Skorpio
Utente di lunga data
E' prendendo spunto dagli eventi degli ultimi giorni che apro questo 3D, per riflettere come si definisce quello che comunemente chiamiamo un terrorista ISIS, con motivazioni di vario ordine.
Nel nostro immaginario pensiamo infatti agli uomini incappucciati che abbiamo visto talvolta nei video dell’ISIS, con armi varie e forte determinazione e preparazione, quasi sempre con la loro vittima al loro fianco.
E con le stragi di Parigi abbiamo capito che forse qualcuno di loro era anche qui tra noi, magari già delinquente comune, e per questo motivo facilmente “abbordabile” a un delinquere più mirato e qualificato come quello dell’ISIS, a cui si era affiliato attraverso legami in oriente, dove era andato anche ad addestrarsi e combattere.
Ebbene, se invece un “terrorista ISIS” può diventare oggi e in 2 settimane anche una persona normale, magari un po’ insoddisfatta, magari emarginata, magari con mille problemi propri che nulla hanno a che vedere con quanto dichiara di sostenere, poiché oggi diversamente da ieri gli è banalmente sufficiente dire: "sono dell’ISIS!!! "...
e trovar modo di sfogare come ultimo atto di vita, tutto il suo disagio..
Cosa cambia nella prospettiva?
che scenari si profilano all’orizzonte?
Saremo quindi costretti nostro malgrado a considerare in prospettiva “terrorista potenziale” ciascun soggetto, magari immigrato di fede islamica, che per mille motivi si trova in qualche modo in un disagio personale o sociale, e che in pochissimi giorni e senza alcun legame o connessione all’ISIS può scoprire l’estrema “opportunità” di trasformarsi in un terrorista “fai da te”?
Nel nostro immaginario pensiamo infatti agli uomini incappucciati che abbiamo visto talvolta nei video dell’ISIS, con armi varie e forte determinazione e preparazione, quasi sempre con la loro vittima al loro fianco.
E con le stragi di Parigi abbiamo capito che forse qualcuno di loro era anche qui tra noi, magari già delinquente comune, e per questo motivo facilmente “abbordabile” a un delinquere più mirato e qualificato come quello dell’ISIS, a cui si era affiliato attraverso legami in oriente, dove era andato anche ad addestrarsi e combattere.
Ebbene, se invece un “terrorista ISIS” può diventare oggi e in 2 settimane anche una persona normale, magari un po’ insoddisfatta, magari emarginata, magari con mille problemi propri che nulla hanno a che vedere con quanto dichiara di sostenere, poiché oggi diversamente da ieri gli è banalmente sufficiente dire: "sono dell’ISIS!!! "...
e trovar modo di sfogare come ultimo atto di vita, tutto il suo disagio..
Cosa cambia nella prospettiva?
che scenari si profilano all’orizzonte?
Saremo quindi costretti nostro malgrado a considerare in prospettiva “terrorista potenziale” ciascun soggetto, magari immigrato di fede islamica, che per mille motivi si trova in qualche modo in un disagio personale o sociale, e che in pochissimi giorni e senza alcun legame o connessione all’ISIS può scoprire l’estrema “opportunità” di trasformarsi in un terrorista “fai da te”?