E quale sarebbe la soluzione non-dubbia?Per tuo figlio sarebbe molto più utile e benefico avere un padre sereno e totalmente presente, cosa che si può realizzare subito, piuttosto che un padre con la testa per aria che cerca soluzioni (dubbie) favoleggiando di chissà quale remoto futuro.
Toh, leggi: http://spazio-psicologia.com/psicol...resilienza-ovvero-come-superare-le-avversita/
Ma manco per niente!! avere dei sogni, coltivarli, significa essere deboli? Ma che vadano tutti a cagare, scusa! Ci vogliono vecchi prima del tempo, questo è. Che poi tu stia un po' in the mud, è vero. Però in realtà mi pare piuttosto che tu stia cercando lo slancio per decollare. E quando si è in questa disposizione d'animo è solo questione di tempo.a me non tanto devo dire...
Somiglia tanto alla debolezza.
Ok...temo di offendere o essere troppo diretta e ferire in un qualche modo. Ed è qualcosa che non mi piace fare. Neanche virtualmente.Tra "se ne è andata" e "l'hai persa", qual'è di preciso la differenza? Non ho la donna che sognavo, il risultato mi sembra identico.
Evidentemente perché quello che ha vissuto con me non è stato abbastanza. Importante. Quello che le ho dato non è stato abbastanza. Questo è un altro fatto.
Per me, la differenza è fondamentale. E' la differenza che corre fra una scelta fatta da lei (se ne è andata) e un qualcosa che accade (a te).
Nella prima opzione lei è la protagonista, della sua vita, che per un periodo si è intrecciata con la tua.
Nel secondo caso lei dipende da una qualche tua azione o non-azione.
E la seconda opzione non mi piace.
Non mi piace che mi venga detto...ma che è..sono mica un portafoglio che ti perdi per strada. Io compio scelte individuali, mie, che dipendono dal mio sistema di pensiero e dalla mia visione della vita. Non mi perdi. Me ne vado. L'azione è mia. E se me ne vado è perchè ho valutato che per X motivi, importanti per me, è giusto così. Punto.
Non mi hai persa, quindi non mi puoi ritrovare. Sono andata via. E se vado, vado.
Non lo voglio pensare di nessuno.
E' una questione di considerazione del fatto che io non sono il centro di nessuno, tranne che di me, quindi le scelte altrui non dipendono da me, non sono una mia responsabilità e non me ne faccio carico.
Ti dico di più...diventerei una belva ora se pensassi (e l'ho fatto) che le mie azioni mi possano far perdere qualcuno. E' una responsabilità che rifiuto. A priori. Io mi prendo cura di me. E questo diventa prendersi cura dell'altro perchè migliorando me stessa è la mia parte in miglioramento che regalo e condivido.
Se le mie azioni potranno far prendere ad altri strade diverse, lontane da me, non è una perdita ma la scelta dell'altra persona.
E siccome se quella persona è con me, come minimo la stimo, prenderò atto del fatto che avrà fatto le sue valutazioni. E che secondo le sue valutazioni allontanarsi è la situazione che più lo/la fa stare meglio. Punto.
Non nego che potrei soffrirne...ma non soffrirei che l'altro se ne sia andato.
Soffrirei del sentirne la mancanza in determinate situazioni, in determinati momenti...mi lascerebbe sicuramente dei vuoti.
Ok. Ma io ho la mia vita, quei vuoti sarebbero ulteriore spazi da riempire con me. Passata la botta. Ma quella passa sempre, e se non passa uccide, quindi passa comunque.
Il dolore, qualunque dolore, dico davvero, passa, se non ci si cristallizza dentro, se non lo si vive come una perdita ma come invece conseguenza di una catena di scelte, proprie e altrui.
Se riconosco la scelta riconosco, a me e all'altro, la libertà di farla.
Se mi riconosco la libertà di scegliere, mi riconosco la possibilità di agire per me. Senza assumermi i carichi dell'altro, che non sono miei.
E riconoscendo all'altro la libertà di scegliere, mi lascio la libertà di passare oltre.
Perchè non mi devo raccontare storie sulle motivazioni che gliel'hanno fatta fare. Rispetto la scelta. E le motivazioni. Accetto, anche se non condivido. E accettando mi libero.
La durezza non mi preuccupa neanche un po'. Ma non mi vedo più incartato, mi sembra solo di cominciare, finalmente, ad arrendermi all'idea che quello che cerco non esiste. Che quello che ho è quindi il meglio possibile.
Perché quindi causare dolore ad altri, verso cui mi sono comunque preso delle responsabilità, per andare in giro a fare l'acchiappafantasmi?
L'età per fare l'acchiappafantasmi mi sa che l'ho passata.
Purtroppo però la mia natura mi dice tutt'altro ma poi ci pensa la realtà a ridimensionarmi..
