Senso di colpa

Brunetta

Utente di lunga data
Mi ricordo una quindicina di anni fa, avevo detto ad un io collega che mi sentivo in colpa per una situazione.

Lui mi aveva risposto "se ti senti in colpa, un motivo ci sarà."

Io avevo iniziato a cercare di capire fuori di me come "risolvere" il senso di colpa...quindi avevo cercato di porre rimedio. Incasinandomi ancora di più. Perchè pur di mettere una pezza a quel mio sentire, cercavo nell'altro una soluzione, cercavo che mi permesse di aggiustare.
Tendenzialmente ero finita nella compiacenza. E questo mi aveva messa in condizione di essere ancora meno lucida.
E il senso di colpa era aumentato invece di diminuire.

A distanza di qualche tempo, mi sono accorta che avevo preso a rovescio la frase del mio collega.
Ossia ero andata a cercare la "colpa" nell'espressione di me "azione", giusta o sbagliata che fosse anzichè nel mio "essere".

E mi sono accorta che non era verso l'altro che mi sentivo in colpa.
Mi sentivo in colpa perchè il mio atteggiamento, il mio fare, in quella situazione mi aveva descritta ai miei occhi come non mi piacevo. Come non volevo essere per me.

Ordinare quello, iniziare a dirmi le cose e a decidere cosa fare, al netto del giusto e dello sbagliato inteso come previsione di conseguenze, mi è sempre, da quel momento sembrato un buon modo per non usare i sensi di colpa per non affrontare me stessa. Per non dovermi perdonare. O assolvere. Cosa che non sono in grado di fare.

Io, tranne che in altre rare situazioni, non mi sento in colpa.

Quando mi sento in colpa lo prendo come un segnale del fatto che sto girando largo da aspetti di me che mi mettono in difficoltà, che mi spaventano, di cui mi vergogno. E uso il senso di colpa per capire cosa no mi sto dicendo di me.

Magari mi giudico, inaffidabile, inadeguata, incompleta, sbagliata anche. E mi martello su questi aspetti davanti al mio tribunale interiore. Questo invece lo faccio piuttosto spesso.

Ma il senso di colpa no.

Lo trovo insensato...mi fa venire in mente il desiderio che avevo da bambina, quando magari facevo un casino, e sognavo di avere la macchina del tempo per tornare indietro e poter fare le cose in modo da non starci poi male.

Non so se mi spiego...

Ovviamente, senza senso di colpa, anche il perdono o il chiedere scusa mi sembrano molto insensati...il più delle volte...raramente chiedo scusa per chiedere scusa e raramente accetto le scuse, per esempio.
Piuttosto rivedo la mia posizione e la esplicito corretta sottolineando che quella precedente non era la miglior versione, ma anche assumendomi il fatto che se quello è quello che sono riuscita a fare, mica era mancanza di volontà, era mancanza di conoscenza...a posteriori è facile fare tutto "giusto"...se poi il giusto esiste...e ne dubito...
E sullo stesso parametro valuto chi mi è di fronte.

Quindi no...niente sensi di colpa....per la verità....:D
Certo che il senso di colpa è per qualcosa che riconosci tu come sbagliato, di conseguenza è perché non ti piace quel tuo modo di essere, quella debolezza.
Ciò non toglie che se hai fatto male a una persona il male resta.
Voglio dire che se ho fatto cadere una statuetta e si è rotta, posso aggiustarla, posso riconoscere la mia mala grazia che mi ha fatto agire in modo di romperla, ma la statuetta, benché incollata, resta rotta e mi dispiace per la statuetta. Questo dispiacere lo chiamo senso di colpa e se è nei confronti di una persona continua a dispiacermi per me (come dici giustamente) e per lei di averle fatto male.
 

patroclo

Utente di lunga data
Ma non avete proprio sensi di colpa per nessuna cosa?
Io ho ancora sensi di colpa per aver trattato male una persona per nervosismo 25 anni fa, anche sé quella persona mi ha detto e dimostrato che non c'era rimasta male.
Trovo i sensi di colpa come l'inutile incapacità di risolvere/chiarire situazioni che subiamo o più probabilmente abbiamo provocato

Nella mia vita ne ho avuti un'infinità e mi sono stufato.............

