Senza futuro

Piperita

Sognatrice
A volte sottovalutiamo l'importanza che abbiamo per i figli e quanto percepiscano le nostre insoddisfazioni.
Sai una cosa?
Una mia amica mi dice sempre che ho un debole per questo figlio, io credo che non sia vero, ma lo amo secondo i suoi bisogni, lui è sempre stato più irrequieto ma anche più debole e davvero voglio che sia felice.
Mi sembra che si arrenda troppo facilmente , provo ad incoraggiarlo ma niente
 

Andrea Lila

Utente di lunga data
Gli ho dato un anno di tempo per decidere cosa vuole fare. Ora non permetterò che ricominci come prima, su questo sono decisa

Non sono nessuno per giudicare chicchessia però intanto quello che accusa tuo figlio non mi pare uno spettro depressivo ma piuttosto una forma di paraculismo globale con punte di fancazzismo acute :cool:

Un anno di tempo per decidere cosa gli piacerebbe fare? E se dovesse decidere che ama guidare gli aerei o dipingere paesaggi ad olio? E nel frattempo, cioè per un anno, dorme ed esce con gli amici? Perdonami la franchezza ma credo che dietro l'indolenza, la superficialità e la viziataggine dei ragazzi ci siano responsabilità esclusivamente degli educatori: famiglia, insegnanti e la società tutta che ormai sembra pilotare le nuove generazioni verso il nulla cosmico.

A vent'anni è inaccettabile, per me eh, concedere così tanto tempo per decidere che strada prendere. Nel caso per l'intanto si fa qualcosa, tipo un lavoretto qualsiasi (sticaxxi se non piace), e mentre ci si guadagna la pagnotta ci si fa camminare la testa, che con i muscoli in movimento rende anche meglio, verso prospettive migliori. E' nel fare che si capisce cosa piace e cosa non piace, che si vuole migliorare, che si vuole crescere, che si vuole qualcosa di più etc. Da fermi si può solo dormire.

Comunque conosco diverse situazioni come la tua, sia ragazzi che ragazze dai 18 ai 30/35 anni che fanno i turisti della vita, tanto il necessario non devono guadagnarseo e il di più neanche perchè in qualche modo lo ottengono comunque senza troppa fatica. Perchè NOI adulti li trattiamo spesso da incapaci e loro come tali si pongono (comodo comodo).

E' tanto difficile costringerli a scegliere fra studio e lavoro? L'anno sabbatico davvero mi sembra una spinta verso il nulla.
 

Andrea Lila

Utente di lunga data
Non ho chissà quali aspettative, vorrei solo che fosse felice e facesse qualcosa che gli piace

Secondo me è questo l'inghippo nel quale lo infili. Se non sa cosa gli piace non è detto che debba guardare il soffitto per anni aspettando l'ispirazione. Intanto si fa quello che c'è, poi si vedrà. Andando vedendo.
 

Piperita

Sognatrice
Non sono nessuno per giudicare chicchessia però intanto quello che accusa tuo figlio non mi pare uno spettro depressivo ma piuttosto una forma di paraculismo globale con punte di fancazzismo acute :cool:

Un anno di tempo per decidere cosa gli piacerebbe fare? E se dovesse decidere che ama guidare gli aerei o dipingere paesaggi ad olio? E nel frattempo, cioè per un anno, dorme ed esce con gli amici? Perdonami la franchezza ma credo che dietro l'indolenza, la superficialità e la viziataggine dei ragazzi ci siano responsabilità esclusivamente degli educatori: famiglia, insegnanti e la società tutta che ormai sembra pilotare le nuove generazioni verso il nulla cosmico.

A vent'anni è inaccettabile, per me eh, concedere così tanto tempo per decidere che strada prendere. Nel caso per l'intanto si fa qualcosa, tipo un lavoretto qualsiasi (sticaxxi se non piace), e mentre ci si guadagna la pagnotta ci si fa camminare la testa, che con i muscoli in movimento rende anche meglio, verso prospettive migliori. E' nel fare che si capisce cosa piace e cosa non piace, che si vuole migliorare, che si vuole crescere, che si vuole qualcosa di più etc. Da fermi si può solo dormire.

