L'angolo dei fumetti (e non solo ... )

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perplesso

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ah si si lo ricordo anche io :) che all'Inferno s'erano sbagliati coi conti :rotfl:però non ricordo il numero, poi a casa lo vedo...!

quell'altro è "L'ultimo uomo sulla terra", DYd rimane solo al mondo..
eh. e come andava più a finire?
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
che DYD finisce all'Inferno grazie ad un passaggio spaziodimensionale e va a parlare col ragioniere.. che rimette a posto le cose...se non ricordo male, poi controllo :D
quindi il canale televisivo che, mandando messaggi subliminali, induceva la gente a spararsi c'entra fava col ragioniere della morte?
 

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utente in roaming.
Lo scultore - Scott McCloud

Non sapevo se farne un thread a parte o pubblicarlo qui dentro.

Comunque.

Ne stavo parlando con Bender tempo fa in un'altra sezione. Ma dato che mi sono decisa a comprarlo, e a leggerlo meglio, mi sembra giusto fare un po' di pubblicità a questo splendido fumetto (o graphic novel, che è un termine più altisonante).
Lo_scultore_05.jpg
Iniziamo con una piccola presentazione dell'autore, tanto per capire come mai ci si deve aspettare grandi cose da un personaggio così.
Si tratta di uno degli studiosi più importanti dell'arte fumettistica, se non altro il più famoso, soprattutto grazie a (ve lo copio da Wikipedia per essere più precisa e veloce):

Nel 1993 esce, negli Stati Uniti, quello che è il suo lavoro più conosciuto: Capire il fumetto - L'arte invisibile, un comic book che esplora la definizione stessa del fumetto, lo sviluppo storico di tale medium, il suo lessico fondamentale ed i vari modi in cui gli elementi che lo compongono vengono utilizzati. Discute del fumetto come forma d'arte e come mezzo di comunicazione. L'opera, negli anni successivi, viene tradotta in 16 lingue e vince un Harvey Award, un Eisner Award, il Prix de la critique al Festival di Angoulême, è un Notable Book per il New York Times nel 1994 ed è finalista per l'Alph-Art du meilleur album étranger e per il Premio Hugo come Best Related Non-Fiction Book.[SUP][3][/SUP][SUP][4]
[/SUP]

Detto questo, parliamo del fumetto.
Tratto molto bello, semplice nel definire i lineamenti dei personaggi ma non per questo meno espressivo, tavole ben strutturate in una bicromia che contribuisce non poco a costruire una certa atmosfera.

Scott cerca di metter su una piccola parabola sulla vita, l'arte e la morte. L'amore, sì, anche.
La storia è semplice. David Smith, il protagonista, è un "uomo triste" ossessionato da due cose, la sua arte e il desiderio di riconoscimento da parte del mondo, il che lo porterà ad una sorta di patto col diavolo (anche se di diavolo non si tratta, alla fine).

E' una storia assolutamente da leggere a mio avviso, che sicuramente riesce a toccare l'emotività del lettore (io qualche lacrimuccia l'ho versata).
Proprio il desiderio di creare un filo empatico tra lettore e personaggi, però, secondo me fa sorgere qualche piccolo difetto: senza cadere troppo negli spoilers, Scott esagera un pochino nell'attingere ad alcuni elementi drammatici che, a lettura finita, lasciano il sapore del clichè (la morte dei familiari, la patologia mentale).
In ogni caso si tratta di un'opera che vale tutti i suoi 19 euro (anche perchè i ragazzi della Bao ci hanno regalato un'edizione molto ben curata).
 
Ultima modifica:

Ryoga74

Utente sperduto
Non sapevo se farne un thread a parte o pubblicarlo qui dentro.

Comunque.

