Divì
Utente senza meta
:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:Anche Galimberti deve essersi fatto una studentessa e poi ha teorizzato per far digerire la cosa alla moglie.:carneval:
:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:Anche Galimberti deve essersi fatto una studentessa e poi ha teorizzato per far digerire la cosa alla moglie.:carneval:
:up::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:Lo pensi da sempre o sei un amante di uno sposato?
Se hai voglia di dirlo.
Magari lo hai scritto ma io non ho molta memoria, cosa che ormai trovo mi aiuti.
Non parlo che sia un 'reato', quello lo si sa, parlo delle colte del tradito che secondo te ci sono sempre, se ho capito bene.
Io non giudico certo per questioni religiose il tradimento, non so neppure come sia la Chiesa del mio paese.
Giudico in base al male che un tradimento provoca non solo al tradito ma alla famiglia, nel mio caso.
E qui ne abbiamo letti parecchi simili, Circe, Diletta, Divina Chedire.
Si, una colpa c'è, essersi fidate e non essere di natura ciniche e sospettose.
Forse posso interpretare così: volente o nolente ho questa vita da vivere e solo questa. E posso anche prendermela con il mondo ma quel che mi accade accade a me. Non ho (non ho sempre) la responsabilità morale ma ho sempre la responsabilità esistenziale di quel che mi accade. Anche se mi capita una malattia, può dispiacere a tutti ma poi chi se la tiene, chi deve dare un senso alla malattia, sono soprattutto io. A me resta, tornando al tema, la responsabilità esistenziale di fare qualcosa del mio problema, della mia situazione. Il che poi significa che debbo sforzarmi di comprendere anche il senso di cosa accade alla donna che amo. Forse il termine "possesso", e "timore di perdere il possesso" sono eccessivi ma è chiaro che mi aspettavo una cosa e ne è uscita un'altra. E qualcosa ho a che fare con tutto questo, perché non è che nel frattempo sono vissuto sulla luna. Ho a che fare con tutto questo soprattutto per quanto riguarda il futuro. Così tutto comincia, inevitabilmente, con la bega tradito/traditore ma non può fermarsi lì. La disullusione, la rabbia, il timore, sono un passo inevitabile. Ma non ci si può fermare lì (e i discorsi qui, dimostrano, per il solo fatto che ci sono, che nessuno si ferma lì) e occorre poi uno sforzo per dare un senso a ciò che accade e per ricostruire una realtà. E questo sforzo lo devo fare io, visto che con me ci vivo io.Dobbiamo intenderci sulla parola "meritare". Non è qui questione di un uomo dio o di una donna dea che tutto possono e quindi si sentono investiti di OGNI responsabilità. E' questione di lasciare anche che le cose, se accadono, abbiano un qualche significato per la nostra vita e che questo significato sia un po' più "alto" della bega tra tradito e traditore.
Hai capito. E ti ringrazio davvero per lo sforzo. Grazie.Forse posso interpretare così: volente o nolente ho questa vita da vivere e solo questa. E posso anche prendermela con il mondo ma quel che mi accade accade a me. Non ho (non ho sempre) la responsabilità morale ma ho sempre la responsabilità esistenziale di quel che mi accade. Anche se mi capita una malattia, può dispiacere a tutti ma poi chi se la tiene, chi deve dare un senso alla malattia, sono soprattutto io. A me resta, tornando al tema, la responsabilità esistenziale di fare qualcosa del mio problema, della mia situazione. Il che poi significa che debbo sforzarmi di comprendere anche il senso di cosa accade alla donna che amo. Forse il termine "possesso", e "timore di perdere il possesso" sono eccessivi ma è chiaro che mi aspettavo una cosa e ne è uscita un'altra. E qualcosa ho a che fare con tutto questo, perché non è che nel frattempo sono vissuto sulla luna. Ho a che fare con tutto questo soprattutto per quanto riguarda il futuro. Così tutto comincia, inevitabilmente, con la bega tradito/traditore ma non può fermarsi lì. La disullusione, la rabbia, il timore, sono un passo inevitabile. Ma non ci si può fermare lì (e i discorsi qui, dimostrano, per il solo fatto che ci sono, che nessuno si ferma lì) e occorre poi uno sforzo per dare un senso a ciò che accade e per ricostruire una realtà. E questo sforzo lo devo fare io, visto che con me ci vivo io.
