Quello che ti voglio dire, Nina, e' che capisco la tua rabbia dovuta al suo tradimento. Ma le sue responsabilità verso te si esauriscono nel tradimento. Non nella sua evidente (e aggiungo comprensibile) paura di prendersi un impegno serio. Probabilmente con te ha scoperto cose. Aveva 17 anni però. Non si può pretendere che una ragazzina scelga di passare le vacanze con te, anziché coi familiari. O che rinunci alle feste coi compagni di scuola. Se a questo aggiungi che probabilmente non era neanche troppo convinta ancora del suo orientamento sessuale e che comunque non è bello trovarsi a pigliare psicofarmaci a vent'anni... Direi che il quadro è fatto. In tutto questo tu non c'entri nulla, se non che con te ha vissuto una esperienza che evidentemente le e' piaciuta, e servita, ma che nell'altro lato della medaglia le comportava cose e scelte di vita troppo "grandi". Ivi forse compresa la tua disabilità, e le tue richieste di "esserci". Giustificate dal tuo punto di vista. Ma non mi sento onestamente di biasimare lei per altro che non sia il tradimento. Quello si. Ma non altro.
Scusa la franchezza.
Ma infatti io non le ho mai fatto una colpa del suo andarsi a fare le vacanze col padre, anzi. Se tu mi dici "vado a fare le vacanze con papà" io ti dico vai. So benissimo che passrerai delle vacanze di merda, e lo sai anche tu. Io però non ti dico niente, perché è tuo padre. Ce l'avessi io ancora il padre con cui andare in vacanza. Se però poi tu mi chiami dalla vacanza e mi fai "vorrei tanto essere lì con te, papà mi sta trattando mlissimo, vorrei sentire la tua voce, sono tutta bagnata e vorrei fare l'amore con te", io mi sento presa un momento presa per il culo, perché mi ha avuta disponibile tutto il tempo. Se vuoi fare tutte queste cose fantastiche con me, trovi lo spazio. Era un concetto che anche il più fesso e cerebroleso dei miei compagni di classe capiva. Mi hai avuta a disposizione tutto il tempo: adesso mi vuoi?! È questo che mi ha fatta fa incazzare. Io morivo dalla voglia e a lei non fregava nulla, io volevo cazzeggiare e divertirmi con lei, ma poi quando vedi che io non ti faccio da cuscino mentre sei in vacanza con tuo padre, allora sono un'insensibile che ti tratta male? Qui non è semplice questione di essere piccoli. I soli 17 anni non giustificano. Io l'ho sempre compresa, ho sempre capito tutte le sue ragioni, non sono mai stata gelosa, le ho sempre permesso di fare tutto il cazzo che voleva proprio perché sapevo che era più piccola di me e che non aveva mai avuto amici. Guardacaso ho cominciato a non andarle più a genio quando non le facevo più da cuscino. Mentre lei ha preso gli antidepressivi ero orgogliosa di ogni suo successo con come se fossero i mei, perché pensavo "cazzo, si sta aprendo, che bello, sono così felice, ha pure trovato un amico che le vuole bene!" e invece l'amico se lo scopava. E parlava male di tutti i suoi amici, e invece loro sono degni di averla in mezzo a loro, io invece sono l'ultima degli stronzi. Le dicevo "se sei felice adesso che prendi gli antidepressivi, io me la cucio pure!", mi facevo raccontare tutti gli effetti collaterali, non le negavo mai nulla, e piangevo la notte perché avevo voglia di farmi fare una cazzo di carezza. Poi veniva da me, un mese prima del fattaccio, mi abbracciava e mi diceva, mentre scopava con quello già da un po', "ti amo perché sei speciale". Non è solo questione di avere una certa età. E non riesco a conciliare questa persona con l'altra ragazza che conoscevo, che una volta il mio bene lo sapeva fare. Hai diritto a tutto, alla tua vita, a farti le tue vacanze coi tuoi genitori, ai tuoi amici, a qualunque cosa, perché è giusto e sacrosanto, ma se io faccio parte della tua vita non posso essere la stronza che fa parte ad intermittenza solo quando piace a te, e da lì e partito proprio il disprezzo nei miei confronti. L'impegno lei lo ha ribadito tante volte, nel corso degli anni, altrimenti io adesso non starei così. Se io sono una persona così intelligente, così simpatica e insostituibile, presentami ai tuoi amici. Io ti ho presentata ai tuoi amici, ed ero fiera di te, Lei quasi quasi era gelosa, sia mai diventavano più amici miei e non suoi. Se uno ti racconta di tutte le cose che fa e ti snobba, a te le palle dopo un po' non girano? Le avessi detto "brutta puttana, mettiti un burqa e stattene in casa", ti dicevo "andiamoci a fare una vacanza" (perché poi con lui si voleva fare i weekend, e non ci andava per soldi. Se io mi adombravo "ma è come tu che te ne vai col migliore amico": questa è malizia ed è disonesta), "andiamocene a cazzeggiare", non "sposiamoci e facciamo sedici milioni di bambini". Che mi sarebbe piaciuto anche quello, eh, ma io le ho sempre dato i suoi tempi. Si è sempre fatto tutto come voleva, proprio perché avevo riguardo della sua età. Però insomma, ogni tanto avevo diritto anche io a farmi girare le palle. Fino a che le medicine non le ha prese, non c'era nessuno, vicino a lei. E quando poi le persone sono arrivate, io non le ho mai impedito di frequentarle. Solo che se sei TU per prima a dirmi "ci sei anche tu", allora ci sono anche io, e sono una persona, o no? O la gente va scusata solo per l'età che ha? Adesso è proprio il rimorso che mi mangia, quando le dicevo "cazzo, comportati come un essere umano": a lasciarla fare, chissà se le cosa sarebbero andate in un altro modo. Forse la mia rabbia andava incanalata fuori dal rapporto che avevo con lei, ma era dura.
Scusa se sembro veemente, non sei tu, è l'argomento

se leggi dell'astio, non è verso di te.