Ne stavo parlando con Bender tempo fa in un'altra sezione. Ma dato che mi sono decisa a comprarlo, e a leggerlo meglio, mi sembra giusto fare un po' di pubblicità a questo splendido fumetto (o graphic novel, che è un termine più altisonante).
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Iniziamo con una piccola presentazione dell'autore, tanto per capire come mai ci si deve aspettare grandi cose da un personaggio così.
Si tratta di uno degli studiosi più importanti dell'arte fumettistica, se non altro il più famoso, soprattutto grazie a (ve lo copio da Wikipedia per essere più precisa e veloce):

Nel 1993 esce, negli Stati Uniti, quello che è il suo lavoro più conosciuto: Capire il fumetto - L'arte invisibile, un comic book che esplora la definizione stessa del fumetto, lo sviluppo storico di tale medium, il suo lessico fondamentale ed i vari modi in cui gli elementi che lo compongono vengono utilizzati. Discute del fumetto come forma d'arte e come mezzo di comunicazione. L'opera, negli anni successivi, viene tradotta in 16 lingue e vince un Harvey Award, un Eisner Award, il Prix de la critique al Festival di Angoulême, è un Notable Book per il New York Times nel 1994 ed è finalista per l'Alph-Art du meilleur album étranger e per il Premio Hugo come Best Related Non-Fiction Book.[SUP][3][/SUP][SUP][4][/SUP]
Detto questo, parliamo del fumetto.
Tratto molto bello, semplice nel definire i lineamenti dei personaggi ma non per questo meno espressivo, tavole ben strutturate in una bicromia che contribuisce non poco a costruire una certa atmosfera.

Scott cerca di metter su una piccola parabola sulla vita, l'arte e la morte. L'amore, sì, anche.
La storia è semplice. David Smith, il protagonista, è un "uomo triste" ossessionato da due cose, la sua arte e il desiderio di riconoscimento da parte del mondo, il che lo porterà ad una sorta di patto col diavolo (anche se di diavolo non si tratta, alla fine).

E' una storia assolutamente da leggere a mio avviso, che sicuramente riesce a toccare l'emotività del lettore (io qualche lacrimuccia l'ho versata).
Proprio il desiderio di creare un filo empatico tra lettore e personaggi, però, secondo fa sorgere qualche piccolo difetto: senza cadere troppo negli spoilers, Scott esagera un pochino nell'attingere ad alcuni elementi drammatici che, a lettura finita, lasciano il sapore del clichè (la morte dei familiari, la patologia mentale).
In ogni caso si tratta di un'opera che vale tutti i suoi 19 euro (anche perchè i ragazzi della Bao ci hanno regalato un'edizione molto ben curata).
Bellissima recensione, se la mettevi in un altro thread chiedevo il divorzio [emoji35]
Un unico appunto: manca il titolo [emoji6]
 

Ryoga74

Utente sperduto
Qui non si posta da troppo tempo :facepalm:
Visto che per Natale mi son fatto TV 4K con AndroidTv (abbiate pazienza, è stato un periodaccio e ho bisogno di coccole) e sto provando Netflix, ne approfitto per recensire la serie anime più bella mai prodotta (niente imho, qui non ci sono discussioni, chi non la pone in cima a qualsiasi classifica non capisce nulla di serie animate)