Non penso siano evitabili in assoluto....ma sintomo è nella nostra maturità non cascarci dentro
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Certo che il senso di colpa è per qualcosa che riconosci tu come sbagliato, di conseguenza è perché non ti piace quel tuo modo di essere, quella debolezza.
Ciò non toglie che se hai fatto male a una persona il male resta.
Voglio dire che se ho fatto cadere una statuetta e si è rotta, posso aggiustarla, posso riconoscere la mia mala grazia che mi ha fatto agire in modo di romperla, ma la statuetta, benché incollata, resta rotta e mi dispiace per la statuetta. Questo dispiacere lo chiamo senso di colpa e se è nei confronti di una persona continua a dispiacermi per me (come dici giustamente) e per lei di averle fatto male.
Sì, capisco bene cosa intendi.

Ma è un loop.

voglio dire. Mi sono mossa in casa, mi sono mossa in modo disattento e ho rotto la statuetta.

E un dato. Non ci posso fare niente. E' rotta.

Posso vedere se si riaggiusta. E spesso e volentieri non si può.

Non c'è via di fuga a questo. Dispiacersene che utilità ha?
Non riaggiusta la statuetta. Resta rotta.

Posso chiedere scusa. Ma la statuetta resta rotta comunque.
E anche chiedere scusa è per certi versi un modo per delegare all'altro un mio malessere per un malo comportamento. Delega inutile, perchè il malo comportamento resta mio.

Allora o giro e rigiro in questo loop emotivo, senza trasformarlo in nulla. Rimanendoci agganciata e schiava.

O imparo dalla situazione E la uso per migliorarmi.

Nel presente verso il futuro.

Quindi mi assumo il mio malo comportamento. Lo faccio mio. Sono stata disattenta. In questo esempio.

Potrebbe anche essere cattiva. Presuntuosa. Egocentrica. Sadica. Quel che vogliamo...

Lo faccio mio. Lo accetto come parte di me e decido con me stessa cosa farne. Come renderlo più fruibile per me e di conseguenza anche per il mondo di cui sono parte.

In questo processo di assunzione del sè, anche nelle parti brutte, che non si vogliono esporre di solito io trovo liberazione e responsabilità.

Sono egocentrica?
Sì. Inutile che combatto con me stessa.
Meglio assumere questa parte e imparare a governarla.

Poi il dispiacere...il dolore è un'altra di quelle parti che si vorrebbero evitare. Fa male. Fa paura. Fa sentire fragilie, vulnerabili...eppure è fonte di ricchezza, una volta assunto...ricchezza di apprendimento intendo...

In termini cristiani era il fuoco che purificava...tanto vale "giocarci" anche col dispiacere e il dolore e usarlo per se stessi.
Che sia dolore utile però. E per dolore utile intendo una forma del dolore che genera proattività, miglioramento, evoluzione

Questo intendo :)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sì, capisco bene cosa intendi.

Ma è un loop.

voglio dire. Mi sono mossa in casa, mi sono mossa in modo disattento e ho rotto la statuetta.

E un dato. Non ci posso fare niente. E' rotta.

Posso vedere se si riaggiusta. E spesso e volentieri non si può.

Non c'è via di fuga a questo. Dispiacersene che utilità ha?
Non riaggiusta la statuetta. Resta rotta.

Posso chiedere scusa. Ma la statuetta resta rotta comunque.
E anche chiedere scusa è per certi versi un modo per delegare all'altro un mio malessere per un malo comportamento. Delega inutile, perchè il malo comportamento resta mio.

Allora o giro e rigiro in questo loop emotivo, senza trasformarlo in nulla. Rimanendoci agganciata e schiava.

O imparo dalla situazione E la uso per migliorarmi.

Nel presente verso il futuro.

Quindi mi assumo il mio malo comportamento. Lo faccio mio. Sono stata disattenta. In questo esempio.

Potrebbe anche essere cattiva. Presuntuosa. Egocentrica. Sadica. Quel che vogliamo...