Ti concedo tutto quello che vuoi, io...e tu mi concedi di dirti che te la stai raccontando? Mi concedi di dirti che il pensarla pentita, il pensare che la sua scelta sia sbagliata non è altro che un autoinganno della tua mente per tenerti in una zona di comfort (perchè già conosciuta) e ti impedisce di passare oltre? Poi ci sta, bene anche la zona di comfort, l'importante è dirselo, usarla per recuperare le energie e poi ripartire.Ipazia, in valore assoluto tu hai pienamente ragione, ma Feather ha centrato in pieno lo spirito delle mie parole, parole che ovviamente escono da una persona che sta vivendo una fase di allontanameto, e che quindi ha bisogno di elaborarne il dolore. Ti dico cose che certamente sai, ma il lutto di perdere la persona con la quale avresti voluto costruire il futuro lascia un dolore profondo, proporzionale al bene che le vuoi e che le continui a volere nonostante l' "abbandono" o la "rinuncia".
Nel mio e nel caso di Feather fa ancora piu' male quando, entrando nell'intimo della loro anima, ti rendi conto che la rinuncia a te non è stata determinata da una scelta "di cuore" ma, come anche per Feather, da una scelta "di testa" (o di interesse, come dico io).
Ancora con perdere. Le persone NON SI PERDONO. Si perdono gli oggetti.
Le persone SE NE VANNO. Perchè così hanno deciso.
I motivi non sono comprensibili? Fa niente, mica che se noi non li comprendiamo non sono validi o hanno meno valore. Semplicemente non li comprendiamo.
E questo prova ancor di più che tutto quello che ci si era costruiti su quella persona, forse per una parte era proprio solo "costruzione". Perchè se lemotivazioni delle scelte di un altro non assomigliano alle mie...allora...boh...raccontarmi che "non è di cuore" mi sembra ancor di più costruire un'illusione. Quella persona non era quello che credevo. L'errore, se così si può chiamare, è mio. Ho semplicemente visto cose che non c'erano, ho sbagliato a valutare.
Bon. Metto in saccoccia, imparo, e vado avanti. Acciaccata magari, dolorante, ma vado avanti. Non coninuo a cercare "scuse" per rimanere ferma.
Io non credo di poter entrare nell'anima di nessuno. Anzi credo sia un illusione. O l'anima me la raccontano, e anche così è dura comprenderla...o quell'anima è solo una proiezione mia, dei miei pensieri e delle mie speranze e dei miei desideri.
Riguardo al grassetto avresti ragione se non fosse, che le persone spesso lanciano gridi di aiuto (e quindi il primo passo lo fanno, e ripetutamente) ai quali non danno poi seguito. Io non ho mai fatto come il boy scout che obbliga la vecchietta ad attraversare la strada pur di fare una buona azione. Lei mi ha ripetutamente chiesto di "aiutarla" (come è successo credo per Feather) ad uscire dalla sua realtà per vivere poi la nostra, ma ogni volta ad ogni passo in avanti ne è corrisposto uno indietro. Io son certo che lei avrebbe voluto, ma forse non abbastanza, o forse non con sufficiente coraggio. Proprio per questo uno arriva a sopportare anche situazioni che, viste da fuori, sembrano irrazionali o insostenibili
Questo non è un credo. E' un assioma. Le persone che vogliono aiuto, chiedono e accettano. E ringraziano anche. Te lo firmo e controfirmo. garantito.
Le grida di aiuto non sono richieste di aiuto. Non sono passi. Sono grida. Se non c'è movimento tali restano. E il movimento è interno. Non esterno. MAI. Anche questo te lo firmo.
Fa male non tanto l'orgoglio di uomo rifiutato (figurati...!) quanto per il fatto che tu sai che dietro tutta quella razionalità c'è un cuore che ti vorrebbe. Ma il veder prevalere la priorità "comodità" al sentimento è in contrasto con il mio modo di vedere la vita....e questo non fa che accrescere il dolore di cio che sarebbe potuto essere e che non è stato.
E si vede che quel vorrebbe, non è abbastanza vorrebbe per trasformarsi in azione. Se vuole, agisce. Se non agisce...non vuole abbastanza.
E il dolore ognuno di noi cerca di reprimerlo come meglio puo'....
In questo mi sento primitivamente emotivo. Io amo, io soffro perchè amo, quindi devo smettere di amare per non soffrire, o almeno per soffrire meno. Il meccanismo mentale seguente è lo stesso che ha generato il mio messaggio.
Io non provo rancore per lei (come feather per la sua ex) ma la priorità adesso è salvare se stessi, dipingendo anche a tinte false, l'anima della persona che avremmo voluto.
Banalizzarne i caratteri migliori, dipingerla come mai avremmo voluto.....fare di tutto ma eliminare o almeno alleviare quella morsa che mi strozza lo stomaco.
E amare e soffrire senza lasciarsi schiacciare...vabbè, io con l'amore...per me amare è desiderare il bene dell'altro. Quindi fatico a capire come amare possa significare soffrire. Semmai mi fa soffrire che le scelte dell'altro non siano piacevoli per me. Ma questo non è amare. Questo è umanissimo e giustissimo desiderio di provare piacere anzichè dispiacere.
