Tu perdoneresti un tradimento?

Stato
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free

Escluso
No. Non è vero.

Tu non hai detto di no.
La Sbri.

LA free per esempio si è messa a raccontarmi di quanto siamo felici e quanto la violenza sia una sottocultura di minoranza. Mica che ci appartiene. No, no. Noi non mandiamo in galera i traditori. E vissero tutti felici e contenti.

Prima di lei ci si è persi a giustificare il tipo perchè poverino è giovvine e anon sa bene quello che dice.

Che sono comportamenti diversi, ma allo stesso modo neganti.

Quindi non si tratta di soddisfare le mie patturnie. O meglio. Non soltanto.

Semplicemente a me non piace il pensiero bianco/nero e so essere molto insistente quando lo incontro.
Insistente nel sostenere che è un pensiero violento e molto poco lontano da quello che si critica ergendosi a .

Poi bon. Va bene così.

E' evidente che studiare i modi di prendere un poliziotto, per evitare di incorrere in guai o addirittura schivare una multa, è concretamente più utile. E sicuramente immediato. E poi fa anche ridere.

:)
a parte che non ho mai detto che siamo felici, comunque mi sembra che non ti sia chiaro il concetto di violenza come sottocultura, e non cultura... tu per caso frequenti mafiosi et similia e RAGIONI (o sragioni) come loro?
per te esiste il concetto di rispetto mafioso? per te chi ha fatto più anni di galera è degno di rispetto? tu se subisci un qualsiasi torto (speriamo di no!) ti rivolgi a chi di dovere o mandi gli amici degli amici a spaccare il culo al prepotente di turno? per te la prostituzione è una sciocchezzuola o purtroppo nasce spesso in ambienti degradati?
sei per caso un ultras che va in giro a menare mazzate o vai a vedere la partita per divertimento? per te un marito violento va denunciato o rispettato? per te il regalo di compleanno dei 18 anni di tua figlia sono ovviamente le tette siliconate (america latina)?
queste e mille altre sono sottoculture, che secondo me non fanno parte del modo di vivere e pensare della maggioranza della popolazione italiana, io ad es., che ne sono totalmente FUORI, non ritengo di essere un caso raro (insieme alla mia numerosa famiglia sparpagliata per mezzo mondo), e vedo che chi esterna violenza etc. viene ISOLATO, giustamente
 

oscuro

Utente di lunga data
Si

osti ma chi vi ha dato la patente??:singleeye:
Ah bella,sei libera di non crederci,ma una donna che frequentavo ha avuto un orgarsmo mentre guidavo...fatti due conti.....:rotfl::rotfl:
 

Sbriciolata

Escluso
Sbriciolata ma infondo nobody cosa sta scrivendo?quello che sappiamo tutti no?questo è il paese dei furbi no?nel traffico c'è il furbo,a lavoro c'è il furbo,in casa c'è il furbo,in questo forum c'è il furbo e allora?Questa è l'italia,so bene che quello che scrive nobody non è il massimo in un paese civile,ma l'italia è un paese civile?Purtroppo ne dobbiamo prendere atto,la nostra è una società malata,fatta di egoismo,di apparire,dove l'unico valore che conta sono questa merda di soldi,che altro è l'italia?cosa altro sono gli italiani?E allora nobody estremizza,l'importante e non farsi beccare,ed infondo e così che i genitori stanno educando le nuove generazioni,mica insegnano la cosa giusta è quella sbagliata,insegnano che se fai quella sbagliata bisogna negare,e dare la colpa ad altri.Adesso il problema sono i rossi bruciati di nobody vero?o sono io che alle 3 del mattino me ne frego dei limiti?
mai sentito parlare della teoria delle finestre rotte?
dire che il problema è sempre un altro, dire sempre non è questo il problema non serve ad una beneamata.
Anzi: è la condizione necessaria all'immobilismo, al clientelismo, all'omertà.
e non parlo di te e Nobody, ovviamente, ma sono i principi.
se uno sa di venire meno alle regole è per forza più incline a non vedere quando alle regole viene meno qualcun altro.
E quando si relativizza per principio, significa che i paletti che dovremmo aver ficcato a terra, sono su ruote e li spostiamo a nostra convenienza, sempre.
perchè quando relativizziamo a nostro favore siamo sempre stranamente benevolenti.
E questo lo facciamo tutti, di indulgere con noi stessi: ma ci sono dei limiti e perchè ci siano occorre tener presente che quell'indulgenza è un mancare verso gli altri oltre che verso noi stessi.
Il problema del relativizzare sta nell'abbassare sempre l'asticella dell'aspettativa verso noi stessi.
E a forza di abbassare l'asticella si finisce per non trovare più le ragioni per saltare.
E quindi io mi incazzo sì, ma non per il semaforo, per il messaggio.
Ed il messaggio è che fino a che nessuno ti becca, la liceità di quello che fai la valuti solo tu.
Fino a che nessuno ti becca le regole non esistono.
Fino a che nessuno ti becca, tutti credono che tu abbia osservato le regole, e tu li hai fregati.
E lo so che un semaforo rosso sembra una cagata, fino a che ovviamente non succede una tragedia, e che a questo mondo c'è di peggio.
C'è sempre di peggio.
Troverai sempre chi ha fatto peggio di te. Pure in galera uno fatica a non trovare nessuno che abbia fatto peggio di lui.
Ma è con questo principio che possiamo migliorarci? Non credo.
 