Lo faccio mio. Lo accetto come parte di me e decido con me stessa cosa farne. Come renderlo più fruibile per me e di conseguenza anche per il mondo di cui sono parte.

In questo processo di assunzione del sè, anche nelle parti brutte, che non si vogliono esporre di solito io trovo liberazione e responsabilità.

Sono egocentrica?
Sì. Inutile che combatto con me stessa.
Meglio assumere questa parte e imparare a governarla.

Poi il dispiacere...il dolore è un'altra di quelle parti che si vorrebbero evitare. Fa male. Fa paura. Fa sentire fragilie, vulnerabili...eppure è fonte di ricchezza, una volta assunto...ricchezza di apprendimento intendo...

In termini cristiani era il fuoco che purificava...tanto vale "giocarci" anche col dispiacere e il dolore e usarlo per se stessi.
Che sia dolore utile però. E per dolore utile intendo una forma del dolore che genera proattività, miglioramento, evoluzione

Questo intendo :)
È quello che faccio e che ho insegnato ai miei figli.
Ma il male fatto resta.
Infatti nella rielaborazione successiva si può prendere atto di tutto, usare l'accaduto per migliorare, ma la roba rotta resta rotta.
Bisogna accettare che l'errore commesso e che abbiamo usato per cambiare resta e soprattutto restano i danni.
È questo che io chiamo senso di colpa, non una roba piagnucolosa.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

È quello che faccio e che ho insegnato ai miei figli.
Ma il male fatto resta.
Infatti nella rielaborazione successiva si può prendere atto di tutto, usare l'accaduto per migliorare, ma la roba rotta resta rotta.
Bisogna accettare che l'errore commesso e che abbiamo usato per cambiare resta e soprattutto restano i danni.
È questo che io chiamo senso di colpa, non una roba piagnucolosa.
Cosi usato lo trasformi in energia, conoscenza di te (magari di cose non meravigliose) e miglioramento (se ritieni il caso x te)

Usato x andar a frignaccolare scuse, è solo premessa per ripeterlo, aggiustando fuori eventualmente (se quella benedetta statuetta si rompe di nuovo) ma restando inconsapevoli di se dentro.
E dei danni potenziali che puoi far fuori di te
 

Brunetta

Utente di lunga data
Cosi usato lo trasformi in energia, conoscenza di te (magari di cose non meravigliose) e miglioramento (se ritieni il caso x te)

Usato x andar a frignaccolare scuse, è solo premessa per ripeterlo, aggiustando fuori eventualmente (se quella benedetta statuetta si rompe di nuovo) ma restando inconsapevoli di se dentro.
E dei danni potenziali che puoi far fuori di te
Ok. Ma allora comunque il senso di colpa, il rammarico perché si è fatto del male agli altri o a se stessi resta. Perché non dovrebbe?
Esiste un'associazione per la riconciliazione attiva riparatoria tra vittime di atti delinquenziali e i delinquenti condannati, senza alcun vantaggio materiale quali sconti di pena o benefici carcerari.
Funziona.
Non credo però che faccia resuscitare nessuno e il dolore della perdita e la responsabilità del dolore arrecato restano. Non lo chiamiamo senso di colpa? Non chiamiamolo così. Non so l'espressione cosa richiami per essere rifiutata.
Ma, tornando in tema, se si tradisce, cioè se si rompe unilateralmente un patto, come si fa a sentirsi a posto?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
È quello che faccio e che ho insegnato ai miei figli.
Ma il male fatto resta.
Infatti nella rielaborazione successiva si può prendere atto di tutto, usare l'accaduto per migliorare, ma la roba rotta resta rotta.
Bisogna accettare che l'errore commesso e che abbiamo usato per cambiare resta e soprattutto restano i danni.
È questo che io chiamo senso di colpa, non una roba piagnucolosa.
Ah...ok.

Io lo chiamo assunzione di sè, e responsabilità.

Accettazione del fatto che sono un essere che anche fa male....imperfetta, fallace, inadeguata...tutto insomma.

