Brunetta
Utente di lunga data
Mi sono trovata a fare delle riflessioni sulla idea di NOI.
Non ricordo più in quale discussione se ne era parlato con punti di vista diversi a proposito del sentirsi in coppia come due individualità che dialogano o come la scelta iniziale porti alla costituzione del noi.
Credo che anche chi ha maggior spirito individualistico al momento che diventa genitore sa di aver formato una coppia genitoriale, un noi.
Credo anche che alcuni percepiscano quel noi invasivo e pericoloso per il sé e che sentano la necessità di ritrovare l'individuazione allontanandosi dalla coppia. Questo spiegherebbe anche tradimenti indegni e incomprensibili con bambini piccolissimi o addirittura durante la gravidanza, sia da parte di lui, sia da parte di lei.
A livello intuitivo infatti il dover diventare un NOI potrebbe essere una delle ragioni che spinge o no a volere figli e il motivo di crisi di alcuni matrimoni dopo la nascita dei figli.
Penso che si debba avere una personalità ben strutturata per potersi sentire se stessi e contemporaneamente far parte di noi forti e appunto strutturanti.
Se pensiamo ad altre appartenenze, come quelle al gruppo adolescenziale o al gruppo di tifosi al gruppo amicale fino all'appartenenza politica e le paragoniamo alle appartenenze criminali possiamo vedere meccanismi simili.
Infatti in qualsiasi gruppo i valori del gruppo devono diventare i valori degli appartenenti e la solidarietà tra i membri è sempre sul filo della legalità alternativa con una obbligo alla lealtà al noi.
Questo accade anche nella coppia e quando nascono i figli nella coppia genitoriale.
I cambiamenti che la genitorialità causa in una persona non sempre sono gli stessi che causano in un'altra.
Il problema è che se sono cambiamenti forti e sostanziali solo in uno dei due, l'altro sente tradita l'alleanza del noi coppia a favore di una alleanza coppia genitoriale in cui non si riconosce.
Abbiamo letto brevemente un utente che considerava fondamentale L'Unità della coppia nella complicità della sperimentazione sessuale e viveva come un tradimento imperdonabile che la nascita del figlio avesse per la moglie reso impossibile continuare a mantenerla.
Quello mi è sembrato un caso limite sia per il bisogno ossessivo di sperimentazione e stimolazione sessuale, sia per l'incapacità di accettare il cambiamento determinato dalla genitorialità, ma i casi limite illuminano i meccanismi. Allo stesso modo l'appartenenza a organizzazioni criminali è solo l'esasperazione della stessa appartenenza al gruppo amicale adolescente e poi anche adulto, per cause o fini particolari.
Guardiamo in noi come funziona l'appartenenza e in quale misura siamo in grado di avere più appartenenze senza sentircene minacciati o quanto abbiamo bisogno di avere più appartenenze.
Mi sembra di aver individuato una chiave di lettura utile.
Non ricordo più in quale discussione se ne era parlato con punti di vista diversi a proposito del sentirsi in coppia come due individualità che dialogano o come la scelta iniziale porti alla costituzione del noi.
Credo che anche chi ha maggior spirito individualistico al momento che diventa genitore sa di aver formato una coppia genitoriale, un noi.
Credo anche che alcuni percepiscano quel noi invasivo e pericoloso per il sé e che sentano la necessità di ritrovare l'individuazione allontanandosi dalla coppia. Questo spiegherebbe anche tradimenti indegni e incomprensibili con bambini piccolissimi o addirittura durante la gravidanza, sia da parte di lui, sia da parte di lei.
A livello intuitivo infatti il dover diventare un NOI potrebbe essere una delle ragioni che spinge o no a volere figli e il motivo di crisi di alcuni matrimoni dopo la nascita dei figli.
Penso che si debba avere una personalità ben strutturata per potersi sentire se stessi e contemporaneamente far parte di noi forti e appunto strutturanti.
Se pensiamo ad altre appartenenze, come quelle al gruppo adolescenziale o al gruppo di tifosi al gruppo amicale fino all'appartenenza politica e le paragoniamo alle appartenenze criminali possiamo vedere meccanismi simili.
Infatti in qualsiasi gruppo i valori del gruppo devono diventare i valori degli appartenenti e la solidarietà tra i membri è sempre sul filo della legalità alternativa con una obbligo alla lealtà al noi.
Questo accade anche nella coppia e quando nascono i figli nella coppia genitoriale.
I cambiamenti che la genitorialità causa in una persona non sempre sono gli stessi che causano in un'altra.
Il problema è che se sono cambiamenti forti e sostanziali solo in uno dei due, l'altro sente tradita l'alleanza del noi coppia a favore di una alleanza coppia genitoriale in cui non si riconosce.
Abbiamo letto brevemente un utente che considerava fondamentale L'Unità della coppia nella complicità della sperimentazione sessuale e viveva come un tradimento imperdonabile che la nascita del figlio avesse per la moglie reso impossibile continuare a mantenerla.
Quello mi è sembrato un caso limite sia per il bisogno ossessivo di sperimentazione e stimolazione sessuale, sia per l'incapacità di accettare il cambiamento determinato dalla genitorialità, ma i casi limite illuminano i meccanismi. Allo stesso modo l'appartenenza a organizzazioni criminali è solo l'esasperazione della stessa appartenenza al gruppo amicale adolescente e poi anche adulto, per cause o fini particolari.
Guardiamo in noi come funziona l'appartenenza e in quale misura siamo in grado di avere più appartenenze senza sentircene minacciati o quanto abbiamo bisogno di avere più appartenenze.
Mi sembra di aver individuato una chiave di lettura utile.
Ultima modifica: