Parafrasando

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Spot

utente in roaming.
Ok...è vero che non è obbligatorio fare tutto ciò che vogliamo, ma a volte capita.
Quando la cosa non riguarda noi personalmente è normale che non ci tocchi più di tanto, quindi perché giudicare?
A volte bisognerebbe chiedersi se nella stessa situazione noi ci saremmo comportati diversamente o meno...e per me questa è empatia in alcuni casi.
Ciò non significa che dobbiamo giustificare tutto, ma nemmeno massacrare chi ha fatto scelte diverse da quelle che pensiamo avremmo fatto noi.
E parlo da pesantemente giudicata da persone che reputavo amiche.
Idem, ma se utilizzi la fallacità personale come metro di paragone, allora si cade nel relativismo assoluto.
Una cosa è riconoscere la fallacità di ciascuno, e quindi non demonizzare ciò che è sbagliato. Un'altra rifiutarsi di distinguere tra ciò che è sbagliato e ciò che non lo è.

Per buttarla sul banale, io preferisco avere accanto persone che mi giudicano e mi criticano senza sconti. E lo si può fare anche senza cadere in atteggiamenti di superiorità morale. Esprimersi, non dimenticando l'empatia (che equivale un po' a quel: ma io nella stessa posizione sarei stata capace di agire perfettamente?).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Idem, ma se utilizzi la fallacità personale come metro di paragone, allora si cade nel relativismo assoluto.
Una cosa è riconoscere la fallacità di ciascuno, e quindi non demonizzare ciò che è sbagliato. Un'altra rifiutarsi di distinguere tra ciò che è sbagliato e ciò che non lo è.

Per buttarla sul banale, io preferisco avere accanto persone che mi giudicano e mi criticano senza sconti. E lo si può fare anche senza cadere in atteggiamenti di superiorità morale. Esprimersi, non dimenticando l'empatia (che equivale un po' a quel: ma io nella stessa posizione sarei stata capace di agire perfettamente?).
Oh :up:
 

sienne

lucida-confusa
Idem, ma se utilizzi la fallacità personale come metro di paragone, allora si cade nel relativismo assoluto.
Una cosa è riconoscere la fallacità di ciascuno, e quindi non demonizzare ciò che è sbagliato. Un'altra rifiutarsi di distinguere tra ciò che è sbagliato e ciò che non lo è.

Per buttarla sul banale, io preferisco avere accanto persone che mi giudicano e mi criticano senza sconti. E lo si può fare anche senza cadere in atteggiamenti di superiorità morale. Esprimersi, non dimenticando l'empatia (che equivale un po' a quel: ma io nella stessa posizione sarei stata capace di agire perfettamente?).

Ciao

questo è la base, per un rapporto sincero.
I legami di simpatia, poco m'interessano, se non riescono a scindere dai fatti.


sienne
 

Eratò

Utente di lunga data
Idem, ma se utilizzi la fallacità personale come metro di paragone, allora si cade nel relativismo assoluto.
Una cosa è riconoscere la fallacità di ciascuno, e quindi non demonizzare ciò che è sbagliato. Un'altra rifiutarsi di distinguere tra ciò che è sbagliato e ciò che non lo è.

Per buttarla sul banale, io preferisco avere accanto persone che mi giudicano e mi criticano senza sconti. E lo si può fare anche senza cadere in atteggiamenti di superiorità morale. Esprimersi, non dimenticando l'empatia (che equivale un po' a quel: ma io nella stessa posizione sarei stata capace di agire perfettamente?).
Bravissima Spot.
 

Nicka

Capra Espiatrice
Idem, ma se utilizzi la fallacità personale come metro di paragone, allora si cade nel relativismo assoluto.
Una cosa è riconoscere la fallacità di ciascuno, e quindi non demonizzare ciò che è sbagliato. Un'altra rifiutarsi di distinguere tra ciò che è sbagliato e ciò che non lo è.

Per buttarla sul banale, io preferisco avere accanto persone che mi giudicano e mi criticano senza sconti. E lo si può fare anche senza cadere in atteggiamenti di superiorità morale. Esprimersi, non dimenticando l'empatia (che equivale un po' a quel: ma io nella stessa posizione sarei stata capace di agire perfettamente?).
Avrei dovuto integrare... :)
Anche io preferisco avere intorno persone che mi dicono quello che pensano senza sconti. Non tollero invece quelle persone che puntano il dito quando nella propria vita fanno le peggio cose convinte che nessuno sappia o capisca.
Quando ho fatto cazzate ho avuto entrambe le persone, ho avuto chi mi ha guardata e mi ha chiesto perché ascoltandomi...e che mi ha detto "se mi avessi detto una balla o avessi cercato di giustificarti ti avrei mandata affanculo" e queste sono persone che ho nel cuore, perché hanno cercato di capirmi, mi hanno detto che ho sbagliato, me lo hanno fatto capire, ma hanno empatizzato.
Al contrario ho avuto anche chi con disprezzo mi ha guardata dicendomi "sei veramente una puttana, gente come te la schifo, ma come ti è venuto in mente di fare una cosa simile, etc"
Per poi scoprire che di nascosto faceva le peggio porcate...ma le peggio sul serio.
Allora, se mi giudichi devi essere una persona veramente pulita, altrimenti sciacquati la bocca e vattene affanculo.
Tutti rischiamo lo sbaglio, nessuno escluso...cercare di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è è un esercizio che si impara anche sulla propria pelle.
 