Stiamo dicendo la stessa cosa :)

Però a me il dispiacere non resta. Nel senso che vado poi...non conservo un dolore, il dispiacere, come dispiacere, lo conservo nelle trasformazioni, nelle opzioni che mi ha fornito.

E come punto di svolta. Piccolo o grande che sia. Insomma nella direzione del non ripetere gli stessi errori, ma mettere un sacco di impegno a farne di nuovi e magari più creativi :)

E il dispiacere mi scivola via...nel rendere grazia di poter provare a fare meglio.

Che non è scontato. Si potrebbe morire prima di aver imparato qualcosa dalla statuetta rotta.

E allora ringraziare a me diventa prioritario. La Vita. Che mi permette di sbagliare e imparare. Da me e dal mondo.

Insomma...mi sa che il senso di colpa in me tendenzialmente si trasforma in ringraziamento dell'opportunità di imparare cose nuove...ode alla Vita, per metterla romanticamente!
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Ok. Ma allora comunque il senso di colpa, il rammarico perché si è fatto del male agli altri o a se stessi resta. Perché non dovrebbe?
Esiste un'associazione per la riconciliazione attiva riparatoria tra vittime di atti delinquenziali e i delinquenti condannati, senza alcun vantaggio materiale quali sconti di pena o benefici carcerari.
Funziona.
Non credo però che faccia resuscitare nessuno e il dolore della perdita e la responsabilità del dolore arrecato restano. Non lo chiamiamo senso di colpa? Non chiamiamolo così. Non so l'espressione cosa richiami per essere rifiutata.
Ma, tornando in tema, se si tradisce, cioè se si rompe unilateralmente un patto, come si fa a sentirsi a posto?
È tutto sottoscrivibile quanto dici..
Ma questo post apre troppi argomenti, e mi confondo, dato che devo spaccare il capello dentro di me :)

Partire i dal "senso" di colpa
E dalla eventuale "colpa"

Perché il mio primo senso di colpa fu presentarsi al mondo come orfano di padre

Col senno di poi mi chiedo "ma che cazzo di colpa era?????"

Capitolo tradimento.
Patto rotto
Statuetta sana :) (parlo x me)
Convinzioni nel mio progetto di vita immutate, anzi rafforzate, e perseguite con immutata dedizione

Scavo dentro a cercare COLPE ma non ce la faccio...
È un casino
 

Brunetta

Utente di lunga data
È tutto sottoscrivibile quanto dici..
Ma questo post apre troppi argomenti, e mi confondo, dato che devo spaccare il capello dentro di me :)

Partire i dal "senso" di colpa
E dalla eventuale "colpa"

Perché il mio primo senso di colpa fu presentarsi al mondo come orfano di padre

Col senno di poi mi chiedo "ma che cazzo di colpa era?????"

Capitolo tradimento.
Patto rotto
Statuetta sana :) (parlo x me)
Convinzioni nel mio progetto di vita immutate, anzi rafforzate, e perseguite con immutata dedizione

Scavo dentro a cercare COLPE ma non ce la faccio...
È un casino
Il senso di colpa per essere orfani mi pare materiale da analisi terapeutica.
Rispetto al tradimento come può rimanere intatto il patto? Se hai voglia mi interessa molto.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Il senso di colpa per essere orfani mi pare materiale da analisi terapeutica.
Rispetto al tradimento come può rimanere intatto il patto? Se hai voglia mi interessa molto.
Volentieri, appena posso
Comunque intatto intatto non rimane
 

patroclo

Utente di lunga data
Ma, tornando in tema, se si tradisce, cioè se si rompe unilateralmente un patto, come si fa a sentirsi a posto?
.....anni che viviamo in una palude, non ci capiamo, non ci sfioriamo, non parliamo, non risolviamo i problemi.....le cose allo stato di fatto peggiorano e basta, a questo punto non sono più innamorato di te e nonostante tutto questo sei convinta che siamo una famiglia e dobbiamo rimanere uniti.......allora per sopravvivere e provare a garantirti qusta "unità" io vado a poggiare le labbra sulle labbra di una donna che mi desidera, mi faccio abbracciare da chi vuole i miei abbracci.........

giusto ? no
sensi di colpa ? no
dispiacere per come è finita ? si
potevo fare di più? si

non sto addossando a lei le colpe del mio comportamento, entrambi non abbiamo saputo evolverci e crescere come singoli e coppia...
 

