Lo pensi da sempre o sei un amante di uno sposato?
Se hai voglia di dirlo.
Magari lo hai scritto ma io non ho molta memoria, cosa che ormai trovo mi aiuti.
Non parlo che sia un 'reato', quello lo si sa, parlo delle colte del tradito che secondo te ci sono sempre, se ho capito bene.
Io non giudico certo per questioni religiose il tradimento, non so neppure come sia la Chiesa del mio paese.
Giudico in base al male che un tradimento provoca non solo al tradito ma alla famiglia, nel mio caso.
E qui ne abbiamo letti parecchi simili, Circe, Diletta, Divina Chedire.
Si, una colpa c'è, essersi fidate e non essere di natura ciniche e sospettose.
Cara disincantata (
cara senza ironia), io sono un tipo di persona che quando le succede una cosa brutta, così come una cosa bella, prima di tutto si domanda se non abbia qualche responsabilità per ciò che le è successo. Questa sono io proprio di carattere. Cioè: prima di tutto guardo in casa mia, cioè dentro di me. Tendo a sentirmi responsabile se qualcuno mi offende, se qualcuno si arrabbia con me, se qualcuno mi pesta un piede, in qualsiasi interazione umana anche virtuale mi sento responsabile delle reazioni che suscito nei miei confronti. Questo è per me sempre stato così: perché non penso che siamo un'isola, né penso che siamo indifferenti a chi ci incontra, foss'anche per una volta, foss'anche la cassiera del supermercato, foss'anche il barista dell'autogrill, per dire di persone che tanti considerano solo ruoli. Io do peso a
qualsiasi persona in cui mi imbatta. Nel senso che sono sempre consapevole che
quel che do avrò. Insomma, non credo nel caso, in fatto di relzioni con gli esseri umani. Credo che le costruiamo, che siamo latori di messaggi, subliminali e non subliminali. E' pesante tutto questo? No. E' pieno. E mi viene spontaneo, forse perché sono stata una bambina solitaria e ho sempre osservato molto e partecipato poco, per carattere.
La fiducia è una scommessa al buio. O si dà o non si dà. Non si costruisce. O c'è o non c'è. Se c'è, è un viaggio. E' un viaggio per mare senza salvagente né scialuppa di salvataggio. Io mi fido solo di un uomo che è il solo che ho amato e amerò sempre anche se la nostra storia è finita, ma non perché sono cinica e sospettosa, ma perché sono capace di far parte per me stessa; non perché sdegno gli altri, ma anzi, perché li ascolto e li accolgo (anche troppo, mi dicono). La fiducia che si dà si dà
a prescindere da qualsiasi atto faccia colui o colei a cui la diamo. E prescinde da qualsiasi patto esplicito o implicito. La persona ti può
deludere quando e se ti è infedele, ma se questo la trasforma ai tuoi occhi in un'aliena, allora sei tu che hai sbagliato; non l'hai vista nemmeno prima, o non l'hai vista durante... in qualche modo
l'hai persa di vista. La fiducia non si ritira, se è autentica. E quella autentica è istintiva e non calcola. Io sono stata sempre afflitta da molteplici piccole immediate delusioni circa le persone, che mi hanno preservata dal fidarmi istintivamente e ciecamente, nel senso di
affidarmi. Quando ci si affida si assume un rischio spaventoso, ma appunto, lo si corre. E in ogni istante ci tocca ricordare che spetta a noi avere cura, a noi non perdere di vista, a noi mandare i messaggi giusti, a noi sintonizzarci, a noi amare. L'altro è sempre l'
altro e il suo amore non lo possiamo conoscere né possedere.