Imperdonabile

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Brunetta

Utente di lunga data
Allora io ho perdonato ..
Per me tu hai perdonato salvando lui e distinguendolo dal tradimento. Per fare questo ti sei fatta carico (a ragione o no non so se sia importante per il risultato) di parte della responsabilità della delusione rispetto alle persone innamorate che eravate. Se vi siete delusi a vicenda l'amore, il mito fondante, resta.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il perdono a cui mi riferivo non è quello di chi se ne deve fare una ragione. Non è neppure una condizione che va comunicata. Come giustamente ha scritto qualcuno, non è neanche detto che il "colpevole" sia interessato al perdono.
Io intendo fare pace con il rifiuto di quanto è avvenuto.
Voglio dire che non devo perdonare Nerone. Quello che ha fatto è storia.
Perdonare in senso positivo per la vittima è storicizzare. Storicizzare non è solo prendere atto dei fatti ma anche del modo di essere delle persone.
L'imperdonabile nel tradimento è la delusione rispetto all'immagine che avevamo della persona, dell'amore, della relazione.
Non si perdona finché resta lo stupore.
In questo senso non perdonare ha l'aspetto positivo per il "colpevole" di essere considerato ancora, nonostante tutto, una persona incompatibile con gli atti che ha compiuto.
Così come le nazioni, le religioni, le ideologie hanno bisogno di un mito fondante, anche alcuni di noi hanno bisogno di un mito di purezza, di diversità fondante i propri sentimenti, le proprie storie d'amore e riconoscere che l'altro elemento del mito è proprio quello che ha fatto distrugge tutto.
Meglio non perdonarlo e continuare a mantenere una delusione che conserva il mito.
Quoto con inchino. :)

Io penso che la questione che hai aperto riguardi la propria narrazione di sè a sè. Riguardi il darsi tutti i nomi e tutti i ruoli che si sono in un qualche modo interpretati nella propria storia.

Credo che riguardi il raccontarsi la propria storia da protagonisti attivi, davanti allo specchio.
Anche quando il ruolo è stato quello di vittima.
E riuscire a guardare la propria immagine intera.
Riappropriandosene.

E credo che tutto questo riguardi la dignità che si può conferire al dolore.
All'amore. In tutte le sue facce ed espressioni.
E anche all'odio e alla distruzione.

E riguardi infine l'accettare.

In questi termini "perdonabile" e "imperdonabile" mi sembrano sempre di più parole. Semplicemente parole. Che raccontano, se le si apre e si lascia fluire quello che contengono per ognuno.
Ma non sono mica tanto sicura ancora di questo:eek::D
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Il perdono a cui mi riferivo non è quello di chi se ne deve fare una ragione. Non è neppure una condizione che va comunicata. Come giustamente ha scritto qualcuno, non è neanche detto che il "colpevole" sia interessato al perdono.
Io intendo fare pace con il rifiuto di quanto è avvenuto.
dire che non devo perdonare Nerone. Quello che ha fatto è storia.
Perdonare in senso positivo per la vittima è storicizzare. Storicizzare non è solo prendere atto dei fatti ma anche del modo di essere delle persone.
L'imperdonabile nel tradimento è la delusione rispetto all'immagine che avevamo della persona, dell'amore, della relazione.
Non si perdona finché resta lo stupore.
In questo senso non perdonare ha l'aspetto positivo per il "colpevole" di essere considerato ancora, nonostante tutto, una persona incompatibile con gli atti che ha compiuto.
Così come le nazioni, le religioni, le ideologie hanno bisogno di un mito fondante, anche alcuni di noi hanno bisogno di un mito di purezza, di diversità fondante i propri sentimenti, le proprie storie d'amore e riconoscere che l'altro elemento del mito è proprio quello che ha fatto distrugge tutto.
Meglio non perdonarlo e continuare a mantenere una delusione che conserva il mito.
Se intendi questo come perdono, io ho perdonato in brevissimo tempo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quoto con inchino. :)

Io penso che la questione che hai aperto riguardi la propria narrazione di sè a sè. Riguardi il darsi tutti i nomi e tutti i ruoli che si sono in un qualche modo interpretati nella propria storia.

Credo che riguardi il raccontarsi la propria storia da protagonisti attivi, davanti allo specchio.
Anche quando il ruolo è stato quello di vittima.
E riuscire a guardare la propria immagine intera.
Riappropriandosene.

E credo che tutto questo riguardi la dignità che si può conferire al dolore.
All'amore. In tutte le sue facce ed espressioni.
E anche all'odio e alla distruzione.

E riguardi infine l'accettare.

In questi termini "perdonabile" e "imperdonabile" mi sembrano sempre di più parole. Semplicemente parole. Che raccontano, se le si apre e si lascia fluire quello che contengono per ognuno.
Ma non sono mica tanto sicura ancora di questo:eek::D
Grazie.

Si bisogna essere narratori consapevoli.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Eratò

Utente di lunga data
Quoto con inchino. :)

Io penso che la questione che hai aperto riguardi la propria narrazione di sè a sè. Riguardi il darsi tutti i nomi e tutti i ruoli che si sono in un qualche modo interpretati nella propria storia.

Credo che riguardi il raccontarsi la propria storia da protagonisti attivi, davanti allo specchio.
Anche quando il ruolo è stato quello di vittima.
E riuscire a guardare la propria immagine intera.
Riappropriandosene.

E credo che tutto questo riguardi la dignità che si può conferire al dolore.
All'amore. In tutte le sue facce ed espressioni.
E anche all'odio e alla distruzione.

E riguardi infine l'accettare.

In questi termini "perdonabile" e "imperdonabile" mi sembrano sempre di più parole. Semplicemente parole. Che raccontano, se le si apre e si lascia fluire quello che contengono per ognuno.
Ma non sono mica tanto sicura ancora di questo:eek::D
Impeccabile come sempre:)
 

Divì

Utente senza meta
Il perdono a cui mi riferivo non è quello di chi se ne deve fare una ragione. Non è neppure una condizione che va comunicata. Come giustamente ha scritto qualcuno, non è neanche detto che il "colpevole" sia interessato al perdono.
Io intendo fare pace con il rifiuto di quanto è avvenuto.
Voglio dire che non devo perdonare Nerone. Quello che ha fatto è storia.
Perdonare in senso positivo per la vittima è storicizzare. Storicizzare non è solo prendere atto dei fatti ma anche del modo di essere delle persone.
L'imperdonabile nel tradimento è la delusione rispetto all'immagine che avevamo della persona, dell'amore, della relazione.
Non si perdona finché resta lo stupore.
In questo senso non perdonare ha l'aspetto positivo per il "colpevole" di essere considerato ancora, nonostante tutto, una persona incompatibile con gli atti che ha compiuto.
Così come le nazioni, le religioni, le ideologie hanno bisogno di un mito fondante, anche alcuni di noi hanno bisogno di un mito di purezza, di diversità fondante i propri sentimenti, le proprie storie d'amore e riconoscere che l'altro elemento del mito è proprio quello che ha fatto distrugge tutto.
Meglio non perdonarlo e continuare a mantenere una delusione che conserva il mito.
Farsene una ragione è la scelta obbligata di cui parlava Homer, mi sembra. Ed effettivamante col perdonare non ha molto a che vedere.
Come ho detto più volte perdonare è un processo del tutto indipendente dal pentimento del "colpevole" proprio perchè riguarda, come dici giustamente, una presa d'atto, è qualcosa che si fa per sè.

Il perdono non si chiede e non si da. Si vive.

Per il resto, quoto ogni parola con immutata ammirazione.
 

Zod

Escluso
Cosa è imperdonabile?
Ci sono persone che leggiamo che hanno perdonato o hanno provato o stanno provando a perdonare.
Siamo cresciuti apparentemente tutti nella cultura del perdono cristiana eppure se penso a un utente che ha realmente perdonato, o almeno così pensa, è Tebe che non si riconosce in quella cultura.
Penso che in merito al perdono sia più significativo il carattere o l'importanza che si dà alla sincerità e soprattutto al patto che si era convinti fosse implicito nello stare insieme e via via rafforzato dalle scelte comuni.
Quindi intendo dire che è la gravità percepita che impedisce il perdono.
Conta anche il percepirsi capaci di compiere atti simili. E qui entrano in gioco i limiti che ci si pone, tipo in motel si perdona, in casa no. Con una sconosciuta sì, con la mia amica no.
Credo però che conti principalmente il dopo.
Ovvero il pensiero che ci sia una pena da scontare che può nel consistere nel non dormire più insieme, nel pareggiare con un altra relazione, in pianti, in promesse di non farlo più.
Esiste solo una pena da scontare con cui pagare il perdono?
L'ammissione della propria colpa, del proprio errore, e la massima disponibilità a fare il possibile per rimediarvi, assumendosene la totale responsabilità e peso, sono i presupposti per un percorso di perdono della parte lesa. Ci sono mali non rimediabili, ma riscontrare che chi ce l'ha procurato si è reso conto di quanto ci ha fatto, e di come sarebbe disposto a tutto per avere il nostro perdono, non solo per amore, ma soprattutto per sollevare la sua coscienza, può portare a perdonare. Bisogna arrivare a vedere nel proprio dramma, il dramma che colpisce chi è disperato per avercelo causato. Umanità.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum

Daniele34

Utente di lunga data
Io mi domando se....

tutte quelle persone che dicono di aver perdonato e di vivere una relazione migliore...

dicono 'na cazzata... solo per nascondere il senso di convenienza (figli/soldi) o davvero hanno perdonato e riescono a ripensare al passato senza provare dolore?
 
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Simy

WWF
Io mi domando se....

tutte quelle persone che dicono di aver perdonato e di vivere una relazione migliore...

dicono 'na cazzata... solo per nascondere il senso di convenienza (figli/soldi) o davvero hanno perdonato e riescono a ripensare al passato senza provare dolore?
io ti posso dire che quando dicevo di aver perdonato il primo tradimento non avero perdonato manco per niente. era più un mantra che ripetevo a me stessa per andare avanti
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io mi domando se....

tutte quelle persone che dicono di aver perdonato e di vivere una relazione migliore...

dicono 'na cazzata... solo per nascondere il senso di convenienza (figli/soldi) o davvero hanno perdonato e riescono a ripensare al passato senza provare dolore?

L'elaborazione è un percorso faticoso. Per me o si fa insieme o si fa da soli. Non si può fare da soli con a fianco uno che dice che non è successo niente di che.
 

disincantata

Utente di lunga data
Io mi domando se....

tutte quelle persone che dicono di aver perdonato e di vivere una relazione migliore...

dicono 'na cazzata... solo per nascondere il senso di convenienza (figli/soldi) o davvero hanno perdonato e riescono a ripensare al passato senza provare dolore?

Sono troppe le sfumature di un 'dopo'.

Perdonare mai. Non c'e' motivo per farlo.

Cercare di non pensarci piu' da sempre.

Sul fatto di meglio di prima dipende che lato guardi del rapporto.

Puoi stare benissimo egoisticamente se non stai a pensare e ripensare alle bugie subite ed a tanti fatti emersi.

Sicuramente il traditore se vuole restare e' piu' presente ed attento di prima del tradimento.

Io in ogni caso preferivo il prima.
 

spleen

utente ?
Cosa è imperdonabile?
Ci sono persone che leggiamo che hanno perdonato o hanno provato o stanno provando a perdonare.
Siamo cresciuti apparentemente tutti nella cultura del perdono cristiana eppure se penso a un utente che ha realmente perdonato, o almeno così pensa, è Tebe che non si riconosce in quella cultura.
Penso che in merito al perdono sia più significativo il carattere o l'importanza che si dà alla sincerità e soprattutto al patto che si era convinti fosse implicito nello stare insieme e via via rafforzato dalle scelte comuni.
Quindi intendo dire che è la gravità percepita che impedisce il perdono.
Conta anche il percepirsi capaci di compiere atti simili. E qui entrano in gioco i limiti che ci si pone, tipo in motel si perdona, in casa no. Con una sconosciuta sì, con la mia amica no.
Credo però che conti principalmente il dopo.
Ovvero il pensiero che ci sia una pena da scontare che può nel consistere nel non dormire più insieme, nel pareggiare con un altra relazione, in pianti, in promesse di non farlo più.
Esiste solo una pena da scontare con cui pagare il perdono?
Cosa è imperdonabile?
Niente in teoria, il perdono non è qualcosa che si dà, i cattolici la chiamano riconciliazione e di questo si tratta, riconciliarsi non significa passare sopra per debolezza, è elaborare, inserire in una prospettiva. Come giustamente dicevi, non si riesce a farlo finche resta lo stupore e dunque il dolore.

Quello di cui invece ho sentito parlare poco finora è il concetto di espiazione.
Un tempo non era disgiunto dal concetto di riconciliazione, solo negli ultimi anni si sente parlare a vanvera di perdono come di qualcosa che si comunica, che si dona gratuitamente. Classico esempio i parenti di una vittima di morte violenta che intervistati dal solito giornalista cerebroleso si sentono chiedere: - Ma voi perdonerete? –

Espiare è una fase attiva e non passiva nella riconciliazione, è “fare qualcosa” per guadagnarsi, per meritarsi il perdono e passa attraverso la fase di elaborazione nella propria coscienza che cerca di riappacificarsi con l’agito della propria vita.

E’ il tentativo estremo e forse l’unica via possibile per riacquistare valore e dignità perduti. Può anche essere un atto simbolico, una specie di ritualizzazione, o una rinuncia a qualcosa.

Recentemente un amico che aveva tradito la moglie ed era stato messo alla porta è tornato a casa, è stato accettato di nuovo nella sua famiglia, la moglie, mia carissima amica, del resto, dopo giornate intere di chiarimenti mi ha raccontato che hanno deciso insieme di dedicarsi entrambi al volontariato, andranno per un anno tutte le settimane almeno due serate alla casa di riposo. All’inizio ero perplesso poi ho capito che stanno facendo una operazione giusta, fanno attivamente qualcosa insieme, l’egoismo che aveva spinto lui a soddisfare il proprio ego ora diventerà impegno nel lenire il dolore altrui.
 
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Tebe

Egocentrica non in incognito
Non partecipo a questo 3d, ma vorrei dirvi che vi leggo con molto interesse, perché la parte del dopo tradimento, a parte i primi tre mesi di ienite cronica simile a tutti quelli che ho letto qui, per il resto non "capisco" tutto il disastro emotivo.
Per quanto mi sforzi, davvero é alieno.
Ma vorrei capire. Tentare. Perché credo sia importante farlo.
Umanamente parlando intendo.
:)






Non mi viene nemmeno da fare la kreti.
:unhappy:
 

Traccia

Utente di lunga data
Non partecipo a questo 3d, ma vorrei dirvi che vi leggo con molto interesse, perché la parte del dopo tradimento, a parte i primi tre mesi di ienite cronica simile a tutti quelli che ho letto qui, per il resto non "capisco" tutto il disastro emotivo.
Per quanto mi sforzi, davvero é alieno.
Ma vorrei capire. Tentare. Perché credo sia importante farlo.
Umanamente parlando intendo.
:)






Non mi viene nemmeno da fare la kreti.
:unhappy:
sei fortunata...io invece credo di capirlo nonostante nella mia vita ho subito un solo tradimento (a me noto).
Sebbene fosse una storia non significativa (ci stavo assieme da appena tre mesi e mezzo), ho avuto una reazione bruttissima: un mese in coma. Ero una ameba. Non mangiavo, non parlavo, non ridevo. Avevo perso tutta la mia vitalità. Andavo a lavoro per inerzia, ero io ma non ero io.
E' grazie ai miei amici che si davano il cambio turno a casa mia e che mi portavano fuori, cucinavano, mi stavano vicino, che è passata. Io ero totalmente assente.
Un mese, ed è stato pesantissimo. Per una storia della minchia cortissima, in cui però credevo (non lo avevo nemmeno tradito :D).
Figuriamoci scenari di matrimoni, convivenze, lunghi fidanzamenti, figli...
devastante.
 

Traccia

Utente di lunga data
Io mi domando se....

tutte quelle persone che dicono di aver perdonato e di vivere una relazione migliore...

dicono 'na cazzata... solo per nascondere il senso di convenienza (figli/soldi) o davvero hanno perdonato e riescono a ripensare al passato senza provare dolore?
Daniè...chiaramente la risposta è mista, vi sono entrambi i casi.
Ma penso pure che nel migliore degli scenari, tornare assieme "perdonando" e voltando pagina, il boccone amaro non si digerirà mai del tutto e che è impossibile non provare dolore/fastidio ripensando al tradimento passato.


Credo anche che il tradito inoltre amplifichi più di quello che è stato vissuto/sentito veramente dall'altro.


Secondo me è una di quelle ferite che anche quando passa... non passa mai.
Come i peperoni indigesti che si rirpopongono ad oltranza.
O un vaso incollato che per quanto lo puoi riunire per bene, le crepe restano.
 

tullio

Utente di lunga data

Eratò

Utente di lunga data
Io mi domando se....

tutte quelle persone che dicono di aver perdonato e di vivere una relazione migliore...

dicono 'na cazzata... solo per nascondere il senso di convenienza (figli/soldi) o davvero hanno perdonato e riescono a ripensare al passato senza provare dolore?
Lo chiedessi qualche anno fa,ti direi che non è possibile.Lo chiedi adesso e ti rispondo che è possibile.Si va avanti per il proprio bene....Non puoi distruggerti l'anima a vita per ciò che fa parte del passato e vai oltre.
 
Stato
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