20840.jpg

COWBOY BEBOP

Serie da 26 episodi prodotta dalla Sunrise e per la regia di Shinichiro Watanabe, è la storia di una squadra di cacciatori di taglie che al bordo del Bebop perlustrano la galassia abitata nel Gate alla ricerca di delinquenti per la riscossione della ricompensa alla loro cattura.
Dalla sommaria descrizione sembrerebbe una serie action sci-fi in fondo non meno banale di tante altre. Errore.
Questo è semplicemente il contesto dove si sviluppano trame di episodi distinti tra loro, in cui si raccontano spaccati di vita dei personaggi principali e di quelli dedicati all'episodio. E già qui l'opera ci sbatte in faccia una delle sue caratteristiche migliori: la caratterizzazione dei personaggi è semplicemente sublime. Alla fine di ogni episodio raramente non si prova una sorta di empatia per qualcuno di essi, in poco più di 20 minuti a episodio c'è una magistrale messa in scena di dialoghi mai banali, di scene introspettive, di viaggi mentali. Il tutto con una capacità narrativa da standing ovation.
Ma mica finisce qua.
Perché anche se basterebbero solo queste caratteristiche a farvi consigliare la visione di questa serie, a rendere il tutto ancora più immersivo vi è una regia di una rara bellezza per una serie animata. Quasi come fosse un film di alto budget, le inquadrature variano a seconda del tipo di scena, vi è una tale cornucopia di scelte registiche solo riguardo alle inquadrature che si vedono a stento persino sui film di Kubrick.
Se i disegni e le animazioni fanno un po' vedere il peso degli anni (ma comunque rimanendo su livelli ottimi) la cura dei particolari per il background fantascientifico messo su per questa opera non ha eguali. Se vi soffermate sulle insegne in secondo piano, sui particolari dei banconi dei locali, sulla verosimiglianza di molti dei veicoli e macchinari utilizzati, vi renderete conto del lavoro maniacale svolto dai grafici di questo anime.
E poi...
E poi le musiche. La più bella soundtrack mai creata per QUALSIASI opera televisiva, di qualsiasi paese, di qualunque budget. Sfido chiunque a trovare una lista di musiche così belle dedicate apposta per gli episodi di volta in volta raccontati. C'è il Blues, il Jazz, il folk, il rock, cè goduria per i timpani di chi ama la buona musica insomma.
Ok sviscerato tutto, non rimane che consigliarne la visione agli stolti che per qualche assurda ragione non l'hanno mai visto. Però c'è ancora da mettere sul piatto la carta vincente (come se tutto il resto non fosse già eccellente): il finale.
L'epilogo è racchiuso nelle ultime due puntate, e vi giuro che non esiste finale più coinvolgente e drammaticamente bello di questo. Se i primi 24 episodi fossero a se stanti sarebbe già una serie tv magnifica, ma il doppio epilogo è lezione pura di come si conclude un serial, pochi cazzi.
Se non l'avete ancora visto, fatevi un favore e trovate il modo di conoscere le gesta di Spike e compagni, mi ringrazierete :)
Ultima cosa: io ho il cofanetto coi 6 DVD, ma avendo fatto Netflix lo sto rivedendo in HD con Dolby 5.1 sul servizio streaming americano, semplicemente bellissima la qualità della trasposizione digitale, se vi fate il mese di prova ve lo vedete gratis e sarete persone migliori, garantito ;)
 
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Spot

utente in roaming.
Qui non si posta da troppo tempo :facepalm:
Visto che per Natale mi son fatto TV 4K con AndroidTv (abbiate pazienza, è stato un periodaccio e ho bisogno di coccole) e sto provando Netflix, ne approfitto per recensire la serie anime più bella mai prodotta (niente imho, qui non ci sono discussioni, chi non la pone in cima a qualsiasi classifica non capisce nulla di serie animate)