Horny

Utente di lunga data
Ok. Ma allora comunque il senso di colpa, il rammarico perché si è fatto del male agli altri o a se stessi resta. Perché non dovrebbe?
Esiste un'associazione per la riconciliazione attiva riparatoria tra vittime di atti delinquenziali e i delinquenti condannati, senza alcun vantaggio materiale quali sconti di pena o benefici carcerari.
Funziona.
Non credo però che faccia resuscitare nessuno e il dolore della perdita e la responsabilità del dolore arrecato restano. Non lo chiamiamo senso di colpa? Non chiamiamolo così. Non so l'espressione cosa richiami per essere rifiutata.
Ma, tornando in tema, se si tradisce, cioè se si rompe unilateralmente un patto, come si fa a sentirsi a posto?
se rompi unilateralmente una relazione con figli non puoi sentirti a posto.
se non ci sono figli dipende da persone e situazioni.
 

Skorpio

Utente di lunga data
..

Il senso di colpa per essere orfani mi pare materiale da analisi terapeutica.
Rispetto al tradimento come può rimanere intatto il patto? Se hai voglia mi interessa molto.
allora, premetto che per me il tradimento non rompe nessun patto.. nel senso che se si parla di patto "rotto" il tradimento è solo il suo sintomo.

era già rotto prima

capisco che esistono (molte) persone per cui, se non c'è materia non c'è nulla... e quindi ciò che non si concretizza è uguale al nulla...

è un sentire.. e va rispettato

in passato in altri forum ho conosciuto persone che hanno scritto di loro sponte cose inequivocabili e esplicite, a livello emotivo, e parlo di desideri e sentimenti, per poi negare tutto dicendo: un momento, io materialmente non ho fatto nulla, per cui tutto a posto!

in queste persone esiste nel mio vedere, una profonda dissociazione di base tra ciò che si pensa e si vive dentro, e ciò che materialmente si fa. se non si fa nulla, il resto è robetta... anzi è proprio zero. la negazione dell'IO emotivo.

per me è più o meno il contrario... a me interessa il contenuto, non la confezione

questo per dire che il tradimento (la scopata) non è il momento di rottura del patto... se di rottura di patto si parla.
il patto per me è rotto prima ancora, anche senza scopata

a conferma coerente di ciò ho scritto varie volte che PER ME scriver qui a insaputa di mia moglie, è tradimento.
gli (le) nego parti di me

con tutto questo come premessa, la considerazione mia personale è che in realtà il patto famoso era già rotto.
e si passa alle colpe, o ai sensi di colpa...

e qui io mi prendo tutte le responsabilità di persona. non NEL rapporto, ma come persona.

e non c'entra la persona giusta, o quella sbagliata.. inutile cercare fuori... il problema (se vogliamo parlar di problema) sono io

e la mia propensione emersa in passato a vivere FUORI dal rapporto di coppia delle parti di me. E davvero il sesso ti assicuro, lo metto molto ma molto nelle retrovie... In questo senso

potrei dire, come molti fanno, che è colpa della moglie che non mi portava il caffè, o che non veniva in minigonna a veder la tv.. ma non è vero. sarebbe barare con me stesso. e non lo faccio

io sono questo.

e poiché sono questo, sono persona curiosa, verso il mondo, verso le donne.. aperta, insinuosa.. lo so.
e mi autoregolo.

a suo tempo ne avevo bisogno.. sennò non lo avrei fatto. ne avevo bisogno per me, per cercar risposte, aver riscontri, sentirmi importante verso il mondo femminile, sentire che potevo essere uomo.
insucurezze.... mi pare chiaro

oggi lo so. e sono tranquillo.

so che parti di me io nel rapporto non posso spenderle, per come son fatto io.
non nel MIO rapporto, in OGNI rapporto che avessi, perché ripeto il problema sono io

e da qui far meno danni possibili fuori, a me stesso.. intorno a me.. e anche alle persone che incrocio... che hanno tutto il mio massimo rispetto e cura.

