essendo io di primo pelo. Insomma, mi sento parecchio più vulnerabile di quanto credessi.
Non so se è qualcosa che provi anche tu, che hai avuto un'esperienza simile
Sì.
Mi preoccupo per me, per non aver capito.
E vado col passo del gambero.
Un giorno "come sto beeeeeene", un altro "non è possibile che sia capitato a me, ora mi chiama e mi dice che è stato tutto un equivoco, andava tutto così bene, così bene...".
Che mica è vero, che andava così bene.
Qua e là, segnali che lui non fosse pronto, ne avrei potuti cogliere. Se avessi voluto. Ma non volevo.
E comunque, rispetto a te, io un colloquio finale l'ho avuto.
Nel corso del quale, tra le tante cose, mi ha chiesto scusa per la sua impenetrabilità (che culo, eh? Adesso, a distanza di giorni, vorrei prenderlo a sberle finché non mi dice che cavolo aveva, perché non me ne ha parlato, perché, perché, perché).
Ma è tutta proliferazione mentale.
E' il mio attaccamento che continua a parlare di lui e con lui, per non lasciarlo andare.
A cercare ricordi/scene/motivazioni.
Ad aggrapparsi a quella volta che ha detto... quella volta che ha fatto...
La mia mente si attacca, un'edera avviluppata all'idea che, continuando a pensarci, avrò le risposte. E in qualche modo sarà ancora mio.
Quando me ne accorgo ritorno alla realtà di Lorelai qui e ora, con tutte le cose che vanno bene in questo momento, col respiro, e sto meglio.
Ma che lotta, e che paura di incontrare qualcun altro e di non capire, di non vedere, di far finta di.