Questo non vuol dire (e forse anche qui le tue parole sono eccessive) che non ho mai amato nemmeno prima la persona che ora mi causa problemi. E' chiaro che all'inizio cado dal cielo e non capisco un tubo di ciò che accade e tutto sembra assurdo. E lei mi sembra effettivamente un'aliena. Però è vero che l'evento mi chiama in causa e a questa chiamata non posso esimermi dal raccoglierla.
Inizialmente magari vengo qui, chiedo aiuto, ascolto consigli pareri su come "si" fa, cerco di mediare raccogliendo quel che "si" (sempre impersonale) dovrebbe fare in casi simili al mio ma poi resta che la mia situazione è solo mia e per quanto possa prendermela con il bastardo e anche con lei "che non si capisce proprio come abbia potuto farmi questo a me che ..." e qui una serie di scelte poggeranno solo sulla mia responsabilità...
interpretato male?
Posso dire una cosa? Trovo assolutamente fuori luogo ridurre anni di lotta per l'emancipazione femminile alla liberta' di darla via.Posso dire una cosa ?
Quando le condizioni sono quelle che ho descritto nel mio post prima di questo, ragionare così equivale a gettare anni di emancipazione femminile al cesso.
Se lo scopri casualmente sei un cieco che ha indossato gli occhiali. Se non lo scopri sei un cieco e pure senza occhiali.Potrebbe anche scoprirlo casualmente, è un rischio che si corre.
ci sei entrato. quindi se uccidi qualcuno che non ha famiglia e facendolo sparire nessuno lo sa e la fai franca non hai responsabilità? ihihihhihihihih ma che illusoE' questo il punto Minerva. Alle condizioni che ho descritto più volte, IO NON ENTRO IN UNA COPPIA.
Non ti riconosco.Cara disincantata (cara senza ironia), io sono un tipo di persona che quando le succede una cosa brutta, così come una cosa bella, prima di tutto si domanda se non abbia qualche responsabilità per ciò che le è successo. Questa sono io proprio di carattere. Cioè: prima di tutto guardo in casa mia, cioè dentro di me. Tendo a sentirmi responsabile se qualcuno mi offende, se qualcuno si arrabbia con me, se qualcuno mi pesta un piede, in qualsiasi interazione umana anche virtuale mi sento responsabile delle reazioni che suscito nei miei confronti. Questo è per me sempre stato così: perché non penso che siamo un'isola, né penso che siamo indifferenti a chi ci incontra, foss'anche per una volta, foss'anche la cassiera del supermercato, foss'anche il barista dell'autogrill, per dire di persone che tanti considerano solo ruoli. Io do peso a qualsiasi persona in cui mi imbatta. Nel senso che sono sempre consapevole che quel che do avrò. Insomma, non credo nel caso, in fatto di relzioni con gli esseri umani. Credo che le costruiamo, che siamo latori di messaggi, subliminali e non subliminali. E' pesante tutto questo? No. E' pieno. E mi viene spontaneo, forse perché sono stata una bambina solitaria e ho sempre osservato molto e partecipato poco, per carattere.
La fiducia è una scommessa al buio. O si dà o non si dà. Non si costruisce. O c'è o non c'è. Se c'è, è un viaggio. E' un viaggio per mare senza salvagente né scialuppa di salvataggio. Io mi fido solo di un uomo che è il solo che ho amato e amerò sempre anche se la nostra storia è finita, ma non perché sono cinica e sospettosa, ma perché sono capace di far parte per me stessa; non perché sdegno gli altri, ma anzi, perché li ascolto e li accolgo (anche troppo, mi dicono). La fiducia che si dà si dà a prescindere da qualsiasi atto faccia colui o colei a cui la diamo. E prescinde da qualsiasi patto esplicito o implicito. La persona ti può deludere quando e se ti è infedele, ma se questo la trasforma ai tuoi occhi in un'aliena, allora sei tu che hai sbagliato; non l'hai vista nemmeno prima, o non l'hai vista durante... in qualche modo l'hai persa di vista. La fiducia non si ritira, se è autentica. E quella autentica è istintiva e non calcola. Io sono stata sempre afflitta da molteplici piccole immediate delusioni circa le persone, che mi hanno preservata dal fidarmi istintivamente e ciecamente, nel senso di affidarmi. Quando ci si affida si assume un rischio spaventoso, ma appunto, lo si corre. E in ogni istante ci tocca ricordare che spetta a noi avere cura, a noi non perdere di vista, a noi mandare i messaggi giusti, a noi sintonizzarci, a noi amare. L'altro è sempre l'altro e il suo amore non lo possiamo conoscere né possedere.