oscuro

Utente di lunga data
SI

mai sentito parlare della teoria delle finestre rotte?
dire che il problema è sempre un altro, dire sempre non è questo il problema non serve ad una beneamata.
Anzi: è la condizione necessaria all'immobilismo, al clientelismo, all'omertà.
e non parlo di te e Nobody, ovviamente, ma sono i principi.
se uno sa di venire meno alle regole è per forza più incline a non vedere quando alle regole viene meno qualcun altro.
E quando si relativizza per principio, significa che i paletti che dovremmo aver ficcato a terra, sono su ruote e li spostiamo a nostra convenienza, sempre.
perchè quando relativizziamo a nostro favore siamo sempre stranamente benevolenti.
E questo lo facciamo tutti, di indulgere con noi stessi: ma ci sono dei limiti e perchè ci siano occorre tener presente che quell'indulgenza è un mancare verso gli altri oltre che verso noi stessi.
Il problema del relativizzare sta nell'abbassare sempre l'asticella dell'aspettativa verso noi stessi.
E a forza di abbassare l'asticella si finisce per non trovare più le ragioni per saltare.
E quindi io mi incazzo sì, ma non per il semaforo, per il messaggio.
Ed il messaggio è che fino a che nessuno ti becca, la liceità di quello che fai la valuti solo tu.
Fino a che nessuno ti becca le regole non esistono.
Fino a che nessuno ti becca, tutti credono che tu abbia osservato le regole, e tu li hai fregati.
E lo so che un semaforo rosso sembra una cagata, fino a che ovviamente non succede una tragedia, e che a questo mondo c'è di peggio.
C'è sempre di peggio.
Troverai sempre chi ha fatto peggio di te. Pure in galera uno fatica a non trovare nessuno che abbia fatto peggio di lui.
Ma è con questo principio che possiamo migliorarci? Non credo.
Tutto decisamente condivisibile.MA SIAMO IN ITALIA.IN ITALIA CI SONO FAMIGLIE CHE STANNO ASPETTANDO DI SAPERE DA 30 CAZZO DI ANNI COME E PERCHè SONO MORTI I LORO CARI SU UN CAZZO DI AEREO PARTITO DA BOLOGNA E MAI ARRIVATO A PELERMO,capito?QUESTA SPECIE DI STATO,che mi viene da ridere a chiamarlo tale.... neanche ha avuto la dignità di risarcirli,IL NULLA.SONO MORTI COSì e sti cazzi no?il paese delle stragi impunite,E ALLORA TI CHIEDO:QUAL'è IL MESSAGGIO CHE PASSA A NOI CITTADINI UNO STATO DEL GENERE?
 