quindi.. il problema era PRIMA del tradimento carnale, con il tradimento CARNALE è stato solo un epilogo scontato nei contenuti, con la sua connotazione materiale. ma la "rottura" era preesistente, se di rottura di patto si vuol parlare
io avevo bisogno
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
allora, premetto che per me il tradimento non rompe nessun patto.. nel senso che se si parla di patto "rotto" il tradimento è solo il suo sintomo.

era già rotto prima

capisco che esistono (molte) persone per cui, se non c'è materia non c'è nulla... e quindi ciò che non si concretizza è uguale al nulla...

è un sentire.. e va rispettato

in passato in altri forum ho conosciuto persone che hanno scritto di loro sponte cose inequivocabili e esplicite, a livello emotivo, e parlo di desideri e sentimenti, per poi negare tutto dicendo: un momento, io materialmente non ho fatto nulla, per cui tutto a posto!

in queste persone esiste nel mio vedere, una profonda dissociazione di base tra ciò che si pensa e si vive dentro, e ciò che materialmente si fa. se non si fa nulla, il resto è robetta... anzi è proprio zero. la negazione dell'IO emotivo.

per me è più o meno il contrario... a me interessa il contenuto, non la confezione

questo per dire che il tradimento (la scopata) non è il momento di rottura del patto... se di rottura di patto si parla.
il patto per me è rotto prima ancora, anche senza scopata

a conferma coerente di ciò ho scritto varie volte che PER ME scriver qui a insaputa di mia moglie, è tradimento.
gli (le) nego parti di me

con tutto questo come premessa, la considerazione mia personale è che in realtà il patto famoso era già rotto.
e si passa alle colpe, o ai sensi di colpa...

e qui io mi prendo tutte le responsabilità di persona. non NEL rapporto, ma come persona.

e non c'entra la persona giusta, o quella sbagliata.. inutile cercare fuori... il problema (se vogliamo parlar di problema) sono io

e la mia propensione emersa in passato a vivere FUORI dal rapporto di coppia delle parti di me. E davvero il sesso ti assicuro, lo metto molto ma molto nelle retrovie... In questo senso

potrei dire, come molti fanno, che è colpa della moglie che non mi portava il caffè, o che non veniva in minigonna a veder la tv.. ma non è vero. sarebbe barare con me stesso. e non lo faccio

io sono questo.

e poiché sono questo, sono persona curiosa, verso il mondo, verso le donne.. aperta, insinuosa.. lo so.
e mi autoregolo.

a suo tempo ne avevo bisogno.. sennò non lo avrei fatto. ne avevo bisogno per me, per cercar risposte, aver riscontri, sentirmi importante verso il mondo femminile, sentire che potevo essere uomo.
insucurezze.... mi pare chiaro

oggi lo so. e sono tranquillo.

so che parti di me io nel rapporto non posso spenderle, per come son fatto io.
non nel MIO rapporto, in OGNI rapporto che avessi, perché ripeto il problema sono io

e da qui far meno danni possibili fuori, a me stesso.. intorno a me.. e anche alle persone che incrocio... che hanno tutto il mio massimo rispetto e cura.

quindi.. il problema era PRIMA del tradimento carnale, con il tradimento CARNALE è stato solo un epilogo scontato nei contenuti, con la sua connotazione materiale. ma la "rottura" era preesistente, se di rottura di patto si vuol parlare
io avevo bisogno
Capito. Molto interessante il meccanismo.
Mi hai fatto venire in mente una coppia di amici, separati una ventina d'anni fa.
Nessuno si capacitava del perché lei lo avesse lasciato.
Io ho parlato a lungo con lui, totalmente incapace di capire e annichilito.
Dopo un mese ha conosciuto la seconda moglie e messa incinta.
Adesso, leggendo te, ho messo insieme le cose che diceva lui, ai tempi (accidenti avere buona memoria) e quello che mi ha detto lei questo inverno.
In sintesi lui era sempre fuori dalla coppia con la testa, sia occupandosi del bambino "da nonno" (=protettivo e non normativo) sia come interessi (è un critico musicale) sia nella coppia sempre "curioso " delle donne. Lui era fedelissimo, ma lei non lo sentiva mai con lei.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Invece per quanto riguarda il sesso

