disincantata
Utente di lunga data
Personalmente non voglio sovraccaricare i nonni già impegnati assai con altri nipoti.
Quando parlo del sistema Italia lo faccio con cognizione di causa: Francia, Belgio, Olanda (senza parlar della Scandinavia)hanno un welfare che ce lo sogniamo. Il lavoro poi non è uno status symbol da esibire. Mio marito è molto in gamba nel suo lavoro e nella mentalità padronale della sua azienda gli è stato fatto presente più o meno velatamente che le sue 8 ore dimostrano scarsa devozione alla azienda per quanto ineccepibile il suo operato. (Poi si trova colleghe madri di famiglia che se ne stanno a cazzeggiare fino alle 20 per dimostrare "devozione" e questa è di nuovo un'anomalia italiana). Da qui la necessità di cambiare lavoro perché sente di dover crescere e doverlo fare ora.
Io per parte mia sono libero professionista, ho congelato la mia professione e mi pesa da morire per quanto i miei figli siano il BENE più prezioso. Insomma si è deciso di far" crescere"lavorativamente il marito perché ora le condizioni sono più favorevoli per lui. Ma poi come ha detto qualcuno più su i matrimoni possono finire e i figli cresceranno e la mia realizzazione professionale non so se sarà avvenuta.
Concordo poi che ci siano lavori che ingombrano il privato ma credo che abbiano una valore così alto per la collettività che i famigliari che pagano pegno sono ripagati dall'orgoglio di sapersi figlio marito o moglie di costoro.
Se ho capito sei indecisa se dare priorita' al lavoro di tuo marito ed ai figli o lavorare pure tu?