free

Escluso
Tutto decisamente condivisibile.MA SIAMO IN ITALIA.IN ITALIA CI SONO FAMIGLIE CHE STANNO ASPETTANDO DI SAPERE DA 30 CAZZO DI ANNI COME E PERCHè SONO MORTI I LORO CARI SU UN CAZZO DI AEREO PARTITO DA BOLOGNA E MAI ARRIVATO A PELERMO,capito?QUESTA SPECIE DI STATO,che mi viene da ridere a chiamarlo tale.... neanche ha avuto la dignità di risarcirli,IL NULLA.SONO MORTI COSì e sti cazzi no?il paese delle stragi impunite,E ALLORA TI CHIEDO:QUAL'è IL MESSAGGIO CHE PASSA A NOI CITTADINI UNO STATO DEL GENERE?

aggiungerei anche la storia di tasse altissime a fronte di disservizi, sprechi, corruzione e mazzette: a chi viene più voglia di pagarle? a me NO
 

oscuro

Utente di lunga data
SI

aggiungerei anche la storia di tasse altissime a fronte di disservizi, sprechi, corruzione e mazzette: a chi viene più voglia di pagarle? a me NO
Uno stato che fa una trattativa nel 92 per fermare l'ala stragista della mafia?per fermare le politica bombe? L'ex CAPO DI QUESTO STATO HA PRETESO DAL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA DI INTIMARE Ai GIUDICI DI PALERMO DI CACELLARE ALCUNE SUE INTERCETTAZIONI CON L'EX MINISTRO MANCINO PERCHè...... IL CAPO DELLO STATO NON SI PUò INTERCETTARE.......E perche mai?se non ho nulla da nascondere facciano quello che devono i giudici O NO?.EMBE QUEI NASTRI SONO STATI DISTRUTTI MA A VOI SEMBRA GIUSTO?:cool::cool:E QUALCHE COGLIONE QUI DENTRO SCRIVE PURE CHE QUESTO è UNA GRAND ESTATO CAPITO.....:cool::cool: Povero Moro.....povero aldo moro....
 

Sbriciolata

Escluso
Tutto decisamente condivisibile.MA SIAMO IN ITALIA.IN ITALIA CI SONO FAMIGLIE CHE STANNO ASPETTANDO DI SAPERE DA 30 CAZZO DI ANNI COME E PERCHè SONO MORTI I LORO CARI SU UN CAZZO DI AEREO PARTITO DA BOLOGNA E MAI ARRIVATO A PELERMO,capito?QUESTA SPECIE DI STATO,che mi viene da ridere a chiamarlo tale.... neanche ha avuto la dignità di risarcirli,IL NULLA.SONO MORTI COSì e sti cazzi no?il paese delle stragi impunite,E ALLORA TI CHIEDO:QUAL'è IL MESSAGGIO CHE PASSA A NOI CITTADINI UNO STATO DEL GENERE?
lo stato siamo noi, oh.
fino a che vediamo lo stato come altro da noi, stiamo lì ad aspettare risposte che dovremmo darci da soli. Il che non è particolarmente intelligente.
fino a che vedremo il fatto di riuscire ad aggirare le regole in modo furbo come un valore anzichè un disvalore, continueremo ad incazzarci solo ed esclusivamente quando ci scappa il morto. O i morti.
Non fosse stato per i nostri paletti mobili, certa gente non si sarebbe potuta permettere certe cose, perchè bisogna essere in tanti a coprire gerte magagne, ed in tanti a coprire quelli che coprivano.
E' quello che manca proprio in questo accidente di paese: il senso di responsabilità che ti porta a desiderare che le cose siano fatte in un certo modo, piuttosto che non ti becchino se le fai in un altro.
Il senso di responsabilità ti fa uscir di casa per partecipare, non ti fa stare alla finestra a guardare.
e non c'entra un cazzo il distopismo a cui accennava Nobody: quello che ti porta(tu generico) a stare alla finestra non è distopismo, è paraculismo.
Chiamiamo le cose con il loro nome.
 

