POtere non significa necessariamente imposizione o uso della forza. E neanche significa, per chi è dall'altra parte, sottomissione. Usiamo il termine in senso lato. Ciascuno, in una coppia, ha bisogno della coscienza dell'altro, di specchiarsi in quella coscienza. Chi ama esiste anche nella misura in cui è presente nella coscienza dell'altro (e questo comporta, a mio avviso, che la cosa peggiore non è esser traditi ma che la persona amata non ti si fili più, non ti pensi, ti abbia fatto uscire dalla sua coscienza). Non necessariamente - anzi: quasi mai - questo rapporto è esattamente paritario e questo non perché qualcuno abbia "il coltello dalla parte del manico" bensì perché nella coppia sulla base delle caratteristiche e delle situaizoni in cui si vive, nascono degli equilibri che tendono a consolidarsi. Equilibri che non sono mai esattametne "democratici" e paritari. La stessa inevitabile differenza nei ruoli (differenza che usualmente ma non necessariamente è legata al genere) comporta differenze di valore. Così posso amare una persona alla follia e nondimeno cercare di condizionarla; anzi cerco di condizionarla proprio perché la amo alla follia (o reciprocametne: accetto di lasciarmi condizionare...). La serie di compromessi connessa con la vita di coppia inevitabilmente ocmporta dei cambiamenti e di fatto qualcuno ha un potere che l'altro non ha: le sue parole pesano di più, i suoi silenzi sono più significativi, le sue decisioni importanti sono più difficili da cambiare, le sue attese hanno maggior valore... questo non ha come risvolto che uno è padrone e l'altro no ma solo che inevitabilmente la coppia è squilibrata. In linea di principio lo squilibrio potrebbe avere vari livelli, per cui ad un livello la bilancia va da una parte (lei decide sui bambini piccoli e sulle vacanze) e ad un altro va da un'altra parte (lui non cucina e non sparecchia mai, anche perché non sa cucinare e rompe inevitabilmente i piatti) ma alla fine l'equilibrio non è mai paritario.
Ora, senza scendere nella questione, avanzata da qualche psicanalista, dell'amore come sentimento egoistico, il voler "tenere" vicino emotivamente una persona comporta una pressione (anche se quella persona non vuole affatto stare lontana). E il fatto che questo desiderio abbia un reciproco dall'altra parte non cancella che si tratta di una pressione connessa con il potere. Sotto questo aspetto il potere mi sembra "normale" e inevitabile.