E' vero. Io li chiamo paesaggi dell'anima.
Mi ritrovo nel neuromante...anche se poi io non riesco a fermarmi lì, vado in posti dove l'umano non esiste proprio, oltre la distopia. Ho bisogno della non esistenza. Ma in fondo è esattamente il luogo dove sono nata. Per mia madre.
E i suoni coincidono coi silenzi.
E' nel freddo e nel silenzio, che mi ritrovo nei miei paesaggi. I territori in cui anche per me è tutto come desidererei che fosse. Anche se poi so che fuori di lì, non è così.
Sono mie proiezioni, o giochi, il trovare fuori quel che c'è dentro. Creazioni mie.
Quanto ai mostri...volevo vincere anche io. Ma quando vincevo, non mi bastava. Ero costantemente insoddisfatta.
Trovarmi i mostri vinti li rendeva umani...e io mi perdevo e dovevo, devo, ripartire alla ricerca.
Il gioco aveva preso più spazio dei giocatori. Me compresa.
Adesso i mostri li Desidero. Per me. E rivolti a Me.
Dedicati a ME. Per poterli tenere in mano.
Come il lupo cattivo di cappuccetto rosso...che resta il lupo cattivo e non diventa un cucciolone addomesticato, ma si accuccia ai piedi di cappuccetto e le lecca i piedi. Ringhiando.