Scusa, curiosità.Questa la trovo arroganza pura. Finchè non senti l'altra campana, non sta nè in cielo, nè in terra, che tu dica cose del genere.
E comunque, visto che ti sei "abbassato" a fare l'amante, un minimo di umiltà è doverosa.
A me è successo di far sesso con un carissimo amico, in un periodo nero per entrambi.
Lui comunque è una persona sposata, che all'epoca aveva un matrimonio in bianco e un paio di storie.
Sinceramente se fossi stata scoperta, avrei solo potuto scusarmi... e dire che la figa aveva preso il sopravvento sul cervello e sul rispetto che avrei dovuto avere verso quel legame e quello spazio NON mio.
Non mi sarei mai permessa di dire alla moglie che se l'era cercata, anche se, a dire di lui, non gliela dava.
Chi sono io per giudicare? Conoscevo al 100% la vita del mio amico da poter dire che aveva lui ragione assoluta?
Se tu hai sposato uno che è bravo perché è furbo e nasconde bene, allora hai sposato un pezzo di merda.Vabbè, dipende anche dalla bravura e dalla furbizia del traditore...
Non credo che tutti i traditi ignari siano ingenui.
Per me molti traditi sannoSe tu hai sposato uno che è bravo perché è furbo e nasconde bene, allora hai sposato un pezzo di merda.
Succede.Se tu hai sposato uno che è bravo perché è furbo e nasconde bene, allora hai sposato un pezzo di merda.
non conosci i dettagli quindi non puoi sapere. a quella donna era stato fatto qualcosa che nemmeno ti immagini. una delle cose peggiori che un marito possa fare ad una moglie. od un uomo ad una donna se preferisci. e poi si, in questo caso sono arrogante, hai ragione.Questa la trovo arroganza pura. Finchè non senti l'altra campana, non sta nè in cielo, nè in terra, che tu dica cose del genere.
E comunque, visto che ti sei "abbassato" a fare l'amante, un minimo di umiltà è doverosa.
A me è successo di far sesso con un carissimo amico, in un periodo nero per entrambi.
Lui comunque è una persona sposata, che all'epoca aveva un matrimonio in bianco e un paio di storie.
Sinceramente se fossi stata scoperta, avrei solo potuto scusarmi... e dire che la figa aveva preso il sopravvento sul cervello e sul rispetto che avrei dovuto avere verso quel legame e quello spazio NON mio.
Non mi sarei mai permessa di dire alla moglie che se l'era cercata, anche se, a dire di lui, non gliela dava.
Chi sono io per giudicare? Conoscevo al 100% la vita del mio amico da poter dire che aveva lui ragione assoluta?
E chi ha parlato di darla via ? Sono decine di post che parlo di libero arbitrio. Di scelte consapevoli e assunzioni di responsabilità. Di donne che decidono in piena autonomia valutando le loro azioni senza nascondersi dietro al dito "Mio marito mi trascura" (tanto per dirne una) e tu ci vedi solo il darla via. E poi fino a prova contraria quelle che ci hanno massacrato le palle con lo slogan La figa è mia e la gestisco io non erano le donne ?Posso dire una cosa? Trovo assolutamente fuori luogo ridurre anni di lotta per l'emancipazione femminile alla liberta' di darla via.
Anche senza parlare di etica e di tradimento.
Sul fatto che le cose che MI accadono vadano inserite in un orizzonte di senso per la MIA vita non ci piove.Dobbiamo intenderci sulla parola "meritare". Non è qui questione di un uomo dio o di una donna dea che tutto possono e quindi si sentono investiti di OGNI responsabilità. E' questione di lasciare anche che le cose, se accadono, abbiano un qualche significato per la nostra vita e che questo significato sia un po' più "alto" della bega tra tradito e traditore.
Non intendevo cioè affatto dire che il tradito è COLPEVOLE del tradimento (ho anzi detto che il traditore è TOTALMENTE responsabile di quello che fa). Ma se ho sposato una testa di cazzo, quello è affar mio. E chi mi ha tradito si svela nell'avermi tradito. Questo è.
E come fai ad essere sicuronon conosci i dettagli quindi non puoi sapere. a quella donna era stato fatto qualcosa che nemmeno ti immagini. una delle cose peggiori che un marito possa fare ad una moglie. od un uomo ad una donna se preferisci. e poi si, in questo caso sono arrogante, hai ragione.
Non ti riconosco.
Anche questo post è contraddittorio.
Primo grassetto: se tu provi questo senso di responsabilità perché mail chi è amante di una persona sposata non dovrebbe sentirsi responsabile (come invece hai sostenuto prima)?
Chi è amante di una persona sposata è responsabile della sua relazione con la persona con cui ha la relazione. Non ha relazioni con il terzo. Io ho parlato di persone che incontro o in cui mi imbatto, non di sconosciuti. Diverso il caso atroce di Circe. Atroce.
Secondo grassetto: il tradimento è atroce perché contraddice proprio questo. Come fai a essere sicura meritare l'amore perché tu ami? Tu ami come ti senti di amare. L'altro resta un mistero per te. Tu sei responsabile di te, dei minori a tuo carico e basta.
Terzo e quarto: se la fiducia la dai a prescindere, la dai a prescindere da come è l'altro quindi quando vieni tradito non puoi farti carico di aver sbagliato a valutare, l'hai data a prescindere. No. Come è l'altro è TUTTO. Io istintivamente mi fido, ma non mi AFFIDO. E' diverso. Io resto sola, a prescindere da qualsiasi legame io abbia con gli altri. Mi fido, nel senso che mi apro, mi faccio conoscere, cerco di conoscere. Ma l'affidamento è raro come un albino. La delusione è il campanello d'allarme che va ascoltato per evitare di affidarsi male (o di continuare in un certo perorso con qualcuno che istintivamente ci ispira(va) fiducia. Basta accorgersene, di essere delusi e non ostinarsi a vedere tutto splendente quando non lo è. Parlo delle piccole delusioni. Che sono superimportanti, per decidere se affidarsi e che impostazione dare a una relazione.Per avere idea di cosa ci si può aspettare, sempre per ipotesi, ma non troppo distante dal vero.
Comunque la fiducia non la si dà a prescindere (come dici nel quinto grassetto) perché è nella relazione che si conquista la fiducia. Sì, credo di aver chiarito prima.
E poi perché il rischio non deve essere condiviso? Ma il rischio è condiviso!
fiero di esserlo stato caro conte. grazie per averlo sottolineato. e ribadisco come sopra, se fossi stato usato pazienza. non è mia la responsabilità in quel caso. se mi venisse qualcuno a dire che la mia donna mi ha tradito dicendo all'amante che il nostro matrimonio era finito o che io la mandavo al PS un giorno si e l'altro pure,strino la mano e ringrazio il signore in questione, torno a casa e mando sul serio al ps la mia donnaE come fai ad essere sicuro
di non essere usato come oggetto di una vendetta?
Sei stato il trampolino di lancio per una separazione no?
E' il traditore che si rivela per una testa di cazzo, che tu tradito non avevi colto prima.
E' un po' quel che diceva ieri Brunetta in un altro 3d: la maschera e' strappata, cercare di ricucirla per avere la stessa persona che credevi di aver sposato e' impossibile.
Il re e' nudo, con tutta la sua miseria, e tu stai li' come un pirla a cercare di capire chi cazzo e'...
Quindi un percorso di riconciliazione , se possibile, passa necessariamente per un cambiamento e un'assunzione di responsabilita' da parte del traditore e di una valutazione da parte del tradito se cio' che vede ora a 360 gradi gli stia ancora bene oppure no.