Io invece credo nel perdono, come atto assolutamente unilaterale e "volontario" della persona offesa, indipendente dall'essere meritevole del traditore e indipendente dal fatto che il matrimonio o la relazione vadano avanti. Io posso perdonare perche' comprendo le MOTIVAZIONI che hanno portato al tradimento, che includono le mie responsabilita', e non c'entrano con le giustificazioni, come detto piu' volte qui sopra.
Credo anche pero' che l'elaborazione del lutto della perdita della persona amata cosi' come la conoscevamo o credevamo di conoscerla significhi, come dice Recalcati, che niente sia piu' come prima e che di fatto ci si renda disponibili ad un amore "nuovo" anche perche' entrambi non si e' piu' le stesse persone e in sostanza il tradito, ma anche il traditore, si assumono il rischio implicito in ogni nuova storia.
Ovviamente aprirsi ad un amore nuovo con la stessa persona comporta che anche l'altro, il traditore, sia cointeressato a farlo, e che il torto, il tradimento, permetta emotivamente una nuova accoglienza della persona amata.
Nella mia storia (e parlo esclusivamente per me) per come si e' sviluppata e per quello che ho davanti ora, il problema e' se l'amore che provo sia sufficientemente nuovo per inventarci una nuova vita. Io non voglio il matrimonio di prima, che e' quello che ci ha portato dove siamo ora, ne voglio uno nuovo.
Credo che appena ho un attimo di tempo apriro' un 3d sul tema.
Coraggio, Apollonia, anche la tua storia mi ha appassionato (vi leggo sempre, insieme al mio fedifrago, tra un pianto e una risata)