Comunque conosco diverse situazioni come la tua, sia ragazzi che ragazze dai 18 ai 30/35 anni che fanno i turisti della vita, tanto il necessario non devono guadagnarseo e il di più neanche perchè in qualche modo lo ottengono comunque senza troppa fatica. Perchè NOI adulti li trattiamo spesso da incapaci e loro come tali si pongono (comodo comodo).

E' tanto difficile costringerli a scegliere fra studio e lavoro? L'anno sabbatico davvero mi sembra una spinta verso il nulla.
Sono d'accordo
Solo che con questi ragazzi di oggi non sai mai come porti. Se sei dura vanno in crisi, se sei debole ne approfittano...
Ho provato a spronarlo mandandolo dal padre ma non si adatta.
Pur di tornare mi ha promesso mari e monti...staremo a vedere
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Sono d'accordo
Solo che con questi ragazzi di oggi non sai mai come porti. Se sei dura vanno in crisi, se sei debole ne approfittano...
Ho provato a spronarlo mandandolo dal padre ma non si adatta.
Pur di tornare mi ha promesso mari e monti...staremo a vedere
Quindi fino ad ora era dal padre per vivere una realtà lavorativa con lui ?
Se ti ha promesso mari e monti, accertati che almeno poi produca colline e fiumi ;)
se riparte con il lamentarsi che non sa cosa fare, invitalo a rivolgersi alle agenzie interinali, se da voi è attivo l'iter previsto da garanzia giovani indirizzalo li quanto meno potrà fare uno stage che gli farà toccar con mano cosa significa formarsi per un lavoro e lavorare per la formazione ricevuta
l'importante è tirare fuori una certa grinta e voglia di esplorare sapendo bene che non tutti i tentativi vanno bene da subito :) che si possono provare più lavori e magari da lì si trova la strada giusta
io parte dal presupposto che ognuno di noi è destinato a partecipare alla vita lavorativa, la difficoltà sta proprio agli inizi nel non lasciarsi abbattere e nel cercare di mordere la vita più che esser morsi :p

l'indolenza è un rischio reale se la percepisci in tuo figlio cerca di interrompere questo loop
 

Piperita

Sognatrice
Quindi fino ad ora era dal padre per vivere una realtà lavorativa con lui ?
Se ti ha promesso mari e monti, accertati che almeno poi produca colline e fiumi ;)
se riparte con il lamentarsi che non sa cosa fare, invitalo a rivolgersi alle agenzie interinali, se da voi è attivo l'iter previsto da garanzia giovani indirizzalo li quanto meno potrà fare uno stage che gli farà toccar con mano cosa significa formarsi per un lavoro e lavorare per la formazione ricevuta
l'importante è tirare fuori una certa grinta e voglia di esplorare sapendo bene che non tutti i tentativi vanno bene da subito :) che si possono provare più lavori e magari da lì si trova la strada giusta
io parte dal presupposto che ognuno di noi è destinato a partecipare alla vita lavorativa, la difficoltà sta proprio agli inizi nel non lasciarsi abbattere e nel cercare di mordere la vita più che esser morsi :p

l'indolenza è un rischio reale se la percepisci in tuo figlio cerca di interrompere questo loop
Ha provato a lavorare ma solo per 3 settimane e non ha resistito...appena torna vi saprò dire...
 

spleen

utente ?
Non sono nessuno per giudicare chicchessia però intanto quello che accusa tuo figlio non mi pare uno spettro depressivo ma piuttosto una forma di paraculismo globale con punte di fancazzismo acute :cool:

Un anno di tempo per decidere cosa gli piacerebbe fare? E se dovesse decidere che ama guidare gli aerei o dipingere paesaggi ad olio? E nel frattempo, cioè per un anno, dorme ed esce con gli amici? Perdonami la franchezza ma credo che dietro l'indolenza, la superficialità e la viziataggine dei ragazzi ci siano responsabilità esclusivamente degli educatori: famiglia, insegnanti e la società tutta che ormai sembra pilotare le nuove generazioni verso il nulla cosmico.