oscuro

Utente di lunga data
No

lo stato siamo noi, oh.
fino a che vediamo lo stato come altro da noi, stiamo lì ad aspettare risposte che dovremmo darci da soli. Il che non è particolarmente intelligente.
fino a che vedremo il fatto di riuscire ad aggirare le regole in modo furbo come un valore anzichè un disvalore, continueremo ad incazzarci solo ed esclusivamente quando ci scappa il morto. O i morti.
Non fosse stato per i nostri paletti mobili, certa gente non si sarebbe potuta permettere certe cose, perchè bisogna essere in tanti a coprire gerte magagne, ed in tanti a coprire quelli che coprivano.
E' quello che manca proprio in questo accidente di paese: il senso di responsabilità che ti porta a desiderare che le cose siano fatte in un certo modo, piuttosto che non ti becchino se le fai in un altro.
Il senso di responsabilità ti fa uscir di casa per partecipare, non ti fa stare alla finestra a guardare.
e non c'entra un cazzo il distopismo a cui accennava Nobody: quello che ti porta(tu generico) a stare alla finestra non è distopismo, è paraculismo.
Chiamiamo le cose con il loro nome.
D'accordo su quasi tutto.Ma lo stato non siamo noi,lo stato sono loro....!Io non ho nulla da condividere con quelli che da anni decidono le sorti di questo paese.
 

drusilla

Drama Queen
A me crea violenza il 95 % dei automobilisti romani uomini donne giovani vecchi italiani stranieri che non rispettano un cazzo di striscia pedonale e ti passano a due centimetri ad alta velocità anche se li aspetta il semaforo rosso dieci metri più avanti anche se piove anche se porti bambini anche se ti fermi a metà per vedere che cazzo vogliono fare PER LORO ESIGO IL CARCERE NELLA GUYANA FRANCESE e voglio vedere come cazzo fanno Steve McQueen o Dustin Hoffman cazzo!
 

Sbriciolata

Escluso
A me crea violenza il 95 % dei automobilisti romani uomini donne giovani vecchi italiani stranieri che non rispettano un cazzo di striscia pedonale e ti passano a due centimetri ad alta velocità anche se li aspetta il semaforo rosso dieci metri più avanti anche se piove anche se porti bambini anche se ti fermi a metà per vedere che cazzo vogliono fare PER LORO ESIGO IL CARCERE NELLA GUYANA FRANCESE e voglio vedere come cazzo fanno Steve McQueen o Dustin Hoffman cazzo!
l'importante è che non li becchino(cit. Orwell):D
 

Uhlalá

Utente di lunga data
A me crea violenza il 95 % dei automobilisti romani uomini donne giovani vecchi italiani stranieri che non rispettano un cazzo di striscia pedonale e ti passano a due centimetri ad alta velocità anche se li aspetta il semaforo rosso dieci metri più avanti anche se piove anche se porti bambini anche se ti fermi a metà per vedere che cazzo vogliono fare PER LORO ESIGO IL CARCERE NELLA GUYANA FRANCESE e voglio vedere come cazzo fanno Steve McQueen o Dustin Hoffman cazzo!
:rotfl::rotfl::rotfl:
 

free

Escluso
A me crea violenza il 95 % dei automobilisti romani uomini donne giovani vecchi italiani stranieri che non rispettano un cazzo di striscia pedonale e ti passano a due centimetri ad alta velocità anche se li aspetta il semaforo rosso dieci metri più avanti anche se piove anche se porti bambini anche se ti fermi a metà per vedere che cazzo vogliono fare PER LORO ESIGO IL CARCERE NELLA GUYANA FRANCESE e voglio vedere come cazzo fanno Steve McQueen o Dustin Hoffman cazzo!

che uomo affascinante, mi piaceva un sacco:inlove:

belle macchine
 

drusilla

Drama Queen
l'importante è che non li becchino(cit. Orwell):D
Beccheranno prima me che mi aggiro per le strade con una mazza da baseball grondando bavva e gridando banzaiii [emoji83] [emoji83]
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
a parte che non ho mai detto che siamo felici, comunque mi sembra che non ti sia chiaro il concetto di violenza come sottocultura, e non cultura... tu per caso frequenti mafiosi et similia e RAGIONI (o sragioni) come loro?
per te esiste il concetto di rispetto mafioso? per te chi ha fatto più anni di galera è degno di rispetto? tu se subisci un qualsiasi torto (speriamo di no!) ti rivolgi a chi di dovere o mandi gli amici degli amici a spaccare il culo al prepotente di turno? per te la prostituzione è una sciocchezzuola o purtroppo nasce spesso in ambienti degradati?
sei per caso un ultras che va in giro a menare mazzate o vai a vedere la partita per divertimento? per te un marito violento va denunciato o rispettato? per te il regalo di compleanno dei 18 anni di tua figlia sono ovviamente le tette siliconate (america latina)?
queste e mille altre sono sottoculture, che secondo me non fanno parte del modo di vivere e pensare della maggioranza della popolazione italiana, io ad es., che ne sono totalmente FUORI, non ritengo di essere un caso raro (insieme alla mia numerosa famiglia sparpagliata per mezzo mondo), e vedo che chi esterna violenza etc. viene ISOLATO, giustamente
A me è molto chiaro sia il concetto di cultura, a cui faccio riferimento, sia quello di sottocultura. E mi è evidente la distinzione fra le due.