Sbriciolata

Escluso
Idem, ma se utilizzi la fallacità personale come metro di paragone, allora si cade nel relativismo assoluto.
Una cosa è riconoscere la fallacità di ciascuno, e quindi non demonizzare ciò che è sbagliato. Un'altra rifiutarsi di distinguere tra ciò che è sbagliato e ciò che non lo è.

Per buttarla sul banale, io preferisco avere accanto persone che mi giudicano e mi criticano senza sconti. E lo si può fare anche senza cadere in atteggiamenti di superiorità morale. Esprimersi, non dimenticando l'empatia (che equivale un po' a quel: ma io nella stessa posizione sarei stata capace di agire perfettamente?).

Sono sostanzialmente d'accordo. Ho solo una obiezione: Occorre essere molto sinceri con sé stessi quando si esprime un giudizio su altri perché perlomeno io mi rendo conto che emettere quel giudizio serve la maggior parte delle volte solo a far stare meglio me. Come quando si toglie un pelucco dalla giacca di un altro. Non gli vuoi fare un favore, ti da noia vedere una cosa che non vorresti avere tu. Ma ad esempio a me non importa nulla dei pelucchi.
 

Spot

utente in roaming.
Avrei dovuto integrare... :)
Anche io preferisco avere intorno persone che mi dicono quello che pensano senza sconti. Non tollero invece quelle persone che puntano il dito quando nella propria vita fanno le peggio cose convinte che nessuno sappia o capisca.
Quando ho fatto cazzate ho avuto entrambe le persone, ho avuto chi mi ha guardata e mi ha chiesto perché ascoltandomi...e che mi ha detto "se mi avessi detto una balla o avessi cercato di giustificarti ti avrei mandata affanculo" e queste sono persone che ho nel cuore, perché hanno cercato di capirmi, mi hanno detto che ho sbagliato, me lo hanno fatto capire, ma hanno empatizzato.
Al contrario ho avuto anche chi con disprezzo mi ha guardata dicendomi "sei veramente una puttana, gente come te la schifo, ma come ti è venuto in mente di fare una cosa simile, etc"
Per poi scoprire che di nascosto faceva le peggio porcate...ma le peggio sul serio.

Allora, se mi giudichi devi essere una persona veramente pulita, altrimenti sciacquati la bocca e vattene affanculo.
Tutti rischiamo lo sbaglio, nessuno escluso...cercare di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è è un esercizio che si impara anche sulla propria pelle.
Certo. Bisogna anche saper distinguere il giudizio sui comportamenti da un giudizio sul valore della persona in sè. Ciò che faccio mi definisce nel momento in cui lo faccio, ovviamente, ma la mia complessità e il mio valore vanno oltre la singola azione giusta o sbagliata.
I "moralizzatori", quelli che hai descritto nella parte in grassetto, spesso (senza assolutizzare) non riescono a gestire queste differenze. E poi fanno le peggio cose, certo, anche perchè vivono uno scisma con sè stessi non da poco. Questo può essere frutto di diversi fattori, dall'idea troppo rigida e astratta che si ha di sè all'ambiente in cui si vive.
Va da sè che in questi casi la segretezza più assoluta diventi un mezzo necessario per sopravvivere.

Sono sostanzialmente d'accordo. Ho solo una obiezione: Occorre essere molto sinceri con sé stessi quando si esprime un giudizio su altri perché perlomeno io mi rendo conto che emettere quel giudizio serve la maggior parte delle volte solo a far stare meglio me. Come quando si toglie un pelucco dalla giacca di un altro. Non gli vuoi fare un favore, ti da noia vedere una cosa che non vorresti avere tu. Ma ad esempio a me non importa nulla dei pelucchi.
Ovvio, è un esercizio complicato. Una delle cose più pericolose quando si giudica è il confronto "all'inverso" con sè stessi. Quello che tende a cercare le differenze per sentirsi migliori.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Certo. Bisogna anche saper distinguere il giudizio sui comportamenti da un giudizio sul valore della persona in sè. Ciò che faccio mi definisce nel momento in cui lo faccio, ovviamente, ma la mia complessità e il mio valore vanno oltre la singola azione giusta o sbagliata.
I "moralizzatori", quelli che hai descritto nella parte in grassetto, spesso (senza assolutizzare) non riescono a gestire queste differenze. E poi fanno le peggio cose, certo, anche perchè vivono uno scisma con sè stessi non da poco. Questo può essere frutto di diversi fattori, dall'idea troppo rigida e astratta che si ha di sè all'ambiente in cui si vive.
Va da sè che in questi casi la segretezza più assoluta diventi un mezzo necessario per sopravvivere.