Come diceva il mio amico (quello di cui dico sopra) nella testa ci sta di tutto anche Sharon Stone o Brad Pitt, ma conta quello che si fa. Non viviamo nel mondo di Minority Report.
Ed è vero che sono consapevole che vivere una relazione senza sesso è già una forma di tradimento, come lo è scrivere qui all'insaputa del partner. Ma non è paragonabile a una relazione sessuale o a una relazione sessuale-sentimentale.
Altrimenti non ci sarebbe alcun salto di qualità se concretizzassi con il tipo con cui mi vedo. Anche se mi farebbe piacere pensarlo. Un'amicizia si sa bene che è lecita finché non passa certi limiti.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Capito. Molto interessante il meccanismo.
Mi hai fatto venire in mente una coppia di amici, separati una ventina d'anni fa.
Nessuno si capacitava del perché lei lo avesse lasciato.
Io ho parlato a lungo con lui, totalmente incapace di capire e annichilito.
Dopo un mese ha conosciuto la seconda moglie e messa incinta.
Adesso, leggendo te, ho messo insieme le cose che diceva lui, ai tempi (accidenti avere buona memoria) e quello che mi ha detto lei questo inverno.
In sintesi lui era sempre fuori dalla coppia con la testa, sia occupandosi del bambino "da nonno" (=protettivo e non normativo) sia come interessi (è un critico musicale) sia nella coppia sempre "curioso " delle donne. Lui era fedelissimo, ma lei non lo sentiva mai con lei.
eeeh.. capisco..
infatti il concetto di fedeltà ancorato al solo aspetto fisico lo vedo estremamente limitante
ma per molti va bene così... uno può esser con la testa fra le nuvole 24 ore al giorno, ma se non "tradisce" fisicamente, va tutto bene...

ognuno ha la propria sensibilità.. io come la moglie del tuo amico, non concepirei una assenza persistente a livello interiore del partner. della sua "fedeltà fisica" potrei farne poco
 

Brunetta

Utente di lunga data
eeeh.. capisco..
infatti il concetto di fedeltà ancorato al solo aspetto fisico lo vedo estremamente limitante
ma per molti va bene così... uno può esser con la testa fra le nuvole 24 ore al giorno, ma se non "tradisce" fisicamente, va tutto bene...

ognuno ha la propria sensibilità.. io come la moglie del tuo amico, non concepirei una assenza persistente a livello interiore del partner. della sua "fedeltà fisica" potrei farne poco
Ma lui è così. Come se fosse sempre un ragazzino in gita. È anche il suo pregio perché è un uomo pieno di interessi, trasparente, allegro, entusiasta.
Però quando ho chiesto il numero di cellulare la seconda moglie me l'ha dato sbagliato (l'ha detto il figlio, il secondo) per gelosia.
Ma se lo conoscevo da due decenni dovevo proprio aspettare quel momento e lui pure?
Io l'ho trovata ossessivamente gelosa, quando l'ho raccontato alla prima moglie, lei ha detto che era comprensibile perché il modo di essere di lui fa sentire sempre precaria ed è la ragione per cui l'ha lasciato.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Come diceva il mio amico (quello di cui dico sopra) nella testa ci sta di tutto anche Sharon Stone o Brad Pitt, ma conta quello che si fa. Non viviamo nel mondo di Minority Report.
Ed è vero che sono consapevole che vivere una relazione senza sesso è già una forma di tradimento, come lo è scrivere qui all'insaputa del partner. Ma non è paragonabile a una relazione sessuale o a una relazione sessuale-sentimentale.
Altrimenti non ci sarebbe alcun salto di qualità se concretizzassi con il tipo con cui mi vedo. Anche se mi farebbe piacere pensarlo. Un'amicizia si sa bene che è lecita finché non passa certi limiti.

Io credo che il sesso sia un "segno".
Una cosa che non si può/riesce ad ignorare.