Ma probabilmente il problema in questa sede è proprio intendersi sui significati. Che non sono soggettivi.

Intediamoci sui termini, quindi. Che forse è necessario davvero al fare chiarezza. Almeno a grandi linee.

Che se mi metto a farti il pippone antropologico mi mandi a fare in culo ed avresti anche ragione, se la cosa non ti interessa e preferisci rimanere ad un livello di analisi che riguarda più il piano esplicito che quello implicito.

Poi possiamo finire con un vabbè;)

Mi hai appena fatto l'elenco di alcune sottoculture.

Ti sei mai chiesta da dove il pensiero che le crea trovi spunto e sostegno?

Le sottoculture, come dice il termine, non sono altro che l'espressione particolare e parziale di una cultura di riferimento (e anche qui ti evito tutto il pippone su come si formano, si individualizzano in termini sistemici costruendo un'identità collettiva etc etc.)

qui la definizione di cultura.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura

Ed è a quell'insieme di conoscenze, saperi e credo, a cui io sto facendo continuamente riferimento. Che si chiama cultura appunto.

Il brodo culturale da cui proveniamo e in cui viviamo. Che sostiene agiti e contro-agiti e che in moltissimi aspetti guida tutta una serie di risposte comportamentali. Anche e principalmente inconsapevoli (condizionamenti, per farla semplice, che qui ci sarebbe altro pippone infinito).

Le sottoculture a cui hai fatto riferimento nascono. crescono. si nutrono.
In un brodo culturale molto più ampio e profondo. (cultura).

Che comprende anche tutti quei condizionamenti per cui, per esempio, una donna picchiata dal suo uomo tace. Per esempio eh. Che non ho voglia di mettermi a farti esempi per ogni riferimento che hai fatto.
O per cui è possibile considerare degno d'onore aver fatto più anni di galera di qualcun altro. Per dire.

Anche perchè la letteratura è densissima a riguardo. E se hai voglia c'è un sacco da leggere per approfondire.

E' ovvio non riusciamo ad intenderci. :)
Io faccio riferimento alla cultura in senso socioantropologico, tu alle subculture stesse. E' un discorso che muore in partenza. Se non si riesce a legare i due ambiti, che sono legati eh, che uno crea l'altro in modo circolare, non ci si intenderà mai, come in effetti sta succedendo, e si parla fondamentalmente del nulla. Senza trarne nessuna forma di apprendimento.

Il rimando alla felicità era una frecciatina a questa frase, perchè mi è sempre sembrata una frase fatta. Tanto quanto la sua corrispondente opposta, ossia che va tutto male e il mondo è un posto di merda.


veramente qui è successo il contrario, e cioè che un utente ha detto che i traditori devono andare in galera come succede nel SUO paese...non è che è partita una critica così per sport

poi se "noi" dobbiamo sempre sentirci timorosi di apparire anche solo lontanamente persone contente di vivere senza 'ste menate assurde, vabbè!
Vabbè a te:p:D
 
Ultima modifica:

free

Escluso
A me è molto chiaro sia il concetto di cultura, a cui faccio riferimento, sia quello di sottocultura. E mi è evidente la distinzione fra le due.

Ma probabilmente il problema in questa sede è proprio intendersi sui significati. Che non sono soggettivi.

Intediamoci sui termini, quindi. Che forse è necessario davvero al fare chiarezza. Almeno a grandi linee.