A vent'anni è inaccettabile, per me eh, concedere così tanto tempo per decidere che strada prendere. Nel caso per l'intanto si fa qualcosa, tipo un lavoretto qualsiasi (sticaxxi se non piace), e mentre ci si guadagna la pagnotta ci si fa camminare la testa, che con i muscoli in movimento rende anche meglio, verso prospettive migliori. E' nel fare che si capisce cosa piace e cosa non piace, che si vuole migliorare, che si vuole crescere, che si vuole qualcosa di più etc. Da fermi si può solo dormire.

Comunque conosco diverse situazioni come la tua, sia ragazzi che ragazze dai 18 ai 30/35 anni che fanno i turisti della vita, tanto il necessario non devono guadagnarseo e il di più neanche perchè in qualche modo lo ottengono comunque senza troppa fatica. Perchè NOI adulti li trattiamo spesso da incapaci e loro come tali si pongono (comodo comodo).

E' tanto difficile costringerli a scegliere fra studio e lavoro? L'anno sabbatico davvero mi sembra una spinta verso il nulla.
Quoto tutto. Io ne conosco uno che a 42 anni suonati va ancora all'università. Il problema sono i genitori.

Secondo me tutti i genitori primariamente dovrebbero porsi in questa condizione: Chiedersi cosa farebbero i loro pupilli se improvvisamente venissero a mancare, e sentire questa condizione come un problema da risolvere, non il dì di san mai, da risolvere prima possibile.
 

Piperita

Sognatrice
Quoto tutto. Io ne conosco uno che a 42 anni suonati va ancora all'università. Il problema sono i genitori.

Secondo me tutti i genitori primariamente dovrebbero porsi in questa condizione: Chiedersi cosa farebbero i loro pupilli se improvvisamente venissero a mancare, e sentire questa condizione come un problema da risolvere, non il dì di san mai, da risolvere prima possibile.
La colpa è sempre dei genitori..più che dare il buon esempio cosa può fare un genitore? Cambiare la testa ai figli?

Nessuno ha figli di questa età?
 

spleen

utente ?
La colpa è sempre dei genitori..più che dare il buon esempio cosa può fare un genitore? Cambiare la testa ai figli?

Nessuno ha figli di questa età?
Io. Uno lavora da un anno e una va all'università.
Non ho detto che la colpa è sempre dei genitori, ho detto che i genitori a volte sono un problema.

Perchè mai i figli dovrebbero uscire da una condizione di comodo se nemmeno i genitori ne sono convinti? E guarda che i figli capiscono benissimo se i genitori sono indecisi o meno.
 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Quoto tutto. Io ne conosco uno che a 42 anni suonati va ancora all'università. Il problema sono i genitori.

Secondo me tutti i genitori primariamente dovrebbero porsi in questa condizione: Chiedersi cosa farebbero i loro pupilli se improvvisamente venissero a mancare, e sentire questa condizione come un problema da risolvere, non il dì di san mai, da risolvere prima possibile.
E' "leggermente" fuori corso :rotfl:
 

Piperita

Sognatrice
Io. Uno lavora da un anno e una va all'università.
Non ho detto che la colpa è sempre dei genitori, ho detto che i genitori a volte sono un problema.

Perchè mai i figli dovrebbero uscire da una condizione di comodo se nemmeno i genitori ne sono convinti? E guarda che i figli capiscono benissimo se i genitori sono indecisi o meno.
Non è che sono indecisa...non so cosa consigliargli perché non c'è molta scelta
Ai tuoi figli hai dato dei consigli o sapevano già cosa volevano?
 