Tipo la differenza fra uno schiaffone minacciato e uno schiaffone dato.

Sullo schiaffone minacciato ci si può disquisire in mille modi, e in mille modi può anche essere negato. Per quanto sentirsi dire, per quanto mi riguarda, ti do uno schiaffone equivale a darmelo. Ha lo stesso valore in termini di sostanza.

Poi posso apprezzare il fatto che "gestisci". Ma è un livello diverso secondo me il dominio.

A me il desiderio di darmi uno schiaffone non toglie nulla al considerare l'altro inadatto a me.
E solo sublimazione il dirlo.

L'intenzionalità è lì. E la frana potrebbe anche non avvenire mai...ma il terreno è pericolante.

Il sesso agito per come la vedo io funziona allo stesso modo...se il mio uomo desidera un'altra donna, e non riesce a ricollocare in NOI il suo desiderio, beh..che ci scopi o meno è piuttosto relativo. Forma.

Il suo desiderio è comunque rivolto non a me.
E se non riesce a condividere questa cosa, cosa cambia da una scopata?

A me sembra poco o nulla.
La differenza, dalla mia prospettiva, è che la scopata lascia un segno fisico.

MA per la mia esperienza, la cosa è quasi di minore importanza...ho sperimentato sulla mia pelle quanto un corpo può essere lontano dal sentire. E possa essere usato come strumento di gioco che non mette in discussione il piano della comunicazione intima e profonda.

Ovviamente queste sono sensibilità. Con G. per esempio questa è una cosa condivisa.
Il patto riguarda il non mentire. Sui desideri in primis. E nella nostra coppia c'è spazio, condiviso e concordato anche per discutere del desiderio di altri.
Che per ora non c'è. E non saremmo neanche pronti ad integrarlo...ma entrambi non lo escludiamo nel futuro.
La cosa che farebbe scattare allarme in entrambi sarebbe il non desiderio di condividere il desiderio...far fuori l'altro dall'intimità.
Se sentissi che un altro uomo sta diventando cosa solo mia, solo mia nel senso di qualcosa che non desidero condividere con lui...mi stopperei e parlerei.

Andare oltre significherebbe o creare le condizioni per tradire o creare le condizioni per reprimere.

In entrambi i casi tradirei me e di conseguenza il NOI, perchè l'Io che metterei nel noi non sarebbe autentico.

Non so se mi sono spiegata...
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
È evidente che può esserci sesso significativo o no.
Ma non è questo il punto. La differenza interna tra il desiderato/pensato/minacciato c'è di mezzo il mare. Sai a quante persone posso dire "ti ammazzerei"? Proprio tante. Ma sono in difficoltà ad ammazzare un insetto in casa.
E in una relazione piuttosto coinvolgente il sesso fa fare il salto di qualità. Così come una sberla è molto più grave di ti sparerei.
Per quanto riguarda il vostro patto lo capisco bene. Credevo di averlo anch'io.
 

Martoriato

Utente di lunga data
Per il senso di colpa per aver tradito la mia ex moglie sono finito direttamente dallo psicologo.
E' stata senza ombra di dubbio quella la cosa piu' dura da affrontare,non certo il dolore per aver perso una persona che negli ultimi 2 anni di matrimonio mi stava facendo ammalare ( e io stavo facendo ammalare lei,sia chiaro).
Senso di colpa per aver ferito quella che era una povera bambina indifesa,o che almeno tale si poneva. Adesso e' una belva incazzata,o per meglio dire forse una tigre di carta incazzata.
Senso di colpa per averle fatto passare per la seconda volta una situazione esattamente uguale per filo e per segno con il suo partner precedente a 6 mesi dalle nozze.
E il senso di colpa che stava rovinando il rapporto con la mia "amante" assolutamente si,ho rischiato grosso. Ha pagato essere onesto,perlomeno con la mia amante. Ho tirato fuori tutto e lei semplicemente ha capito,non dico che sia stato facile ma lo ha fatto. Posso azzardare a dire che stavolta l'amore ha vinto su tutto.
Inutile dirlo rifarei tutto da capo.
 
Ultima modifica:
Top