Che se mi metto a farti il pippone antropologico mi mandi a fare in culo ed avresti anche ragione, se la cosa non ti interessa e preferisci rimanere ad un livello di analisi che riguarda più il piano esplicito che quello implicito.

Poi possiamo finire con un vabbè;)

Mi hai appena fatto l'elenco di alcune sottoculture.

Ti sei mai chiesta da dove il pensiero che le crea trovi spunto e sostegno?

Le sottoculture, come dice il termine, non sono altro che l'espressione particolare e parziale di una cultura di riferimento (e anche qui ti evito tutto il pippone su come si formano, si individualizzano in termini sistemici costruendo un'identità collettiva etc etc.)

qui la definizione di cultura.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura

Ed è a quell'insieme di conoscenze, saperi e credo, a cui io sto facendo continuamente riferimento. Che si chiama cultura appunto.

Il brodo culturale da cui proveniamo e in cui viviamo. Che sostiene agiti e contro-agiti e che in moltissimi aspetti guida tutta una serie di risposte comportamentali. Anche e principalmente inconsapevoli (condizionamenti, per farla semplice, che qui ci sarebbe altro pippone infinito).

Le sottoculture a cui hai fatto riferimento nascono. crescono. si nutrono.
In un brodo culturale molto più ampio e profondo. (cultura).

Che comprende anche tutti quei condizionamenti per cui, per esempio, una donna picchiata dal suo uomo tace. Per esempio eh. Che non ho voglia di mettermi a farti esempi per ogni riferimento che hai fatto.
O per cui è possibile considerare degno d'onore aver fatto più anni di galera di qualcun altro. Per dire.

Anche perchè la letteratura è densissima a riguardo. E se hai voglia c'è un sacco da leggere per approfondire.

E' ovvio non riusciamo ad intenderci. :)
Io faccio riferimento alla cultura in senso socioantropologico, tu alle subculture stesse. E' un discorso che muore in partenza. Se non si riesce a legare i due ambiti, che sono legati eh, che uno crea l'altro in modo circolare, non ci si intenderà mai, come in effetti sta succedendo, e si parla fondamentalmente del nulla. Senza trarne nessuna forma di apprendimento.

Il rimando alla felicità era una frecciatina a questa frase, perchè mi è sempre sembrata una frase fatta. Tanto quanto la sua corrispondente opposta, ossia che va tutto male e il mondo è un posto di merda.




Vabbè a te:p:D
certo che sono legati: le sottoculture si differenziano per alcuni aspetti dalla cultura "generale" di un tal luogo/epoca, non so come dirlo più chiaro di così... il che vuol dire che nel caso in cui si differenzino per la violenza, la violenza stessa non appartiene alla cultura generale, ma appunto alla sottocultura, ed è il motivo per cui in Italia le famiglie solitamente non si scannano tra di loro, se fai un dispetto al vicino solitamente non ti ammazza il cane, i poliziotti solitamente ti fermano senza spararti, le donne che subiscono violenza solitamente denunciano o cercano alternative, e anche la donne straniere, pensa un po', vivendo qui da noi hanno cominciato a denunciare i mariti, il che significa che hanno cominciato ad assorbire un po' della nostra cultura, che dà loro la possibilità di reagire alla violenza

comunque io continuo a fare esempi, sono tutta sudata:D, e tu invece non ne hai fatto nemmeno UNO!
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
certo che sono legati: le sottoculture si differenziano per alcuni aspetti dalla cultura "generale" di un tal luogo/epoca, non so come dirlo più chiaro di così... il che vuol dire che nel caso in cui si differenzino per la violenza, la violenza stessa non appartiene alla cultura generale, ma appunto alla sottocultura, ed è il motivo per cui in Italia le famiglie solitamente non si scannano tra di loro, se fai un dispetto al vicino solitamente non ti ammazza il cane, i poliziotti solitamente ti fermano senza spararti, le donne che subiscono violenza solitamente denunciano o cercano alternative, e anche la donne straniere, pensa un po', vivendo qui da noi hanno cominciato a denunciare i mariti, il che significa che hanno cominciato ad assorbire un po' della nostra cultura, che dà loro la possibilità di reagire alla violenza

comunque io continuo a fare esempi, sono tutta sudata:D, e tu invece non ne hai fatto nemmeno UNO!
E' perchè è un minestrone, che si sa, scalda. :D

Le sottoculture non si si differenziano soltanto dalla cultura. Sono sottoprodotti, segmenti, della cultura in cui nascono.

