C'erano dentro tante cose in quel grazie...alcune mie, alcune sue.
Le abbiamo sviscerate, lentamente e faticosamente entrambi. E non è stato indolore.
E non abbiamo neanche ancora finito. Per fortuna.
Per entrambi ha significato andare a pescare in posti dell'anima dove c'erano ferite aperte e sanguinanti, e poi sotto ancora, dove di ferite ce ne erano altre, nascoste e infettate per non essere state curate...
Ma è un percorso, per come la vedo io.
E neanche adesso è scontato...
I suoi grazie mi sono preziosi.
Ma per potermeli dare con intatta la loro preziosità, prima era necessario che la riconoscesse lui.
E allora non era così.
Grazie scomposti e spaventati, ne facevo e ne faccio volentieri a meno.
Sono una responsabilità che non avevo, e non ho, la minima intenzione di assumermi.
Allora ero talmente fragile io, che ogni tentativo di sfiorarmi a quel livello, mi faceva scattare allarmi altissimi.
E vigilavo duramente su ogni ingresso, in quei posti di me.
G. , fra l'altro...vabbè. E' G. Abbiamo avuto culo a trovarci in quel particolare momento.
Ci ringraziamo spesso, adesso.
Per esserci.