Andrea Lila

Utente di lunga data
Quoto tutto. Io ne conosco uno che a 42 anni suonati va ancora all'università. Il problema sono i genitori.

Secondo me tutti i genitori primariamente dovrebbero porsi in questa condizione: Chiedersi cosa farebbero i loro pupilli se improvvisamente venissero a mancare, e sentire questa condizione come un problema da risolvere, non il dì di san mai, da risolvere prima possibile.
Mia cuginetta di 30 anni: a 18 anni si iscrive ad una delle università della regione e dopo neanche una settimana di frequenza lascia tutto per provare ad entrare in una università inglese. Si trasferisce, fa la cameriera, si mantiene a metà, impara un po' la lingua ma non conclude nulla di fatto. Torna in Italia, se ne va al nord e cambia totalmente indirizzo; bivacca 3/4 anni dando neanche un esame all'anno e poi torna a casa in lacrime perchè il suo sogno rimane l'Inghilterra. Bivacca un altro anno tra letto e divano, ridecide di tornare al nord, passa un altro anno in una bolla di nulla, torna di nuovo a casa ribadendo il sogno. La mamma, esasperata, dopo 10 di nulla, si attiva. Contatta un amico che ha una scuola d'inglese qui e tramite lui la ragazza ha la possibilità non solo di frequentare una costosissima università, ma anche di fare uno stage come giornalista in un quotidiano londinese. Bene, festa grande! Na na... La pupa ora piange perchè quellallà non è l'università del sogno, ma una che non le garba al 100%. Dunque? La striscia di mattonelle tra letto e poltrona è destinata a consumarsi ulteriormente :rolleyes:. La mamma è disperata; ha provato a tagliarle tutto ma lei pare accontentarsi di sopravvivere, avere cibo, abiti e telefono. L'ha mandata anche fuori di casa ma il papino, giustamente, l'ha accolta a braccia e portafogli aperto e la storia continua. Fino a quando? Bhò :confused:



Io. Uno lavora da un anno e una va all'università.
Non ho detto che la colpa è sempre dei genitori, ho detto che i genitori a volte sono un problema.

Perchè mai i figli dovrebbero uscire da una condizione di comodo se nemmeno i genitori ne sono convinti? E guarda che i figli capiscono benissimo se i genitori sono indecisi o meno.
Perfettissimo. Io non so se mio papà ai tempi fosse deciso veramente o in cuor suo recitasse una parte, ma il messaggio che mi arrivava forte e chiaro era che se non andassi bene a scuola e se i soldi dell'università non fossero ben spesi, c'erano diverse fabbrichette della zona che avrebbero gradito il mio contributo. Io sentivo che quello sarebbe stato il mio destino sul serio, ma volevo altro e me lo sono preso.