Si differenziano per alcuni termini, è vero, ma appartengono alla cultura in cui nascono per stile di vita, credo, visione del mondo.

Se non appartenessero non potrebbero differenziarsi. Non ne avrebbero bisogno. Sarebbero prodotti a sè stanti.

La mafia ha punti di raccordo con la cultura in cui si è formata. Non a caso ha caratteristiche particolari a seconda proprio della cultura a cui appartiene. E non potrebbe esistere l'identificazione interna ed esterna fra l'altro. SE così non fosse. Non avrebbe successo insomma. Il successo che le ha permesso fra l'altro di infiltrarsi così egregiamente nel tessuto sociale, a tutti i livelli. Parla la stessa lingua. Pur esplicandosi diversamente. SE non parlasse la stessa lingua, non sarebbe mai riuscita a comunicare con la cultura di riferimento in cui si inserita.

E le sottoculture stesse sono differenziate fra loro.

Non vorrai paragonare un ultras ad un mafioso?
No. Non si può per certi aspetti, vero?
Eppure entrambi afferiscono alla violenza.
Pur discostandosi negli agiti. E quindi nel discorso che fanno attorno alla violenza stessa.

Sono subculture diverse ma eppure hanno dei tratti comuni. Violenza. Fede. Onore. Per dire.

Da dove arrivano quei tratti comuni?

Se si guarda bene quei tratti comuni hanno comunanza con la cultura in cui queste subculture si sono formate. E a cui sono appartenenti.

In nessuna subcultura conosciuta viene fatta ode alla violenza in sè e per sè. (se così fosse non potrebbero neanche nascere, poichè nella cultura di apparteneza è compresa violenza ma anche la tendenza al controllarla).

Ma anzi, una parte del codice, è proprio dedicata a spiegare e giustificare la presenza di violenza (questo è un altro tratto che definisce i riferimenti culturali dei partecipanti la subcultura.)

Viene utilizzato un pensiero violento, che scorre sotterraneo e presente e tutto intorno, che viene tradotto in agiti. Agiti che si differenziano a seconda del codice di cui la subcultura si è dotata. E viene utilizzato anche il pensiero teso al contollo della violenza.
Riproducendo lo schema culturale di appartenenza fra l'altro.

Quel pensiero sotterraneo non è un prodotto della sottocultura.
Ma è la sottocultura che attinge ad esso, per variarsi e costruirsi codici.
Codici che permettono identificazione interna da parte del gruppo. E che permettono un scambio fra interno/esterno - subcultura/cultura

Esistono addirittura teorie che sostengono che le subculture siano funzionali al mantenimento della società stessa. Per dinamiche che riguardano identificazione/differenziazione.

Luhmann ha scritto roba molto interessante a riguardo. Ma anche Cohen. Per dire qualcuno.

Le leggi sono strumenti di cui le società i sono dotate appunto per regolamentare un comportamento caratteristico. Biologicamente. Antropologicamente. Socialmente. La violenza in questo caso.
Ed è anche in questo campo che si esplica il ragionamento che socialmente viene fatto intorno alla violenza. Ragionamento che si differenzia di nuovo per appartenenze culturali.

Se la violenza fosse una caratteristica intrinseca soltanto di una subcultura, non sarebbe necessario legiferarla per regolamentarla. La religione stessa si è occupata, prima dello stato storicamente parlando, di controllare la violenza che da sempre caratterizza le culture umane.

Questo tipo di legiferazione, secolare o meno, non è un caso caratterizzi il le società di tutto il mondo.

Buttare tutto nella subcultura è rischioso. Fra l'altro. Che si rischia soltanto di spostare la questione. Da un posto sociale all'altro. Ma senza entrare mai entrare nella questione stessa.

Il discorso sulla "banalità del male" e "sulla bestia umana" è interessantissimo da questo punto di vista.

Il tutto semplificando di molto. Eh.
 
Stato
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