Se l'amante ti risponde così

Brunetta

Utente di lunga data

Nocciola

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Staff Forum
Anche tu parli di te stessa?
Gli amanti se vogliono mentono esattamente come lo fanno mariti, mogli, fidanzati, amici, politici, evasori fiscali, impiegati, che ne so...
Non sono una categoria protetta.
Mentono quando promettono unicorni rosa.
Quando ti dicono che non scopano a casa per non farti sentire in colpa verso la moglie. O per darti la patente di unica donna della vita (al momento).
O quando non ti dicono che ne hanno altre.
Che stanno con te solo perché ogni lasciata è persa ma nel frattempo ti dicono che sei speciale.
Quando ti promettono cose importanti ma non lasciano mai la moglie.
Etc etc
Tu li puoi sfanculare perché li sai riconoscere.
Altre meno sgamate ci cascano in pieno.
.
ma stiamo facendo due discorsi diversi
Certo che certi amanti mentono e chi dice di no
Ti stiamo dicendo che per alcuni di noi è incomprensibile che ciò avvenga
ti stiamo dicendo che non tutti lo fanno. tutto qui
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Anche tu parli di te stessa?
Gli amanti se vogliono mentono esattamente come lo fanno mariti, mogli, fidanzati, amici, politici, evasori fiscali, impiegati, che ne so...
Non sono una categoria protetta.
Mentono quando promettono unicorni rosa.
Quando ti dicono che non scopano a casa per non farti sentire in colpa verso la moglie. O per darti la patente di unica donna della vita (al momento).
O quando non ti dicono che ne hanno altre.
Che stanno con te solo perché ogni lasciata è persa ma nel frattempo ti dicono che sei speciale.
Quando ti promettono cose importanti ma non lasciano mai la moglie.
Etc etc
Tu li puoi sfanculare perché li sai riconoscere.
Altre meno sgamate ci cascano in pieno.
Certo che parlo di me stessa. :)

So che spesso le relazioni extra sono costruite sugli unicorni...e non è tanto questioni di essere sgamate/i.
Quanto di sapere che gli unicorni fanno parte del mondo delle favole.
Li sgamavo anche a 19 anni quelli che raccontavano le favole in questo tipo di storie.
E' proprio saper distinguere la favola dalla realtà.

Generalizzando...so anche che la menzogna è insita nei rapporti. Più spesso l'omissione.
PEr il semplice motivo che spesso si mente pure a se stessi e nemmeno a fatica lo si riconosce...credo sia proprio una caratteristica umana, accomodare la realtà per creare zone di comfort.

Mi sembra la scoperta dell'acqua calda. Se devo essere sincera.

Dubito sempre molto di chi afferma "io non mento".
Preferisco chi sa quando mente, perchè lo fa, e non si nasconde dietro qualcun altro per farlo.

Vedo questo, più che il contesto e le relazioni.
Questo intendevo, parlando di me.

Ed è ovviamente prospettiva ristretta. Che non fa media. :)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Anche tu parli di te stessa?
Gli amanti se vogliono mentono esattamente come lo fanno mariti, mogli, fidanzati, amici, politici, evasori fiscali, impiegati, che ne so...
Non sono una categoria protetta.
Mentono quando promettono unicorni rosa.
Quando ti dicono che non scopano a casa per non farti sentire in colpa verso la moglie. O per darti la patente di unica donna della vita (al momento).
O quando non ti dicono che ne hanno altre.
Che stanno con te solo perché ogni lasciata è persa ma nel frattempo ti dicono che sei speciale.
Quando ti promettono cose importanti ma non lasciano mai la moglie.
Etc etc
Tu li puoi sfanculare perché li sai riconoscere.
Altre meno sgamate ci cascano in pieno.
Intanto ci sono persone che narrano la propria vita e quella degli altri perché così gli piace.
Del resto almeno la TENTAZIONE credo che l'abbiamo avuta tutti di arricchire o semplificare un evento quando lo raccontiamo o di cambiare l'ordine degli eventi per rendere il tutto più interessante secondo appunto uno schema narrativo che funziona, ma non è necessariamente quello reale.
Ci sono persone che lo fanno sistematicamente per rendersi più interessanti.
Non ne abbiamo mai conosciuti?
Io parecchi. Una collega parlava di me dipingendomi in modo che sembravo vestita di veli tra unicorni, figuratevi come parlava di se stessa!
Neanche qui sono mancate persone che si sono inventate storie, identità multipli, immagini lusinghiere (ai loro propri occhi) di sé, perché mai dovrebbero esserne esenti gli amanti?!
 