Mi permetto una considerazione generale. A me adesso fa tanta rabbia vedere ragazzi senza grosse capacità nè voglia di studiare superparaculati da genitori professionisti che li mandano a studiare all'estero perchè in Italia col piffero che superano i test d'ingresso, pagando mensilmente quello che un operaio guadagna in sei mesi di lavoro per 5/6 anni, per tornare belli freschi, col camice incorporato ad affiancare il papino nello studio dentistico et similia e una vita bella che spianata davanti. Senza nessun cavolo di merito, solo la fortuna di essere nati nella famiglia giusta. Chi non ha bonus di nascita purtroppo deve faticare parecchio di più, altro che galleggiare nel tempo che se ne va aspettando l'ispirazione.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
l
Mia cuginetta di 30 anni: a 18 anni si iscrive ad una delle università della regione e dopo neanche una settimana di frequenza lascia tutto per provare ad entrare in una università inglese. Si trasferisce, fa la cameriera, si mantiene a metà, impara un po' la lingua ma non conclude nulla di fatto. Torna in Italia, se ne va al nord e cambia totalmente indirizzo; bivacca 3/4 anni dando neanche un esame all'anno e poi torna a casa in lacrime perchè il suo sogno rimane l'Inghilterra. Bivacca un altro anno tra letto e divano, ridecide di tornare al nord, passa un altro anno in una bolla di nulla, torna di nuovo a casa ribadendo il sogno. La mamma, esasperata, dopo 10 di nulla, si attiva. Contatta un amico che ha una scuola d'inglese qui e tramite lui la ragazza ha la possibilità non solo di frequentare una costosissima università, ma anche di fare uno stage come giornalista in un quotidiano londinese. Bene, festa grande! Na na... La pupa ora piange perchè quellallà non è l'università del sogno, ma una che non le garba al 100%. Dunque? La striscia di mattonelle tra letto e poltrona è destinata a consumarsi ulteriormente :rolleyes:. La mamma è disperata; ha provato a tagliarle tutto ma lei pare accontentarsi di sopravvivere, avere cibo, abiti e telefono. L'ha mandata anche fuori di casa ma il papino, giustamente, l'ha accolta a braccia e portafogli aperto e la storia continua. Fino a quando? Bhò :confused:





Perfettissimo. Io non so se mio papà ai tempi fosse deciso veramente o in cuor suo recitasse una parte, ma il messaggio che mi arrivava forte e chiaro era che se non andassi bene a scuola e se i soldi dell'università non fossero ben spesi, c'erano diverse fabbrichette della zona che avrebbero gradito il mio contributo. Io sentivo che quello sarebbe stato il mio destino sul serio, ma volevo altro e me lo sono preso.

Mi permetto una considerazione generale. A me adesso fa tanta rabbia vedere ragazzi senza grosse capacità nè voglia di studiare superparaculati da genitori professionisti che li mandano a studiare all'estero perchè in Italia col piffero che superano i test d'ingresso, pagando mensilmente quello che un operaio guadagna in sei mesi di lavoro per 5/6 anni, per tornare belli freschi, col camice incorporato ad affiancare il papino nello studio dentistico et similia e una vita bella che spianata davanti. Senza nessun cavolo di merito, solo la fortuna di essere nati nella famiglia giusta. Chi non ha bonus di nascita purtroppo deve faticare parecchio di più, altro che galleggiare nel tempo che se ne va aspettando l'ispirazione.
Quoto tutto !!!!!!
le vicissitudini della cugina indecisa ed insofferente mi han fatto ridere :eek:
 

Andrea Lila

Utente di lunga data
l
Quoto tutto !!!!!!
le vicissitudini della cugina indecisa ed insofferente mi han fatto ridere :eek:
L'ho molto sintetizzata. Nel mezzo ci sono stati altri viaggi della speranza in terra inglese con tanto di ritorni in Italia anche solo per rinfrescare il taglio di capelli e la ceretta :rotfl:
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
L'ho molto sintetizzata. Nel mezzo ci sono stati altri viaggi della speranza in terra inglese con tanto di ritorni in Italia anche solo per rinfrescare il taglio di capelli e la ceretta :rotfl:
Leggendoti ho pensato allo stile litizzetto :rotfl: tagliente ed efficace :D
 

spleen

utente ?
Non è che sono indecisa...non so cosa consigliargli perché non c'è molta scelta
Ai tuoi figli hai dato dei consigli o sapevano già cosa volevano?
I miei figli hanno fatto più o meno quello che hanno scelto, perchè il punto, vedi, non è capire cosa si vuole, è operare delle scelte. Ho dato consigli e finanziato opportunità, certo, ma sono stati loro alla fine a decidere, sempre. Comunque con loro mi sono adoperato sempre perchè risultasse chiaro che il posto "perfetto" non esiste e che già poter fare qualcosa di "digeribile" è una cosa positiva. Realizzarsi e realizzare i propri sogni non parte da un periodo sabbatico, parte dall' impegno quotidiano e graduale.
Nella vita si puo anche cambiare opinioni ed indirizzo, col tempo anche cercare di meglio, ma nel frattempo si fa qualcosa, sempre. Su questo sono stato inflessibile, nel senso che senza mai dirlo lo ho sempre fatto intuire tra le righe.
Devo anche ammettere che sono in una zona fortunata da quel punto di vista e il lavoro non manca, soprattutto per chi ha competenze di carattere tecnico o specialistico.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum

Brunetta

Utente di lunga data
A sei anni, come a 16 o 26 i figli sono spesso un sintomo dei genitori.
Un tempo si rideva del "figlio unico" che non riusciva ad abbandonare la mamma, ma adesso quasi tutti sono in condizioni simili, guidati a non abbandonare il tetto.
 

Piperita

Sognatrice
Mia cuginetta di 30 anni: a 18 anni si iscrive ad una delle università della regione e dopo neanche una settimana di frequenza lascia tutto per provare ad entrare in una università inglese. Si trasferisce, fa la cameriera, si mantiene a metà, impara un po' la lingua ma non conclude nulla di fatto. Torna in Italia, se ne va al nord e cambia totalmente indirizzo; bivacca 3/4 anni dando neanche un esame all'anno e poi torna a casa in lacrime perchè il suo sogno rimane l'Inghilterra. Bivacca un altro anno tra letto e divano, ridecide di tornare al nord, passa un altro anno in una bolla di nulla, torna di nuovo a casa ribadendo il sogno. La mamma, esasperata, dopo 10 di nulla, si attiva. Contatta un amico che ha una scuola d'inglese qui e tramite lui la ragazza ha la possibilità non solo di frequentare una costosissima università, ma anche di fare uno stage come giornalista in un quotidiano londinese. Bene, festa grande! Na na... La pupa ora piange perchè quellallà non è l'università del sogno, ma una che non le garba al 100%. Dunque? La striscia di mattonelle tra letto e poltrona è destinata a consumarsi ulteriormente :rolleyes:. La mamma è disperata; ha provato a tagliarle tutto ma lei pare accontentarsi di sopravvivere, avere cibo, abiti e telefono. L'ha mandata anche fuori di casa ma il papino, giustamente, l'ha accolta a braccia e portafogli aperto e la storia continua. Fino a quando? Bhò :confused:





Perfettissimo. Io non so se mio papà ai tempi fosse deciso veramente o in cuor suo recitasse una parte, ma il messaggio che mi arrivava forte e chiaro era che se non andassi bene a scuola e se i soldi dell'università non fossero ben spesi, c'erano diverse fabbrichette della zona che avrebbero gradito il mio contributo. Io sentivo che quello sarebbe stato il mio destino sul serio, ma volevo altro e me lo sono preso.

Mi permetto una considerazione generale. A me adesso fa tanta rabbia vedere ragazzi senza grosse capacità nè voglia di studiare superparaculati da genitori professionisti che li mandano a studiare all'estero perchè in Italia col piffero che superano i test d'ingresso, pagando mensilmente quello che un operaio guadagna in sei mesi di lavoro per 5/6 anni, per tornare belli freschi, col camice incorporato ad affiancare il papino nello studio dentistico et similia e una vita bella che spianata davanti. Senza nessun cavolo di merito, solo la fortuna di essere nati nella famiglia giusta. Chi non ha bonus di nascita purtroppo deve faticare parecchio di più, altro che galleggiare nel tempo che se ne va aspettando l'ispirazione.
D'accordo in tutto
Non ho insistito perché andasse all'università , sarebbero stati soldi persi, inoltre non ho intenzione di svenarmi per chi non ha interesse a studiare.
Il discorso delle fabbriche qua non possiamo farlo. Molti ragazzi, purtroppo, non essendoci lavoro, iniziano a spacciare, l'unica cosa che riescono a trovare.
Sono abbastanza severa, ma davvero non so cosa potrebbe fare
 
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