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COWBOY BEBOP

Serie da 26 episodi prodotta dalla Sunrise e per la regia di Shinichiro Watanabe, è la storia di una squadra di cacciatori di taglie che al bordo del Bebop perlustrano la galassia abitata nel Gate alla ricerca di delinquenti per la riscossione della ricompensa alla loro cattura.
Dalla sommaria descrizione sembrerebbe una serie action sci-fi in fondo non meno banale di tante altre. Errore.
Questo è semplicemente il contesto dove si sviluppano trame di episodi distinti tra loro, in cui si raccontano spaccati di vita dei personaggi principali e di quelli dedicati all'episodio. E già qui l'opera ci sbatte in faccia una delle sue caratteristiche migliori: la caratterizzazione dei personaggi è semplicemente sublime. Alla fine di ogni episodio raramente non si prova una sorta di empatia per qualcuno di essi, in poco più di 20 minuti a episodio c'è una magistrale messa in scena di dialoghi mai banali, di scene introspettive, di viaggi mentali. Il tutto con una capacità narrativa da standing ovation.
Ma mica finisce qua.
Perché anche se basterebbero solo queste caratteristiche a farvi consigliare la visione di questa serie, a rendere il tutto ancora più immersivo vi è una regia di una rara bellezza per una serie animata. Quasi come fosse un film di alto budget, le inquadrature variano a seconda del tipo di scena, vi è una tale cornucopia di scelte registiche solo riguardo alle inquadrature che si vedono a stento persino sui film di Kubrick.
Se i disegni e le animazioni fanno un po' vedere il peso degli anni (ma comunque rimanendo su livelli ottimi) la cura dei particolari per il background fantascientifico messo su per questa opera non ha eguali. Se vi soffermate sulle insegne in secondo piano, sui particolari dei banconi dei locali, sulla verosimiglianza di molti dei veicoli e macchinari utilizzati, vi renderete conto del lavoro maniacale svolto dai grafici di questo anime.
E poi...
E poi le musiche. La più bella soundtrack mai creata per QUALSIASI opera televisiva, di qualsiasi paese, di qualunque budget. Sfido chiunque a trovare una lista di musiche così belle dedicate apposta per gli episodi di volta in volta raccontati. C'è il Blues, il Jazz, il folk, il rock, cè goduria per i timpani di chi ama la buona musica insomma.
Ok sviscerato tutto, non rimane che consigliarne la visione agli stolti che per qualche assurda ragione non l'hanno mai visto. Però c'è ancora da mettere sul piatto la carta vincente (come se tutto il resto non fosse già eccellente): il finale.
L'epilogo è racchiuso nelle ultime due puntate, e vi giuro che non esiste finale più coinvolgente e drammaticamente bello di questo. Se i primi 24 episodi fossero a se stanti sarebbe già una serie tv magnifica, ma il doppio epilogo è lezione pura di come si conclude un serial, pochi cazzi.
Se non l'avete ancora visto, fatevi un favore e trovate il modo di conoscere le gesta di Spike e compagni, mi ringrazierete :)
Ultima cosa: io ho il cofanetto coi 6 DVD, ma avendo fatto Netflix lo sto rivedendo in HD con Dolby 5.1 sul servizio streaming americano, semplicemente bellissima la qualità della trasposizione digitale, se vi fate il mese di prova ve lo vedete gratis e sarete persone migliori, garantito ;)
:inlove:
Mi hai piuttosto seccata per il neretto. Ma ti amo lo stesso per tutto il resto.
 

banshee

The Queen
non direttamente fumetto, ma molto collegato ovviamente, vorrei parlare di Batman.

qualche sera fa hanno trasmesso Batman Begins di Nolan. premesso che adoro Nolan come regista, ho molto amato la sua versione di Batman.

Ieri sera hanno mandato in onda il terzo film. non ho compreso il perchè abbiano saltato il secondo, la cosa mi ha alquanto seccata e quindi ho deciso di vedere in dvd "Il Cavaliere Oscuro".

L'avevo visto soltanto una volta, strano ma vero. Beh ne sono rimasta ri affascinata come la prima volta.

Il rapporto tra Batman e Joker, la duplice ascesa di quest'ultimo, sia al controllo della città, sia contemporaneamente alla follia più pura, la trasformazione di Due facce...

Eppure il Joker di Ledger è stato anche ampiamente criticato dai fan del Batman originale...

voi cosa ne pensate?
 

banshee

The Queen
Insomma volevo fare un discorso serio e non mi si fila nessuno.
Volevo parlare di Joker perché mi sto arrovellando su quello che dice e il suo rapporto con l'antagonista.

Vado a scrivere a Ipazia ho capito :rotfl:
 

Ryoga74

Utente sperduto
Insomma volevo fare un discorso serio e non mi si fila nessuno.
Volevo parlare di Joker perché mi sto arrovellando su quello che dice e il suo rapporto con l'antagonista.

Vado a scrivere a Ipazia ho capito :rotfl:
...e dammi tempo :p
che poi che scrivi a Ipazia che è andata a ballare :facepalm:
 

Spot

utente in roaming.
Insomma volevo fare un discorso serio e non mi si fila nessuno.
Volevo parlare di Joker perché mi sto arrovellando su quello che dice e il suo rapporto con l'antagonista.

Vado a scrivere a Ipazia ho capito :rotfl:
Hai ragione, calimerina.
Il cavaliere oscuro l'ho visto un po' di anni addietro ormai, difficile farti un discorso serio.
Tutta la trilogia è molto bella, ovviamente (il terzo è troppo forzato, ma vabbè).
Joker... per la mia scarsa conoscenza fumetto-supereroistica, ti posso dire che ho visto diverse volte sviscerato il rapporto di cui parli. Non l'ha inventato Nolan, ma l'ha messo in evidenza benissimo.
Mi ricorda gli hard boiled da alcuni punti di vista.
Il Joker di Ledger lo trovo fantastico, non capisco le lamentele degli appassionati (non sapevo nemmeno ci fossero).. anche se probabilmente sono dovute alla rielaborazione stilistica del personaggio originale e alla presenza di un certo fandom noioso e puritano.
Maledetta, sai che mi hai fatto tornar la voglia di comprarmi il fumetto?
Io per ora ho letto sono Batman: anno uno (regalo di laurea): uno splendido noir tra l'altro, con un Gordon che ti scioglie e dei disegni mozzafiato (Mazzucchelli... non c'è niente da fare: il sangue italiano, quando scorre bene, rende).
...e dammi tempo :p
che poi che scrivi a Ipazia che è andata a ballare :facepalm:
Tu... ti stai ad allargà come al solito.
 

Ryoga74

Utente sperduto
non direttamente fumetto, ma molto collegato ovviamente, vorrei parlare di Batman.

qualche sera fa hanno trasmesso Batman Begins di Nolan. premesso che adoro Nolan come regista, ho molto amato la sua versione di Batman.

Ieri sera hanno mandato in onda il terzo film. non ho compreso il perchè abbiano saltato il secondo, la cosa mi ha alquanto seccata e quindi ho deciso di vedere in dvd "Il Cavaliere Oscuro".

L'avevo visto soltanto una volta, strano ma vero. Beh ne sono rimasta ri affascinata come la prima volta.

Il rapporto tra Batman e Joker, la duplice ascesa di quest'ultimo, sia al controllo della città, sia contemporaneamente alla follia più pura, la trasformazione di Due facce...

Eppure il Joker di Ledger è stato anche ampiamente criticato dai fan del Batman originale...

voi cosa ne pensate?
Premetto un paio di cose prima di esprimere la mia opinione:

- sono un fan della trilogia di Nolan.
- non sono un lettore appassionato dei fumetti di Batman, ho letto qualche albo, ma non mi si può considerare un fan accanito.

Il secondo film della trilogia è di gran lunga il più bello, per storia, villain, regia.
Ma mentre dei due "cattivi" Harvey Dent è una rappresentazione molto ben riuscita del personaggio originale, tanto che per me risulta in assoluto il protagonista migliore di tutto il film, per il Joker di Ledger bisogna fare un'analisi un po' più specifica.
Questo perchè per chi ti sta rispondendo (io) Joker è il MIGLIOR VILLAIN mai concepito per qualsiasi opera da me letta e/o conosciuta.
Il Joker Nolaniano e ben interpretato da Ledger, per quanto riuscito nel contesto della pellicola cinematografica, è un personaggio caratterizzato da un passato tormentato e che come un cane che stupidamente rincorre le macchine senza volerle acchiappare, così insegue l'utopica idea di una società dominata dall'anarchia e dal caos. Bello, efficace per due ore di film, ma non è Joker. Come non lo era quello di Burton interpretato da Jack Nicholson.
Joker, quello del fumetto DC, non è schiavo del caos, ne utilizza le peculiarità per creare scompiglio, malessere, DOLORE. E' un personaggio che ha una conoscenza tale del dolore da saperne sfruttare ogni sua sfaccettatura per i propri progetti, e questo è molto difficile da rappresentare in un film per evidenti limiti di tempistica.
Sai dove ci si può avvicinare in una trasposizione simile a quella del fumetto? Nella trilogia videoludica di Rocksteady Studios, Arkham Asilum, Arkham City, Arkham Origins. Lì c'è un joker finalmente maledettamente diabolico, tra l'altro nella versione americana doppiato dall' immenso Mark Hamill (il Luke Skywalker di Star Wars), la sua semplice risata fa gelare il sangue...
 
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