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Skorpio

Utente di lunga data
Se G. mi rimproverasse, e non lo farebbe manco sotto tortura, perchè mi stima e sa che so motivare quel che faccio, non passerebbe un bel quarto d'ora. Per l'atteggiamento in sè proprio.

E viceversa eh. Passerei un brutto quarto d'ora pure io. Ma più che altro non lo farei. Mi piace che abbia cose sue. Spazi suoi. Che vada e viva il mondo. E poi mi venga a raccontare. Che rientri "in" me arricchito.
E la stessa cosa piace a lui.
E' un fondamento.

Fra adulti ci si spiega...forse non capisco cosa si intende rimproverare.

.
Direi che va tradotto con : reclamare attenzione x...

In pratica: quel tempo che hai organizzato a cena con le amiche, potevi pensare che mi sarebbe piaciuto tu lo avessi in prima battuta proposto a me

Tutti coloro che non "rimproverano" non ammetterebbero mai nemmeno sotto tortura una simile rivendicazione non esposta

Un po' come la risposta dell'amico di Brunetta che ha scritto il libro

Quella è la risposta formale

Poi bisogna vedere se coincide sempre con il proprio profondo sentire.

Cioè.. bisogna vedere. Diciamo che spesso ci si accontenta del "nulla in contrario, son contento"
 

Blaise53

Utente di lunga data
La vorrei conoscere da Blaise:singleeye:
email di lavoro, chiesta una consulenza all'amica commercialista con una chiamata telefonica, ho chiesto se poteva venire a casa, ero solo mia moglie in villeggiatura, è venuta e tra un sorso di grappa e una sigaretta, nel mentre si parlava del problema mail, ho provato a baciarla ed è andato tutto ok. Quel giorno solo baci e toccatine, c'era una ritrosia da parte di lei per la location e per l'amicizia nei confronti di mia moglie. Nei giorni a venire tutto si è concretizzato. I particolari li tralascio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Direi che va tradotto con : reclamare attenzione x...

In pratica: quel tempo che hai organizzato a cena con le amiche, potevi pensare che mi sarebbe piaciuto tu lo avessi in prima battuta proposto a me

Tutti coloro che non "rimproverano" non ammetterebbero mai nemmeno sotto tortura una simile rivendicazione non esposta

Un po' come la risposta dell'amico di Brunetta che ha scritto il libro

Quella è la risposta formale

Poi bisogna vedere se coincide sempre con il proprio profondo sentire.

Cioè.. bisogna vedere. Diciamo che spesso ci si accontenta del "nulla in contrario, son contento"
concordo. Anche se non ho capito il riferimento a me.
 

Brunetta

Utente di lunga data
email di lavoro, chiesta una consulenza all'amica commercialista con una chiamata telefonica, ho chiesto se poteva venire a casa, ero solo mia moglie in villeggiatura, è venuta e tra un sorso di grappa e una sigaretta, nel mentre si parlava del problema mail, ho provato a baciarla ed è andato tutto ok. Quel giorno solo baci e toccatine, c'era una ritrosia da parte di lei per la location e per l'amicizia nei confronti di mia moglie. Nei giorni a venire tutto si è concretizzato. I particolari li tralascio.
SE è vera...ci deve essere tanta fame in giro.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

concordo. Anche se non ho capito il riferimento a me.
Che la risposta di quello scrittore "e tu ci sei andato a letto con quelle?"

Non poteva che essere una risposta formale.

Come quella di chi acconsente a una tua uscita fuori, accettando di buon grado che vai con le amiche a cena.

Dopo non potrà che confermare che è ben felice

Ma è un ricalco formale di un OK già dato.

Sto parlando di persone con una media salute mentale
 

Blaise53

Utente di lunga data
SE è vera...ci deve essere tanta fame in giro.
perchè tu hai solo sete?
vera? boh
forse ho voglia di essere quello che non sono, essendo un leone da tastiera.
Comunque vorrei saper scrivere come la zia topa, allora si.....sai che storielle inventerei.
ciao Signora senza LA;)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Che la risposta di quello scrittore "e tu ci sei andato a letto con quelle?"

Non poteva che essere una risposta formale.

Come quella di chi acconsente a una tua uscita fuori, accettando di buon grado che vai con le amiche a cena.

Dopo non potrà che confermare che è ben felice

Ma è un ricalco formale di un OK già dato.

Sto parlando di persone con una media salute mentale
:sbatti: non c'entra nulla con lo scrittore.
 

Brunetta

Utente di lunga data
perchè tu hai solo sete?
vera? boh
forse ho voglia di essere quello che non sono, essendo un leone da tastiera.
Comunque vorrei saper scrivere come la zia topa, allora si.....sai che storielle inventerei.
ciao Signora senza LA;)
Guarda che il dubbio era lusinghiero per te e la commercialista.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

:sbatti: non c'entra nulla con lo scrittore.
La risposta dello scrittore, che mai ammetterebbe lusinga e eccitazione di quelle propostine (qualora ci fossero state)

Non lo scrittore.

Sia chi sia, Puppino Papini o Goffredo Trombini, la risposta non poteva che essere formale

Lo scrittore non c'entra

È il contesto che c'entra
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Direi che va tradotto con : reclamare attenzione x...

In pratica: quel tempo che hai organizzato a cena con le amiche, potevi pensare che mi sarebbe piaciuto tu lo avessi in prima battuta proposto a me

Tutti coloro che non "rimproverano" non ammetterebbero mai nemmeno sotto tortura una simile rivendicazione non esposta

Un po' come la risposta dell'amico di Brunetta che ha scritto il libro

Quella è la risposta formale

Poi bisogna vedere se coincide sempre con il proprio profondo sentire.

Cioè.. bisogna vedere. Diciamo che spesso ci si accontenta del "nulla in contrario, son contento"
Ripiombata nel lavoro

Stasera ti scrivo...

È un bel tema, la differenza fra desiderare e volere e il riconoscimento dei no rivolti a fatti e situazioni, e non alla persona...alla capacità di ascoltarli e accoglierli e a quella di dirli
 
Ultima modifica:

Skorpio

Utente di lunga data
...

Ripiombata nel lavoro

Stasera ti scrivo...

È un bel tema, la differenza fra desiderare e volere è il riconoscimento dei no rivolti a fatti e situazioni, e non alla persona...alla capacità di ascoltarli e accoglierli e a quella di dirli
Tema interessante, si.

Mah.. io ti dico, io ci ho rinunciato. Ma dico di me, ovviamente

Nel senso..
Non potrò mai sapere (nell' esempio specifico) se quel "ok vai pure, ci mancherebbe" è disinteressato e completamente spontaneo

Spontaneo come lo intendo io... 😎

Per cui... Nemmeno chiedo, tanto la risposta come quella sopra, emotivamente la cestino, della forma poco mi faccio, essendo così oscuro e impenetrabile il profondo

Solo le risposte pessime sarebbero asciugate da ogni dubbio 😂

Per cui.. ben vengano lumi al riguardo :)
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Direi che va tradotto con : reclamare attenzione x...

In pratica: quel tempo che hai organizzato a cena con le amiche, potevi pensare che mi sarebbe piaciuto tu lo avessi in prima battuta proposto a me

Tutti coloro che non "rimproverano" non ammetterebbero mai nemmeno sotto tortura una simile rivendicazione non esposta

Un po' come la risposta dell'amico di Brunetta che ha scritto il libro

Quella è la risposta formale

Poi bisogna vedere se coincide sempre con il proprio profondo sentire.

Cioè.. bisogna vedere. Diciamo che spesso ci si accontenta del "nulla in contrario, son contento"
Provo...ma sono stordita e non so che ne esce :)

LA differenza che io vedo fra volere e desiderare. Se voglio, è un "patto" che faccio fra me e me. Fondamentalmente. E quindi richiedo a te di soddisfare miei parametri che spesso manco sono ben condivisi.

Se desidero ti offro il mio desiderio. Mi fido del mio desiderio. Tanto da metterlo in mano e lasciare che l'altro ne faccia quel che ritiene essere il miglior trattamento che ritiene. E posso farlo perchè mi fido delle mie valutazioni e della mia capacità di spiegarmi all'altro nei miei limiti.
E l'altro lo vedo di volta in volta. Dopo aver rischiato. In ogni caso.

In particolare all'inizio di conoscenza...poi mano a mano, il tempo e i fatti fanno il loro lavoro.
E se non lo fanno, il problema non è in questo livello di relazione.

Nel primo caso mi aspetto la soddisfazione del mio volere. E se questo non accade è il mio volere a essere rifiutato.
Nel secondo caso semplicemente desidero l'appagamento di UN desiderio, e non DEL desiderio.
Nel momento in cui è chiaro l'OGGETTO, la sovrapposizione col volere decade...e decade anche la sovrapposizione fra la PERSONA e i suoi "oggetti" che si incarnano attraverso l'altro.

E allora diventa facile dire "vorrei che stasera tu stessi con me".
E l'altro può innanzitutto chiedere se è una situazione particolare che lo richiede o meno.
E quindi avere maggiori informazioni per decidere per sè anche in relazione all'altro.
E nel caso non ci siano situazioni che richiedano maggiore presenza, può anche tranquillamente dire "ho anche il desiderio di stare con te, ma stasera desidero uscire a cena con le amiche/i", senza che questo tolga nulla all'importanza che si ha uno per l'altro.

Certo, questo richiede il sapersi dire le cose senza il timore che l'altro si offenda e scambi il rifiuto per una sera insieme per un rifiuto totale.
E non perchè l'altro non si offende, ma perchè si può contare sul fatto che se accade verrà dichiarato.
Anche a costo di essere ruvidi.

Si conta sui SI e sui NO. In particolare sui NO. E sulla sensatezza del NO e del SI.

Che è poi riconoscimento della intelligenza dell'altro di saper scegliere per se stesso ciò che gli serve per avere benessere, tenendo conto del fatto che maggiore è il benessere di ognuno per sè, maggiore è il benessere che può essere condiviso insieme.

Questo significa prendersi certe libertà...lasciare alcune premure.
Per esempio il dire semplicemente all'altro "non mi fido di te". O " mi sono girati i coglioni", senza che per forza di cose ne esca la seconda guerra mondiale.

Ma sapendo, avendolo testato nei fatti e nel tempo, che ne esce una discussione in cui entrambi lavorano per il win win.
E certo, serve una buona dose di egoismo e consapevolezza rispetto a quei bisogni che sono fondamentali per lo stare bene per davvero e non nel sognato.

Che è poi la differenza fra il desiderare, che è fondamentalmente l'offerta del proprio desiderio all'altro, e il volere, che è la richiesta che l'altro soddisfi i desideri.

Nel primo caso la responsabile del mio desiderio sono io, mio il rischio nell'offrirlo, mia la consapevolezza che non esiste nessun genere di garanzia, se non quelle che vengono confermate quotidianamente nei fatti.
Nel secondo caso si elegge l'altro a soddisfatore dei propri bisogni, delegandogliene la responsabilità e mettendolo costantemente alla prova. Senza dichiararlo fra l'altro. (e spostando anche il potere da in mezzo, e quindi liberamente concedibile, nelle mani del delegato, fondamentalmente).

E il rimprovero nasce esattamente da qui, secondo me. "Tu!!! Proprio tu che avresti dovuto appagare me, mi hai rifiutata/o." E avanti guerra.

Vero. Questo presuppone una certa reciprocità.
E più che altro una intenzionalità ad andare in questa direzione. Che riguarda fondamentalmente l'esprimersi direttamente, con se stessi innanzitutto, anzichè alle spalle. Con rimproveri o affini.

Ed è un qualcosa che non esce dal "ti amo ma quanto ti amo". Anzi.
Esce proprio dal "ok. Molliamo il quanto ti amo e parliamo di cose concrete per davvero."

Le richieste di attenzione le fanno i bambini.
Da un adulto pretendo sappia chiedere. E pretendo che da me abbia la stessa pretesa.
E che ci sia la libertà di farsi reciprocamente notare questi meccanismi, e quindi avere entrambi per presupposto il desiderio e la competenza del coglierli.

Se manca questo...per me la relazione è già monca. E so, per esperienza, che io non posso semplicemente starci.

Se mi rimproveri, e non mi sai esporre quel che ti ha portato lì...puoi allegramente andare a fare in culo. Non faccio maternage. Già dato.
Io di mio non rimprovero, quando l'ho fatto mi sono sentita una picia e parecchio imbarazzata di me stessa, quindi evito per non aver vergogna di me allo specchio. Espormi lo trovo più lineare e liberatorio.

Ho imparato che per stare bene io, ho bisogno di esprimere i miei desideri, e viceversa.
E anche dichiarare la mia libertà di valutare l'altro su quanto e come li soddisfa, e viceversa.
Se questo non avviene, nutro la diffidenza.
E la mia ha già qualche problema di obesità...preferisco tenerla in un regime equilibrato, se riesco.

Ripeto, ho culo, io e G. su questo ci somigliamo molto. Stessi paesaggi interiori.
E a nessuno dei due pesa la valutazione dell'altro.
Anzi...è una forma della rassicurazione. Come uno sguardo in prestito.
E più che altro entrambi veniamo da situazioni in cui certe attenzioni non c'erano state. E abbiamo la ferma intenzione di non rifare gli stessi errori. Che almeno siano nuovi.

Poi sono una reattiva..se mi rimproveri, mi incazzo :D e avverto in anticipo.

Quindi è proprio nei patti iniziali, quelli poco romantici e unicornosi, che per me queste sono cose fondamentali. Gli unicorni li cavalchiamo più in là, semmai :carneval:...anche se non amo cavalcare gli unicorni, preferisco altri tipi di sostanza :rolleyes:
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Cioè se ti rimproverasse tu lo rimprovereresti. :D
Perché non è mica solo sull'uscire a cena con l'amica che ci si rimprovera...
Ci sono paletti ugualmente, altrettanto tenaci e ben piantati, anche dove si pretende ci sia libertà.
E tu con G. li hai messi, diversi magari da quelli da altre coppie, ma solo nella forma.
No.

Semplicemente non accetterei il rimprovero. Lo rimanderei al mittente.
Molto probabilmente manderei il mittente a fare in culo al primo rimprovero.
Se G. mi avesse rimproverata, adesso non parlerei di G. :carneval: (e lui non parlerebbe di me se io avessi rimproverato lui).

E il mio comportamento non si modificherebbe minimamente, fra l'altro. Anzi.
O mi si sa spiegare il perchè e il percome.
O io non ci sto. Semplicemente.
Non mi interessa se urli e strepiti. o mi martelli i coglioni.
Se non mi sai dare spiegazioni, puoi urlare e strepitare fino a quando vuoi, energia e voce sono le tue.
Io mi dedico ad altro, fino a che non sai tenere una conversazione adeguata.

Mi ha fregato la manipolazione a rovescio, ossia nessun urlo e strepito e atteggiamento da vittima sacrificale di me e bisogno di me.
Ma siccome mi ci sono giocata 10 anni di vita con quell'atteggiamento, dubito lo rifarò.
Ho imparato che è una mia debolezza, la paura di me. E se sgamo che qualcuno ci gioca, posso diventare davvero cattiva.

E queste sono cose che secondo me si decidono nei primi mesi di relazione.

Con G. i paletti riguardano la libertà di dirsi il peggio. Senza riguardo al dolore. Perchè entrambi sappiamo occuparci ognuno del suo Proprio dolore. A prescindere dall'altro. Ed è chiaro ad entrambi che stare in relazione significa anche farsi male.
Il fulcro è che piacere e dolore siano dialogici fra loro...e che non prevalgano uno sull'altro.
Il paletto fondamentale è la condivisione del Piacere, inteso come piacere/dolore.
E la valutazione chiara dell'altro. Chiara e esplicita. Senza fronzoli.

Non siamo di primo pelo. Nè io nè lui.
E questa è una agevolazione.

Il fallimento, serve per migliorarsi, se se ne fa tesoro. :)
 
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nina

Utente di lunga data
Su questo aspetto del rimproverare mi sento molto colpevole. Penso di aver sviscerato i motivi di rimprovero quando ormai era troppo tardi.

(Ciao :inlove:!)
 
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