Ovvio, è un esercizio complicato. Una delle cose più pericolose quando si giudica è il confronto "all'inverso" con sè stessi. Quello che tende a cercare le differenze per sentirsi migliori.
Ti posso adottare? :carneval:
 

banshee

The Queen
Avrei dovuto integrare... :)
Anche io preferisco avere intorno persone che mi dicono quello che pensano senza sconti. Non tollero invece quelle persone che puntano il dito quando nella propria vita fanno le peggio cose convinte che nessuno sappia o capisca.
Quando ho fatto cazzate ho avuto entrambe le persone, ho avuto chi mi ha guardata e mi ha chiesto perché ascoltandomi...e che mi ha detto "se mi avessi detto una balla o avessi cercato di giustificarti ti avrei mandata affanculo" e queste sono persone che ho nel cuore, perché hanno cercato di capirmi, mi hanno detto che ho sbagliato, me lo hanno fatto capire, ma hanno empatizzato.
Al contrario ho avuto anche chi con disprezzo mi ha guardata dicendomi "sei veramente una puttana, gente come te la schifo, ma come ti è venuto in mente di fare una cosa simile, etc"
Per poi scoprire che di nascosto faceva le peggio porcate...ma le peggio sul serio.
Allora, se mi giudichi devi essere una persona veramente pulita, altrimenti sciacquati la bocca e vattene affanculo.

Tutti rischiamo lo sbaglio, nessuno escluso...cercare di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è è un esercizio che si impara anche sulla propria pelle.
Sono sostanzialmente d'accordo. Ho solo una obiezione: Occorre essere molto sinceri con sé stessi quando si esprime un giudizio su altri perché perlomeno io mi rendo conto che emettere quel giudizio serve la maggior parte delle volte solo a far stare meglio me. Come quando si toglie un pelucco dalla giacca di un altro. Non gli vuoi fare un favore, ti da noia vedere una cosa che non vorresti avere tu. Ma ad esempio a me non importa nulla dei pelucchi.
Certo. Bisogna anche saper distinguere il giudizio sui comportamenti da un giudizio sul valore della persona in sè. Ciò che faccio mi definisce nel momento in cui lo faccio, ovviamente, ma la mia complessità e il mio valore vanno oltre la singola azione giusta o sbagliata.
I "moralizzatori", quelli che hai descritto nella parte in grassetto, spesso (senza assolutizzare) non riescono a gestire queste differenze. E poi fanno le peggio cose, certo, anche perchè vivono uno scisma con sè stessi non da poco. Questo può essere frutto di diversi fattori, dall'idea troppo rigida e astratta che si ha di sè all'ambiente in cui si vive.
Va da sè che in questi casi la segretezza più assoluta diventi un mezzo necessario per sopravvivere.


Ovvio, è un esercizio complicato. Una delle cose più pericolose quando si giudica è il confronto "all'inverso" con sè stessi. Quello che tende a cercare le differenze per sentirsi migliori.
vi quoto con estremo ardore tutte e 3 e penso che in questi 3 neretti sia riassunta la mia idea sull'argomento.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum

Fiammetta

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Dalida

Utente di lunga data
Per me siete troppo politicamente corretti.
Aggiungo che decidere che è meglio gatta morta o altri epiteti (ipocrita va alla grande) non cambia che i giudizi invece li si dia tutti alla grande.
Poi mi fa ridere perché quando arriva un tradito ci si prodiga in stronzo, puttaniere, troia ecc però mai si potrà a dirlo a chi arriva e racconta di farsi tutto ciò che si muove perché "fa esperienze" di cui ha bisogno.
personalmente non ne faccio una questione di politicamente corretto, quanto di categoria mentale dire.
è una categoria che non mi appartiene, non mi viene proprio da pensarci.
neanche le altre che hai elencato più giù, a dire il vero.
in particolare profumiera e gattamorta :singleeye:, entrambe definizioni che nella quotidianità sento anche pochissimo usate rispetto a quanto vengono usate nel forum.
 
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