E dipingerla per come è, invece, anzichè come vorremmo che fosse?
Per questo ho anteposto la frase "Ora ti dirò qualcosa che vorrei qualcuno dicesse a me".....proprio perchè nessuno me lo dice, proprio perchè io me lo racconto, proprio perchè io stesso non ci credo.
Lo so che le persone se ne vanno, e lungi da noi dal volerle trattenere, ma cavolo ....posso almeno augurarmi che possa avere un giorno un rigurgito di coscienza (o forse è meglio dire, di sentimento) che la porti a considerare che "LA SCELTA" possa esser sbagliata. Concedimi almeno questo oppio. Concedimelo almeno per un po. Poi, forse, a serenità riagguantata riuscirò ad essere piu' obiettivo....ma adesso no
A mente fredda, mentre ti scrivo, percepisco che non serve a nulla saperla pentita, non lenisce la ferita sapere che un giorno potrebbe pentirsi..... ma in questo momento non so proprio a cosa attaccarmi (....evitiamo battute...) pur di uscire da questo tunnel di dolore
concordo!!!Per me c'è un oceano tra il credere di poter controllare la vita propria o degli altri (=illusorio egocentrismo o delirio di onnipotenza) e l'avere la certezza di essere gli artefici della propria vita passo per passo con le proprie scelte (=autostima e realismo).
vero...ma coltivarli significa anche avere una buona dose di realismo. E distinguere ciò che si può e ciò che no.Ma manco per niente!! avere dei sogni, coltivarli, significa essere deboli? Ma che vadano tutti a cagare, scusa! Ci vogliono vecchi prima del tempo, questo è. Che poi tu stia un po' in the mud, è vero. Però in realtà mi pare piuttosto che tu stia cercando lo slancio per decollare. E quando si è in questa disposizione d'animo è solo questione di tempo.
Ti concedo tutto quello che vuoi, io...e tu mi concedi di dirti che te la stai raccontando? Mi concedi di dirti che il pensarla pentita, il pensare che la sua scelta sia sbagliata non è altro che un autoinganno della tua mente per tenerti in una zona di comfort (perchè già conosciuta) e ti impedisce di passare oltre? Poi ci sta, bene anche la zona di comfort, l'importante è dirselo, usarla per recuperare le energie e poi ripartire.
Un abbraccio![]()
Io pure, come feather, la considero una debolezza dell'anima.....vorrei essere ben diverso, fidati, troverei più facilmente pace a tutto questo uragano emotivo che ho dentro!@feather @Etrusco
mi piace la vostra umanità
Non sono riuscito a spiegarmi, non fa nulla. Ti invidio solo le tante certezze che hai ... Io pur avendo vissuto, parlato e amato una donna straordinaria ho la testa piena di domande e di dubbi che son certo non basteranno 100 anni a dipanare.....a volte mi rendo solo conto della tremenda stanchezza emotiva che mi porto dentro. Stasera sono esausto, disarmato....domani se riesco ad essere più lucido cercherò di argomentare meglio il mio pensiero! :smile:
Non sono riuscito a spiegarmi, non fa nulla. Ti invidio solo le tante certezze che hai ... Io pur avendo vissuto, parlato e amato una donna straordinaria ho la testa piena di domande e di dubbi che son certo non basteranno 100 anni a dipanare.....a volte mi rendo solo conto della tremenda stanchezza emotiva che mi porto dentro. Stasera sono esausto, disarmato....domani se riesco ad essere più lucido cercherò di argomentare meglio il mio pensiero! :smile:
Ognuno la pensa a modo suo, io per esperienza personale di quanto ero giovanissima, dico che potrebbe anche pentirsi, tardi ma potrebbe succedere. Io l'ho scoperto dopo qualche anno, allora i cellulari non esistevano e le modalità per sentirsi erano molte molte meno, figuriamoci che non si usava neppure il telefono di casa, riservato ai genitori.
Quindi dopo un addio tormentato stop. Lui subito fidanzato e dopo pochi mesi sposato. Felice? Per niente.
Strapentito ma troppo tardi. Separato dopo un anno di matrimonio. Senza figli, e da allora solo carriera, non si è più sposato e non ha avuto figli.
NON so se ti può consolare ma probabilmente lei ti pensa.
Brunetta...magnifica tu!!!!Non è certo una critica alla magnifica Ipazia e al suo prodigarsi, anzi, ma la sostanza è: chi non c'è, non voleva esserci.
Ciao, ciao!
Vado avanti e ne faccio a meno.
Il fatto che abbia scelto per meschinità o per sfuggire a me (chi può escludere di non essere poi quell'ideale che crede di essere?) non cambia i fatti.
E si vive nella realtà.
I sogni devono aiutare a vivere, non a non vivere.
Forse mi vengono i riassunti.Brunetta...magnifica tu!!!!:up:
Arrivi e...in 8 righe sintetizzi i pipponi della sottoscritta
Grazie:smile: